30 dicembre 2011

LIFE IS FULL OF POSSIBILITIES

(nella foto: i funerali di Umberto Bossi che si sono tenuti nei giorni scorsi a Pyongyang nella Val Brembana. C'era l'ormai celeberrimo milione di persone col fucile e piangevano tutti, c'era tanta disperazione ma niente paura: morto un papa se ne fa un altro, e comunque la salma di Umberto Bossi continuerà la lotta per la liberazione della Padania in altra maniera - ossia continuando a narrare di milioni di persone col fucile pronte a lottare per l'indipendenza della Padania così come ha fatto negli ultimi diciassette/diciotto anni. Se tutto va bene tra poco siamo liberi e dovremo dire grazie a lui, a suo figlio e alla deputata leghista che continua ad andare ai comizi vestita da operaia manco fosse Carnevale)

Ha ancora senso nel 2011 avere un blog? Dico, ha ancora senso portare avanti un blog nel 2012 quando tutti abbandonano i blog per sbarcare su Twitter e/o abbandonano i blog per lasciarli lì a testimonianza di annate come il 2006-2007 nelle quali la cosa piu trendy (trendy, che termine. Sembro Ricky Tognazzi nella pubblicità dell'Aceto Ponti, mi faccio senso da solo) era avere un blog ed aggiornarlo costantemente?

Secondo me sì, ha ancora senso - a condizione che:
  • si perda meno tempo possibile per aggiornarlo (non ho mai capito chi impiega giorni per scrivere post nel quale non viene detto un bel nulla quando si può benissimo impiegare un attimo infarcendoli di cose buttate lì a caso ed il risultato è uguale. Tanto comunque vada le cose scritte in rete non le legge per intero nessuno ed un'ora dopo sono già vecchie, ed allora perchè non vivere la vita vera evitando di stare ore di fronte ad uno schermo ad invecchiare precocemente);
  • si scriva d'istinto, senza preoccuparsi troppo della forma e della sostanza (idem come sopra, con in sovrappiù il fatto che scrivendo d'istinto non si perde un grammo dell'urgenza di ciò che si voleva dire ed il divertimento ne guadagna);
  • lo si prenda poco sul serio e ci si prenda poco sul serio (perché è sempre un hobby e non un lavoro, anche se c'è chi lo fa per lavoro e ci campa. Beato lui che ha 'sta fortuna);
  • si eviti di rivolgersi ad eventuali lettori dando loro del tu o del voi, interpellandoli o chiedendo loro di intervenire nei commenti (tanti blog che pure mi piacciono tantissimo lo fanno, io invece cerco di evitare perché penso che un blog vada scritto principalmente per se stessi, poi se lo leggono anche altri tanto meglio. Ma siamo poi sicuri che la gente lo legga sul serio? Torna il discorso di cui sopra: la gente solitamente legge le prime righe, le ultime e quelle centrali e per il resto segue il metodo deduttivo. Non è possibile riuscire ad essere attenti di fronte ad un testo scritto troppo in piccolo, è provato scientificamente dal San Raffaele di Milano);
  • si eviti di essere autoreferenziali (evitando dunque di fare come sto facendo io ora e come faccio di solito, ad esempio) e contradditori (evitando dunque di fare come sto facendo io ora e come faccio di solito, ad esempio), la coerenza e l'umiltà prima di tutto;
  • si parli di ciò che si vuole senza preoccuparsi di piacere alla gente (anche perché non ci si guadagna un penny e nemmeno in autostima, la vita vera è altra) e senza preoccuparsi dell'eccessiva lunghezza (tanto non c'è mai tempo per leggere per intero le cose in rete);
  • si tenga conto del fatto che Twitter è davvero divertente ed è un mezzo interessante, ma hai 140 caratteri a disposizione e per forza di cose non puoi per forza esprimerti come su un blog (se sei logorroico ciò è davvero un guaio). Facebook non consideriamolo nemmeno, non lo merita;
  • varie ed eventuali da aggiungere alla bisogna.

Ora, queste righe non hanno la pretesa di essere una guida anche perché il mio è un umile blog e non un famoso romanzo fantasy come il Vangelo che secondo alcuni è verità assoluta da non mettere mai e poi mai in discussione. Io faccio così da quando ho iniziato ad avere un blog e così farò fin tanto che continuerò ad aggiornarlo perché così mi diverto e così mi piace (anche a scrivere questo pezzo mi sono divertito molto, ci ho messo pochissimo e non l'ho nemmeno riletto perché non ho avevo più tempo). Quando non mi piacera più e/o quando non mi divertirò più vedremo, intanto per ora questo basta. Vado al mare che è tempo.

5 commenti:

Luci ha detto...

Teniamo duro, magari un domani i blog torneranno di moda :D (e voleremo con facilità - cit.)

Unknown ha detto...

massì, massì che ha senso...
alla fine le cose dove vengon scritte vengon scritte.

io aggiungerei però, ai tuoi punti, l'integrazione con i social network.
avere l'amicizia(la cerchia/il follow/quel che è con il blogger. Poi sta al blogger decidere cosa e non cosa condividere.

Ma anche queste, sono mie idee.

Unknown ha detto...

Dimenticavo, Villaggio è un grande.

gattasorniona ha detto...

Sagge considerazioni. Condivido. Io bloggo solo perché mi piace farlo e mi piace interagire con i blog degli altri. I Social Networrk mi danno meno gusto.

accento svedese ha detto...

A me continua a piacere anche se per ragioni di tempo riesco ad interagire pochissimo con i blog altrui. E pure con il mio - nel senso che a volte pubblico e poi chiudo, senza nemmeno rispondere ai commenti (cosa di cui mi vergogno tantissimo). Quest'anno sarà l'anno in cui torneranno di moda i blog, ne sono convinto.