16 gennaio 2008

A GUY CALLED GENIUS

In un tempo come il nostro domani odierno, un tempo in cui è veramente difficile credere ancora in qualcosa, si può essere certi di un'unica cosa: il momento più alto della storia dello sport italiano è stata senza ombra di dubbio la finale del campionato italiano di basket 1990/91, una vera e propria sfida all'ok corral che vide contrapposte Philips Milano e Phonola Caserta. Un duello sulla carta assai impari che si concluse però con la vittoria del più debole sul più forte, come succede solo in certi film americani che ormai non vanno più di moda. Al giorno d'oggi Davide purtroppo non batte più Golia, ma allora poteva ancora succedere l'impensabile.
Giunta fin lì in maniera soprendente Caserta trionfò contro tutti i pronostici. Tutti si aspettavano il tonfo, ma il tonfo non arrivò mai, ed invece venne la vittoria, netta ed indiscutibile. Una squadra favolosa che arrivò fino a quel traguardo guidata dal suo uomo di punta Vincenzino Esposito, un vero e proprio genietto che in seguito fece splash arrivando addirittura a calcare i palcoscenici della Nba, seppure da comprimario e solo per una stagione. Un folletto che ad un passo dal trionfo si fracassò un ginocchio ma volle restare lo stesso a bordo campo ad incitare i compagni, come solo i veri leader sanno fare.
Qualche giorno fa ho avuto un flash relativo a quella finale. Caserta sta lottando col coltello fra i denti, Esposito soffre a bordo campo ed io sono davanti alla tv che nonostante tutto faccio il tifo per Milano. Il cronista passa la linea a Franco Lauro per un'intervista ad un Vincenzino ormai devastato dal dolore. Mentre continuano a scorrere le immagini della gara, quello che si ode sono solo frasi sconnesse ed una memorabile serie di parolacce urlate in diretta tv, per la gioia di tutti gli abbonati Rai. La linea torna quindi velocemente in studio, dove l'imbarazzo è palpabile e sembra poter essere in grado di prendere vita da un momento all'altro. Pura poesia.
Lo sport però è fatto anche di questo e qualcuno ha deciso di postare quel filmato su YouTube, guadagnandosi la mia perenne riconoscenza. Riguardandolo mi accorgo che è passata davvero una vita, e dello sport vero si stanno perdendo le tracce. A certi livelli e qualunque sia lo sport, purtroppo contano solo i soldi e non la passione. Non c'è scampo: se non c'è la possibilità economica non si va avanti. Nel frattempo Caserta è fallita ed è risorta dalle proprie ceneri, Esposito ha conosciuto gioie e dolori ma continua a giocare nelle serie minori, Milano vivacchia nella massima serie tra mille difficoltà ma episodi come questo sono entrati di diritto nella leggenda, ed è l'unica cosa che conta veramente.


12 commenti:

Anonimo ha detto...

Epica quella sfida!

Marknopfler ha detto...

fidati che il basket è tutt'un'altra cosa rispetto al calcio, anche a livello di Serie A ma soprattutto a livello giovanile. Io ci sono dentro e lo vivo, siamo un mondo diverso dal calcio.
Loro per dare un'immagine vagamente sportiva del loro sport hanno bisogno di _imporre_ il terzo tempo o la stretta di mano.
Fin da bambini si dà la mano agli avversari alla sirena finale, ancora prima di darla ai tuoi compagni.

(non scendo nei particolari perchè non ho tempo)

Monterey ha detto...

Io c'ero. Lì in parterre, insieme ad altri cinque amici, di cui uno casertano, cresciuto con Mastroianni (forse lo ricorderai per i suoi trascorsi a Venezia). L'Olimpia è un pezzo della mia storia, e quella è stata una sconfitta dolorosa, ma non la più bruciante. Alla fine ero contento per Willy, il mio amico che poteva gustare una gioia inaspettata quanto meritata. Combinazione ne abbiamo parlato pochi giorni fa a cena, e lui ha detto a suo figlio che mi può considerare uno sportivo vero, non uno di quelli di maniera, proprio per come mi sono comportato quel giorno. Per me è stato un grande riconoscimento, una piccola vittoria a distanza di sedici anni.
Jay Vincent con una gamba sola, Charles Shackleford spaziale: gancio o scarico a Dell'Agnello che puntualmente puniva dall'arco dei 6,25. Montecchi paralizzato dalla paura, la solita sapiente regia di Nando Gentile. Il primo anno di D'Antoni in panchina, la rivincita di Caserta senza più Oscar. Fermi immagine di un pomeriggio di sport da ricordare. Per sempre.

accento svedese ha detto...

