19 aprile 2009

E CHE IL RITORNO SIA IL PIÙ NERO POSSIBILE

Un sabato sera da giovani d'oggi con partenza anticipatissima per evitare il traffico bolognese e trovare facile parcheggio, salvo poi essere costretti aspettare fuori perché i cancelli del Locomotiv non erano ancora aperti.

Un'attesa spasmodica durante la quale ho fatto di tutto, dal recarmi nei bagni del Locomotiv per testare il Microtouch Magic acquistato poco prima all'Autogrill fino al dilapidare una cospicua somma di denaro ai videopoker installati di recente nel locale bolognese. Per vincere la noia/la sonnolenza che avanza si fa questo ed altro.

Un ganzissimo dj set iniziale a cura dei Billy Bogus, due tizi vestiti l'uno da prete strafatto di mescalina l'altro da vero zar opportunamente pellicciato che non mi hanno fatto rimpiangere di essermi perso la serata remember Il Gatto e la Volpe - che a dire il vero non è più il '94 e non avrebbe avuto tantissimo senso andarci perché anche se al remember c'era Luca Morris mancavano Skauch e Pagano, e dunque meglio il Locomotiv (anche se Il Gatto e la Volpe ormai è Storia).

E poi i Poni Hoax. Roba che batte ai punti i Rapture e tanti altri gruppi di grido, un riuscitissimo incontro/scontro tra avanguardia e pop, new wave e dance, rock ed elettronica, alcool e nicotina. Il cantante Nicolas Ker esteticamente è un incontro/scontro tra Serge Gainsbourg e Carlo Verdone, ed in un'ora e mezzo ha fumato qualcosa come quindici sigarette e bevuto qualcosa come quattro lattine di birra da 66 cl (praticamente, è una versione post-punk di Lemmy dei Motorhead) ma ha guidato questa favolosa band fatta di chitarra, batteria, synth e synth che fa le veci del basso in un concerto di quelli che ti ricorderai a lungo. Nonostante un fumo che sembrava di essere al Covo (o forse proprio grazie a questo), la performance dei Poni Hoax è stata stilisticamente perfetta, con un finale da antologia: prima il pubblico è stato chiamato a ballare sul palco e sembrava di stare in una puntata di Non è la Rai, poi il batterista ha cantato una canzone in un idioma a me sconosciuto che probabilmente era hopelandic.
Sono basito, ma spero proprio che dopo il concerto nei camerini dei Poni Hoax si siano vissuti attimi degni più di Gianni Boncompagni che dei Sigur Ros.

E poi si sono accese le luci, è calato il sipario e la mia Ritmo mi ha riportato a casa, ebbro di soddisfazione.

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