Stamattina guardavo uno dei tre programmi Rai per cui vado fiero di pagare il canone, cioè La storia siamo noi di Minoli. Puntata dedicata ad Obama. Sai che mi sono emozionato a sentire un politico parlare di pace, di uguaglianza, di diritti per tutti e di tante altre cose?
Mi stavo domandando: ma non è che il rischio di un Obama e di una Hillary è in realtà lo stesso? Ovvero che la loro carica di novità finirebbe per consistere "solo" nel fatto di essere "il primo presidente nero" o "la prima presidente donna". E che entrambe queste grandi novità (che certo sarebbero già storiche) li costringerebbero a dimostrare poi nei fatti di non essere così rivoluzionari, per non spaventare troppo e dimostrarsi affidabili? Un po' come quando un arbitro di cui si conosca la fede calcistica si trova ad essere ancora piu' duro contro la propria squadra per dimostrare di non essere di parte? O un po' come quando un Bertinotti diventa presidente della camera... Non sarà che alla fine il candidato buono, quello "di sinistra", quello capace di farti qualcosa di nuovo, rischia alla fine di essere Edwards (che in questi giorni raccoglie sempre piu' consenso tra gli americani notoriamente piu' liberal o anche radical, alla Sean Penn)? E che ovviamente non ha speranze?
@ sixfeetoverunder: grande programma quello di minoli. Essenziale e ben fatto. Quanto ad Obama, sembra un'extraterrestre. Non siamo più abituati, purtroppo. Ci sarebbe Veltroni, personaggio in cui io credo molto. Dovrebbe solo osare di più, ma in Italia non è facile.
@ giac: se badassero solo a non spaventare farebbero un errore colossale. Devono osare, e verranno premiati. Non devono fare come Bertinotti, che come Presidente della Camera mi sembra molto, molto parziale. :D Edwards non è male, anche se non so quanto ci creda e quanto giochi a fare quello di sinistra. Un ottimo vicepresidente.
Hillary ha detto più volte di votarla in quanto donna, e questo sì che è un rischio. Se verrà eletta dovrà fare qualcosa per confermare ciò su cui aveva puntato in campagna elettorale. Obama invece non è cascato così platealmente in questa trappola. Non ha mai detto apertamente "votatemi in quanto nero". Punta anche su questo, ma il messaggio che porta è comunque rivolto a un'America unita, e non a una parte sola dell'elettorato. E questo fa comunque di lui un buon politico, perchè in questo modo pensa ai neri ma non solo, e non fa presa solo sugli elettori di colore ma anche su quelli con idee più "di sinistra", per quanto la sinistra possa esistere in America. E poi Hillary ha fatto anche l'errore di puntare troppo sul marito, anche perchè probabilmente se non fosse sua moglie non sarebbe lì. E in un'America che, repubblicani o democratici, sembra voglia fortemente un cambiamento, non penso sia un vantaggio.
@ the cat is in the oven: un buon politico deve fare l'interesse di tutti, anche di chi non l'ha votato. Ma deve aver coraggio e se necessario rompere col passato, anche a costo di perdere consenso. Obama mi sembra che abbia tutte queste doti, ed è per questo l'uomo ideale per gli Usa.
@ sixfeetoverunder: sarà l'Obama italiano. Anzi, lo è. ;)
@ tommygun: è questione di informazione. In America (come in Italia) la maggior parte della gente si informa grazie alla tv. E quindi tutto è stato da un lato semplificato, e dall'altro spettacolarizzato. Ecco che particolari come quelli delle lacrime di Hillary possono risultare davvero decisivi. Più di un discorso sui diritti umani e le pari opportunità.
Ho iniziato a sostenere Obama in tempi non sospetti, ma mi rendo conto che semplicemente non lo conoscevo. Non dico che non mi andrebbe bene! Assolutamente! Però se dobbiamo sognare, facciamolo in modo razionale, senza farci prendere il per naso. Se lo si sente parlare e si guarda quello che ha fatto, Obama è un politico assolutamente convenzionale, solo con poca esperienza. I suoi discorsi tutti "the greatest country in the world, american dream and god bless america". Il che da un lato è inevitabile se vuoi diventare presidente, ma in particolare vorrei sottolineare l'ultimo punto. Anche nella trasmissione di Minoli citata in questo blog qualche giorno fa, emergeva fortissima la matrice confessionale e "baciapile" di Obama, che sembra l'unico elemento della comunità afroamericana del quale non si sia liberato per piacere anche ai bianchi (perchè sa che anzi così può piacere anche agli evangelici del midwest che, di loro, tenderebbero a mettergli croci infuocate nel giardino). Insomma, Obama non ha le spalle sufficientemente coperte per essere coraggioso. Deve piacere a tutti. E fare andare d'accordo tutti. Quindi invertendo quanto detto finora, direi piuttosto che Obama potrebbe essere il Veltroni americano...
Non conoscevo questo aspetto di Obama, dovrò approfondire. A me ha dato l'impressione di un presidente poco convenzionale, moderno, che parla di più ai giovani e rompe con i tradizionali poteri forti.
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Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
11 commenti:
E' lunga è lunga. E si fa molto interessante.
Stamattina guardavo uno dei tre programmi Rai per cui vado fiero di pagare il canone, cioè La storia siamo noi di Minoli. Puntata dedicata ad Obama. Sai che mi sono emozionato a sentire un politico parlare di pace, di uguaglianza, di diritti per tutti e di tante altre cose?
