Sabato scorso ho sfidato la fitta nebbia per andare al Covo a sentire il dj set di Carlo Pastore, ma Carlo Pastore non c'era. Non è venuto, ha tirato il pacco lasciandomi parecchio inquieto. Forse non è abbastanza padano per sfidare la nebbia, o forse c'era ed io non l'ho notato, perso com'ero nei miei mille pensieri e mille ragionamenti contorti. Sono cose della vita, vanno prese un po' così e bisogna farsene una ragione. Peccato però, sarebbe stato bellissimo vedere vivo Karl Shepherd (d'ora in avanti lo chiamerò così, perché ripetere un nome troppe volte non va bene e poi dire che Carlo Pastore è un turboposer può essere molto pericoloso, si rischia minimo una querela per diffamazione), stringergli la mano e magari fare una foto insieme a lui, avrei coronato un sogno.
Ma si sa, i sogni son desideri, Ciccio Desideri non ha avuto la carriera che avrebbe meritato perché magnava troppi bucatini e forse a Karl Shepherd non piacciono i bucatini, quindi mi sono consolato vedendomi almeno il concerto. Nell'ambito di una serata chiamata “Pensiero stupendo” ed organizzata in collaborazione con i tipi di Rockit al Covo suonavano infatti Le luci della centrale elettrica, i Ministri e gli Amor Fou e, anche se tutti probabilmente erano accorsi lì per sentire Mr. Shepherd mettere dischi, è stata ugualmente una serata meritevole di essere vissuta appieno.
Ha aperto Le luci della centrale elettrica a.k.a. Vasco Brondi e il concerto avrebbe potuto anche finire lì, vista la manifesta superiorità del giovane Brondi sul resto della truppa. Era un bel po' che non lo sentivo e devo dire che mesi di concerti in giro per l'Italia gli hanno fatto parecchio bene. È parso più sicuro di sé e delle sue enormi potenzialità, estremamente razionale nell'organizzare il suo caos organizzato, una vero globetrotter che grazie a voce, chitarra ed effetti vari risulta molto più evocativo e potente di qualsiasi altra cosa che si sente in giro ultimamente, in particolar modo del suo quasi omonimo modenese (con grande sprezzo del ridicolo etichettato da tutta la stampa nazionale come “l'unico che piace a tutti ed è in grado di riempire gli stadi” o “il rocker italiano per eccellenza”, come se l'Italia fosse la repubblica delle banane). Vasco Rossi in realtà ha superato i cinquanta ed è grottesco e sovrappeso, mentre Vasco Brondi è giovane ed ha ampi margini di miglioramento. Il futuro è dalla sua parte ed il ragazzo si farà anche se ha le braghe larghe, e non è poco.
A seguire hanno suonato i Ministri. Chi si aspettava di vedere sul palco Al Jourgensen e soci è rimasto deluso, visto che i Ministri non sono i Ministry ma sono un gruppo italiano che schiera una line-up di tutto rispetto: Ricky Memphis alla batteria, Marco De Marchi alla chitarra, Riccardo Rossi al basso/voce ed un passante opportunamente camuffato con parrucca e barba all'altra chitarra. Giovani speranze vestite in maniera indescrivibile (più o meno come dei Kasabian che hanno deciso di rinnovare il loro guardaroba facendo acquisti all'Uba Uba), suonano un qualcosa a cavallo tra Negramaro e Pearl Jam, con in sovrappiù testi leggermente sopra la media nazionale. Muccino aveva un sogno: scappare al bar a bere acqua molto fresca. Lui non ce l'ha fatta, io sì. Ed ho pure trovato un'ottima scusa per fuggire da un'esibizione che aveva già ampiamente oltrepassato i livelli di guardia. Ma forse sono solo troppo cattivo. Risentirò in altra occasione.
La kermesse è stata chiusa in bellezza dagli Amor Fou di Alessandro Raina che, complice la mia distanza dal palco, per un attimo avevo addirittura scambiato per Ivan Cattaneo. Un gruppo che suona un qualcosa a cavallo tra Tiromancino e Lali Puna e che, mentre su disco mi era sembrato alquanto noioso, dal vivo riesce a risultare caldo e coinvolgente. Gli anni novanta che piacciono a me non sono di certo quelli dei La Crus ma loro sono molto bravi, non si limitano di certo a svolgere il compitino e, complice la presenza scenica del Raina, tengono molto bene il palco. Potrebbero diventare famosi, devono solo scegliere se far prevalere il lato Tiromancino o quello Lali Puna. In Italia roba del genere piace, basta crederci. In fondo, se ce l'ha fatta Meg dei 99 Posse, perché non dovrebbero farcela loro in quest'Italietta degli anni zero?
