Umberto Bossi è un grande uomo di Stato, e come tale va rispettato. Un duro e puro che ha fatto della coerenza il suo punto di forza (tanto per dire, vuole la secessione del Nord e poi fuma sigari Garibaldi, spara a zero su Roma ma poi nella stessa città siede in Parlamento - ben retribuito grazie ai denari versati dai cittadini italiani), un uomo tutto d'un pezzo che non teme smentite (anche perché la spara sempre più grossa ma poi prontamente si smentisce da solo, come da manuale).
In una sontuosa intervista apparsa sul Corriere della Sera Bossi si racconta dalla A alla Z, ed è subito poesia. Si va dal suo feeling speciale con Indro Montanelli (che ovviamente non può smentire) all'adorazione che il suo popolo nutre per lui (pare che ci sia addirittura chi passa le proprie vacanze seguendo gli spostamenti di Umbertone), dalla propria malattia del 2004 (chiamata, quasi affettuosamente, “coccolone”) alla sua guardia personale formata quasi interamente da militanti della Val Seriana (giustamente chiamata SIA, Serian Intelligence Army). Un pezzo di grandissimo giornalismo, consigliato soprattutto ai deboli di vescica o ai fan di Ringo Dj.
Infatti Bossi, tra un bicchier di Coca e di caffè, tira fuori i suoi perché e parla anche di Bettino Craxi, che improvvisamente diventa uno statista con le palle che sul finire della carriera politica tentò di chiedergli aiuto. Eccolo il vero capolavoro del grande capo di Varese: parlare bene di una persona che fino a qualche anno prima era considerato un grande ladrone, roba da cappi sventolati in Parlamento e manette che tintinnavano tra le ole dei banchi occupati dalla Lega. Una conversione a 360°, un repentino cambio di pensiero degno del miglior Francesco Rutelli. Roba che quando la leggi ti chiedi se è vera o se è solo un frutto della tua immaginazione.
Ovviamente nei prossimi giorni smentirà e coprirà il polverone sollevato evocando i soliti fucili, ma vuoi mettere la soddisfazione di sentirlo dire cose del genere? Un giorno comunque Bossi verrà studiato nelle università di tutto il mondo, ne sono convinto.
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