31 dicembre 2008

QUESTA SERA L'ANIDRIDE CARBONICA DELLO SPUMANTE TI PULIRÀ LA BOCCA

“Per Elio è stato uno shock, lui, il più a sinistra della famiglia... Uno shock vedermi lasciato solo alla Camera. Quella solitudine politica e umana nella quale mi hanno messo è la ragione per cui è caduto il governo”.
Il compagno Elio Mastella è un perseguitato perché è di sinistra, e la ragione della caduta del governo Prodi è stata la persecuzione mediatico-giudiziaria di cui è stato vittima Clemente Mastella.
Ma il 2009 sarà l'anno della rivincita. Mastella e la sua famiglia torneranno in pista, si presenteranno alle prossime elezioni europee e riusciranno di nuovo a posare le loro preziose chiappe su delle altrettanto preziose poltrone all'europarlamento di Strasburgo.

“Se escono certe mie telefonate vado via dall’Italia”.
E il 2009 sarà l'anno in cui usciranno certe intercettazioni su Berlusconi e lui sarà costretto a posare le sue preziose chiappe sul sedile di un aereo Alitalia-da-lui-salvata ed andarsene dall'Italia a malincuore, per la gioia di (un po' meno della) metà degli italiani e per il dolore di (un po' più della) metà degli italiani. Non pervenuti i dati relativi ai dipendenti Alitalia che non verranno riconfermati dalla Nuova Alitalia e che resteranno momentaneamente con le chiappe per terra.

La famiglia Mastella e la famiglia Berlusconi andranno dunque all'estero ad accrescere il sentimento di stima ed apprezzamento che il resto del mondo generalmente nutre nei confronti del popolo italiano, popolo che adora essere preso a scudisciate sulle chiappe e non si cura un granché dell'opinione del resto del mondo (anche perché non viene informato su tutto questo e molto altro).

FRATTINI AZZURRO DI SCI

Frattini: Io sono stato azzurro di sci!
Calboni e Sig.na Silvani: Eh?
Frattini: Io sono stato nella nazionale di sci!
Sig.na Silvani: E lo dice così?!? Ma! Ha sentito Calboni? Eh... che bravo!
Calboni: Si vedremo... ce lo dimostrerà!
Frattini: Veramente... sono dieci anni che non scio...
Calboni: Eh?
Sig.na Silvani: Come?
Frattini: Dicevo che saranno vent'anni che non scio...
Sig.na Silvani: Cosa? Parli forte, non si capisce!
Frattini: Sto dicendo che saranno trenta, trentacinque anni che non vedo un paio di sci!

Il Ministro Franco Frattini in tuta da sci rilascia dichiarazioni sulla situazione a Gaza. Oltre ogni umana capacità di immaginare cose assurde. La prossima volta vogliamo Zio Silvio con la tuta del Milan e Calderoli davanti ad un tagliere di polenta e osei.

24 dicembre 2008

L'ONDA ROSSA RITENTA L'ASSALTO AI RAGAZZI DI DESTRA, #2

Grazie a Cronaca Vera ho deciso di non nascondere nulla e di tirar fuori ogni scheletro dal mio sì capiente armadio (l'armadio si chiama così perché una volta ci tenevano le armi, ed io oltre alle armi ho anche scheletri a non finire che è doveroso rendere pubblici), e dunque la classifica 2008 è la seguente, fresca e sveglia come lo sguardo di Pastone Pionati:

CONCERTO DELL'ANNO
Direi nell'ordine:
The Notwist @ Ferrara Sotto Le Stelle
The Faint @ Covo
The Raconteurs @ Ferrara Sotto Le Stelle
Battles @ Estragon
Yacht @ Zuni Club
Null'altro da aggiungere.

SINGOLO PUTTANO DELL'ANNO
Il disco è parecchio noiosetto e si fatica ad arrivarne a capo, ma Divine di Sebastien Tellier è irresistibile. Così deve essere una canzone pop: strofa ruffiana ritornello killer che si stampa nella mente e non ne esce più, suoni poveri eppure curati. Potrebbe piacere indistintamente a Luca Sofri, Christian Zingales, Christian Vieri, alla redazione di Vanity Fair, alla redazione del Foglio e alla redazione di Spadrillas in da Mist. Sebastien Tellier è furbo e sa come si entra nel cervello delle persone al solo fine di influenzarle (e non parla nemmeno troppo sporco).

DISCO POVERINO (cit.) DELL'ANNO
Intimacy dei Bloc Party, che dovrebbe essere menzionato dalla Convenzione di Ginevra tra i crimini contro l'umanità. Inascoltabile, peggiora con il passare delle settimane. Qualcuno lo sopprima perché soffre troppo. Anzi, s'offre troppo ma nessuno se lo piglia. Ben gli sta.

DISCO DELL'ANNO
Da questa speciale classifica redatta tra autistico e artistico, tra Rain Man e Ray Man (ovvero, senza perdere troppo tempo) restano fuori dischi del calibro di Untrue di Burial (per ovvie ragioni: è uscito nel 2007 ed io ci sono arrivato fuori tempo massimo, però è un disco talmente bello da farti piangere di gioia), Alegranza di El Guincho (idem come sopra), LP degli Holy Fuck (non so se sia uscito a fine 2007 o ad inizio 2008, dannata ignoranza) Fasciinatiion dei Faint (è favoloso ma non è al livello di Danse Macabre e dunque resta fuori), Vendetta Privata di Metal Carter (è favoloso ma non è al livello di Cosa avete fatto a Metal Carter? e dunque resta fuori), l'omonimo di Santogold (è talmente bello che ho il sospetto che non sia farina del suo sacco, la aspetto al varco del secondo album e poi ne riparliamo), Donkey delle CSS (vedi il discorso Santogold, però il prossimo per loro è il terzo album e dunque sono più furbe perché nessuno le ha ancora scoperte), Canzoni da spiaggia deturpata di Le Luci della Centrale Elettrica (gran disco, però io sono salito sul carro di quelli che era meglio il demo e non ci posso più far nulla), Third dei Portishead (avrebbe potuto essere disco dell'anno dieci anni fa come potrà esserlo tra dieci anni: immortale) e The Devil, You + Me dei Notwist (avrebbe potuto essere disco dell'anno cinque anni fa come potrà esserlo tra cinque anni: quasi immortale), con tutto ciò che ne consegue.

Fatta questa doverosa premessa, la classifica è più o meno questa:

10) Hot ChipMade in the Dark
Come degli ipotetici New Order in versione 2.0, facce da nerd e canzoni stilisticamente perfette che si lasciano cantare e ballare da chiunque possa/voglia ascoltarle. Che vuol dire? Boh, però loro sono grandi.

9) Crystal Castless/t
Roba da nerd che cercano di stare al passo con i tempi. Disco punk suonato dalla Sega Mega Drive Generation, direttamente dalla sala giochi sotto casa. Per gente che ne sa.

8) Bodi BillNext Time
Lo ascolti e non ci credi nemmeno, sono giovanissimi eppure sembrano già vecchi. Per la precisione sembrano i Junior Boys che suonano cover dei Notwist. Un miracolo.

7) Buraka Som SistemaBlack Diamond
Disco party dell'anno. Se i Datura fossero angolani e/o portoghesi, avessero ascoltato baile funk ed avessero deciso di divertirsi con frattaglie sonore di varia natura e specie oggi suonerebbero proprio così. Roba da ascolto compulsivo.

6) Tv on the RadioDear Science
Questa è gente che cresce ad ogni disco, questa è gente che ti chiedi come faccia a farlo e a rimanere con i piedi per terra. Geneticamente superiori.

5) Hercules and Love Affairs/t
Il disco dance definitivo. Un bignami di tutta la musica da ballare che parte dallo Studio 54 ed arriva fino ai giorni nostri, dovrebbero farlo ascoltare ai bambini delle scuole elementari. Gelmini pensaci tu.

4) MGMTOracular Spectacular
Il disco che i Klaxons non riusciranno mai a fare (perché non sanno suonare). Come i Mercury Rev in down da ecstasy, maneggiare con cura.

3) BugoContatti
La svolta dance di Bugo che sognavo da tempo. Impeccabile, con in sovrappiù un pezzo da novanta come Love Boat - che è la miglior canzone italiana degli ultimi dieci anni (e quindi la migliore dai tempi di Blue degli Eiffel 65). Ormai è pronto.

e per il primo posto un clamoroso ex equo:
VancouverEven My Winters are Summer
Dargen D'AmicoDi vizi di forma virtù
Due dischi talmente diversi da essere due facce della stessa medaglia. I Vancouver suonano roba che dieci anni fa sarebbe stata chiamata “emo” (senza per questo destare scandalo nella solita critica sinistroide che con la sua boria spinge la gente a votare Di Pietro) e riescono ad arrivarti al cuore con un disco superbo, perfetto dall'inizio alla fine, talmente perfetto che ti chiedi come facciano ad essere un gruppo italiano. Dargen D'Amico rappa strofe surreal popolari su basi electro Daft Punk meets Antipop Consortium, e ti chiedi come possa essere italiano uno del genere che l'Italia manco è in grado di capirlo, ché è ancora ferma a Mariano Apicella ospite fisso a Domenica In.
Se D'Amico e i Vancouver fossero nati in America sarebbero ricchissimi, ma sono nati in Italy e si devono accontentare di sentirsi dire “non riuscivo a decidere quale dei due dischi fosse il migliore ed allora ho optato per l'ex equo”. Pari e patta, dunque. Un applauso ad entrambi.
Baci & abbracci (ovviamente nel senso della linea d'abbigliamento di Bobo Vieri), che ora si va tutti in giro a far saltare le cassette della posta con gli zeus (e si torna sempre al discorso delle armi nell'armadio, così il cerchio si chiude).

