21 dicembre 2007

I CRITICI ONLINE, POI, SONO ROBA DA DUE SOLDI. BASTA AVERE UNA BOCCA E UN COMPUTER

Si fa un gran parlare di revival degli anni novanta. Tornano gruppi musicali simbolo di quell'epoca, tornano personaggi che erano ormai stati degradati al rango di leggende metropolitane, tornano mode e miti che sembravano totalmente superati. In quello che sembra davvero poter essere l'inizio di un Nuovo Rinascimento, nessuno ha però il coraggio di riproporre l'unico, vero capo abbigliamento simbolo di un'epoca: il bomber.

Chi in vita sua non ha mai posseduto un bomber? Penso che chiunque sia stato adolescente negli anni novanta ne abbia indossato con orgoglio almeno uno. Dal 1992 al 1998 ce l'aveva chiunque, ne sono certo. Un giubbotto brutto esteticamente, talmente tamarro da risultare splendido, talmente corto da non proteggere in nessun modo le gambe dal freddo. Viaggiare con lo scooter d'inverno indossandolo era una vera sofferenza, ma ne valeva la pena. Quantomeno si provavano emozioni forti.
Ma poi, diciamocela tutta, chi badava al caldo e al freddo a quei tempi? Le cose importanti erano ben altre. Oltretutto, l'imbottitura di quel giubbotto era chiaramente concepita in modo da non proteggere dal freddo durante l'inverno e, al contrario, far soffrire per il caldo eccessivo durante tutte le altre stagioni dell'anno, per cui la questione metereologica non era eccessivamente importante. Solo un vero duro poteva indossare un giubbotto del genere, solo chi lo portava era considerato un vero figo.

Il vero bomber dei 90's è quello dell'Alpha. Verde militare oppure blu petrolio, talvolta nero o bordeaux, molto raramente grigio, era (anzi è, visto che in giro un qualcuno ogni tanto se ne vede ancora) caratterizzato da quell'impossibile scelta estetica che risponde al nome di “imbottitura di colore arancione”. Un vero insulto al buon gusto e al vestire ricercato, un autentico affronto alla decenza che però, forse per una strana combinazione della vita, allora appariva come un'autentica figata. Ricordo che c'era addirittura chi aveva il fegato di portare il bomber rovesciato e se ne andava in giro a testa alta con il suo bel giubbetto in versione arancione, pronto ad affrontare le mille insidie della adolescenza con irriverenza e simpatica verve. Il vero clou del modello prodotto dall'Alpha era però il taschino laterale, un must per tutti i giovani maragli dell'epoca. Un anfratto davvero poco capiente che poteva contenere a malapena un pacchetto di sigarette, ma che forniva però l'incommensurabile privilegio di poterlo decorare con tappi di penna bic, raudi o veri bossoli (a seconda di quale fosse il grado di ribellione verso la società che si voleva ostentare).
L'Alpha in quegli anni ha venduto un'infinità di bomber, talmente tanti che credo che Mr. Alpha ci campi ancora di rendita. Era il giubbotto più venduto e logicamente, come ogni prodotto di successo che si rispetti, ne sono nate migliaia di imitazioni. Alcune che cercavano di imitarlo pedissequamente (come il Dik o l'Avirex), altre che cercavano invece di trovare una via alternativa allo strapotere del modello originale servendosi di fantasiose variazioni sul tema. E' il caso del bomber dell'Energie, che per un certo periodo sembrò addirittura poter soppiantare il modello dell'Alpha nelle preferenze dei ragazzi. Erano gli anni d'oro della eurodance e la Energie si mise in scia producendone una versione più sbarazzina e discotecara, che aveva il suo punto di forza in colorazioni che uscivano dallo schema classico (ad esempio rosso e, orrore, giallo), decorazioni in stile simi-hip hop ed ornamenti di metallo come targhe e altri ammennicoli vari. Fu una linea vendutissima, ma che finì nel dimenticatoio nel momento esatto in cui la eurodance cominciò ad imboccare il viale del tramonto. Peccato, perché la Energie era sulla buona strada ed avrebbe potuto regalare ancora grosse soddisfazioni a noi sbarbati di allora.
Alpha, Energie o qualsiasi altra marca, il dato di fatto è che negli anni il bomber è rimasto una costante, un punto di riferimento di sicura affidabilità per i giovani anni novanta, ed in quel periodo nulla poteva sembrare in grado di scalfirne le vendite. Il bomber sembrava invincibile, ma poi come succede nei film più tristi cambiarono gli eroi, cambiarono le mode, e quel delizioso capo d'abbigliamento venne accantonato da tutti. Un tunnel senza fine, un oblio che purtroppo va avanti anche oggi, visto che (ultras, skin e metallari a parte) praticamente nessuno lo porta più.

