Water Veltroni è uscito dal loculo nel quale viveva da quando ha abbandonato la segreteria del moribondo Partito Democratico ed ha deciso di dire la sua. E lo ha fatto con una roboante lettera inviata inviata al Corriere della Sera ma indirizzata a tutti gli italiani (come se gli italiani leggessero tutti il Corriere, come se gli italiani leggessero ancora i quotidiani), un incredibile mattone di proporzioni bibliche significativamente intitolato “Scrivo al mio Paese e vi dico cosa farei”.
Già il titolo dovrebbe scoraggiare anche il più ardito ed ottimista dei lettori, ma c'è di più, molto di più. C'è che non si arriva alla fine (personalmente ho chiuso tutto quando ha parlato di “questa brutta estate” e sono andato al bar sotto casa a bermi un'orzata - parla per te Water, magari per te che vivi ai margini del giro che conta l'estate sarà stata brutta, ma la mia è stata una gran bella estate e mi sono divertito parecchio), c'è che parla col linguaggio tipico di chi ha perso totalmente il contatto con la gente reale e pur essendo una persona intelligente non vuole rendersene conto, c'è che è carica di boria, la boria tipica di chi si sente comunque indispensabile e non ha il coraggio di farsi da parte nemmeno dopo colossali figure di merda. Francamente, mi vergogno molto per lui.
Water Veltroni (il correttore automatico di OpenOffice insiste nel cambiare il nome del povero Veltroni da Walter a water, non ci posso fare nulla e lo lascio così- anzi no, inizio a chiamarlo Uòlter Ueltroni per non mancargli di rispetto) in quella esilarante lettera parla di tutto e il contrario di tutto, ma non propone mai soluzioni concrete. Non c'è un progetto solido, non c'è una idea che non sia qualcosa di bello da scrivere ma assolutamente impraticabile nel mondo reale (soprattutto se ti chiami Uòlter Ueltroni e non sai più cos'è il mondo reale) se non uno sterile antiberlusconismo d'accatto che servirà (eh sì, servirà... perché tutta questa menata della lettera agli italiani è il preludio ad una sua nuova discesa in campo come candidato alle future primarie del centrosinistra - si salvi chi può...) a raccattare i voti di chi senza lo spauracchio-Berlusconi non voterebbe una qualsiasi di quelle mummie chiamate leader del centrosinistra manco per il cazzo, ma che diventerà volontà di non attaccare Berlusconi nel momento in cui le poltrone che contano saranno state tutte occupate (perché lo spauracchio-Berlusconi fa sempre comodo). Uòlter Ueltroni dovrebbe prendere atto che è ora di lasciare lo spazio a qualcun altro, che lui le sue occasioni le ha già avute e di danni ne ha già fatti troppi. È ora di andare a lavorare seriamente, come fanno tutte le persone normali che si spaccano la schiena da mattina alla sera per portare a casa il pane con cui sfamare i propri figli.
Uolter Ueltroni non sei capace, ritirati. O almeno prova a far qualcosa per ritirare l'ignobile lettera scritta al Corriere, un monumento alla vacuità per il quale una qualsiasi persona normale si vergognerebbe tantissimo.
E tra l'altro la lettera di Uòlter Ueltroni al Corriere rappresenta un motivo in più (l'ennesimo) per sostenere la battaglia di Fulvio Abbate, candidato alle primarie del centrosinistra e sostenuto dai comitati Situazionismo e Libertà per Fulvio Abbate.
2 commenti:
sei ingeneroso con Veltroni, uno che ha dato la vita per il partito...
Perché dici che ha dato la vita? Mica è morto per il partito, mica si è suicidato per un seggio in parlamento...
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