22 luglio 2011

MANI BUCATE COME PADRE PIO


La cosa che mi frulla in testa da un po' di tempo a questa parte è che Child di Mark Owen è una delle canzoni pop più belle degli ultimi quindici anni. Una voce così fragile e così toccante, una melodia semplice che nonostante tutto riesce a parlare al tuo cuore e la tua anima: non smetteresti mai di ascoltarla, anche se ammetterlo pubblicamente potrebbe avere ripercussioni sulla tua vita sociale. E poi Mark Owen è un bel personaggio, ha anche dovuto superare dipendenze varie uscendone più forte di prima. Mi sta simpatico, così come mi è stato simpatico a prima vista Robbie Williams quando ha esordito da solista con una cover di George Michael e relativo video in cui era gonfio da far paura con l'effetto Mick Hucknall che non riusciva neanche per sogno a farlo sembrare snello come ai tempi dei Take That – ma questo è un altro discorso da approfondire in separata sede. Comunque Child io l'ho sempre ascoltata anche se in prevalenza ascoltavo tonnellate di skate punk californiano e prima ancora tonnellate di metal da dementi, dove sta il problema? Bisogna essere duttili e malleabili.

Altra canzone pop da paura è Your Woman di White Town, una cosa che divenne tormentone pop una vita fa ma sembra domani per quanto è attuale. White Town era proiettato nel futuro ed ha avuto intuizioni sulle quali Moby ha (ri)costruito una carriera da popstar, peccato che poi sia caduto nel dimenticatoio (o magari va avanti imperterrito a far musica ed io non mi sono più preso la briga di seguirlo, indagherò in rete) non deliziando le nostre orecchie con altri capolavori come Your Woman – una canzone capace di emozionare ora come allora, nella quale senti che dietro c'è passione e c'è duro lavoro per assecondare questa passione. Avercene oggi di canzoni così, sia a livello mainstream che a livello indie.

E a proposito di tormentoni da paura, perché non menzionare Sex & Candy dei Marcy Playground? Roba di gran classe fondamentalmente figlia di tanta paranoia, dei Nirvana e di Beck, roba che è invecchiata bene anche se ascoltandola oggi ti rendi conto che è When I Come Around dei Green Day suonata al 75% della velocità ed addizionata con uno stacco chitarristico preso di peso da My Friends dei Red Hot Chili Peppers (non ci sono arrivato io, questa è una cosa che mi hanno segnalato ma spaccio per una mia intuizione), roba che siamo nel 2011 e certi suoni sono ormai passati di moda ma ritorneranno più prepotenti che mai dopo che si sarà generata l'isteria collettiva per il ventennale di Nevermind dei Nirvana. E solo allora verrà riesumata Sex & Candy e verrà riconosciuto il suo valore di monumento (ma non di lapide) ai bei tempi che furono. Luci accese anche di giorno e prudenza, sempre – come diceva Nico Cereghini, uno che ci è rimasto sotto con le paste ad Ibiza ed allora si è fissato con la sicurezza stradale. Magari anche a lui come a me piaceva (e piace anche oggi) One and One di Robert Miles, ma mi fermo qui che Robert Miles va trattato con più rispetto.

1 commento:

Parole Santels ha detto...

sai che ieri ho pensato ESATTAMENTE le stesse cose su Child e Yout Woman.
In realtà ti confesso, io di Mark mi comprai il cd. E mi sono strutta con my love. E niente, che flash. Ciauu