Io però continuo a sperare che tornino i bei tempi, ed il bomber torni ad essere un capo che fa tendenza. Sarebbe stupendo vedere di nuovo la gente ai limiti del congelamento d'inverno ed ai limiti della disidratazione negli altri periodi dell'anno, sarebbe bellissimo poter tornare ad un'epoca che purtroppo non ritornerà. Staremo a vedere.
Io nel dubbio il mio vecchio bomber lo conservo ancora, in attesa di tempi migliori. Non avrò mai il coraggio di indossarlo di nuovo, ma casomai potrò sempre rivenderlo a caro prezzo.

36 commenti:

Goldo ha detto...

sei un mito.
Hai tirato fuori dal cappello un indumento che ha fatto storia, lo tirerò fuori anche io nel post sui "tipi degli anni 90" che farò a breve, ovviamente citandoti.
Un dettaglio.
Il bomber rovesciato era diventata la divisa dei centesi (CENTO, Fe) che lo mettevano così allo stadio per differenziarsi dai Ferraresi che invece lo portavano "regular".
Sotto al taschino nella manica andava allacciata la sciarpa, e dietro DOVEVA essere cucita una salviettina con il nome di una birra, chiaramente inculata in un pub, altrimenti non ti cagava nessuno.

Anonimo ha detto...

io associo il bomber agli anni 80 e non 90, ai paninari più fascisti che verso la fine cominciavano a sostituire i camperos con gli anfibi
solo in seguito, nel mio immaginario probabilmente errato, è assurto a indumento icona del discotecarismo di provincia
cmq a milano ti assicuro che non è praticamente mai stato trendy; solo pochissimi geni dall'eleganza naturale sono riusciti a celarne la vera natura di indumento orribile se portato al di fuori di una pista d'atterraggio

Goldo ha detto...

qua da noi se non avevi la divisa di ordinanza costituita da bomber+jeans+dr.martens ti menavano agli angoli delle strade.

Ancora mi commuovo, che bei tempi

ghettoculturale ha detto...

Io credo di essere stato l'unico a non avere mai posseduto un bomber, pur essendo adolescente negli anni Novanta. Ero l'unico della mia scuola media a non averlo. In compenso, avevo ereditato un giubbotto giallo canarino con polsini e colletto in velluto a costine verde smeraldo, lungo fino a metà coscia (quella misuta imbarazzante e inutile). E lo mettevo. Mio Dio.

Anonimo ha detto...

e le finte pallottole infilate nel taschino della manica sinistra?

Unknown ha detto...

Anche io sono troppo vecchio per il bomber. Lo iniziarono a portare, verso i diciotto, i miei amici che andavano in curva come segno d'appartenenza.
Quindi il sottoscritto iniziò a mettere su cappotti.

cru7do ha detto...

faccio coming out, pure io lo portavo. da queste parti andava molto l'avirex con il suo trashissimo logo in velcro, da portare rigorosamente capovolto. poi giunse il verbo dell'alpha, forse uno dei primi capi "quasi no-logo" (l'etichetta si trovava in una tasca)
ad un quartetto di bomber devo una sequenza di malanni invernali a dir poco epocale.
mi ricordo pure dei patetici tentativi di trendismo: bomber in tessuti morbidi stone washed, capaci di sfilacciarsi dopo un'occhiata troppo intensa.
nel 94 un giubbotto in pelle mi ha fatto rinsavire definitivamente, ma dovrei averne ancora uno ben nascosto in un armadio

Anonimo ha detto...

il bomber!!!!!ma cosa mi hai tirato fuori?...io ne avevo due ..uno verde dell'avirex ed uno blu scuro della schott...che tamarra che ero...e quanto ne andavo fiera poi..

accento svedese ha detto...

