31 agosto 2011

CARA DEMOCRAZIA

C'è qualcosa di meglio del digitale terrestre, quella grande invenzione di Maurizio Gasparri che ha rivoluzionato la vita degli italiani e delle italiane? Accendi la tv ed hai a disposizione circa novecento canali diversi, talmente tanti che non segui più nulla e le uniche cose che vedi sono quelle in cui ti imbatti per caso e/o per fortuna. C'è di tutto (vado a braccio: dal wrestling di CanalOne ai programmi para-religiosi di Tv2000, dalle partite del campionato di calcio argentino di Sportitalia a decine e decine di emittenti musicali che sempre gli stessi video, dalle televendite dell'integratore OltreSex per aumentare le proprie prestazioni sessuali a repliche di Non è la Rai, dalle gare di poker commentate da Ciccio Valenti alle gag di Paperissima commentate da Ciccio Valenti) e di più (immagini che si bloccano lasciando le persone di fronte alla telecamera in pose esilaranti, segnale che va e viene, emittenti che scompaiono all'improvviso per venire improvvisamente sostituite da altre emittenti sconosciute). Una goduria, davvero. Ci sarebbe da abbandonare il lavoro per rimanere chiusi in casa 24/7, a guardare programmi a caso e ad impazzire per colpa (o per merito) degli stessi. Un grazie a Gasparri per l'invenzione del secolo.

Letture di un certo livello, non scontate al 15%: Nick Kent - Apathy For The Devil

Viviamo in un epoca in cui scrivere di musica in senso stretto non conta praticamente più nulla perché di fatto i dischi escono che sono già vecchi, sentiti e strasentiti. E non solo perché cominciano a circolare in rete due mesi prima della loro reale uscita sul mercato: nel mondo della musica ormai tutto è già stato detto e fatto e non si inventa più nulla di nuovo, e se lo si inventa la cosa che ne vien fuori è talmente inascoltabile da rappresentare pura masturbazione mentale. In virtù di tutto questo, chi ha ancora voglia di leggere di un disco, delle sue caratteristiche tecniche e delle sue presunte peculiarità così come ce lo raccontano le pedantissime ed accademiche recensioni alla Assante, Bertoncelli, Red Ronnie (mettiamoci anche lui anche se non è un recensore tout-court, dai. Facciamolo contento visto che ora che Letizia Moratti è stata sconfitta a Milano ha perso il lavoro) et compagnia bella? Troppo noioso, e poi nel 2011 non ha più senso. Va contro ogni logica, va contro la velocità con cui circolano le informazioni in rete. Che voglia potrei avere di leggere (faccio un esempio a caso) Red Ronnie che mi racconta che i Franz Ferdinand hanno gli stessi schemi di batteria dei Talking Heads, quando lo so già, li ho già sentiti prima che il disco nuovo uscisse, ho letto cose più dinamiche in rete ma soprattutto mi sono già stancato di loro perché ho scoperto altro e comunque li ho scoperti ben prima di lui (ma non me ne faccio un vanto dato che lui ha vissuto i Talking Heads in presa diretta)? Meglio approfondire altri aspetti, meglio ricordarsi che chi scrive è anche (e soprattutto) un ascoltatore, meglio parlare delle emozioni che un disco è in grado di suscitare nell’ascoltatore, meglio dire che cosa l’opera è in grado di comunicare anche se questo qualcosa all’apparenza non c’entra nulla con l’oggetto del discorso (che è pur sempre un disco e serve a rendere più felice il nostro tempo libero, anche se spesso e volentieri purtroppo si tende a dimenticarlo). Meglio non fermarsi davanti alla tecnica o all’accademia. L’importante è il messaggio, non il mezzo.

