Bugo è un fottuto genio. È una rockstar, è sperimentale, ed è pure un figo.
Ed io ho preso i soldi e sono scappato, sono salito sulla mia Fiat Ritmo bianca a metano, ho caricato l'indirizzo sul navigatore satellitare e mi sono recato in un locale vicino a Padova chiamato La Gabbia Music Club solo per urlarglielo a gran voce ed incidentalmente sentirlo cantare e suonare.
Al mio arrivo l'atmosfera che si respirava non era delle più invitanti: un improbabile dj set reggae messo su per intrattenere il pubblico prima del concerto mi ha fatto andare il morale sotto i tacchi, facendomi venire un nodo in gola che è difficile mandare giù. Non fumo neanche un po' e penso che il reggae sia roba potenzialmente in grado di martoriarti i coglioni, però ho resistito, ho stretto i denti e sono uscito vincitore dalla prima battaglia della serata, e non è poco. Ed ho resistito anche all'impatto con il gruppo incaricato di aprire la serata: tre tizi che sono saliti sul palco ed io li ho scambiati per i Bastard Sons of Dioniso vestiti con strane tutte bianche ed occhiali da rave 1996 circa, come se per una strana forma di paradosso spazio-temporale il celeberrimo gruppo trentino fosse stato sparato indietro nel tempo e catapultato ad un famigerato after tea della domenica pomeriggio all'Hollywood di Castagnaro, Verona, Veneto che lavora e che produce, Italia. Poi però vien fuori che si chiamano Captain Mantell ed a volte sono pure in grado di spaccare parecchio: Martelloni clamorosi degni di Soulwax ed LCD Soundsystem alternati a brani da ancora da rifinire, perle di rara maranzaggine alternate a pasticci che paiono usciti dalla penna dei Bastard Sons Of Dioniso totalmente bruciati da qualche droguccia mescalinica procurata loro da Andy dei Bluvertigo via Morgan. Mai avrei ascoltato di mia spontanea volontà un gruppo capitanato da un cantante con il codino, però i Captain Mantell sono risultati divertenti e in un contesto del genere ci sono stati tutti.
Un cambio di palco che parso interminabile e si è materializzato dal nulla un folto pubblico, nel quale spiccava una clamorosa versione dimagrita del ciccione con gli occhiali di X Factor (si torna sempre lì, evidentemente in Veneto quella trasmissione deve andare parecchio), un personaggio altamente carismatico che non aspettavo altro che l'arrivo sul palco di Bugo. E Bugo è arrivato, eccome se è arrivato, e dopo non ce n'è stato più per nessuno. Vestito con una giacca nera con strisce blu come se fosse il 1982, maglietta, jeans da blocco della circolazione, scarpe impossibili e calze a scacchi rosa e blu, accompagnato da una band formata da tre individui pelati (Moby al basso, Fabien Barthez alla batteria più un altro individuo ai synth che somigliava tantissimo a qualcuno ma non sono riuscito a capire chi) ha spaccato proponendo un set praticamente perfetto. Bugo ha rischiato ed vinto la sfida alternando vecchi classici rivoltati come un calzino (Il Sintetizzatore, Millennia, Ggeel, addirittura Pasta al Burro) a brani tratti dall'ultimo, fantastico album Contatti (una Love Boat da lacrime, una emblematica C'é crisi, una ancor più surreale La mano mia, una fiabesca Sesto senso) e concludendo col bis che non ti aspetti: una clamorosa cover di Prinsencolinsinainciusol di Adriano Celentano che ha ricordato ancora una volta che nonostante sia uno schifoso qualunquista Celentano è un genio, una nuova versione di Casalingo che pareva Fight For Your Right To Party dei Beastie Boys prodotta da qualcuno del giro DFA ed un remix di La Mano Mia con tanto di playback autocelebrativo da parte di Bugo, che nel frattempo si è tuffato tra il pubblico per ricevere una meritata ovazione. Fantastico, un concerto di quelli che te li ricorderai per parecchio tempo.
In definitiva, dopo aver vissuto una serata del genere si può ricava che:
- attualmente in Italia nessuno è come Bugo;
- Bugo è un'animale da palcoscenico che tiene il palco come pochi e quando sale si diverte e fa divertire, suda e fa sudare, ride e fa ridere;
- quando la concorrenza sembra essersi avvicinata, Bugo cambia pelle e si trasforma in un'altra entità musicale;
- la nuova svolta elettronica di Bugo è una delle cose più belle degli ultimi otto anni, e dal vivo sembra esserlo ancora di più;
- se solo Bugo lo volesse potrebbe anche scalare le classifiche e diventare davvero una rockstar;
- anche se Rockit lo porta su un palmo di mano non bisogna mai arricciare il naso di fronte ad una figura come Bugo. Se avessimo più personaggi del genere in Italia le cose andrebbero decisamente meglio.
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alcolemico d...
19 ore fa
14 commenti:
ce l'hai proprio a morte con rockit, eh? che t'hanno fatto?
Non mi chiamano a scrivere per loro. ho inviato un sacco di curriculums ma niente, non mi vogliono!
concorda su tutto.
ah,non sono su facebook,quindi potrei smettere di scrivere in nterza persona...
Ciao Accento sono Michele Was (not) was Capirossi, ti vogliamo con noi a rockit: mandaci il tuo curriculum che ti facciamo un culloquio io e Barnaba Ponzoni (interpretato da Adriano Celentano) perchè il tuo blog ci fa sognare ad occhi aperti
C'hai ragione, caro Accento, il Bugo è un genio! E hai pure trovato un nuovo lavoro, forse...
"lavoro" significa che è pagato.
A rockit offriamo solo sangue sudore lacrime.
Credere obbedire combattere
firmato
Cochi Ponchielli
Quando la Patria chiama, io rispondo "presente!" e parto. Sono dei vostri, fatemi sapere quando si comincia!
solobugo!
curriculum singolare, curricula plurale. latino. vai a scrivere sugli scontrini piuttosto.
Sono l'anonimo di sopra che ha fatto quel post da gay che sa il latinorum:
VOLEVO DIRE CHE SONO UN FROCIO CHE FA LE POMPE COL CULO SENZA RILASCIARE IL REGOLARE SCONTRINO PARLANTE
e squirto pure.
Sono l'ano-nimo di prima.
Wad Mato Grosso
SONO GAY
ovviamente l'anonimo dei commenti volgari non sono io.
'anonimo latinista'
Ma vai a scrivere sugli scontrini, anonimo latinista!
Sono l'anonimo LATRINISTA di prima, volevo dire che ho dimentica una "r" nel mio post di prima, chiedo venia.
p.s
faccio le pompe col trucco
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