28 aprile 2008

VOLEVAMO ESSERE I NUOVI DHAMM, MA CI SIAMO LIMITATI AD UNA GROTTESCA PARODIA

A volte le giornate sembrano uggiose e prive di quella necessaria svolta quotidiana in grado di cambiare le carte in tavola. Sembra di essere in un tunnel del quale non si intravede la fine, ci si annoia ed il tempo sembra non passare mai. Ma poi, grazie al fato ma soprattutto ad un bizzarro scherzo del destino, capita di imbattersi per caso in Hitlist Italia, scoprire che non è più condotto da Carlo Pastore ma da una simpatica fanciulla di cui nessuno conosce il nome ma che ha il suo stesso, alto tasso di simpatia e ci si rende ancora una volta conto di quanto sia piatto il panorama della musica da classifica in Italia. Si ride e si scherza alla faccia loro, dei discografici che li finanziano e di chi compra ancora dischi di livello così infimo, ed allora le cose cambiano, il buio diventa luce, il grigio diventa colore e si può affrontare il mondo a testa altissima, consapevoli di essere superiori alla media del pubblico musicale italiano e, soprattutto, a chi si trastulla le membra e si sollazza i neuroni guardando programmi come Lucignolo.

MELODY FALL - Tutto questo per dire che poco tempo ho visto una delle cose peggiori che io abbia mai visto: il video di Ascoltami, supermegahit nazionalpopolare dei ganzissimi emominkia Melody Fall. Loro sono anche onesti e probabilmente credono in ciò che fanno (ci credono talmente tanto che sono pure stati a Sanremo 2008 tra le Nuove Proposte, segno che hanno fatto tanta gavetta e sanno mettersi in gioco in contesti pienamente adeguati all’ex nobile genere che suonano), hanno frangette ed eyeliner d’ordinanza, ma il video è talmente scontato e stucchevole da risultare inguardabile e la canzone è qualcosa che va di gran lunga oltre l’umana capacità di sopportare le cose molto fastidiose. Tanto per dire, strofa e ritornello degni di una versione cattiva del primissimo Nek e bridge che sembra letteralmente preso da quell’immortale capolavoro che risponde al nome di T’appartengo, a cura di Ambra Angiolini pre-svolta democrat. I Finley al confronto sembrano degli dei del rock. Quindi, roba forte, roba da trattare con i guanti e a cui deve essere garantita la massima diffusione, al fine di educare la gente a scegliere cosa non deve ascoltare.

CHEDDELUSIONE! - Mi piange il cuore quando penso che generi musicali che nascevano come ribellione ora sono il sistema in carne ed ossa, e che gruppi come i Melody Fall sono null’altro che le loro frangette e il loro eyeliner ed hanno zero attitudine e zero voglia di cambiare le cose. La verità è che gente del genere è giovane solo sulla carta perché in realtà mentalmente è vecchia, vecchissima. Praticamente reazionaria. Ma, se proprio devo essere onesto, la colpa non è nemmeno tutta di Melody Fall et similia. Sono solo ragazzi che stanno inseguendo il loro sogno, o comunque qualcosa molto più grande di loro. Lasciamoli divertire in santa pace finché dura, che tanto se va male per loro ci sono sempre X Factor o Amici. La colpa è tutta dei discografici che non appena vedono che un modello funziona negli States provano a proporlo anche in Italia, adattandolo alla nostra realtà assolutamente immobile finendo per ottenere effetti davvero esilaranti. Gli stessi discografici che quando fanno il colpaccio con i Finley, tanto per battere il ferro finché è caldo hanno già pronti i Lost, i Melody Fall ed altri gruppi tutti assolutamente identici ed intercambiabili.