@ goldo: non mi ricordavo l'aneddoto sugli ultras della Centese, ricordo invece le sciarpe legate al braccio. E solo a pensarci rabbrividisco.
La toppa della birra è un particolare che solo i più scalmanati avevano. Toppa Ceres o Becks, mentre i più fantasiosi osavano San Souci et similia.
Chiaro che i jeans con il risvolto e i Dr Martens non mancavano mai...

@ àispic: i primi bomber li ho visti negli ottanta (tanto per dire, ne avevo uno anche alle elementari) ma è stato nei novanta che ha iniziato ad essere trendy e ad essere portato soprattutto dai discotecari di provincia. Un indumento che aveva una sua dignità soprattutto quando veniva indossato in una pista degli autoscontri.
A Milano la moda non ha attecchito perchè è una città più avanzata, in provincia e nelle piccole città come la mia non si indossava altro.

@ gofordynamite: in un certo senso sei stato fortunato a non averlo mai indossato, però in fonso è una esperienza che almeno una volta nella vita bisogna provare. Perchè non compri il mio? :D
Scherzi a parte, sto provando ad immaginare il giubbetto giallo canarino che indossavi tu. Devono essere stati bei momenti.

@ blago: erano in dotazione nel modello dell'alpha. Poi venivano sostituiti per fare sembrare il bomber ancora più sborone. :D

@ antonio: anche io avrei voluto portare il cappotto (tant'è che mi presi un montgomery che indossai due volte), ma il richiamo del bomber fu troppo forte e non lo indossai mai.

@ cru7do: anche a me il giubbetto il pelle ha fatto rinsavire, e come per magia sono svaniti i malanni invernali. Non ricordavo il bomber dell'avirex con le toppe in velcro staccabili, e soprattutto non ricordavo il modello stone washed dell'Alpha. Si macchiava con nulla... :D

@ sariti: tutti ne andavan fieri... :D

Anonimo ha detto...

Non solo l'ho indossato per molto (ovviamente quando ormai non era più di moda), non solo credo di averne ancora uno, ma mi deve pure esser rimasta una nostalgia inconsciau, visto che anche dopo l'epoca del bomber d'inverno ho sempre indossato giubbotti o piumini chiusi, e mai giacche e cappotti eleganti.

Anonimo ha detto...

PS. evviva, blogger ha ripristinato l'url-firma per gli extra-blogspot!

Anonimo ha detto...

Nella mia provinciolla funzionava eccome il bomber, io avevo un avirex, anche se essendo molto alto, stavo malissimo, ahahaha. Notevole "remember", chapeau.
(quoto disorder: evviva! l'url!!!)

Anonimo ha detto...

Ragazzi piano con le marche della birra sulla schiena.

I veri capi Ultras, quelli che "contavano" davvero avevano (e alcuni hanno ancora) tovagliette di marche note solo nel underground. Probabilmente birre infime, ma agli occhi degli sbarbi erano "fotoniche" perché le tovagliette erano nei bar degli ultras quindi pese per forza...

Un esempio?

La Birra Speciale Krystall

Anonimo ha detto...

in realtà l'idea dei polsi e la fascia sopraculo in lana tipici del bomber si sta riproponendo da ormai 5 anni nei woolridge con cappuccio e simili...
Nel mio paesino di tamarri e teppisti lo portavano ovviamente tutti: per lo piu le ragazze boredueax o neri e i maski blu o verde militare (orrendo piu di tutti). Io l'avevo nero dell'avirex con la pin up dietro...tremendo ma almeno non sembravo un muratore o un tossicodipendente. Comunque se t azzardavi a mettere un montgomery per venire la mattina a scuola ti davano del frocio fino alla fine della terza media...

Sickboy81

Anonimo ha detto...

Cacchio cosa mi hai fatto venire in mente... e io che solo da poco avevo cominciato a dormire sonni tranquilli. Ma dico, tu lo sai quanto avevo invidiato la mia migliore amica di allora, che oltre ad avere le tette da prima di me... quel giorno se n'è arrivata con il bomber verde con le maniche nere?? Eh?? Non si gira così il coltello nella piaga di una sconosciuta!! ;)!!

20nd ha detto...