22 dicembre 2008

L'ONDA ROSSA RITENTA L'ASSALTO AI RAGAZZI DI DESTRA

Andare a tagliarsi i capelli dai vecchi barbieri di periferia è favoloso perché lì (e forse solo lì) si può leggere Cronaca Vera, l'unico ed inimitabile giornale popolare italiano. Cronaca Vera è talmente bello e DIY da far invidia a Rockit ed è sicuramente il miglior magazine italiano insieme a Vanity Fair, anche se nessuno ha il coraggio di comprarlo perché dice cose troppo scomode.
Qualche tempo fa mentre attendevo il mio turno per il taglio e lo sfogliavo con assoluta noncuranza mi sono imbattuto in una storia interessante, qualcosa a riguardo di una ragazza texana che voleva diventare uomo ma che, dopo tutte le cure ed operazioni del caso, si è pentita ed ha voluto tornare indietro. Il risultato finale è stato che le cure ormonali non hanno dato gli effetti sperati e le è rimasta la barba. Ora ha un clamoroso corpo di donna ed una bella e folta barba, e per questo riscuote insospettabilmente un grande successo tra gli uomini della sua città. Piace a tutti, come è giusto che sia.

In fondo non c'è nulla di strano in una storia del genere. Nonostante il Vaticano il mondo va avanti, ed è giusto ed assolutamente normale che una persona possa poter diventare quello che si sente di essere. Non fa una piega. Invece è meno normale che un articolo del genere fosse corredato da una foto come questa:


Puro situazionismo. La copertina di Windowlicker di Aphex Twin associata ad una storia probabilmente inventata ma assolutamente verosimile. Avrei voluto strappare la pagina e conservarla tra i ricordi dei giorni più lieti, ma non potevo perché c'era troppa gente e non mi andava di passare per un ladro. Però ho capito, ed ora sono una persona migliore.

Ho capito che anche io avrei dovuto stilare la classifica di fine anno. Quest'anno avrei voluto evitare di uniformarmi alla massa data l'assoluta inutilità di una classifica del genere, però vedere Aphex Twin sbeffeggiato in quella maniera senza che nemmeno potesse reagire (non credo che Aphex Twin legga Cronaca Vera, ma dato il personaggio non mi stupirei del contrario - magari sta ancora ridendo per l'ingenuità dei redattori della rivista) mi ha fatto capire che valeva la pena di mettersi alla berlina da solo e sentirsi per una volta sola un trash-blogger che si rispetti.
E dunque, che classifica sia. Senza pudore o timori reverenziali di sorta, seguendo le orme di Cronaca Vera.

(... CONTINUA?)

LECCACUL-TURA

Grandi intellettuali crescono: Bruno Vespa entra nel CdA dell'Opera di Roma al posto di Ennio Morricone. Attesa nei prossimi giorni la nomina di Martufello alla guida del Festival del Cinema di Roma.

SAPORE DI SALE, SAPORE DI MARE

Amy Winehouse paparazzata in topless in spiaggia sull isola di Santa Lucia.
Dicono che sia tornata in forma, io l'avevo scambiata per Sid Vicious.

21 dicembre 2008

UN AMALGAMA MALRIUSCITO

Davide Mengacci è un anarchico. L'ha detto lui stesso, in una sontuosa intervista a Vanity Fair.
Ma non è questo il punto. Il punto è che dopo aver sfoderato perle come “l'auto del cane”, “la velocità è una delle mie passioni”, “guidavo una Jaguar KJ coupé, l'ultima di undici”, “la promessa sposa scappò con il nostro organizzatore di produzione”, “non sono mai stato berlusconiano”, ”mi sono schiantato su un pilone che, per fortuna, ha retto. Altrimenti quella notte avrei fatto un salto di cento metri. Andavo solo a 150 kmh, però l'auto l'ho dovuta buttare. Sono stato fortunato, ma le confesso di non averla presa tanto bene”, ha sparato la bomba finale, l'affermazione che non dimentichi tanto facilmente perché riesce a spiegare tante cose e a svelare misteri che era da parecchio tempo che cercavi di comprendere.
Michail Aleksandrovič Mengacci ha infatti detto di aver lavorato quattro anni con Mara Carfagna e di non averla mai sentita parlare di politica, ed ha rincarato la dose aggiungendo che è una ragazza intelligente, svelta a imparare e particolarmente attenta alle relazioni interpersonali. Seguono un ricordo del suo grande amico Craxi ed un non troppo velato elogio all'operato del Ministro. Da antologia.

Dunque, ecco la conferma: Davide Fregnacci è pronto. È pronto per risollevare le sorti della sinistra italiana temporaneamente agonizzante, è pronto a staccare la spina che tiene in vita Walter Veltroni e a sostituirlo alla guida del Partito Democratico. Affermazioni così coraggiose ed innovative stanno lì a testimoniarlo, ed anni e anni a condurre programmi per massaie e casalinghe annoiate lo hanno reso popolarissimo presso un certo tipo di elettorato, per cui il grande colpo potrebbe riuscire sul serio. Non parla politichese, ha classe ed ironia, è genio e sregolatezza, conosce bene le radici più profonde del nostro paese ma soprattutto sa come si superano i conservatorismi.
Fregnacci è l'ultima speranza ed è bene supportarlo, perché con una classe dirigente come questa la destra governerà vita natural durante.

20 dicembre 2008

METAL MILITIA vs. PADANIAN MILITIA & L'ARMATA DI VIA SOLFERINO

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché il Corriere della Sera ha impiegato prezioso spazio del suo sito web per pubblicare la solita notizia-campanello d'allarme su un qualcosa che può minacciare l'incolumità dei gggiovani italiani e non: i concerti metal.

“Ballare l'heavy metal” può provocare traumi a collo e testa, e a quanto pare per evitare questo rischio “sarebbero utili appelli alla cautela sui cd e collarini di protezione”, da indossare magari durante i concerti. Tutto questo per poi arrivare a dire fare headbanging può causare sì danni, ma di “entità comunque modesta”. E allora perché tutto questo baccano per nulla? Perché non interpellare prima i ragazzi di Solomacello, facendosi magari spiegare dal loro valente collaboratore Dott. Celtic Freud come vanno certe cose nel mondo reale?

Perché no. Perché è troppa fatica, e poi perché a lasciare la gente nel debbio non si sbaglia mai e comunque è meglio dedicare una commovente articolessa al venticinquennale della fondazione dei Distretto 51, la blues band nella quale il Ministro Maroni suona l'organo. Si narra che in una band del genere “tutti, futuro ministro compreso, fanno turni da muratori e carpentieri per ristrutturare un garage come sala prove” e “d'estate fioccano inviti da feste della birra e, soprattutto, feste dell'Unità o rassegne dell'Arci”, dunque il lettore medio italiano ha da ricavarne che l'operato del Ministro non ha da essere che un operato assolutamente esemplare essendo Maroni è un uomo di larghe vedute.

Il risultato è che il metal fa ancora paura e la Lega no. Classico esempio di boicottaggio di stampo democristiano, non c'è che dire.

18 dicembre 2008

COME SALIRE SUL CARRO DEL VINCITORE ED USCIRNE INDENNI – Il pupazzo autoraffigurante

Chi l'avrebbe mai detto? Obama uomo dell'anno secondo Time. Non se lo sarebbe mai aspettato nessuno.
Ci vuole molto coraggio ed eleggerlo uomo dell'anno, soprattutto ora che ha vinto le elezioni americane e si appresta a diventare il Presidente del Mondo.
Perché 'sti americani hanno il brutto vizio di salire sempre sul carro del vincitore? Perché non fanno come noi italiani che sappiamo sempre scegliere senza opportunismi di alcun genere? Ma soprattutto, perché non hanno tentato di stupire il mondo mettendo in copertina Zio Silvio, un uomo che per la sua caratura fisica, intellettuale e morale meriterebbe di finire in copertina su ogni giornale che si rispetti? In fondo su quella copertina ci è finito pure Putin, perché Silvio non dovrebbe finirci?
E invece niente di niente. Un nulla desolante, tanto che Supersilvio per veder riconosciuti i suoi tanti meriti è costretto a regalare ai nipotini pupazzi che lo rappresentano. Non pupazzetti qualsiasi, ma pupazzi con il suo volto e le sembianze di Superman, tanto per provare una volta tanto l'ebbrezza di salire sul carro del vincitore (che sarebbe lui stesso). Che uomo tutto d'un pezzo! Che statista! Che fantasista!
Purtroppo, son finiti i tempi in cui i più prestigiosi settimanali italiani (e non) lo piazzavano perennemente in copertina, ed ora il nonno d'Italia è costretto ed arrangiarsi come può, ma lo stile resta sempre lo stesso. La classe non è acqua.
Pupazzetti autoraffiguranti a parte, il vero Silvio che noi preferiamo è quello da copertina. Lo rivogliamo agile, scattante e nerovestito, circondato da fanciulle di varia foggia ed estrazione sociale, pronte a soddisfare ogni suo desiderio (ovviamente in senso figurato, non in senso fisico come i soliti comunisti invidiosi di lui sono soliti pensare).
Ma c'è tempo per le copertine. È tecnicamente immortale, dunque basta solo aspettare e lo rivedremo di nuovo sugli scudi. Alla prossima gaffe internazionale di sicuro qualche prestigioso magazine come Donna & Mamma gli dedicherà la copertina. In casi del genere non ci vuole nulla a trovare una voce fuori dal coro.