Tutto questo (e molto altro ancora) Nick Kent l’aveva già capito trent’anni fa anche se all’epoca non esistevano ancora la rete, gli mp3, le webzine, i blog e i forum musicali ma i dischi erano reali, gli artisti erano reali (e spesso e volentieri morivano per la loro arte), si inventava ancora qualcosa e c’era tanto da dire. In un certo senso è stato un precursore: quasi una sorta Lester Bangs inglese, partito dal nulla ed arrivato all’olimpo di NME, entrato nella storia di questa rivista musicale inglese, caduto nella polvere e risorto, ha codificato un nuovo modo di scrivere di musica ed ancora oggi è considerato una specie di maestro per essere stato colui che ha superato definitivamente ed ha reso mainstream un certo modo di parlare di musica molto distante dalla classica recensione fitta di dettagli tecnici & altri barocchismi che caratterizzavano la prosa di chi al tempo scriveva di musica (salvo eccezioni, ovviamente) e che caratterizza ancora la prosa di quei riccardoni[*] che sono rimasti mentalmente fermi al 1969. In pratica, il rock era qualcosa di pericoloso a livello sociale ma molto affascinante e Nick Kent agiva di conseguenza, deliziando il palato dei propri lettori con pezzi che parlavano al loro cuore.

Questo “Apathy For The Devil” è la sua autobiografia e, come dice il sottotitolo “Memorie dagli anni settanta”, tratta di quel decennio aureo che va dal 1970 al 1980. L’opera in questione altro non è che una collezione di esperienze di vita, scene di vita vissuta, imprese eccezionali, gioie, dolori, pensieri, parole, opere ed omissioni; il tutto è raccontato con la foga ed urgenza tipica di questo grande critico musicale che prima di essere un giornalista musicale è soprattutto un appassionato di musica che vive la sua passione con grande intensità ed ancora oggi ne fa una ragione di vita. L’infanzia vissuta in Galles, il primo concerto dei Rolling Stones da ragazzino, l’esperienza come chitarrista nel primo embrione di formazione dei Sex Pistols, l’amicizia con Iggy Pop, i tour a seguito dei Led Zeppelin, la prima striscia di eroina con i Can, le metamorfosi di David Bowie, le prime avvisaglie di ciò che musicalmente parlando sarebbero stati gli anni ottanta, tante altre cose che non vale la pena di stare ad elencare perché è molto più bello scoprirle leggendole: roba forte, insomma. Roba che ti aiuta a saperne di più e magari a capire perché vale ancora la pena di provare a divertirsi scrivendo della musica che si ascolta e si ama.

[*]riccardoni: grandi esperti in materia definiscono come riccardone (a volte scritto anche Riccardone, con la R maiuscola per rafforzare il tutto) il tipico audiofilo che pensa che il massimo della libidine siano il pomp rock, il prog degli Yes o magari gli assoli di Mark Kopfler da mettere a palla sull’impianto stereo Marantz per farli sentire agli amici e far notare loro la grande pulizia del suono. Spesso e volentieri il riccardone trascura l’igiene personale, ha la forfora stile ghiacciai dell’Himalaya, una pettinatura abominevole ed indossa pantaloni con le pinces. E spesso e volentieri ha pure grossi problemi di inserimento sociale, ma questo è un altro discorso che esula dall’aspetto musicale della faccenda

(IFB)

30 agosto 2011

CALIFORNIA DREAMING, CALIFORNIA STREAMING

Guardando Studio Aperto ho appreso che i Red Hot Chili Peppers terranno un concerto a Colonia per presentare il nuovo disco in anteprima ed il tutto potrà essere visto in diretta via satellite nelle multisale Uci Cinema. Ma non facevano prima a fare tutto in streaming su Internet, facendo magari una cosa del tipo “paga quanto vuoi per vederci presentare dal vivo un disco che in rete gira già da una decina di giorni”? Sicuramente sarebbe costato meno e l'avrebbe visto molta più gente, bisogna poi vedere se i Red Hot Chili Peppers sanno cos'è lo streaming (se fossero ancora ventenni e selvaggi come ai tempi di Hillel Slovak qui scatterebbe la gag “l'unico streaming che conoscono è lo stream of cocaine tra Messico e California", ma siccome i Red Hot Chili Peppers sono padri di famiglia ed ultimamente alla chitarra hanno loro figlio non scatta nulla).

