La vera figata è che Pierluigi Bersani non ha capito nulla. Ha detto che vuol cercare l'alleanza con Beppe Grillo e il popolo viola, ha detto che le elezioni non sono poi andate male perché se sommiamo i voti del Partito Democratico a quelli dei listini dei candidati governatori del Partito Democratico otteniamo... (cosa otteniamo? Boh. Mentre lo diceva mi sono addormentato perché era già un bel po' che Bersani parlava senza dire nulla ma soprattutto senza enunciare concetti semplici, interessanti, alla portata di tutti e collegati alla vita reale che le persone si trovano a vivere giorno dopo giorno).
Bersani non ha capito che il Partito Democratico scomparirà quando moriranno i vecchietti che per una vita hanno dogmaticamente votato PCI (e successive mutazioni) senza mai osare mettere in discussione l'operato del partito. Bisogna offrire qualcosa in cui credere ai giovani, mica ai vecchi.
Bersani non ha capito che bisogna dare spazio ai giovani, e nemmeno che se si dà spazio ai giovani non ci si deve limitare ad una cosa di facciata (o, peggio, a dare spazio a replicanti dei vecchi), ma deve essere cambiamento vero.
Bersani non ha capito che ormai la gente non vota più per appartenenza, ma per opinione. La gente vuole votare persone di cui si fida, persone che sente vicine, e non sta a guardare il partito di appartenenza, ma guarda alla sostanza. “Un politico fa cose che ritengo giuste? Io lo voto, sia che sia della Lega che di Sinistra Ecologia e Libertà. Punto e basta.” Ormai votano per appartenenza solo i vecchietti di cui sopra e i minus habens che si rincoglioniscono di fronte alla tv e credono davvero a quello che dice Berlusconi.
Bersani non ha ancora capito che con quei capelli unti, palesemente tinti e poco curati non si va da nessuna parte, se non a friggere patate in cucina ad una qualche Festa de L'Unità in provincia di Piacenza. Almeno finché ci saranno ancora Feste de L'Unità e non moriranno i vecchietti di cui parlavo sopra, gli unici che al giorno d'oggi hanno ancora voglia di sbattersi per portare avanti una Festa de L'Unità. E intanto Berlusconi sbarca su Facebook, mentre Bersani parla di Internet come “quell'ambaradan lì”. Sono entrambi fermi al 1955, solo che almeno Berlusconi finge di essere moderno.
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