Ma a dire il vero che ce la facciano o no poco importa. Il punto fondamentale è un altro: cosa rimarrà di questi anni zero? Penso (quasi) nulla. Sono non-anni, in cui si cerca di riproporre una minestra riscaldata fatta di tutto quello che ha funzionato nei decenni precedenti, semplificato ad uso e consumo delle nuove generazioni che non l'hanno vissuto in prima persona. Vuoi il punk? Ci sono i Finley. Vuoi il rock? Ci sono i Negramaro. Vuoi Enrico Brizzi? C'è Federico Moccia. Vuoi Maurizio Costanzo? C'è la De Filippi. Vuoi Daniele Bossari? C'è Daniele Bossari (che tra l'altro con il suo Scalo 76, un programma che ha fatto del ritmo la sua cifra stilistica, è miracolosamente arrivato alla quarta puntata). In poche parole, c'è un surrogato di tutto, ma non è la stessa cosa. Tra quindici anni gli adolescenti di oggi non ricorderanno l'odierna dance da classifica come noi oggi ricordiamo la eurodance, una delle espressioni artistiche più alte di tutti i tempi, baluardo insuperabile a difesa dell'identità di un'intera generazione. Non c'è verso, si torna sempre lì.
Però ieri Enrico Silvestrin e oggi Carlo Pastore, ed il cerchio si chiude. E qualche dubbio mi rimane.
Ma si sa, i sogni son desideri, Ciccio Desideri non ha avuto la carriera che avrebbe meritato perché magnava troppi bucatini e forse a Karl Shepherd non piacciono i bucatini, quindi mi sono consolato vedendomi almeno il concerto. Nell'ambito di una serata chiamata “Pensiero stupendo” ed organizzata in collaborazione con i tipi di Rockit al Covo suonavano infatti Le luci della centrale elettrica, i Ministri e gli Amor Fou e, anche se tutti probabilmente erano accorsi lì per sentire Mr. Shepherd mettere dischi, è stata ugualmente una serata meritevole di essere vissuta appieno.
Ha aperto Le luci della centrale elettrica a.k.a. Vasco Brondi e il concerto avrebbe potuto anche finire lì, vista la manifesta superiorità del giovane Brondi sul resto della truppa. Era un bel po' che non lo sentivo e devo dire che mesi di concerti in giro per l'Italia gli hanno fatto parecchio bene. È parso più sicuro di sé e delle sue enormi potenzialità, estremamente razionale nell'organizzare il suo caos organizzato, una vero globetrotter che grazie a voce, chitarra ed effetti vari risulta molto più evocativo e potente di qualsiasi altra cosa che si sente in giro ultimamente, in particolar modo del suo quasi omonimo modenese (con grande sprezzo del ridicolo etichettato da tutta la stampa nazionale come “l'unico che piace a tutti ed è in grado di riempire gli stadi” o “il rocker italiano per eccellenza”, come se l'Italia fosse la repubblica delle banane). Vasco Rossi in realtà ha superato i cinquanta ed è grottesco e sovrappeso, mentre Vasco Brondi è giovane ed ha ampi margini di miglioramento. Il futuro è dalla sua parte ed il ragazzo si farà anche se ha le braghe larghe, e non è poco.
A seguire hanno suonato i Ministri. Chi si aspettava di vedere sul palco Al Jourgensen e soci è rimasto deluso, visto che i Ministri non sono i Ministry ma sono un gruppo italiano che schiera una line-up di tutto rispetto: Ricky Memphis alla batteria, Marco De Marchi alla chitarra, Riccardo Rossi al basso/voce ed un passante opportunamente camuffato con parrucca e barba all'altra chitarra. Giovani speranze vestite in maniera indescrivibile (più o meno come dei Kasabian che hanno deciso di rinnovare il loro guardaroba facendo acquisti all'Uba Uba), suonano un qualcosa a cavallo tra Negramaro e Pearl Jam, con in sovrappiù testi leggermente sopra la media nazionale. Muccino aveva un sogno: scappare al bar a bere acqua molto fresca. Lui non ce l'ha fatta, io sì. Ed ho pure trovato un'ottima scusa per fuggire da un'esibizione che aveva già ampiamente oltrepassato i livelli di guardia. Ma forse sono solo troppo cattivo. Risentirò in altra occasione.