POVERE STELLE! - Li mandano allo sbaraglio, li illudono per bene, li spremono finché il genere tira salvo poi piantarli in asso non appena cambia l’aria e passa la moda. Come ad X Factor e ad Amici non esiste più la gavetta, non esiste più il farsi le ossa facendo qualsiasi tipo di sacrificio per suonare dal vivo: esiste il solo successo temporaneo, che è bello finché dura ma quando se ne va son dolori (come cornice a tutto ciò esistono poi gli agganci per raggiungere dal nulla questo successo, le favole inventate ad arte per giustificarlo e l’arroganza con cui si vive questo successo – arroganza che se ne va accompagnata dal delicatissimo suono di uno sciacquone forza sette non appena il successo di pubblico termina). Il brutto è che quei ragazzi non si rendono ben conto (o non si vogliono rendere conto) di essere marionette nelle mani di avidi discografici, e questo è un chiaro e limpido segno del declino dei nostri tempi. In sostanza, meglio la fama e il successo della dignità intatta. Una massima che purtroppo riesce a descrivere meglio di mille parole questa nostra Italietta nell’anno 2008.

6 commenti:

28metriquadrati ha detto...

e nn hai visto il video di Wale(tanto Wale) dei Dari...vai su youtube e cercalo...poi trova qualche medico coampiacente che ti faccia la ricetta per il prozac.

brugo ha detto...

il mercato italiano, il panorama musicale italiano (per essere meno cinici) non è mai stato pieno di artisti destinati a durare e a lasciare il segno. questo è più che evidente.

ma non me la prenderei con dei ragazzi che si adeguano al sistema e riescono a realizzare quello che si può definire "il loro sogno, o quanto di più si avvicina al loro sogno".

me la prenderei più che altro con chi ci fa i soldi senza accorgersi che se solo migliorasse i "prodotti" venduti, lasciandosi coinvolgere dall'evoluzione musicale e non, come dici giustamente tu, sbattendola di peso in una realtà che poco ha a che vedere con quella dove si è sviluppata, probabilmente guadagnerebbe anche il doppio e con meno sforzo estetico-pubblicistico.

ma forse sto delirando.
cerca di capirmi.

accento svedese ha detto...

@ vittorio: lo cercherò e se ne avrò il coraggio lo guarderò. Sono un cultore del trash e potrebbe folgorarmi, cambiandomi la vita per sempre. Niente Prozac per ora, ho buona capacità di sopportazione. Ma forse dopo averlo visto potrei cambiare idea...

@ brugo: ho capito benissimo invece, non è un delirio. :D
In Italia al giorno d'oggi sono pochi quelli che lasciano il segno. e questo perchè vale la filosofia "meglio seguire strade già tracciate da altri che fare la propria cosa". Tutte cose già viste o sentite, ma non han colpa i musicisti. Han colpa i discografici, che non si rendono conto che magari rischiando un pochino di più potrebbero trarre profitti ancora maggiori. Meglio far delle figure da "tu vo fa l'americano ma sei nato in itali" che fare qualcosa di "italiano" senza cadere nello stereotipo da canzonetta italiana.
Io sto delirando! :D

Anonimo ha detto...

Vittorio mi ha anticipato! Quando ho visto il video dei Dani ho pensato a te, caro il mio AccentoSvedese!

giac ha detto...

concordo in generale, ma se andiamo a vedere bene, la maggior parte dei gruppi del passato che ci possono sembrare "grandi" hanno avuto in genere una sola stagione buona, o al massimo due o tre anni con due dischi che lasciavano il segno, prima di lasciare il posto a qualcun'altro. questo per dire che il successo temporaneo mi sembra del tutto normale.

accento svedese ha detto...

@ felson e vittorio: mercoledì notte appena tornato ho acceso la tv e su allmusic l'ho beccato. Non ho mai visto nulla di simile, è la peggio cosa che mi sia mai capitato di vedere. Spero almeno che sia una presa per il culo, perchè se quei ragazzi ci credono sul serio siamo nella merda fino al collo.

@ giac: il successo è temporaneo è fisiologico. Il fatto che mi secca un pochino è che venga ottenuto seguendo modelli del genere.