10 aprile 2008

CHI FUMA AVVELENA ANCHE IL TUO BLOG, DIGLI DI SMETTERE (cit.)

Pur avendo una larghissima maggioranza la destra ha governato malissimo per cinque anni. Non ha fatto nulla se non curare gli interessi dei soliti noti, e per giunta ha nascosto la sua sua inefficienza mediante una fitta cortina fumogena di giustificazioni puerili, riforme costituzionali polenta e osei, promesse reiterate, manovre bis e ter, bandane bianche, campagne denigratorie nei confronti degli avversari e finzioni rese come per incanto realtà grazie al potere assoluto del mezzo televisivo. Potrei aggiungere alla lunga lista anche “l'occhio attento e sveglio di Maurizio Gasparri che vigila sulla riforma del sistema radiotelevisivo” però non lo faccio: temo ritorsioni da parte dei ragazzi di Azione Giovani, sempre pronti ad accorrere in difesa del buon Maurizio (che saluto). E se accorrono quelli di Azione Giovani è la fine. Mi limito quindi solo a dire “una riforma del sistema radiotelevisivo non esente da critiche”, e vissero tutti felici e contenti.
Ma, se proprio devo salvare qualcosa in questo hellzappoppin' di politichetta fatta da dilettanti allo sbaraglio, senza ombra di dubbio io salvo il provvedimento riguardante il divieto di fumo nei locali pubblici. Mi costa molto ammetterlo ma è così, e lo ripeto quasi sottovoce, con una sorta di timore reverenziale: l'unico buon provvedimento che la destra ha approvato in cinque anni di governo è stato il divieto di fumo nei locali pubblici. Peccato solo che, soprattutto ai concerti, venga rispettato molto, molto raramente. La solita Italietta si vede anche (e soprattutto) da particolari come questo.
Sono tutto tranne che fascista, sono tutto tranne che reazionario, sono e sarò sempre per il rispetto delle libertà individuali, però non mi sta tanto bene soffrire le pene d'inferno perché la gente intorno a me vuole per forza fumare mentre io mi sto gustando in santa pace un concerto. Non mi sta bene dover uscire ogni tanto a respirare aria pura quando dovrebbero essere loro ad uscire a fumare. E non mi sta nemmeno tanto bene che la maggior parte dei locali continuino a tollerare una situazione del genere in nome di una pelosa forma di (presunto) alternativismo d'accatto – del tipo “chiudiamo un occhio altrimenti poi passiamo per gente di destra e la gente non viene più”.
È ora di finiamola, che non se ne può più di tutte quelle storie finte che si basano sui film. Dico basta agli occhi che lacrimano anche il giorno dopo, agli abiti che odorano di osteria numero sette, alla gola in simil-fibra di carbonio, all'aria al sapor di carbonchio. Chi fuma deve farlo all'aria aperta e non dentro al locale, anche solo per una semplice e civile forma di rispetto verso chi non fuma e non ha troppa voglia di respirare il fumo altrui. Interroghiamoci tutti su dove finisce la propria libertà e dove comincia quella degli altri, riflettiamoci sopra con saggezza ed insieme renderemo il mondo (un pochino) migliore. O, per lo meno, renderemo ancor più piacevole la visione di concerti et similia al sottoscritto. Fine della mia noiosa tiritera antitabagista.
Sto diventando il nuovo Luca Giurato, e non me ne rendo nemmeno conto.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

vuoi scherzare, spero. stai chiedendo a delle persone lo sforzo immane di mettersi nei panni degli altri?

Anonimo ha detto...

Totalmente d'accordo, pur essendo fumatore.
Purtroppo l'italiano medio (che medio non è più, ma è italiano e basta) pensa che tutto gli sia dovuto, tutto può essere fatto, qualsiasi cosa gli spetta.
E se glie lo fai notare, si incazza.
Noi, si sa, siamo il paese del sole, mica degli stronzi arroganti ed ignoranti.
saluti!

Anonimo ha detto...

osteria numero sette?

spero che la rima sia con sigarette...

comunque sono d'accordo su tutta la linea!

Anonimo ha detto...

Anch'io fumatore, e anch'io totalmente d'accordo con te. A me piace fumare, non mi piace il fumo degli altri, e col cavolo che tornerei a quelle camere a gas che erano i locali qualche anno fa, una roba insopportabile.
Che poi, se ci pensi, le sigarette non ti danno mai qualcosa più di un freddo vuoto...

Toffo ha detto...

E tu vorresti negare al Popolo delle Libertà la libertà di fumare? Sei matto!

Anonimo ha detto...

sai perchè concordo? perchè io in un locale ci lavoro. e mi infastidisce terribilmente dover stendere, ogni notte, i maglioncini puzzolenti e i jeans. nonchè caricare lavatrici su lavatrici quando proprio serve solo il lavaggio.

Marknopfler ha detto...

d'accordissimo!

Meatballs! ha detto...

d'accordissimo.
tra l'altro noto sempre più questo fenomeno quando vengo a bologna.
non so, sarà che qui è un paese relativamente piccolo e i locali sono quelli che sono ma se uno si prova a accendere una sigaretta in un locale al chiuso lo cacciano via
ogni tanto stare lontani dalle metropoli ha i suoi vantaggi

accento svedese ha detto...

@ luca blogadelica: infatti. Troppa fatica metterdi nei panni degli altri. Meglio farsi i cazzi propri fregandosene del resto. :D

@ tommygun: l'italiano medio vuole essere tutto e il contrario di tutto, se ne fotte delle regole (ed anzi è sempre in cerca di un sistema per aggirarle). Tutto gli è dovuto, anche se si atteggia a pseudo alternativo. L'Italia è fatta così, purtroppo.

@ micky: era una citazione colta, purtroppo non avevo pensato alla rima con sigarette. :D

@ toffo: lo sai bene che io sono un pericoloso illiberale che vuole negare le libertà fondamentali a quella povera gente. :D

@ ari: deve essere terribile respirare tutte le sere quel tanfo terribile. Tutta la mia solidarietà. :)

@ the cat is in teh oven: infatti. Anche a Ferrara se uno fuma lo cacciano, o per lo meno gliela fanno spegnere. A Bologna no.
All'estragon ci han provato, ma è durata poco.
Forse è perchè c'è tanta concorrenza ed han paura che i clienti non tornino più. :D

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