È una cosa alla quale noi non siamo più abituati.
Mi stavo domandando: ma non è che il rischio di un Obama e di una Hillary è in realtà lo stesso? Ovvero che la loro carica di novità finirebbe per consistere "solo" nel fatto di essere "il primo presidente nero" o "la prima presidente donna". E che entrambe queste grandi novità (che certo sarebbero già storiche) li costringerebbero a dimostrare poi nei fatti di non essere così rivoluzionari, per non spaventare troppo e dimostrarsi affidabili? Un po' come quando un arbitro di cui si conosca la fede calcistica si trova ad essere ancora piu' duro contro la propria squadra per dimostrare di non essere di parte? O un po' come quando un Bertinotti diventa presidente della camera...
Non sarà che alla fine il candidato buono, quello "di sinistra", quello capace di farti qualcosa di nuovo, rischia alla fine di essere Edwards (che in questi giorni raccoglie sempre piu' consenso tra gli americani notoriamente piu' liberal o anche radical, alla Sean Penn)? E che ovviamente non ha speranze?
Hilary Duff e' un mito. Non sapevo recitasse.
@ onan: la seguirò con parecchio interesse.
@ sixfeetoverunder: grande programma quello di minoli. Essenziale e ben fatto.
Quanto ad Obama, sembra un'extraterrestre. Non siamo più abituati, purtroppo.
Ci sarebbe Veltroni, personaggio in cui io credo molto. Dovrebbe solo osare di più, ma in Italia non è facile.
@ giac: se badassero solo a non spaventare farebbero un errore colossale. Devono osare, e verranno premiati. Non devono fare come Bertinotti, che come Presidente della Camera mi sembra molto, molto parziale. :D
Edwards non è male, anche se non so quanto ci creda e quanto giochi a fare quello di sinistra. Un ottimo vicepresidente.
Hillary ha detto più volte di votarla in quanto donna, e questo sì che è un rischio. Se verrà eletta dovrà fare qualcosa per confermare ciò su cui aveva puntato in campagna elettorale.
Obama invece non è cascato così platealmente in questa trappola.
Non ha mai detto apertamente "votatemi in quanto nero". Punta anche su questo, ma il messaggio che porta è comunque rivolto a un'America unita, e non a una parte sola dell'elettorato.
E questo fa comunque di lui un buon politico, perchè in questo modo pensa ai neri ma non solo, e non fa presa solo sugli elettori di colore ma anche su quelli con idee più "di sinistra", per quanto la sinistra possa esistere in America.
E poi Hillary ha fatto anche l'errore di puntare troppo sul marito, anche perchè probabilmente se non fosse sua moglie non sarebbe lì.
E in un'America che, repubblicani o democratici, sembra voglia fortemente un cambiamento, non penso sia un vantaggio.
Si, Veltroni poterbbe (avrebbe potuto?, nda) essere l'Obama italiano ma ho i miei dubbi che qui si riesca a cavare un ragno dal buco.
tutto questo nobilità la famosa inteligenza americana.
mi viene da piangere...meglio mi trattenga va, altrminenti mi ritrovo capocondomino.
@ the cat is in the oven: un buon politico deve fare l'interesse di tutti, anche di chi non l'ha votato. Ma deve aver coraggio e se necessario rompere col passato, anche a costo di perdere consenso.
Obama mi sembra che abbia tutte queste doti, ed è per questo l'uomo ideale per gli Usa.
@ sixfeetoverunder: sarà l'Obama italiano. Anzi, lo è. ;)
@ tommygun: è questione di informazione. In America (come in Italia) la maggior parte della gente si informa grazie alla tv. E quindi tutto è stato da un lato semplificato, e dall'altro spettacolarizzato. Ecco che particolari come quelli delle lacrime di Hillary possono risultare davvero decisivi. Più di un discorso sui diritti umani e le pari opportunità.
Ho iniziato a sostenere Obama in tempi non sospetti, ma mi rendo conto che semplicemente non lo conoscevo. Non dico che non mi andrebbe bene! Assolutamente! Però se dobbiamo sognare, facciamolo in modo razionale, senza farci prendere il per naso.
Se lo si sente parlare e si guarda quello che ha fatto, Obama è un politico assolutamente convenzionale, solo con poca esperienza. I suoi discorsi tutti "the greatest country in the world, american dream and god bless america". Il che da un lato è inevitabile se vuoi diventare presidente, ma in particolare vorrei sottolineare l'ultimo punto. Anche nella trasmissione di Minoli citata in questo blog qualche giorno fa, emergeva fortissima la matrice confessionale e "baciapile" di Obama, che sembra l'unico elemento della comunità afroamericana del quale non si sia liberato per piacere anche ai bianchi (perchè sa che anzi così può piacere anche agli evangelici del midwest che, di loro, tenderebbero a mettergli croci infuocate nel giardino).
Insomma, Obama non ha le spalle sufficientemente coperte per essere coraggioso. Deve piacere a tutti. E fare andare d'accordo tutti.
Quindi invertendo quanto detto finora, direi piuttosto che Obama potrebbe essere il Veltroni americano...
Non conoscevo questo aspetto di Obama, dovrò approfondire. A me ha dato l'impressione di un presidente poco convenzionale, moderno, che parla di più ai giovani e rompe con i tradizionali poteri forti.
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