17 dicembre 2008

COME SALIRE SUL CARRO DEL VINCITORE ED USCIRNE INDENNI – Massimo il Camaleonte


13 marzo 1999, ma potrebbe essere anche domani. Un pagliaccesco Massimo D'Alema lascia chiaramente intendere che nel 2008 potrà essere considerato uno dei pionieri del Partito Democratico. Ci credeva talmente tanto che lo ha fondato in quel momento, ad un incontro organizzato dai Verdi con parole che un giorno verranno scritte su ogni libro di storia che si rispetti (magari vergate con il sangue dei tanti operai che hanno creduto in lui).
D'Alema non agisce mai per convenienza, non ama il potere e non farebbe mai nulla per conquistarlo. D'Alema è coerente. D'Alema non ha mai detto “La politica è fatta di lotta per il potere, non c'è scandalo come certa sinistra si ostina a pensare”. D'Alema non è mai sceso a compromessi pur di rimanere in sella, non ha mai perso un'elezione e non trae alcun vantaggio quando viene evocato il fantasma di Silvio Berlusconi. D'Alema non è il Berlusconi di sinistra, è di sinistra, è la sinistra italiana in persona. D'Alema crede in quello che fa e non vuole assolutamente rubare la poltrona a Veltroni.
D'Alema è il nuovo ed è pure molto simpatico.
Mandiamoli tutti a casa e riprendiamoci il partito. Lo trattano come cosa loro ma è nostro.
E ci spetta di diritto.

14 dicembre 2008

TERRORISMO CULINARIO

Un venerdì sport da Zuni, per un aperitivo+cena spizzichi e bocconi fatta principalmente di pizza talmente buona che se la porti con te all'aeroporto i cani antidroga ti saltano addosso e ti sbranano (nel senso che è talmente buona che ad un certo punto diventa una droga e non riesci più farne a meno). Però la mortadella no, anche se è un salume nobile perché parla principalmente di lotta proletaria. Ma poi perché un tempo la mortadella era il salume consumato principalmente dai muratori in quanto nutriente ed economico mentre oggi è cool mangiare mortadella agli aperitivi? Deve essere colpa del governo Prodi, un governo guidato da un brav'uomo che tutti chiamavano mortadella e che ha ucciso definitivamente la sinistra radicale, radendola sinistramente al suolo (o è stato il contrario?).

Un concerto post-aperitivo, suona Yacht ed è genio allo stato puro, la techno ribaltata come un calzino, musica senza i suonatori, il non-sense come ragione di vita, cazzo che botta quando la cassa inizia a picchiare sul serio. Fa male, anche se ci ridi sopra.

Un'attitudine a metà strada tra i primi 883 e i motorhead (nel senso di uno speed freak che ha abusato di anfetamine, il gruppo per stavolta non c'entra nulla), con tutto ciò che ne consegue: la gente magna mentre lui e la sua aiutante e/o girlfriend saltano, ballano, si contorcono, salgono in piedi su un tavolo e su un divano, si buttano per terra, cambiano base e ricominciano daccapo (o da capo che dir si voglia). Solo ad un concerto dei Dandi Wind ho visto scene del genere, però fondamentalmente i Dandi Wind sono ottanta mentre Yacht è molto novanta e dunque non è proprio la stessa cosa. È ad un livello superiore, è consapevole di poter arrivare dove vuole ma è un nerd con un golfino inguardabile come solo potevano essere inguardabili i golfini cool negli anni novanta.

In sostanza, Yacht cazzeggia e non riesci a prenderlo troppo sul serio ma fa musica divina. Idolo totale, concerto assolutamente memorabile da rivivere al più presto.

IL RIFORMISTA A PRESCINDERE

«Il fuoco è acceso, c'è un bel tepore, i vetri delle finestre sono appannati. Sul camino, un geco immobile, dipinto dentro a una cornice». Un'intervista dalla finissima prosa ad Ottaviano Del Turco scatena la bufera. Con il PdL alle Europee? Del Turco ci sta pensando, ed è comprensibile.
Poveretto, non è stato difeso abbastanza dai suoi compagni di partito. Lo hanno lasciato solo nel momento in cui avrebbe avuto bisogno di un appoggio. Anni di fatiche, di rinunce, di sacrifici che se ne vanno così, con un'assurda inchiesta da parte delle solite toghe rosse che stanno ormai da quindici anni attuando il colpo di stato permanente ai danni di una classe politica regolarmente eletta dal popolo sovrano.

«Guardi che il PdL non è schiacciato, come si tende a dire, dal peso di Berlusconi... Perché nel PdL, per esempio, davanti a una questione come quella della riforma della Giustizia, c'è dialettica, c'è spazio per le idee, c'è...» Che Guevara, direi. Il socialismo reale, la giustizia sociale, fistola anale, calcolo renale, vaglia postale. Certo, come no.

Ogni uomo è innocente fino a che non è stato giudicato colpevole (ci sono diversi gradi di giudizio, c'è possibilità di appello ecc. ecc.). Ogni uomo ha il diritto di fare politica e di portare avanti le sue idee dove vuole, con chi vuole, dove vuole.
Però non è normale che uno faccia politica, stia sulla breccia per trent'anni e salti da uno schieramento all'altro come se nulla fosse.
Non è normale che non pensi minimamente di ritirarsi dopo una disavventura giudiziaria (magari anche solo temporaneamente, in attesa di vedere chiarita la sua posizione ed essere al di sopra di ogni sospetto).
Non è normale che faccia la vittima e sfrutti questa disavventura per salire sul carro del vincitore in nome di una presunta solidarietà pelosa che il suddetto carro del vincitore gli avrebbe riservato.
Non è normale che una persona si ritenga appartenente ad una categoria speciale al di sopra di ogni sospetto ma soprattutto al di sopra del giudizio della gente comune, ritenendosi talmente indispensabile alla società da cambiare cavallo pur di rimanere in corsa.

Garantismo sì, ma entro certi limiti che si chiamano “buon gusto”, “decenza” e “rispetto per chi ogni ogni giorno si fa il mazzo per portare a casa una misera paga”.

LUCA SOFRI, LUCA SOFFRE, LUCA S'OFFRE


Pronti al Peggio incontra Luca Sofri, che si dimostra un finissimo esperto musicale.
Partono i Crystal Castles e lui chiede Bob Dylan, chiede Fonzies e gli danno avanzi. Non ne azzecca praticamente nessuna, ma è solo perché si esce dal recinto dei suoi ascolti tipici.
Tanto per dire, va matto per Jovanotti come persona. Che è come andare matti per uno che si crede un idolo generazionale nonché lanciatore di messaggi profondi et socialmente corretti senza minimamente riuscire ad incarnare nessuno di questi due standards professionali.

11 dicembre 2008

I SEGRETI DI BROKEBACK MORGAN

Su Raidue è finalmente tornato X-Factor.
Anzi, visto che il programma vero e proprio deve ancora cominciare, è tornata solo la sua versione in pillole, X-Factor Provini: una travolgente mezz'ora a base di audizioni ad improbabili concorrenti, con Mara Maionchi, Simona Ventura e i suoi occhiali impresentabili-ma-firmatissimi (vien da pensare che le servano a mascherare occhi pallati, forse ha ragione Gigi Moncalvo quando minaccia di sguizagliarle addosso i cani agli arrivi internazionali di Fiumicino, Malpensa e Linate), Morgan e le sue occhiaie da masturbatore incallito (mi sa tanto che non batta chiodo più o meno da quando Asia Argento lo ha lasciato, non riesce quasi più a tenere aperti gli occhi ed ha un colorito malsano) che giudicano annoiati ed esprimono tutto il loro (falso) stupore di fronte agli autentici freaks che si presentano di fronte a loro. Gli stessi freaks che loro stessi ed i vertici di Raidue hanno creato, gente illusa che un concorso del genere possa davvero trasformare una casalinga di un supermercato in una cantante di successo. Che spettacolo!
Ed in compenso Raidue massacra di tagli I segreti di Brokeback Mountain cestinando con sdegno un bacio ed un amplesso mimato tra i due protagonisti. Raidue censura e nel frattempo manda in onda X-Factor, fieramente Raidue diretta da quell'Antonio Marano che, intervistato questa settimana da Vanity Fair, ammette candidamente di essere lì solo ed esclusivamente grazie alla politica (è infatti un meridionale trapiantato divenuto ultrà leghista quando in Italia il vento iniziava a cambiare).
Raidue regala ancora spazio ad un cantante finito come Morgan e lo eleva a Messia che deve scegliere chi sarà il prossimo fenomeno da baraccone. L'Italia è un paese sbagliato.

09 dicembre 2008

KILLERS BEHIND YOU, MY BLOOD LUST DEFIES ALL MY NEEDS

Ultimamente, ogni qual volta capita di accendere la tv e di sintonizzarsi su canali musicali di regime avviene un fenomeno strano, inspiegabile. Uno di quei fenomeni che ti fanno venir voglia di prendere il televisore a sprangate e, non essendo possibile farlo per ovvi motivi igienici, ti rovinano definitivamente ed irrimediabilmente la giornata in corso guastandoti pure le due successive.

