25 maggio 2008

MASTER OF PUPPETS?

The Age Of The Understatement, il ruffianissimo primo disco dei Last Shadow Puppets, sta facendo gridare tutti quanti al miracolo, ma io non riesco proprio a spiegarmi il perché. È quantomeno sopravvalutato, e dopo ogni ascolto mi lascia dubbioso, molto dubbioso.
A dire il vero, per essere carino è carino ed i brani presi singolarmente fanno anche il loro dovere, ma è tutto l'insieme che non funziona. In definitiva, lo ascolto e faccio sempre molta fatica ad arrivare al termine. Va bene, è un disco ben prodotto, con ottimi arrangiamenti e grandi suoni, non una virgola fuori posto, non una sbavatura. Ma è un disco che alla fin fine risulta freddo e non mi trasmette nulla. Sembra quasi roba pianificata a tavolino, ma magari però il problema è mio e non di Alex Turner e Miles Kane. Anche se è dura da accettare alle volte succede.
E alle volte succede che Alex Turner sia la voce (e la mente) degli Arctic Monkeys, con contorno di MySpace, botto, successo mondiale, due dischi, tour interminabili e tanto tempo libero a disposizione per poter scrivere canzoni nuove e lanciarsi nella nuova avventura. E succede che Miles Kane sia il cantante dei Rascals, una band di recente formazione che solo per puro caso ha un disco d'esordio di prossima uscita. Non è che alla fine The Age Of The Understatement è solo un espediente frutto della mente di qualche spietato discografico che vuole mantenere alta l'attenzione sugli Arctic Monkeys e contemporaneamente lanciare i Rascals? A me quasi quasi viene da credere che le cose stiano così, ma purtroppo sono sempre il solito bolscevico sospettoso di chi il successo (ed il denaro) se lo è sudato tutto, e quindi la mia opinione conta come quella di Lamberto Dini: zero.
Ma poi, in definitiva, chi se ne importa? Tanto i due dischi degli Arctic Monkeys rimangono sempre due vere e proprie bombe perfette dall'inizio alla fine, ed in più non è poi tanto male se ogni volta che ascolto i Last Shadow Puppets devo stoppare perché mi vien subito voglia di ascoltare i sempre troppo sottovalutati Coral.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Troppo giovane il buon Turner per convincermi che questo è un disco davvero sincero. E si capisce dalle recensioni entusiaste che l'album ha avuto, nonostante sia un lavoro mediocre ben al di sotto di quanto fatto dagli Arctic. Che poi queste collaborazioni cominciano ad essere di moda, vedi i Raconteurs, o quell'altro tra membri degli Strokes e dei Babyshambles... insomma, la cosa effettivamente puzza.

Anonimo ha detto...

i progetti "laterali" non sono sempre sinonimo di "bieca operazione commerciale", diciamo che bisogna valutare caso per caso. Per esempio Gorillaz e Raconteurs non mi sembrano affatto male!

Vorrei invece un parere sul nostro CARISSIMO AMICO morgan (lo scrivo sempre minuscolo) che forse ha capito di aver fatto un errore, accettando X Factor, e ha riunito i bluvertigo a storytellers.

Sorrisi di circostanza, i soliti complimenti della maugeri e l'annuncio del proposito di scrivere nuove canzoni, dopo il tour di quest'anno.

accento svedese ha detto...

@ lollodj: la cosa puzza assai. Raconteurs e resto sono genuini, qui c'è molta forzatura.
Adesso magari Turner mi querela. :D

@ micky: la reunion dei bluvertigo è una bieca operazione commerciale, come i capelli di Morgan. Avrei voluto vedere l'intervista con la Maugeri. :D

Anonimo ha detto...

d'accordo con te, ma il singolo spacca abbastanza

accento svedese ha detto...

Concordo. Spacca assai.