
Dico l'ovvio, ma in questo caso lo dico molto volentieri. Nell'Italia del 2007 c'è un grande vuoto: non c'è
Videomusic. E se ne sente la mancanza. O, per lo meno, io ne sento la mancanza.
Videomusic ha segnato gli anni della mia adolescenza, ed è stata importantissima per me: semplicemente, mi ha formato culturalmente. Quanti pomeriggi invernali passati davanti allo schermo, quanti pomeriggi estivi passati davanti allo schermo
(non mi piace uscire quando c'è troppo caldo). E non era assolutamente tempo perso, anzi guardandola mi sentivo bene e crescevo.
Videomusic aveva una particolarità: era reale. Era palpabile, sapevi di poter contare su di lei. La sentivi vicino a te, sentivi che parlava di un mondo che conosceva bene, ed era il tuo mondo. Non era plastificata come Mtv, e poi passava video estremamente coraggiosi, cose che ora nessuno si sognerebbe di trasmettere. Dove la trovi oggi un'emittente che sceglie un video dei supremi Faith No More come video della settimana?
E poi c'erano i programmi. Ricordo Segnali di fumo, contenitore pomeridiano presentato tra gli altri da
Mikimix, squallido
rapper di un'antipatia unica, che finì pure a Sanremo e ora si è lasciato crescere barba e capelli e ha ottenuto il successo con il nome di Caparezza. Il suo passato lo imbarazza ancora. Giustamente, peraltro.
Ricordo Coloradio, ardito esperimento di radio fatta in tv che andava in onda in diverse fasce del giorno, che spaccava soprattutto quando a presentarlo era Mixo, personaggio che ritengo a modo suo un grandissimo.
Ricordo Indies, sobriamente presentato da Attilio Grilloni, forse primo programma televisivo italiano di musica alternative ed indie. Un alieno nella tv dell'epoca. Lì potevo vedere i video dei miei allora amati Nofx, ed era il delirio.
Ricordo Sgrang!, naturale prosecuzione di Indies ma più incentrato su video punk e metal. Senza conduttore, bastava la musica. Fino a qualche tempo fa ne avevo ancora diverse puntate registrate su vhs. Le ho cancellate, forse in maniera ingrata. Non aveva più senso tenerle a prender polvere.
Ricordo Zona Mito, 5 video al giorno per ogni artista, ripercorrendone la storia. Un'idea semplice ma geniale, in un mondo che ancora non aveva conosciuto la diffusione di massa del web.
Mi costa molto ammetterlo, ma rimpiango addirittura il Roxy Bar di
Red Ronnie, con le sue continue ospitate di esponenti dell'universo di San Patrignano. Memorabile fu una puntata incentrata sul tema delle droghe leggere con Neffa solo contro tutti, in un clima di
ostilità palpabile. Vedendolo mi sentivo male io per lui. Il risultato è stato che fu quasi sbranato vivo da Ersilio Tonini. Incidenti di percorso a parte, non esiste più un talk show musicale come il Roxy Bar. Fortunatamente, invece, Red Ronnie non si vede più tanto in giro.
Fino al 1999 è stato così. Poi le cose sono cambiate, e Videomusic è morta lì. Per innovare ha iniziato ad appiattirsi sul modello Mtv, da poco arrivata in Italia. Ha vivacchiato per qualche tempo, offuscando il ricordo dei tempi che furono, poi è sparita, grazie anche alla decisiva opera di Vittorio
"qualsiasi cosa da me toccata è andata a puttane" Cecchi Gori. Alle ultime politiche era candidato per la Lega Nord, speriamo bene.
La forza dell'emittente era quella di saper mantenere i piedi per terra ed utilizzare la fantasia.
Avendo poche risorse a disposizione, con il coraggio e l'inventiva riusciva a fare grandi cose. Sapeva osare. Quando ha cercato di fare le cose troppo in grande, senza umiltà, è finita. Servirebbe un'emittente musicale come Videomusic. I tempi sono troppo cambiati e nel 2007 probabilmente nessuno la cagherebbe, ma a me piacerebbe molto.
Sono fiero di appartenere alla generazione cresciuta con Videomusic.