Comunque, costi quel che costi ci vado perché la portata storica dell'evento è paragonabile solo ad Al Bano che si esibisce alla festa del Partito Democratico a Ravenna. Non sto più nella pelle, già sto pregustando l'attimo in cui gli spettatori faranno singalong, tireranno fuori gli accendini ed inizierà a piovere a dirotto perché gli accendini han fatto partire l'allarme antincendio. I'm With You comunque è un gran bel disco.

BENDARSI E POI SCEGLIERE A CASACCIO I VESTITI DALL'ARMANDIO IS THE NEW RELIGION

Di tutta l'overdose mediatica legata al Meeting di Comunione e Liberazione (in tv ne parlavano di continuo e non se ne davvero poteva più. Quanti schiaffi ho dato al televisore...) resta una sola domanda che probabilmente mai avrà risposta: perché Roberto Formigoni si veste così? Dico, perché indossa giacche che sembrano di cartone pittato con colori assurdi e camicie che se le guardi rimani ipnotizzato? Chi glielo fa fare? Si droga per riuscire ad indossare quei vestiti con disinvoltura? Ci guadagna qualcosa o lo fa di sua spontanea volontà? In base a quali criteri accosta i colori? C'è una logica o si affida alla sorte? Chi gli sceglie il guardaroba, Paperino? Dove fa acquisti di solito, all'Uba Uba? Sono confuso.

Se fossi un abitante della Lombardia lo voterei perché ha un grande coraggio a vestirsi così nel 2011. Anzi no, voterei gli altri a prescindere. Anzi no, non voterei proprio visto quello che (si dice) era solito combinare il suo sfidante alle ultime elezioni regionali Filippo Penati. Anzi no, no, no (scusa a caso per citare Dawn Penn, una che col lampadatissimo Formigoni ha in comune solo il colore della pelle e la passione per i colori sgargianti).

28 agosto 2011

MI ALZO CON L'AGILITÀ DI UN CARTONATO (cit.)

Un uccellino mi ha detto che il nuovo di J-Ax è una bomba. Questo uccellino (che per intenderci è lo stesso che parlava con Alex Del Piero e probabilmente lo stesso per cui Zeman ha sollevato tutta quella polemica sul presunto doping di Del Piero, che figata) me ne ha pure portata una copia lasciandola sul davanzale della mia finestra, ed io ovviamente l'ho ascoltata rendendomi conto che è davvero una bomba.

Meglio prima(?) è un disco vero in cui ci sono tanta dance (anzi no, tanta eurodance – oltretutto di quella buona)(addirittura Ramirez in Na'-Bomba!!!) e pure inaspettati guizzi ska (Da Milano a Pizzo, che in sovrappiù ha un bel testo di denuncia sociale), garage (Italianimal), reggae (Il mostro sei tu!) ed electro punk (Farlo con te, Musica da rabbia) ma soprattutto è un disco sincero fatto da una persona sincera (ad occhio è croce J-Ax mi pare uno che ci crede, dice quello che pensa ed è sempre se stesso, in tutte le sue evoluzioni ed in tutti i suoi cambiamenti – ma non lo conosco di persona e non posso garantire al 100 %, o forse sì) che dice ciò che pensa ed è in grado di sfoderare nei testi frasi tipo “mi alzo con l'agilità di un cartonato”, frasi che più che un semplice insieme di lettere e spazi sono autentici colpi di genio.

Domenica da coma gira nel mio lettore in loop da un paio di giorni e non riesco ad ascoltare altro. Sono arrivato perfino a cantarla sotto la doccia o mentre mi faccio la barba (perché si dice “farsi la barba” poi? Non lo so). L'uccellino aveva ragione, l'uccello vince sempre in questo mondo prettamente maschilista fatto di gente come me che per cantare deve farlo da sola mentre si fa la barba perché si vergogna a farlo in pubblico. E comunque J-Ax è meglio adesso, altroché.