La kermesse è stata chiusa in bellezza dagli Amor Fou di Alessandro Raina che, complice la mia distanza dal palco, per un attimo avevo addirittura scambiato per Ivan Cattaneo. Un gruppo che suona un qualcosa a cavallo tra Tiromancino e Lali Puna e che, mentre su disco mi era sembrato alquanto noioso, dal vivo riesce a risultare caldo e coinvolgente. Gli anni novanta che piacciono a me non sono di certo quelli dei La Crus ma loro sono molto bravi, non si limitano di certo a svolgere il compitino e, complice la presenza scenica del Raina, tengono molto bene il palco. Potrebbero diventare famosi, devono solo scegliere se far prevalere il lato Tiromancino o quello Lali Puna. In Italia roba del genere piace, basta crederci. In fondo, se ce l'ha fatta Meg dei 99 Posse, perché non dovrebbero farcela loro in quest'Italietta degli anni zero?
Ma a dire il vero che ce la facciano o no poco importa. Il punto fondamentale è un altro: cosa rimarrà di questi anni zero? Penso (quasi) nulla. Sono non-anni, in cui si cerca di riproporre una minestra riscaldata fatta di tutto quello che ha funzionato nei decenni precedenti, semplificato ad uso e consumo delle nuove generazioni che non l'hanno vissuto in prima persona. Vuoi il punk? Ci sono i Finley. Vuoi il rock? Ci sono i Negramaro. Vuoi Enrico Brizzi? C'è Federico Moccia. Vuoi Maurizio Costanzo? C'è la De Filippi. Vuoi Daniele Bossari? C'è Daniele Bossari (che tra l'altro con il suo Scalo 76, un programma che ha fatto del ritmo la sua cifra stilistica, è miracolosamente arrivato alla quarta puntata). In poche parole, c'è un surrogato di tutto, ma non è la stessa cosa. Tra quindici anni gli adolescenti di oggi non ricorderanno l'odierna dance da classifica come noi oggi ricordiamo la eurodance, una delle espressioni artistiche più alte di tutti i tempi, baluardo insuperabile a difesa dell'identità di un'intera generazione. Non c'è verso, si torna sempre lì.
Però ieri Enrico Silvestrin e oggi Carlo Pastore, ed il cerchio si chiude. E qualche dubbio mi rimane.
16 commenti:
"Tra quindici anni gli adolescenti di oggi non ricorderanno l'odierna dance da classifica come noi oggi ricordiamo la eurodance".
I ventenni di oggi si ricorderanno di Justice. Forse gli va meglio :)
ciao,
e.
Complimenti, gran bel post, anche se sai che con le ultime righe non sono proprio d'accordo ;)
Guarda che te lo hanno copiato su Ciccsoft, hanno pure firmato a tuo nome :)
Beh dai, quanto a merda fra Brizzi e Moccia non ci passa mica tanto.
Salve, tut ben?
Manifesto dei dubbi anche io sulle ultime righe: raf diceva cosa resterà degli anni '80 e qualcosa ce lo portiamo dietro, qualche tempo fa si diceva cosa resterà degli anni '90 e qualcosa sta tornando (e tutto mi porta a pensare che ci debba ancora essere la vera esplosione).
Non è prematuro quanto difficoltoso dire oggi se e cosa di questi cazzi di anni 0 verrà ripescato/rivalutato tra qualche anno?
abbiamo chiuso il myspace ti ricontatto con il mio personale.
Baci, Abbracci & Bobo Vieri
Alessio
Per fortuna di questi anni zero ci resterà Vasco Brondi. Di Carlo Pastone ne sentiremo parlare per i prossimi dieci anni come conduttore di YourNoise, Festivalbar, Grande Fratello 15, Sanremo e poi inizierà la parabola discendente presentando Miss Padania, Miss Muretto e tutte quelle trasmissioni da tv locale che ora toccano alla Panicucci o alle ex veline fallite.
Federico, anche io mi incazzavo come una bestia quando ero piu' o meno tuo coetaneo. Poi ho semplicemente smesso di guardare la tv, tranne cose che sapevo mi interessassero. Dammi resta, abbiamo poco tempo su sto pianete: meglio concenrtarci su cose che ci interessano e lasciare lo schifo ad altri. Dopo un po' il culto/critica del trash diventa frustrante. La scarsa varieta' dell'offerta televisiva italiana impone una scelta del genere. (Per te ancora piu' obbligata visto che hai la sciagura di seguire da appasionato la politica italiana, al cui confronto la TV e' Gadamer.)