@ sixfeetoverunder: certe esperienze ti segnano. :D

@ marknopfler: il calcio a certi livelli è uno sport finto (ma forse anche a livelli minori e giovanili). Tutto è questione di facciata.
Nel basket a quanto pare c'è più tranquillità. Più lealtà e correttezza verso l'avversario. Come pallavolo e rugby è ancora uno sport vero.

@ monterey: ti invidio per aver vissuto in prima persona un'esperienza del genere. Già davanti alla tv (e seppur appena undicenne) capivo che stava avvenendo qualcosa di memorabile. Caserta aveva una squadra favolosa, gente che ha fatto la storia del basket italiano (Esposito, Dell'agnello, Gentile) e gente che ha avuto un solo anno buono (Shackleford). Milano non era da meno e soprattutto aveva un allenatore a modo suo geniale.
Una sfida che rende onore sia al vincitore che allo sconfitto.
Dovresti essere orgoglioso di quello che il tuo amico ha detto a suo figlio.

Anonimo ha detto...

FrancoLauro peggiore cronista sportivo di tutti i tempi. Ahahahah...
Bel post cestistico comunque. Pensa che Caserta adesso langue nel limbo della A2. L'ho vista giocare qui a Rezz un paio di mesi fa e abbiamo ricordato proprio l'epicità di quella finale.

Anonimo ha detto...

Franco Lauro di gran lunga peggior cronista di tutti i tempi. Un paio di settimane fa però riguardavo con amici le sue vecchie telecronache di partite anni '90 e fan capottare dal ridere! Poi sta sua venerazione per Picchio Abbio lo porta a dire delle cose che vuoi umani...

Marknopfler ha detto...

Frankeeno (aka franco lauro)è bistrattato su internet quasi al livello di Chuck Norris, davvero. E' una cosa insopportabile, quando commenta la nazionale, a volte guardiamo senza volume perché fa imbestialire, con quel suo modo di commentare. Però a volte le sue cazzate fanno ridere, un comico involontario ai livelli di Luca Giurato.
Memorabile quella volta alle Olimpiadi di Atene in cui nel prepartita lesse pari pari un articolo della Gazzetta, spacciandolo per farina del suo sacco ovviamente, su un giocatore portoricano, non ricordo se Ayuso o Apodaca.

accento svedese ha detto...

@ c., sixfeetunderover, marknopfler: dai non è poi tanto male, soprattutto ora che lui e la sua pettinatura presentano i tg sportivi. :D Sentendo le sue telecronache, ho sempre avuto l'impressione che improvvisasse e/o inventasse particolari di sana pianta. Quando gioca la nazionale è letteralmente teatrale, ed il paragone con Giurato regge tutto. Un personaggio epico quasi come quella finale. Oltre che con Abbio, era fissato con Rusconi (l'unico che è riuscito ad arrivare alla Nba senza saper tirare i liberi)

Meatballs! ha detto...

mi ricordo a proposito di parolacce a bordo campo, una partita del ravenna di tre quattro anni fa, mi pare contro la sangiovannese, trasmessa su raisport satellite.
dopo svariate giornate di campionato il neo acquisto Morgan Egbedi riuscì a segnare e commentò a caldo "cazzo, sono contento, era da tanto che aspettavo questo cazzo di gol"
linea alla regia.

accento svedese ha detto...

Ha imparato presto l'italiano, dire.

Anonimo ha detto...

Note a margine, assolutamente fuori tema: in basso a destra noto la scrittina smilza e austera, "raiuno". C'era una volta, quando ancora Davide batteva Golia, che la finale del campionato di basket italiano veniva trasmessa sulla prima rete nazionale. Ero drogato di calcio anche a 12 anni, ma mi sono appassionato (anche se solo per qualche anno) al basket al punto di andare a giocare al campetto dell'Itip proprio grazie alle telecronache in chiaro di Gianni DeCleva (!!!!) e Franco Lauro. Stessa funzione pedagogica la fornivano le maratone tennistiche dal Roland Garros con Bisteccone Galeazzi. Oggi il basket, la pallavolo e qualsiasi altra cosa che non sia la Champions League di calcio, viene ghettizzata sul satellite, e viene trattata come si deve con prodotti impeccabili, ma rimpiango i tempi in cui una finale di basket italiano era accessibile veramente a tutti.

accento svedese ha detto...

Gianni DeCleva. Non mi ricordavo questo nome.
Ora esiste solo il calcio. Esisteva solo il calcio anche allora, però almeno un po' di spazio agli altri sport lo davano. Qualcuno riusciva ad appassionarsi anche al basket o alla pallavolo. Ora nulla perchè quegli sport sono ghettizzati, vengono seguiti solo dai già appassionati.