In poche parole, ogni volta che si accende la tv, si fa zapping e si finisce su Mtv o Allmusic c'è il video di Human dei Killers.

Un gruppo inutile, venuto fuori dal nulla e catapultato al successo da singoli mediocri. Un gruppo che suona bolso e datato come una brutta copia del peggio degli anni ottanta. Praticamente gli U2 che suonano cover dei Duran Duran con in sovrappiù alla voce un damerino che invece di cantare si produce in un lamento insostenibile. Peggio dei Righeira, direi. È roba che speravamo che la eurodance avesse definitivamente cacciato a calci in culo dal mondo della musica, è roba che invece esce dalla finestra e rientra dalla porta con tutti gli onori possibili ed immaginabili (tappeto rosso compreso).

Una carriera basata sul nulla, ma con Human i Killers hanno toccato l'apice. Uno delle canzoni più democristiane che mi sia capitato di sentire da parecchi anni a questa parte, un motivetto senza capo né coda talmente scontato da far sembrare In te di Nek un immortale capolavoro della musica rock moderna.
Tutti continuano a pomparli con convinzione ma ultimamente non hanno una-canzone-una valida. Anzi, non ne hanno mai avute ma la gente continua a non accorgersene, continua a spendere trenta euro per andare a sentirli dal vivo e tornare a casa felice. Ed io non capisco il perché.
Che sia perché musicalmente parlando sono dei gran paraculi che sanno cavalcare l'onda? Che sia perché hanno un manager influente? O forse le emittenti musicali di regime sono prezzolate e li programmano perché pagano bene? O forse è colpa del Machiavelli alla vaccinara (ed a questo punto torniamo alle tematiche trattate da In The di Nek, e il cerchio si chiude) che ha insegnato loro come fare ad essere sempre sulla cresta dell'onda?
Risposta non c'è, però è ora di finirla con gruppi come i Killers. È questione di rispetto verso il prossimo, che in questo caso sarei io.

07 dicembre 2008

LIVING IN A MAGAZINE

Ultimamente si fa un gran parlare di questione morale, se ne predica anche da pulpiti dai quali non dovrebbero assolutamente provenire prediche ma che hanno voce in capitolo perché si sentono invincibili. Se ne parla e se ne straparla, si prova a ribattere ma non ci si riesce, ma in fondo chi se ne importa? A chi giova tutto questo parlare a vanvera? Tanto poi c'è sempre un detersivo che lava più bianco dell'altro, la gente dimentica in fretta e corre in massa a comprare questo immacolato detersivo col parrucchino. Ed allora non parliamone più perché altrimenti finiamo per fare pubblicità gratuita a quel formidabile smacchiatutto e diventiamo dei Daniele Capezzone qualsiasi, solo che purtroppo noi non siamo retribuiti profumatamente e per nutrirci dobbiamo mangiare dei panini Capri alla stazione di servizio Autogrill Castelbentivoglio Ovest (almeno fino a quando non finirà il pane ed il re ci dirà che dobbiamo mangiare brioches), vincendo pure la concorrenza dell'intero staff della squadra del Napoli Futsal Barrese ammassato al bancone del bar. Così va la vita, purtroppo.

In definitiva, la vera questione morale di cui è doveroso parlare è una sola: Swim ci è o ci fa?
Visto ieri sera al Covo, sembra Tricarico imbottito di ecstasy e spedito a forza di calci nel sedere a cantare in pista al Cocoricò in mezzo a gente che all'inizio non lo capisce ma che poi entra nel vortice e non ne esce più.
Cantilene, piegamenti, salti sul posto, giravolte, pose plastiche ed impossibili, un tizio al laptop dotato di una mimica facciale che a tratti ricorda quella di Fish dei Sottotono, pseudocitazioni da La Prova del Cuoco: Swim è uno dei miei nuovi idoli indiscussi ed indiscutibili. Per me è sincero, ma anche se recitasse una parte non me ne importerebbe nulla.
Genio o impostore? Sinceramente non lo so, però non si prende troppo sul serio, è notevolmente sopra la media, fa ridere e divertire parecchio ed ha al suo fianco una band che gli cuce addosso stilossissime basi caciaron-house. Piaciuto assai, bene bravo bis (nel senso che conto di rivederlo in giro al più presto).

Swim suonava di spalla ai benemeriti Fujiya & Miyagi, già visti un anno fa sempre al Covo ed artefici di un set praticamente identico a quello di un anno fa, solo che nel frattempo nella band è entrato un batterista che esteticamente è uguale a Martufello ma che ha lo stesso suono secco ed impetuoso di John Stanier quando era il batterista degli Helmet. E dunque, un grandissimo set che ha avuto nel batterista fuori luogo l'unico punto debole. Ad una prima mezz'ora giocata in difesa ha fatto seguito un resto di concerto da lacrime agli occhi, roba che te la ricorderai per parecchio tempo visto che hai ballato dall'inizio alla fine ed ora ti senti una persona diversa perché non hai la tempra per reggere tali sforzi fisici.
Fujiya & Miyagi sul palco suonano e spaccano, però lo fanno con un'attitudine talmente indifferente da farli di diritto rientrare nella categoria scolapasta (cit.). L'indifferenza è causata da una profonda timidezza, ed è questo il bello: la gente balla mentre loro suonano e fanno cose pazzesche, però l'espressione del volto è sempre la stessa. Ogni tanto scappa un sorriso, ma la timidezza lo fa svanire subito e la musica continua, facendo sì che nessuno presti minimamente attenzione alla loro mimica facciale. Il tempo va, passano le ore, e la notte se ne va, la musica continua e nasconde certi particolari che sfuggono ai più, anche perché è da malati stare ad osservare la mimica facciale dei membri di una band impegnata a suonare grande musica.

LET A BOY CRY

"Gala sta per tornare. Arriva. È praticamente già qui.Le ipotesi sono due: o la fine del mondo è davvero alle porte, oppure... la fine del mondo è davvero alle porte. È stato un piacere conoscervi."

Ghettoculturale segnala il ritorno sulle scene della indimenticabile Gala.
Stanno tornando gli anni novanta e non ce n'è per nessuno, mi viene da piangere.
Speriamo almeno che non rovini il ricordo di capolavori come Come Into My Life, Let a Boy Cry e Suddenly, ma vista la portata storica del suo personaggio possiamo perdonarle anche un ritorno piuttosto incerto. Staremo a vedere (e a sentire).

06 dicembre 2008

GOMORRAH'S SEASON ENDS

“Il punto è questo: ci sono i repubblicani, e fondamentalmente vogliono vivere secondo questa”, ha detto indicando una Bibbia. “Ma c’è il problema dell’interpretazione, e ci sono delle chiese, delle persone, che fanno certe cose e poi dicono che vengono da qui, ma non è vero. Poi, dal lato opposto, ci sono i blu, i democratici, che dicono: ‘Potete fare quello che volete’. Matrimonio gay, tutto. Ma nessuno dei due ha ragione”

Questa volta Prince, l'artista che chiamavano artista ma è oramai finito da almeno 15 anni, l'ha fatta grossa. In una megaintervista (subito smentita) al Newyorker ha sputato su venti e passa anni di una carriera basata su una sua presunta ambiguità sessuale e se l'è presa con i diritti degli omosessuali. “Dio è sceso in terra e ha visto che la gente lo infilava dappertutto e lo faceva con chiunque, e ha fatto piazza pulita.” ha detto il Genio di Minneapolis, dimenticandosi di aggiungere che il Signore suo Dio ha visto anche un famoso cantante che quando era al massimo dello splendore artistico si era perfino inventato un suo alter ego femminile (Camille) e lo aveva fatto pure cantare a velocità doppia non rivelando al mondo che in realtà quella stupenda voce era quella di Prince e non di una donna, un cantante che aveva il mondo in mano ma che ora non se lo fila più nessuno e cerca invano di tornare al centro dell'attenzione sparandola sempre più grossa.

Prince è un fallito, e sta provando disperatamente a risalire la china. Ma non ce la farà, perché fortunatamente sono finiti gli anni ottanta con il loro carico di cattivo gusto a buon mercato.

03 dicembre 2008

ADDIO LUGANO BELLA

A quanto pare Beppe Grillo ha comprato casa a Lugano.
Tutti hanno pensato ad un tentativo di fuga dal terribile fisco italiano, invece è una potenziale via di fuga in caso di chiusura del blog per un qualsivoglia motivo. Se salta il blog in Italia Grillo è già pronto a riaprire in Svizzera, come ogni esule politico che si rispetti.

Beppe Strillo infatti è uno che non ha peli sulla lingua (momentaneamente), uno che dice cose scomode ed organizza V-Day solo quando non è al governo Zio Silvio e pertanto paga questo suo grande coraggio con l'ostracismo di una certa sinistra che poi scrive le leggi per colpirlo anche quando non sta al governo (la sinistra, non Grillo).
E la legge in questione, da lui pomposamente ribattezzata Levi-Veltroni, è una legge che sulla carta è una ammazzablogger - nel senso che a quanto dice lui porterà alla chiusura di ogni blog che non si iscrive ad un particolare registro degli operatori di comunicazione - ma che in realtà è indirizzata solo ai blog che hanno un proprio dominio (e quindi i vari blogspot, splinder ecc. ecc. non verranno toccati) e che utilizzano le proprie pagine per fare pubblicità o vendere prodotti.

