09 novembre 2010

SALLUSTRIIIIIIII, FRA ME E TE NON CAMBIEREI MAI! SALLUSTRIIIIII (cit.)



Ho visto un favoloso Oliviero Toscani che, ospite di In Onda su La7, ha iniziato a sparare a zero sul Presdelcons Silvio Berlusconi. Non avevo mai sentito nessuno arrivare a dire che il Presdelcons è un malato di mente, che sembra un becchino ma soprattutto che ha la diarrea al posto dei capelli, eppure Toscani ha abbattuto anche questi tabù e si è confermato ancora una volta quel grande genio che è. Uno che continua per tutta la durata del programma a chiamare Alessandro Sallusti “SALLUSTRI” oppure “FELTRI” è solo un genio, punto e basta. Null'altro da aggiungere dunque.

Ed è con in testa il concetto di “diarrea al posto dei capelli” (e tanta gioia nel cuore per aver già trovato i biglietti per i Take That a Milano il 12 luglio 2011, finalmente riesco a coronare un sogno. Robbie Williams non te ne andare ancora, ricomincia a drogarti a più non posso ma non te ne andare più) che son partito in direzione Link per andarmi a sentire Caribou e Four Tet, super-evento imperdibile ed immancabile (anche qui ho comprato i biglietti con un anticipo clamoroso, onde evitare brutte sorprese).

E come andata? Gran serata, al netto del fatto che il mio Autogrill di fiducia era chiuso per lavori in corso (sono gli ultimi fuochi del Governo del Fare, che finanzia lavori su un'autostrada dove sono stati già fatti importanti lavori un anno fa. L'importante è fare, l'importante è farsi), del fatto che l'attesa del concerto è stata rovinata dalla grande lungimiranza dei gestori del locale che hanno mandato per sei volte di fila lo stesso terrificante disco in loop e soprattutto del fatto che al Link c'erano troppi studenti Erasmus dall'ascella un po' troppo insidiosa per i miei gusti. Succede.

Caribou è stato un'esperienza soprannaturale, suona praticamente qualsiasi cosa e lo fa riuscendo sempre a mantenere un'espressione del volto molto tranquilla e serena, ed il bello è che dal la sua musica riesce ad essere ancora più convincente che su disco. A tratti il mio cervello partiva per la tangente e tornava dopo parecchio tempo (ed ignorava le zaffate di sudore di inglesi & spagnoli Erasmus), segno che Caribou è uno che vale moltissimo ed un disco della madonna come Swim non è un fuoco di paglia (ma che lo dico a fare. Io l'avevo già capito ai tempi in cui si faceva chiamare Manitoba e la salma di Handsome Dick Manitoba gli mandava gli avvocati a casa per costringerlo a cambiare nome d'arte. Anzi, l'avevo già capito molto prima). Grandissimo.

Four Tet invece è stato bella roba ma proprio non ne volevo sapere. Non è colpa sua ma è solo colpa mia: semplicemente non ho mai gradito troppo la deriva technoide degli ultimi due album, e sentire dal vivo roba così (oltretutto proposta nelle pericolosissime vesti di simil-dj set con musica suonata dal vivo) mi ha un tantino allucinato. A me piace la roba ignorante (come la musica da autoscontri, ad esempio), mentre Four Tet fa roba talmente colta da spingermi ad affermare che lo preferivo di gran lunga agli esordi. Me ne sono andato via dopo tre quarti d'ora quando ho iniziato a vedere i mattoncini del Tetris che vagavano nell'aria per poi scendere verso di me a velocità inquietante, mi dispiace perché quella di Four Tet era roba di qualità ma non ce la facevo davvero più.

E ripartire uscendo per miracolo dal parcheggio del Link è stato favoloso, come lo è stato ascoltare il disco d'esordio dei Buzz Aldrin a volumi da denuncia, fottersene della nebbia che è scesa all'improvviso, pensare che il 12 novembre uscirà il disco d'esordio dei Buzz Aldrin che sono bolognesi e suonano nettamente meglio di tanti gruppi stranieri, pensare che il disco d'esordio dei Buzz Aldrin spacca il culo assai. Sulla strada del ritorno avevo addirittura pensato di fare un salto allo Urban Disorder ma poi non me la son sentita, ero troppo stanco e necessitavo di una tisana, un bagno caldo e tipo dodici ore di sonno. A dieci metri da casa mi ha fermato una pattuglia delle Forze dell'Ordine che mi ha subito lasciato proseguire il cammino senza nemmeno voler vedere i documenti. Io ero pallido come un cencio a causa della stanchezza ed avrei voluto almeno che mi facessero la prova del palloncino o al limite il narcotest (tanto avrebbero dato entrambi esito negativo), ma invece nulla, non ho avuto questa ultima soddisfazione. Ho pensato ancora una volta ad Oliviero Toscani che per definire Berlusconi ha fatto ricorso al poetico concetto di “diarrea al posto dei capelli” ed ho chiuso la porta di casa pensando che avrei voluto tanto aver inventato io un concetto del genere. Sto ancora ridendo alla faccia di Berlusconi. Che bel paese l'Italia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

un concerto a cui mi piacerebbe aver assistito...in compenso domani c'è il compatriota Vasco al Comunale che non bisogna perdersi. Presterò attenzione se ci sarà un individuo che farà da scudo umano!

accento svedese ha detto...

Sono sul palco a proteggerlo dai lacrimogeni.