@ e.: per dance da classifica io intendevo la dance da M2O et similia. Roba che sicuramente non ha lo stesso impattto della eurodance di allora. Purtroppo i Justice non sono da classifica, anche se mi piacerebbe che i ventenni di oggi un giorno si ricordassero di loro.
Saludos. ;)
@ lollodj: è molto facile non essere d'accordo con le ultime (provocatorie, ma anche no) righe. ;) Devo verificare, su Ciccsoft deve esserci un mio clone... :D
@ niccolò: però Brizzi ha scritto Bastogne (libro notevole) e Moccia Tre Metri sopra il cielo (scritto nel 92 e ripubblicato di recente in versione riveduta e corretta)
@ banalizzatore: tutto bene, e tu? perchè poi avete chiuso il mypace?
Dire cosa verrà ripescato degli anni zero è assolutamente prematuro, però non si può dire che in questi anni zero sia stato inventato qualcosa di nuovo. Magari è stato così anche per i novanta, però almeno nei novanta c'era più innocenza.
@ sixfeetoverunder: Vasco Brondi è un patrimonio da salvare e preservare, qualunque cosa voglia dire questa frase.
Da antologia la previsione sul futuro di Carlo Pastore. Penso proprio che andrà a finire così.
@ matte: ma dai non mi incazzo come una bestia, ci rido sopra. Faccio ironia (una delle poche armi che ci sono rimaste) ed ovviamente continuo a concentrarmi sulle cose che mi interessano veramente. Trash televisivo e politica compresi, due campi ormai indissolubilmente legati. ;) Tv ne guardo sempre poca, a spizzichi e bocconi. E mi basta quello per riderci sopra.
Mi sono fermato alla seconda riga. Fantastico
C'e' molta Lali Puna nell'aria. Allora forse quando dovremo dividere lo stesso palco (piu' che altro la stessa tavolata) non ci scanneremo :D
Adoro quando citi Il Principe :D
Ecco, Karl Shepherd.
Parliamone.
ma anche no.
(speriamo che la parabola discendente augurata da Sixfeetoverunder inizi prima possibile)
più che altro per il binomio brizzi-moccia c'è da dire che moccia pubblica un libro ogni tre mesi, e non certo perchè è un genio della letteratura.
quell'uomo scrive veramente male, probabilmente sono diventato uno scrittore migliore di lui in terza elementare con quel tema sul mio migliore amico.
3msc (si noti lo slang) io purtroppo l'ho letto.
ce l'han fatto leggere a scuola, ancora non so il perchè.
Bah!Che vasco fosse una spanna sopra tutti mi sembra un pò grossa!Bravino direi ma Amor fou di tutt'altra caratura e spessore,gran live sotto tutti punti di vista.Bello il tuo spazio.
@ zonda: sarebbe prestigioso dividere la stessa tavolata con i Lali Puna. Invita anche me, ci vengo molto volentieri. Sono un vostro fan accanito. ;)
@ felson: forse bisognerebbe ignorarlo e smettere di parlarne.
@ the cat is on the oven: 3msc uscì nel 1992 nell'indifferenza generale. Cadde in mano alle persone giuste, fu riveduto e corretto dalle stesse, pompato a dovere e venne ripubblicato divenendo immediatamente un best seller. Roba facile, roba che si legge in fretta e non richiede grandi sforzi mentali.
Non sospettavo che lo facessero leggere anche a scuola. Mi hai dato una brutta notizia.
@ momo: a volte la sparo grossa, ma tutto quello che penso lo dico. A me è piaciuto di più lui, questione di gusti.
ma Carlo Pastore perchè è famoso?
cioè, non è una cosa ironica, me lo chiedevo sul serio.
perchè io lo conosco solo da your noise ma penso sia conosciuto anche per qualcos'altro.
forse.
E' nell'ambiente giusto, qualunque cosa possa voler dire una frase del genere. In effetti me lo chiedo anche io cosa possa averlo fatto diventare così famoso. Forse i capelli.
Madonna Meg quanto la schifo. Lei i dischi di merda che fa, compreso Psychodelice che cmq rispetto al primo pare un album dei Pink Floyd, la sua voce di merda, la sua bruttezza di merda, le sue fintoidee del cavolo. Insomma mi chiedo perchè ogni tot di tempo la rimettano in circolazione, causandoci i dolori di stomaco. Cioè La Maugeri e Bossari dovrebbero capire che non la si sopporta più! ma in che paese ti impongono un'artista insopportabile come lei?
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