E chi utilizza le proprie pagine per vendere dvd, libri o pubblicizzare i propri spettacoli? Beppegrillo.it (o Beppe Grillo, tanto si tratta di uno human blog, ovvero di una persona che è diventata il suo stesso blog e vive solo tramite questo prodigioso mezzo di comunicazione). E chi ha da temere se passasse una legge del genere? Beppe Grillo, che ora parla di leggi che neanche la Cina avrebbe il coraggio di approvare pur sapendo benissimo che nessuno in Cina aprirebbe un blog per vendere suoi dvd (anche perché il regime non ha mai apprezzato le sue gags sulla Cina e i socialisti né tantomeno le giacche da lui indossate mentre inscenava tali gags).

Chiaro che un blog come il suo non è più un sito personale ma è un vero e proprio prodotto editoriale, chiaro che come tale dovrà essere soggetto alle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa qualora passasse una legge del genere. Non tutti i blog saranno soggetti a questa responsabilità, ma solo quelli come il blog di Beppe Grillo, delle vere e proprie macchine editoriali che hanno milioni di seguaci.
Che poi la legge faccia schifo e non debba passare perchè fortemente illiberale è tutto un altro discorso. Conta il principio, conta il fatto che Grillo non è ciò che sembra ai più. Ma tanto ora ci pensa Zio Silvio a regolamentare Internet, e dunque possiamo stare tranquilli. Lui si che sa prendere provvedimenti liberali e libertari. Lui ne sa, a prescindere.

"PISTONE DOVE SEI?" ecc. ecc. ecc.


"Concerto del secolo, talmente del secolo che quando sono tornato a casa ero talmente in botta che per riuscire ad addormentarmi ho dovuto guardare Team America su Rai4 mentre sorseggiavo una tisana camomilla, miele e vaniglia. Ma forse è stata solo colpa del panino Bufalino che ho velocemente consumato alla stazione Autogrill Castelbentivoglio Ovest. La mozzarella di bufala campana d.o.c. magari era contaminata dalla diossina e mi ha causato allucinazioni, lingue felpate e miraggi, ed associata ai neoalternativi (sicuramente diretti al concerto degli Après La Classe) visti e sentiti gridare “Ganja! Ganja! Ganja!” al bancone del bar del suddetto Autogrill ha avuto effetti imprevedibili ed inspiegabili ai più. Ma è stato il concerto più divertente di sempre ed è questo ciò che conta."

La redazione di Spadrillas in da mist si reca in massa al Covo per seguire il concerto dei Faint.

01 dicembre 2008

CAN YOU PULL THE WEIGHT THAT RIDES ON ANOTHER'S SHOULDERS?

Invidio parecchio gli amici di Vicenza perché hanno dei concittadini di grande spessore socio-musicale come i Lost. Ed invidio gli amici di Vicenza perché hanno potuto sentire in anteprima i Lost che suonano la cover di Everybody, immortale classico dei Backstreet Boys. Gli amici di Vicenza sono senza dubbio dei privilegiati.
“Un'altra cover che per noi è la prima volta” e parte il massacro di un capolavoro. Nessuno dei poppanti sotto al palco conosce l'originale ma fa niente, l'importante è esserci, l'importante è sembrare alternativi. Mi viene quasi da piangere per la rabbia, ma non piango perché altrimenti sembro emo.
E poi comunque solo i Lost sono davvero emo, sono l'emo italiano, sono belli e piacciono alle mamme dei loro fans perché sono rassicuranti e democristiani. Mica come A.J. McLean che era brutto ed era dentro e fuori dalle cliniche di riabilitazione perché aveva seri problemi di tossicodipendenza. Lui era un personaggio, i Lost no.
Al massimo i Lost sniffano Nesquik, ma in fondo sono pienamente giustificati. Vuoi mettere rischiare di rovinare la loro brillante carriera fatta di passaggi a Trl su Mtv per colpa di una botta di coca?



Comunque se esistessero davvero le macchine del tempo i Lost andrebbero di diritto teletrasportati ad un concerto degli indimenticabili Snapcase e scaraventati (anche contro la loro volontà) in mezzo al pogo nel momento esatto in cui una delle più grandi band mai esistite attacca a suonare Caboose. Un momento in cui si vede chi è uomo e chi no, chi è un poser e chi invece fa sul serio. Il momento della verità. Sangue, sudore e lacrime completano il quadro.
Sicuramente i Lost ne uscirebbero martoriati, e nemmeno Magdi Allam potrebbe salvarli.

30 novembre 2008

COME SALIRE SUL CARRO DEL VINCITORE ED USCIRNE INDENNI, #6

Vladimir Luxuria ha vinto L'Isola dei Famosi, e su questo non ci piove.
Come non ci piove sul fatto che Liberazione sia salita subito sul carro del vincitore mettendo una sua foto in prima pagina e sparando qualcosa del tipo “Vladimir Luxuria come Obama”, o giù di lì. La stessa Liberazione che all'inizio si scandalizzava per la partecipazione di Vladimir ad un reality ora trasforma lo stesso reality in una battaglia per i diritti civili e lancia addirittura una serie speciale di magliette in onore di Obama e Luxuria.

Ma in fondo le ultime vicende di Rifondazione Comunista sono esse stesse un reality show, e allora perché non provarci fino in fondo cercando di garantire al partito la sopravvivenza colonizzando i programmi tv più dozzinali? Già mi vedo Fausto Bertinotti opinionista al Processo del Lunedì (ma qui c'è già Capezzone, ed è molto dura conquistare la scena) oppure voce fuori campo a Lucignolo (più probabile, viste le tendenze modaiole del personaggio), Gennaro Migliore che canta ad X-Factor e Paolo Ferrero concorrente a L'Eredità. Basta solo crederci, basta solo provarci. Si può fare.

In fondo se Fausto Raciti è riuscito a vincere con percentuali bulgare le primarie dei Giovani Democratici - una strana competizione ove a Milano hanno votato solo 900 persone, a Catania (città natale di Raciti) 5000 persone e a Cosenza addirittura 10000 persone, tutte corse in massa a votare Raciti che a questo punto con numeri del genere avrebbe potuto direttamente candidarsi alle elezioni europee prossime venture – chiunque ce la può fare, anche Rifondazione.

In fondo, come dicevano i Pitboss 2000, Everyone's a Winner anche se quando senti dire che Raciti è il nuovo D'Alema ti vien voglia di scappare dall'Italia senza nemmeno chiederti cos'hai fatto di tanto male per meritare tutto ciò.

PRONTI AL PEGGIO

Gira voce che Girolami con il suo Pronti al peggio abbia fatto qualcosa di carino e degno di nota.
Bravo.

27 novembre 2008

IL LATO OSCURO DELL'ANIMA

Intimacy dei Bloc Party è un disco macchietta. Uno di quei dischi che lo infili nel lettore e ti aspetti che da un momento all'altro venga fuori Gabriele La Porta a spiegarti che è tutto uno scherzo, che quella musica che senti in realtà è lui che si sta prendendo gioco di te e non aspetta altro che tu te la prenda a male per sputtanarti in giro, magari in diretta tv su uno dei suoi fantastici programmi notturni in onda ad orari random sulle reti Rai. E tutto questo perché

- Gabriele La Porta a quanto pare è raccomandatissimo da Fausto Bertinotti e, quando il suo partito esisteva ancora, era in Rai in quota Rifondazione Comunista;

- Fausto Bertinotti è una macchietta da discoteca (cit.);

- i Bloc Party di Intimacy sono macchiette che suonano pseudo-musica da discoteca

e dunque il fatto che Gabriele La Porta possa interessarsi ai Bloc Party per farti uno scherzo non dovrebbe stupire nessuno, tantomeno chi ha il coraggio di gradire il loro ultimo album. Infatti, Intimacy un disco talmente sopraffino che tanto vale organizzare serate a tema con gli amici per sbertucciarlo a dovere mentre si cena insieme e si ride alle spalle di questo ex-gruppo promettente già finito al terzo album. Nemmeno se si fossero impegnati allo spasimo sarebbero riusciti a fare peggio di così, ed ora per loro c'è solo il dimenticatoio.

No, non può essere vero. Non possono essere usciti con un disco del genere. Non un'idea, non un guizzo. Anzi, un'idea che guizza lungo tutto il percorso del disco come fosse un pesce fuor d'acqua, uno di quelli moribondi perché come è noto un pesce fuori dall'acqua non vive molto a lungo. E dunque idee parecchio stantie come le batterie alla Chemical Brothers epoca Setting Sun di Ares, il cantato di Kele Okereke mai così mieloso e democristiano, le chitarre che non pungono, il basso che non si sente più. Più lo ascolti e più ti vien da ridere per quanto si prendono sul serio questi quattro ragazzi, per quanta poca passione siano in grado di comunicare a chi sta comodamente seduto in auto o sul divano di casa e prova a trovare anche un solo motivo per salvare un disco come il loro Intimacy.

