22 ottobre 2009

PROFESSIONE SCOLAPASTA



L'onorevole Paola Binetti ci ha visto giusto: meglio stare in un partito dove puoi recitare la parte dell'emarginato piuttosto che andartene tra la tua gente a farla da padrone. A stare in disparte e a fare la voce fuori dal coro ci si guadagna sempre (come minimo ci si guadagne in stima e solidarietà da parte dei presunti avversari politici, ma a volte si riesce ad ottenere qualcosa in più) ed in più facendo così diventa possibile costruirsi una solida carriera a dispetto di chi ti ha lanciato. Tradotto in parole povere: lei se ne stia lì dov'è, che se ne vada chi l'ha voluta candidare a tutti i costi o, in alternativa, che se ne vadano di colpo gli elettori così chi l'ha voluta candidare a tutti i costi sarà costretto a passare il resto dei suoi giorni nascosto in un fienile, al riparo dall'ira dei poveri operai che un tempo ci credevano sul serio e che ora si sentono traditi (sempre che esistano ancora operai che votano a sinistra invece di votare Lega oppure Silvio Polanski).

Eppure la Binetti fondamentalmente è una persona come tutte le altre: non mangia i bambini, ha smesso di utilizzare il termine “pettineria” non appena la rivista Paninaro ha cessato le pubblicazioni, ha una certa predisposizione per le attività manuali tipo uncinetto, ama la vita mondana, ama il prossimo più di se stessa, ascolta musica metal come quando era una ragazzina, scrive per riviste e webzine specializzate, fuma sigarette Davidoff al mentolo, beve birra scura (meglio se di elevata gradazione alcolica) e va in chiesa una volta al giorno. Insomma, ama fare tutto quello che amano fare i ragazzi e le ragazze della sua età. Dove sta il suo grosso problema? Sta nell'omofobia.

La Binetti in materia di omosessualità ha sue opinioni (opinioni fascistoidi e bigotte, aggiungerei), che purtroppo sono più o meno le stesse opinioni della maggior parte degli italiani (o, almeno, di una larga fetta dell'opinione pubblica – la maggioranza silenziosa che non si espone mai, non ha un'opinione ben precisa su nulla, crede alle leggende metropolitane e passa le sue giornate ad informarsi utilizzando principalmente il mezzo televisivo e/o carta straccia come City, Metro o Leggo, vivendo altresì convinta che i gay siano pervertiti e/o malati da redimere).

Fa male dirlo, ma la Binetti è lo specchio di certa Italia che si indigna se circolano voci su una presunta omosessualità di George Clooney, con in sovrappiù un fervore religioso di tutto rispetto (non è dato sapersi se sia un fervore di facciata o sia un fervore animato da reale convinzione). Cosa c'entra con un partito che osa definirsi 'progressista' in un paese fondamentalmente conservatore come l'Italia? Nulla. Quanti voti porta un personaggio come lei? Nessuno. Perché candidarla? Per puro spirito di testimonianza, per far vedere che la strategia vincente è quella del 'ma anche'. Quali interessi particolari stanno dietro ad una candidatura come la sua? All'apparenza nessuno, e spero di non sbagliarmi. Perché tenerla lì? Perché altrimenti diventa una martire immolata sull'altare della libertà di opinione.

Bisognava pensarci prima, ormai è tardi ed è inutile piangere sul latte versato. Fu candidata da Rutelli e Franceschini nel 2006 quando tutti a sinistra erano convinti di vincere le elezioni a mani basse e candidavano cani e porci (aiutati anche da una prodigiosa legge elettorale che favorisce tali manovre). Che la Binetti stia lì, comoda e tranquilla, monumento ad una dirigenza che ha fatto il suo tempo e non ne imbrocca più una perché ha perso il contatto con la realtà. Che chi l'ha voluta paghi il conto, e pure molto salato. Se Gianfranco Fini è diventato la grande speranza del popolo di sinistra un motivo ci sarà, no?

2 commenti:

Francesco Porcelli ha detto...

"ha smesso di utilizzare il termine “pettineria” non appena la rivista Paninaro ha cessato le pubblicazioni": quindi vuoi dirmi che i paninari usavano il termine pettineria?

accento svedese ha detto...

Sì, usavano pettineria, gallo, babbi, squinzia et altri termini ormai desueti (però, non del tutto scomparsi dalla faccia della Terra). Dei veri uaild bois.