14 maggio 2010

Un disco a caso: LCD Soundsystem - This is Happening

James Murphy, cazzone che non sei altro, regalaci il disco pop perfetto! James cazzone Murphy regalaci il disco in grado di cambiare la vita di chi lo ascolta nonché di fargli muovere le chiappe! Regalaci un disco che sia qualcosa di nuovo, che dia una scossa al mondo della musica odierna oppure in alternativa lo uccida definitivamente, che è ora che qualcuno si assuma una responsabilità del genere! James Murphy, ricordati che sei uno di noi e solo tu puoi farcela. Cazzone che non sei altro.

Le aspettative riguardo a questo “This is Happening”, insomma, erano molto alte. E ce l’ha fatta James Murphy/LCD Soundsystem ad essere all’altezza dei desideri proibiti e delle voglie più o meno nascoste delle migliaia di fan che stavano aspettando con impazienza un suo nuovo parto discografico? In parte. O meglio, dipende. Dipende da cosa si intende per ´disco pop perfetto´, ´disco in grado di cambiare la vita´, ´disco che sia qualcosa di nuovo´ ecc. ecc. e dipende da quanta musica pre-1990 ha ascoltato chi si trova ad affrontare per la prima volta un’opera come “This is Happening”.

La prima regola per scrivere una canzone pop perfetta (e di conseguenza un perfetto disco pop raccolta di dieci-dodici canzoni pop perfette) è essere paraculi e fare musica che ricordi al pubblico qualcosa che è già stato fatto in passato (da se stessi oppure da altri) e che ha già ottenuto il gradimento del pubblico stesso. Non si deve necessariamente plagiare, basta solo ricalcare lo stile, i suoni, la costruzione o semplicemente una melodia o un’atmosfera. È facile, basta poco.

James Murphy in “This is Happening” fa il paraculo e cita a manetta. Dentro ci trovi i Talking Heads, i Kraftwerk, i Devo, il David Bowie del periodo berlinese (“All I Want”), la prima pionieristica house music (“You Wanted a Hit”), i Neu!, lo Studio 54 (“Pow Pow”), Iggy Pop epoca “The Idiot” (“Somebody’s Calling Me”), i Buggles di “Video Killed di Radio Star” (l’intro di “Dance Yrself Clean”), i Can di “Ege Bamyasi”, tutto menzionato più o meno apertamente, tutto più o meno amalgamato oppure allo stato brado a seconda delle esigenze e dei momenti. Più che un disco, è un tributo alla musica che James Murphy ama e che vorrebbe far amare anche all’ascoltatore. Le canzoni pop più o meno perfette ci sono, i potenziali pesi massimi da pista da ballo anche, ma manca il guizzo in grado di sparigliare le carte. Forse James Murphy stavolta cita la musica sbagliata, ma se non sei un nerd che ha ascoltato quintali di musica pre-1990 non te ne rendi conto ed apprezzi incondizionatamente. O magari apprezzi lo stesso proprio perché cita musica che ami.

Ormai la musica non la compra più nessuno. Tutti scaricano, ed oltretutto c’è talmente tanta musica in giro che non c’è nemmeno più il tempo di soffermarsi su un disco, capirlo, apprezzarne le sfumature. Oggi la musica la ascolti mentre ti stai facendo le pippe di fronte allo schermo del pc, non la vivi più. È per questo che l’industria musicale sta andando a puttane.

Ad un primo ascolto questo disco delude ed inizi a chiederti come si sia ridotto James Murphy, poi ascolto dopo ascolto cresce parecchio senza però toccare le vette dei precedenti. É un’opera fatta dannatamente bene che come al solito ti spinge ad invidiare quel cazzone di Murphy per la sua capacità di costruire e produrre così bene canzoni. È un disco formalmente perfetto che all’apparenza non ha nulla fuori posto ed è curato nel minimo dettaglio, ma manca qualcosa. Manca il supersingolo in grado di caratterizzarlo (come potevano essere “Losing My Edge”, “Daft Punk is Playing at My House” o “North American Scum” nei due dischi precedenti), ma soprattutto mancano la voglia di rischiare mischiando il sacro con il profano e/o profanando i propri idoli. Pare un disco troppo calcolato, troppo di cervello più che di cuore e di pancia, troppo citazionista e troppo rispettoso nella citazione. Bisogna comunque concedergli tempo, si lascerà amare e forse cambierà anche qualche vita. Quando le aspettative sono troppo alte si finisce per perdere di vista il reale valore di certe opere, ed allora bisogna ascoltare e smetterla di farsi seghe mentali su citazioni e cose già fatte da altri in passato – anche perché non si inventa più nulla, la perfezione assoluta non esiste e bisogna saper cogliere il meglio, soprattutto in un mondo che ti mette a disposizione così tanta musica e così tanta spazzatura. Bisogna ascoltare ed imparare ad apprezzarlo, perché “This is Happening” vale parecchio. Non vedo l’ora di sentirlo suonato dal vivo.

In fondo quel cazzone di James Murphy anche questa volta ce l’ha fatta. Ci sarà da ballare e sudare.

(IFB)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

god bless you
happy everday…

accento svedese ha detto...

c'era un commento di spam ed è sparito. Fanculo.