Non ne hanno più voglia, vogliono solo spendere i quattrini meritatamente guadagnati e non fare altro. Quando il loro manager li ha chiamati per ricordare che DOVEVANO uscire con un disco nuovo come da contratto si sono trascinati malvolentieri in studio, hanno buttato giù un paio di cose a casaccio, hanno smanettato con Pro-Tools ed hanno provato a raffazzonare qualcosa che si potesse essere chiamato “disco nuovo”, ma la ciambella non è riuscita col buco ed ora ne pagano ampiamente le conseguenze.

Doveva essere l'album allo stesso tempo più dance, scuro e riflessivo dei Bloc Party, è forse il disco più brutto di tutti i tempi. Avrei dovuto evitare di rischiare grosso andandolo a recuperare nei bagni della stazione Autogrill Castelbentivoglio Ovest dove lo avevo lasciato. Avrei dovuto lasciarlo lì al freddo e al gelo, avrei risparmiato ai Bloc Party un'umiliazione.
Mi chiedo solo come faranno i Bloc Party a suonare i brani di Intimacy dal vivo e soprattutto se riusciranno a rimanere seri mentre lo fanno. L'ideale sarebbe che si presentassero sul palco vestiti da clown, ma mi sa tanto che non abbiano il coraggio per compiere un gesto del genere

IL PREZZO È OK PER... PASTONE PIONATI!

Francesco Pionati, il grande Francesco Pionati, l'incommensurabile Francesco Pionati lascia l'Udc ed i suoi ex compagni di partito non riescono più a darsi pace.
E lo fa come sempre da grande difensore della libertà di pensiero. Lui, la sua flemma, i suoi neuroni, il suo sguardo fresco e sveglio, i suoi capelli, il suo riporto, i suoi pastoni (e la mano destra con cui gesticolava per dare maggiore enfasi ai suoi visionari pastoni) se ne vanno infatti per fondare un nuovo partito: l'ennesimo, il millesimo, il milionesimo partito di centro a conduzione personale, chiamato con grande sfoggio di grandeur ed originalità "Alleanza di Centro".

Ed ora Francesco-Pionati-che-si-è-fatto-partito è già agguerritissimo, e si propone di essere «casa e riferimento dei moderati che, non condividendo l'attuale posizionamento dell'Udc, intendono collocarsi senza ambiguità all'interno del centrodestra, a sostegno di Berlusconi e del suo governo, e che guardano al Pdl come interlocutore naturale, alla ricerca delle forme di collaborazione più utili e opportune in vista delle elezioni amministrative della primavera 2009». Parole come poesia, che fanno quasi a pugni con il Pionati liberal di qualche tempo fa (quello che non si sarebbe scandalizzato se un gay fosse salito alla guida dell'Udc) e che probabilmente gli costeranno l'ostracismo da parte di tutti i suoi vecchi fan che sognano di vederlo ancora una volta al Tg1 ad occuparsi della cronaca politica.

Ma Pionati è uomo tutto d'un pezzo, Pionati non si spaventa per così poco. Non ha paura di essere confuso con i Popolari Liberali, con i Cristiano Popolari o con la Democrazia Cristiana per le Autonomie. E non ha paura nemmeno di essere scambiato per un giornalista promosso a uomo politico per meriti ottenuti sul campo. Lui è sempre stato imparziale, ha sempre dato le notizie con il massimo dell'obiettività. Ed ora è un grande politico, di quelli che entreranno nella storia e che cambieranno il mondo.
Ed è pure un bell'ometto, di quelli che tutte le donne si voltano a guardarli e poi si innamorano all'istante. Secondo me in realtà l'Udc l'ha cacciato perché soffiava tutte le donne ai suoi colleghi di partito, ma come al solito le tv di regime nascondono le verità scomode come questa ed allora finisce che tutti come al solito pensano che Berlusconi se lo sia comprato.

25 novembre 2008

SONO UN FENOMENO PARANORMALE, #2

In principio fu questo. Tutti lo credevano uno stupido, ma in quell'occasione Antonio diede spettacolo facendo ricredere sul suo conto anche il più scettico degli ascoltatori.
Ma ora Antonio Cassano è cresciuto ed ha deciso di portare il discorso ad un livello più elevato. Più ricercato ed intellettuale, più convincente ed incisivo. Intervistato domenica scorsa da Fabio Fazio ha deciso di scendere tra noi comuni mortali semplicemente per reinventare la lingua italiana (in barba a chi si ostina a ritenere importante l'utilizzo corretto dei congiuntivi), reinventare il buon gusto nel vestire (con una camicia così si fa bella figura in ogni circostanza) e nel pettinarsi (utilizzando anche la saliva se necessario, in quanto il fine giustifica i mezzi ed avere una chioma a prova di proiettile è forse lo scopo di vita di ogni vero uomo) ma soprattutto ha deciso di reinventare la nobile arte della buona cucina (anche a costo di dover glissare quando si deve leggere una ricetta tratta da un libro ufficialmente scritto di proprio pugno con la collaborazione di un giornalista). Venti minuti che cambieranno il corso della storia, ne sono sicuro.
Un Cassano assolutamente stellare in un'intervista a tratti psichedelica, un Cassano che forse contro Fabio Fazio gioca e vince la miglior partita della propria carriera. Quasi ai livelli di Alberto Tomba intervistato da Beppe Severgnini ad Italians su Raitre undici anni fa, solo che di quella memorabile intervista non resta altro che un breve estratto (peraltro rovinato dal commento della Gialappa's Band) e perciò è stata cancellata dalla memoria collettiva, mentre questa di Cassano è già oggetto di studio nelle scuole italiane ormai sventrate dalla terribile Riforma Gelmini.
Un bell'applauso.







23 novembre 2008

SONO UN FENOMENO PARANORMALE



Passino Berlusconi, Dio Patria e Famiglia e le domande insidiose della Bignardi alle quali la Carfagna risponde come un'automa dalla pochezza culturale a tratti disarmante. Passino il fatto che la Carfagna sembra teletrasportata dagli anni cinquanta grazie ad una ipotetica DeLorean inventata dal Nostro Giovane Premier nelle vesti di un ipotetico “Doc” Emmet Brown con i capelli tinti e i rialzi nelle scarpe. Passi lo spauracchio comunista agitato da una Carfagna tragicamente a corto di argomenti. Passino le storie strappalacrime sul padre vecchio liberale che ha sempre cercato di metterla in guarda sui pericoli della mentalità comunista. Passi tutto questo ed altro ancora.

Però, perché quello sguardo così allucinato? Perché la Carfagna sgrana continuamente gli occhi? Perché una volta il suo sguardo era normale ed ora invece gli occhi sembrano sempre sul punto di uscirle dalle orbite? Perché? Perché? Perché?

Guardando la Carfagna intervistata a Le Invasioni Barbariche non riuscivo a capire cosa mi ricordassero quegli occhi allucinati. Inizialmente ho pensato a Totò Schillaci ad Italia '90, ma poi ho capito, ho avuto la rivelazione. Ed ora sono un'altra persona, più saggia e cosapevole.
Lo sguardo della Carfagna è lo stesso sguardo di Dez Fafara, il cantante dei Coal Chamber – band minore facente di quella terribile invasione nu metal che impestò le orecchie dei giovani ascoltatori italiani e non sul finire degli anni novanta. Tutti gruppi uguali, zero fantasia, cloni dei Korn ecc- ecc. ecc. Carfagna come Dez, solo che gli italiani non sanno chi sia Dez perché le tv musicali di regime hanno sempre pompato i ben più rassicuranti Limp Bizkit di Fred Durst.
Gli occhi fuori dalle orbite sono gli stessi, non si scappa. Ed anche lo spessore delle argomentazioni usate è più o meno lo stesso, il che spiega molte cose su come sia ridotto questo nostro povero paese nell'anno 2008.
La Carfagna è nu metal e non lo sa. Qualcuno glielo spieghi.

LA LONTANANZA, SAI, È COME IL VENTO

Vedere gli Okkervil River dal vivo è un'esperienza che ti lascia perplesso.
Bravi son bravi, sanno suonare bene ed hanno canzoni che funzionano. Hanno presenza scenica, carisma da vendere e soprattutto un cantante che somiglia a talmente tante persone che farne un elenco diventa quasi impossibile (per la cronaca: i principali indiziati sono Nanni Moretti e Mauro Germàn Camoranesi).
Però non mi convincono e non capisco perché siano così oggetto di culto. Tutti cantavano ed ho visto qualcuno tirar fuori gli accendini manco fossimo ad un concerto di Vasco (Rossi e/o Brondi).
Gli Okkervil River non mi hanno coinvolto. Anzi, mi hanno annoiato. E parecchio.
I loro dischi restano belli però dal vivo sono troppo perfettini e senza sbavature, troppo primi della classe, talmente primi della classe che dopo un po' il mio cervello ha iniziato a vagare in giro per il locale fino ad arrivare a chiedersi se Giulia Innocenzi rischi col tempo di diventare un altro Daniele Capezzone (la risposta è no) e subito dopo provare profonda compassione per lo stesso Daniele Capezzone, che dopo lo scioglimento del suo partito ha perso il posto di portavoce ed ora è disoccupato.
Ero talmente in balia dei miei pensieri che sono uscito prima del bis. La misura era colma ma almeno ero consapevole del fatto che a quel punto l'unica cosa sensata da fare era andare a recuperare la copia di Intimacy dei Bloc Party lasciata qualche tempo fa nei bagni maschili della stazione di servizio Autogrill Castelbentivoglio Ovest. Ma questo è un altro discorso, che non c'entra nulla con gli Okkervil River o gli A Classic Education che stranamente suonavano come gruppo spalla.