Gran bel post. Bella li'

Il Bomber era l'alternativa al Monclair di regime...

Anonimo ha detto...

Ahahaha, il bomber! Io non ce l'avevo per bastiancotrarite! :))

accento svedese ha detto...

@ disorder: io invece devo essere rimasto traumatizzato, visto che ora indosso praticamente solo cappotti... :D

@ cindindon: il bomber era l'ideale per chi era di media altezza. Per quelli molto alti l'Alpha aveva commercializzato il parka, fatto dello stesso tessuto del bomber ma più lungo e con il cappuccio (e pelo grigio topo). Favoloso. :D

@ bzbiz: i capi ultras di allora ora avranno quarant'anni ma continuano ad indossare il bomber. E probabilmente hanno ancora le stesse tovagliette. :D

@ sickboy: vogliamo parlare di chi per sembrare ancora più duro girava con le maniche tirate su fino ai gomiti? e di chi invece lo modificava tagliando le maniche facendone una versione smanicata? quella è classe! :D Il massimo era chi continuava a portarlo anche se sembrava groviera a causa dei buchetti causati dalle braci che cadevano dalle canne (le cosiddette "scaccolate")

@ anonimo: bomber verde con le maniche nere deve essere qualcosa di terrificante, peggio solo del bomber double face da una parte nero dall'altra bordeaux. All'epoca lo aveva mio cugino ed io gliel'ho invidiato parecchio. :D

@ zonda: alternativa anche al Barbour, che solo i più benestanti potevano permettersi. Il barbour puzzava parecchio, tra l'altro.

@ niccolò: io invece ce l'avevo perchè lo avevano tutti, e lo portavo con orgoglio perchè mi piaceva. :D

chad palomino ha detto...

non mi è mai piaciuto il bomber...
ero uno sbarbato nineties anomalo.

chad palomino ha detto...

però che nostalgia di quegli anni... mi scende la lacrimuccia di fronte a questo post canaglia.

Cosucce Psicotrope ha detto...

l'ultima volta che l'ho indossato è stato circa 5/6 anni fa.
lavoravo come elettricista (in nero) in un cantiere edile. in dicembre. all'aperto. il bomber era l'ultimo strato di vestiario sopra a due magioni e varie magliette. mi serviva cioè un capo "sacrificabile". Infatti l'ho distrutto.

Hai capito la morale?

Negli anni 90 la moda, il fashion, la tamarraggine.
Poi....the dream is over...il cantiere...il lavoro (nero)...

Gli anni novanta erano davvero finiti.

accento svedese ha detto...

@ chad palomino: penso che a pochi sia piaciuto davvero il bomber. Però tutti lo portavano, forse per spirito di appartenenza. :D

@ cosucce psicotrope: un episodio simbolico, indicativo del cambiamento dei tempi (e della fine dell'adolescenza). Più in generale, dopo l'11 settembre sono finiti i novanta ed il bomber avrebbe dovuto essere ritirato dal mercato, per non infierire.

prostata ha detto...

Ne ho comprato uno largamente fuori tempo massimo senza un perché (come capo d'abbigliamento mi stava altamente sui gioielloni, in effetti, e non ho quasi mai vissuto le mode), comunque il contrasto shock grigiofetido-arancionebenzinaio non mi dispiace.

Anonimo ha detto...

Io ne avevo uno blu della Energie, con disegno tamarrissimo sul retro fortunatamente scomparso al primo lavaggio in tintoria... Dio mio che roba tamarra che era, per fortuna mi sono presto convertito al giubbotto di pelle, il mitico Schott Perfecto :)

ps. buone feste Federico, e buon anno...

matte ha detto...

mi pare di capire che il bomber fosse un favorite in provincia, no offense. a milano erano gli zarri a indossarlo -- negli '80 i paninari piu' poveri o piu' cattivi. il simbolo dei '90, davvero sparito nel frattempo, e' stato il barbour.

Anonimo ha detto...

celo: chevignon e avirex. con finti tappi delle bic già inclusi.

20nd ha detto...

Io avevo una roba molto simile, ma nera e senza quelle cuciture idiote. Non mi e' mai piaciuto conformarmi alla massa :\

onan ha detto...