22 novembre 2008

VOGLIAMO I COLONNELLI

Apro Vanity Fair (quello che senza ombra di dubbio è il miglior magazine italiano) e la prima cosa che mi salta agli occhi è un'intervista al giornalista/scrittore Giorgio Dell'Arti.
Più o meno gli viene chiesto di scegliere a bruciapelo chi, tra i 7.247 nomi della nuova edizione del suo Catalogo dei viventi, potrebbe essere l'Obama italiano, ossia il leader su cui puntare per un'Italia migliore. E lui più meno snocciola quattro nomi del calibro di Giulio Tremonti, Mario Draghi, Giuseppe Rita e Luca Ricolfi. Ed io chiudo la rivista, in attesa di tempi migliori – che comunque arriveranno non appena la riaprirò ad un'altra pagina.

Nessuno dei quattro è anche solo lontanamente un giovane, nessuno di loro è bello e nemmeno abbronzato (in compenso Tremonti ultimamente presenta strane e bizzarre macchie rosse sul viso, segno che forse la trasformazione è in corso e ormai nessuno può fermarlo dal diventare un grande statista), nessuno mi rappresenta veramente. E soprattutto almeno due di loro non li conosce nessuno e non vedo come possano fare a farsi conoscere dal grande pubblico, quello che pensa che il Tg1 sia un telegiornale e che Gianni Riotta svolga il suo lavoro serenamente.

E dunque, basta nascondersi dietro al comodo paravento del nuovo a tutti i costi o dell'usato come nuovo, 'chè tanto l'Italia non sarà mai pronta per un Obama e/o un soggetto che comunque porti con sé una ventata di cambiamento. L'Italia è il paese in cui tutto cambia per non cambiare. A questo punto tanto vale dire l'unico Obama italiano è Clemente Mastella, ingiustamente boicottato ma sempre pronto a ritornare in pista, con la stesso sprezzo del ridicolo di sempre.

19 novembre 2008

LA PECORA ROSSA

La situazione è drammatica ed ormai nel mondo non ci sono più certezze. Tutto ciò che pareva ormai stabile ed inamovibile si è capovolto, gettando le istituzioni nel caos più totale. Stiamo andando tutti alla deriva, e non capiamo nemmeno il perché. Anzi, un motivo in realtà c'è. Ma è un motivo che non ha spiegazione logica, ed oltretutto il quadro appare ancora più confuso perché nemmeno la tecnologia riesce a farci comprendere ciò che è successo veramente negli Stati Uniti nei giorni scorsi.

Ma andiamo con ordine. Martedì 4 novembre, al termine dell'ultima giornata elettorale, è stato all'unanimità dichiarato vincitore Barack Obama, il candidato democratico. Scene di giubilo, grande emozione, fiumi di parole, televisioni, giornali e blog invasi dal punto di vista di chi ci credeva veramente, di chi si è salito sul carro del vincitore, di chi è stato fortemente critico, di chi si è disperato per la sconfitta e di chi semplicemente ha scelto di assumere posizioni apparentemente fuori dagli schemi pur di non fare la figura di colui che si accoda al mainstream obamiano.

Pareva finalmente che il mondo avesse la possibilità di cambiare per davvero e che la gente comune potesse davvero essere parte attiva di questo cambiamento, ma poi, in un batter d'occhio tutto questo fragile castello di carte è crollato in maniera fragorosa, lasciando solo cumuli di macerie. È bastato che qualcuno si rendesse conto dell'errore ed ogni certezza è svanita, lasciando spazio solo a disperazione, rabbia e sgomento. In poche parole, ancora una volta le macchine hanno sbagliato, ci sono stati errori a ripetizione nel conteggio dei voti ed il risultato finale è stato falsato. No, purtroppo non ha vinto Obama. Ma non ha vinto nemmeno McCain. Il vero vincitore delle ultime elezioni americane è stato Ròger Calero, il candidato trozkista del Socialist Workers Party. I pronostici lo davano sconfitto in partenza ma lui, nonostante il boicottaggio da parte di tutti i mezzi d'informazione, dopo la cocente delusione iniziale può ora festeggiare una inaspettata quanto meritata vittoria.

La verità è finalmente venuta a galla, ed ora il mondo intero si interroga su quale sarà il proprio futuro. Nessuno si immaginava un verdetto del genere, anche se dopo il crollo delle borse mondiali e le ultime mosse anti-crisi dell'amministrazione Bush una svolta del genere era nell'aria. Gli americani sono stati chiamati a dire la loro ed al momento del dunque hanno scelto il candidato che più li rassicurava e che incarnava un'ideologia politica che sembrava ormai un lontano ricordo. Calero ha trionfato in quasi tutti gli stati, è perfino riuscito ad espugnare l'ex feudo repubblicano Texas e quel secolare bastione liberal chiamato Stato di New York ed ora è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Si è avverato quello che era sogno per alcuni, incubo per altri.
Il mondo è sgomento ma negli Stati Uniti già si vedono i primi effetti della cura-Calero: i carri armati marciano su Washington, è stato abolito l'embargo su Cuba, Oliviero Diliberto è stato fermato mentre tentava di trafugare la mummia di Lenin per portarla in America e gli oppositori sono stati incarcerati oppure stanno fuggendo dal paese con mezzi di fortuna. Sono saltati tutti gli schemi ed i commentatori politici di tutto il mondo non trovano parole per raccontare ciò che fino a poche settimane fa sembrava una boutade di dubbio gusto.

Gli Stati Uniti hanno per la prima volta nella loro storia un presidente comunista e si respira un'aria nuova: è finita la festa per chi credeva di fare il bello ed il cattivo tempo solo perché aveva ingenti mezzi finanziari. Tanto per rendere l'idea di come negli States sia cambiata la rumba Joe l'idraulico è stato internato in un gulag in Alaska, Sarah Palin è fuggita a Guantanamo con Marilyn Manson, George Bush e Dick Cheney sono stati processati dal tribunale del popolo e condannati ai lavori forzati in una piattaforma petrolifera, Barack Obama è al sicuro a casa di Furio Colombo (con grande disappunto di Massimo D'Alema e Walter Veltroni che avrebbero voluto essere ricordati come coloro che hanno salvato dal nemico comunista il leader democratico americano ), John McCain è volato ad Arcore ma è stato rispedito al mittente perché non è abbastanza abbronzato, Clarissa Burt presiederà un'altra marcia Pro-Usa, i Guns N'Roses stanno per fare uscire un nuovo disco nonostante degli originali sia rimasto solo un iperbotulinizzato Axl Rose. Insomma, proprio un bel pasticcio che sta facendo tremare l'Occidente e toglie ogni certezza in ciò che pareva conquistato da secoli, ma intanto gli americani ricominciano a sperare in un domani migliore e l'economia mondiale piano piano sembra ripartire.

Per la cronaca, gira voce che il Premier Silvio Berlusconi abbia dichiarato ai suoi più stretti collaboratori di aver sempre creduto nella rivoluzione ed ora si aggiri nelle stanze di Palazzo Chigi con barba lunga ed eskimo.

COME SALIRE SUL CARRO DEI VINCITORI ED USCIRNE INDENNI, #5

I Guns N'Roses sono ormai finiti da un centinaio di anni, ed Axl Rose non trova niente di meglio che mettere su una band virtuale, salire sul carro del vincitore facendosi fotografare con note icone afro-americane e soprattutto far finalmente uscire un album a cui sta lavorando da almeno una decina d'anni. Una mente superiore.
Ed io non vedo l'ora di sentire Chinese Democracy anche solo per il fatto che Brian May si è incazzato con Axl Rose perché parti di chitarra da lui registrate anni ed anni fa sono state buttate nel cestino e cancellate dalla versione del disco immessa sul mercato. Data la portata storico musicale che avrà Chinese Democracy, come fare a dargli torto? Mi incazzerei pure io, e parecchio.
Una polemica emozionante per emozionanti artisti che sono degli ex sotto tutti gli aspetti da ormai quindici anni, ma cercano ancora gli ultimi scampoli di gloria prima della pensione.
Brian May è il miglior chitarrista del mondo, Axl Rose il più grande frontman della storia.
Studio Aperto è un vero telegiornale, Mario Borghezio è un grande intellettuale.
Vittorio Feltri è un vero liberale, Bruno Vespa è un giornalista imparziale.
Giuliano Ferrara è magro, Sandro Bondi è giovane, bello ed abbronzato.
Massimo D'Alema è di sinistra.
Mi fermo qui, ma potrei andare avanti all'infinito.

17 novembre 2008

LA SCIMMIA PENSA, LA SCIMMIA FA

Vedere Daniele Capezzone faccia a faccia venerdì scorso con Marco Travaglio ad Otto e Mezzo è stato qualcosa di indescrivibile, qualcosa che più passavano i secondi e più pensavi che i due venissero alle mani e si prendessero a sediate e/o calci rotanti in faccia.
Non si è capito di cosa stavano parlando, però Dignità Capezzone non diceva nulla di sensato ed interrompeva di continuo, era rosso di rabbia ed a fine trasmissione aveva il labbro inferiore che tremava, Travaglio gli rideva in faccia ed ha pure detto qualcosa del tipo “sei un cameriere e prendi le mance per andare ogni giorno a dichiarare ai telegiornali il punto di vista del tuo padrone”. Lilli Gruber non sapeva più che dire, ma è talmente rifatta che se le cedono i punti di sutura diventa come Maicol Gecson e dunque quella sera non poteva nemmeno ridere.
Uno spettacolo impagabile, momenti di estasi assoluta che entreranno di sicuro nella storia della tv e senz'altro spingeranno i giovani di tutta Italia ad interessarsi a quell'entusiasmante parco giochi che è l'arena politica italiana.
I giovani italiani vogliono sicuramente essere tutti come Capezzone.



Anzi, i giovani italiani devono imparare da Walter Zenga, che con un'arroganza che in tv non si vedeva da anni ha ricordato al giornalista Varriale come ci si comporta in pubblico. Che stile, che classe!



Questa ormai è storia della tv. Il prossimo passo è Walter Zenga vs. Dignità Capezzone in campo neutro - cioè a Porta a Porta. Arbitra Bruno Vespa.

15 novembre 2008

COME SALIRE SUL CARRO DEI VINCITORI ED USCIRNE INDENNI, #4




E fu così che anche Qoob salì sul carro dei vincitori.
E per la precisione questa benemerita emittente musicale ci è salita martedì scorso quando, approfittando dell'onda lunga della vittoria di Barack Obama, se ne è uscita con un programma-contenitore di video musicali chiamato più o meno Rock The Niggaz. Solo video con artisti musicali dalla carnagione più o meno nera, una bella accozzaglia di generi musicali che non c'entravano nulla l'uno con l'altro (ma soprattutto con il rock nel senso più classico del termine). Però cose come Battles, Rage Against The Machine e N*E*R*D non si regalano a nessuno, ed è sempre bello rivederle senza chiedersi il perché di certe forzature.
In poche parole. uno spazio da apprezzare incondizionatamente anche solo per il recupero di Groove Is the Heart, immortale capolavoro dei Deee-Lite, roba che è stata scritta nel 1990 ma riesce a suonare nello stesso tempo datatissima e molto attuale, roba da delirio di onnipotenza. Estetica, suoni, tematiche e produzione del video: tutto era tipico di quell'epoca, tutto oggi viene ripreso dai gruppi più alla moda senza che nessuno se la prenda a male, senza che nessuno se ne accorga nemmeno. I Deee-Lite avevano già detto tutto 18 anni fa, punto e basta. Ora meritano di essere ricordati ed incensati per i loro incommensurabili meriti.


Chissà che ne pensa di questo prestigiosissimo recupero un fuoriclasse come Matteo Salvini della Lega Nord. Visto stamattina ad Omnibus ad orario caffellatte con pettinata incorporata, è stato qualcosa da funzioni fisiologiche da poter espletare nel tempo di valore europeo di sei secondi netti. Camicia bianca, cravatta verde slacciata, sguardo assente, capello spettinato, è parso in netto sovrappeso rispetto alle sue ultime apparizioni televisive: praticamente, riusciva nella grande impresa di somigliare nello stesso tempo a Diego Armando Maradona e a Fat Mike. Una giovane speranza, un nuovo eroe della politica italiana che in trasmissione ha continuato a perorare la causa leghista del blocco per due anni del flusso di immigrati, riuscendo oltretutto a non scoppiare a ridere.
Una misura per rispondere alla crisi economica mondiale, dice lui. Una misura per far chiudere la gran parte delle fonderie della Padania, rispondo io. Ma meglio non farglielo notare, potrebbe offendersi. In definitiva: chi se ne frega, io non sono nessuno per contraddirlo e lui somiglia sia a Maradona che a Fat Mike, e per definizione uno che somiglia a questi due eroi è un intoccabile. Smettiamola di fare la parte della solita sinistra giustizialista che poi perde le elezioni anche quando non ci sono.
Oltretutto, Matteo Salvini è un comunista-padano, come si fa a dargli torto? Ha sempre ragione lui anche se sale sul carro del vincitore facendosi fotografare con Sylvie Lubamba, nota soubrette nonché esponente di quella celeberrima corrente di pensiero che Salvini chiama "stranieri che vengono a rubare il posto di lavoro ai giovani italiani". Sì, a Salvini e pure alla Lubamba piacerebbero molto i Deee-Lite ed il loro recupero. Se solo sapessero cosa sono i Deee-Lite.

IL MARADONA DI BARI

Il grande Antonio Cassano sta per pubblicare una biografia. In questa biografia, scritta a quattro mani con Pierluigi Pardo (all'inizio avevo capito Pierluigi Diaco, ma purtroppo è stato solo il mio udito che mi ha giocato uno scherzo – però non sarebbe poi mica tanto male una biografia di Cassano scritta da Diaco...), non si dice assolutamente nulla di nuovo su di lui: ha avuto un'infanzia difficile, il calcio lo ha salvato, ha avuto spesso un rapporto conflittuale con gli allenatori, ha comprato la patente di guida, sa leggere e scrivere ma ormai ha perso l'abitudine, è un talento purissimo che se avesse un briciolo di cervello in più sarebbe il più forte giocatore al mondo.

Dunque, l'autobiografia non è nulla per cui strapparsi i capelli. Però quando meno te l'aspetti (come una bomba) se ne esce fuori con un super-gossip che permette di conoscere un aspetto inedito del fuoriclasse barese: Cassano ha ama il cibo ed il sesso, ed ha avuto seicento o settecento donne (non ricorda nemmeno lui quante, segno che il ragazzo è sempre lucido e presente) in tutta la sua vita.

E con grande classe e prosa finissima racconta questo suo insospettabile hobby: «Non ho mai fatto cilecca, a meno che per cilecca non si attenda appunto essere veloci e un po' egoisti. Spesso ho giocato grandi partite dopo aver fatto sesso. Andatevi a vedere Roma-Juve 4-0. Avevo fatto le 6 la domenica mattina, con una delle tante amiche che avevo in quel periodo. A Madrid era ancora più facile, perché eravamo in albergo, tutti sullo stesso piano, così sopra e sotto potevi invitare chi volevi e raggiungerla nel cuore della notte. Avevo un cameriere amico. Il suo compito era portarmi 3 o 4 cornetti dopo aver trombato. Portava i cornetti sulla scala, io accompagnavo quella là e facevamo lo scambio: lui prendeva la tipa, io mi sfondavo di cornetti. Sesso più cibo, la notte perfetta». Dunque, roba da correre in libreria e gettare al macero tutta la propria collezione di libri, che tanto non servono a nulla se non a prendere di polvere ed occupare spazio prezioso sulle mensole di casa.

Ora Cassano è fidanzato con una giocatrice di pallanuoto che somiglia vagamente a Floriana Secondi del Grande Fratello e non può più regalarci prodezze del genere, però è sempre bello ricordare ciò che è stato e ciò che sarà non appena lascerà la sua fidanzata diciassettenne.
Antonio Cassano è il numero uno in campo e fuori.

12 novembre 2008

COME SALIRE SUL CARRO DEI VINCITORI ED USCIRNE INDENNI, #3

Primi effetti del cambiamento epocale attualmente in corso nel mondo: sull'onda della vittoria di Barack Obama, Beyoncé ha sentito l'irrefrenabile bisogno di fare sapere al mondo intero che vuole diventare la prima Wonder Woman nera. E fin qui niente di strano. Sembra la solita favola della cantante che parte dal nulla e riesce a costruirsi una carriera fino a diventare una stella di fama mondiale, un'artista che può permettersi di dire la sua in campo socio-politico senza che nessuno abbia per questo nulla da ridire, ma c'è molto di più.
Ci sono anni di sacrifici, anni di sofferenza, anni di ostracismo verso la sua figura (ritenuta troppo pop da certa sinistra che poi crede che Massimo D'Alema sia di sinistra). Ci sono inizi in sordina, sforzi sovraumani per emergere grazie al padre introdotto nell'industria discografica e poi l'inarrestabile crescita artistica. C'è un convinto e sincero sostegno a Barack Obama, fin da quando il Senatore dell'Illinois ha deciso di partecipare alla corsa alla precedenza.
Dunque, Beyoncé nuova Wonder Woman nonché liberal convinta.
Peccato solo che fino all'altro giorno sostenesse attivamente il presidente in carica (fortunatamente a termine) George W. Bush, prendendosi pure il lusso di schierarsi a suo favore in occasione della campagna per le presidenziali del 2004.
Ma va bene lo stesso, l'importante è salire sul carro del vincitore ed indossare in pubblico la t-shirt di Obama. O farsi fotografare insieme a Vasco Brondi.
O addirittura fare come un ammuffitissimo e ben pettinato Morgan che, ospite del programma di Maurizio Crozza su La7, canta una canzone di Tenco e 53 secondi dopo non resiste e cita “un gruppo che si chiama Le Luci della Centrale Elettrica”. Mi chiedo solo come abbia fatto il grande Crozza a non ridere in faccia a questo bieco tentativo di non arrendersi all'inesorabile scorrere del tempo cercando pure di mostrarsi al passo con i tempi. Roba da bollino rosso, roba che se me l'avessero detto anche solo un anno fa non ci avrei creduto.
Il boriosissimo Morgan che ha l'umiltà di saltare sul carro dell'attuale vincitore Vasco Brondi è davvero un fenomeno che non ha una spiegazione scientifica. Meglio alzare bandiera bianca e lasciare che la natura faccia il proprio corso, tanto tra vent'anni la pettinatura di Morgan verrà studiata nelle università italiane.