Per me è un simbolo degli anni 80.
Io nel 84/85 portavo l'Avirex verde ma poichè il cuore era metallaro sotto almeno ci infilavo in vista il giubbetto di Jeans.
Insomma una triste mediazione di provincia al Chiodo con sopra il giubbetto in Jeans senza maniche e le toppe degli Iron Maiden sulla schiena che a 14 anni mamma non voleva farmi indossare.

accento svedese ha detto...

@ lollodj: effettivamente uno dei difetti dell'energie era proprio quello. Anche tanti miei amici lo rovinarono così, perdendo per sempre un giubbotto favoloso. :D
Quanto al giubbotto di pelle Schott, salvò anche me dal bomber. :D Auguri!;)

@ yngnrjnwrrnrynwr: apprezzo tantissimo che tu l'abbia comprato fuori tempo massimo! è un gesto da vero cultore. :D

@ matte: il barbour era troppo da "signore". Io ne ho avuto uno (ovviamente non originale) ma l'ho indossato pochissimo. Ho sempre preferito il bomber che faceva più ribelle.

@ satomi: addirittura chevignon! molto prestigioso. :)

@ zonda: effettivamente non era bello all'epoca vedere tutti quanti vestiti alla stessa maniera. Eravamo troppo schiavi delle mode, ma era bello così.

@ onan: io l'ho sempre visto come novanta, ma forse il bomber è eterno. E' stato nei novanta che è riuscito a diventare capo di tendenza, ma è sempre esistito.
Favoloso l'avirex portato con sotto il giubbino di jeans.

Bersn ha detto...

Il mitico bomber che arrivava giusto giusto ad altezza reni....uno dei motivi per cui la nostra generazione inizia a soffrire di reumatismi!

accento svedese ha detto...

Un giubbotto che ci ha fatto invecchiare anzitempo.

boss ha detto...

spettacolo il bomber.

qui (ad asti) ha avuto vita tra il 1991 e il 1994. Già nell'ultimo anno però il barbour stava prendendo quota.

Io ho avuto tutti e due in ritardo. Per dire: il bomber nel 1993 (ma l'ho portato anche qualche volta all'università (quindi 1997)) e il barbour nel 1997. Il barbour però lo usavo solo nelle giornate piovose, alternandolo all'"australiano", un capo orribile, di tessuto tipo barbour ma marrone, lungo fino ai piedi e con una specie di tela doppia fino a metà schiena. una specie di lorenzo lamas "renegade" ma non in pelle

accento svedese ha detto...

Prendila con filosofia: almeno con l'australiano non ti ghiacciavi i reni come con il bomber. :D

5thwitch ha detto...

ahahah!! io ce l'avevo perchè mio padre era una specie di collezionista di capi dell'AVIREX (quelli seri però) e quindi-TAC- bomberino anche a me... io però frequentavo una scuola media di figli di papà che se lo mettevano per fare i duri - o imitare gli ultras - ma quando li beccavi in giro con i genitori tutti col Barbour... che orrore...almeno il bomber non puzzava di cera...e non andava ri-cerato... anche se anche lui come la cera, si scioglieva col calore! buah-ah!cmq secondo me il bomber non è morto, si è solo evoluto in un piumino...

Bambam ha detto...

In verità il bomber non è altro che una evoluzione modaiola dei giubbotti da tempo libero degli aviatori americani. Dopo la seconda guerra mondiale in cui si utilizzavano le pelli bovine ed equine per i giubbotti e per proteggere da freddo delle cabine non pressurizzate, con la scperta del nylon,gli States equipaggiarono i piloti con i bomber.
Nylon e piuma: più leggeri, pratici ed economici. Le taschine sul braccio servono per tenere le penne che servono per compilare il piano o il rapporto di volo.
Nell'ultimo film di Steve Mcqueen "Il cacciatore di taglie" il protagonista indossa un bomber verde interno arancio per tutto il film. Ah, credo che come originalità, l'avirex sia antecedente all'alpha (se no altro per l'età delle ditte).

Anonimo ha detto...

IL BOMBER ALPHA: UN MITO!!!
Io continuo a portarlo, anzi ne compro sempre anche di altri colori e modelli, E NE VADO FIERO QUANDO LO PORTO!!
ANNI '90 A PALLA!!!