CHI FERMERÀ LA MUSICA / L'ARIA DIVENTA ELETTRICA / E UN UOMO NON SI ADDOMESTICA / LE CORDE MI SUONANO FORTE



Massima stima per i Limp Bizkit, che nel 2011 hanno ancora il coraggio di uscirsene con un video di un'ignoranza abissale in cui ci sono i macchinoni gialli, le fighe mezze nude, le evoluzioni in skate, un chitarrista truccato e Fred Durst col cappellino rosso in testa. Grandissimi, il video in questione l'ho visto cinque volte di fila ed ho iniziato a muovermi come Fred Durst, uno che non conosce il significato del termine vergogna e nonostante non se lo fili più nessuno continua ad essere arrogante come se fossimo ancora nel 2001 e lui all'apice del successo si trovasse ancora una volta a cantare Wish You Were Here accompagnato dai Goo Goo Dolls ad una trasmissione di Mtv in ricordo delle vittime dell'11 Settembre. Per non parlare del disco nuovo uscito da poco, che suona che è un piacere e nonostante sembri una fotocopia dei primi tre dischi del gruppo è molto meglio perché ha una produzione stellare e canzoni praticamente perfette (per il genere, che comunque non è esattamente roba da laureati in fisica). È favoloso ascoltarlo in auto a volumi da arresto, soprattutto se sei fermo al semaforo affiancato ad un'auto guidata da un anziano e lo spaventi tantissimo quando parti sgommando col tuo SUV.
Bel ritorno davvero.

26 agosto 2011

Blasco, Sei e rimmarai PER SEMPRE il Migliore..VASCO è UNA FEDE, BASTARDO CHI NON CI CREDE!! (cit.)



L'altra sera sono andato fuori a mangiare ed ho preso una pizza prosciutto e fascismo. Era parecchio buona però ho fatto un po' fatica a digerirla, mi sa che è stato per via dell'olio di ricino usato in abbondanza per prepararla. La prossima volta non la prendo più perché non voglio poi passare tutta la notte a fare incubi terrificanti, non è da me.

Tanto per dire, dopo una pizza del genere ho sognato che i pagatissimi calciatori del campionato italiano volevano fare sciopero e che Cinghialone Calderoli diceva che visto che fanno sciopero devono pagare il doppio del contributo di solidarietà. Un sogno sulla carta assolutamente ridicolo, però intanto io ho riposato malissimo ed al mattino mi sono svegliato sudato marcio ma soprattutto circondato dalla nuvoletta verde come i personaggi di The Sims quando non fai far loro il bagno ed iniziano ad aver problemi di inserimento sociale perché puzzano assai (figata The Sims, sono praticamente certo che mettendolo su Facebook lo rovineranno).

Meno male che poi ho letto che a settembre esce un film su Vasco Rossi, così almeno ho preso coscienza del fatto che è ridicolo che i calciatori di serie A scioperino (tra l'altro non so nemmeno il perché e non ho voglia di sbattermi per cercarlo) ed è altrettanto ridicolo che ultimamente Cinghialone Calderoli dica la sua su qualsiasi cosa. Tra l'altro non vedo l'ora di andarlo a vedere questo benedetto film su Vasco, mi sa che ci sia da ridere ma soprattutto da bloccarsi la digestione tantissimo.

25 agosto 2011

LA TRIBÙ DEI PIEDI NERI ESISTE ANCORA

Avvistati Gheddafi ed i suoi figli (tra cui quello calciatore che ha giocato pure in Italia e che a quanto si dice con il suo jet privato portava i calciatori dell'Udinese a vedere gli spogliarelli al Crazy Horse di Parigi - bella cosa le leggende metropolitane riguardanti i calciatori): erano al Ferrara Buskers Festival e suonavano la pizzica travestiti da falsi musicisti di strada (e dunque, con pantaloni a righe, canotta, capelli a carciofo, Birkenstock ai piedi, zaino Invicta con annesso cartone di Tavernello all'interno, ascelle tonanti e tutto il necessario), ottenendo grande successo perché - si sa - la pizzica piace a tutti. Gli 1,6 milioni di dollari sono miei, e glielo riporto morto perché tanto uno che per salvarsi il culo finge di essere un musicista di strada che suona la pizzica è morto dentro.

Ed a proposito di morti dentro (ma soprattutto fuori): Berlusconi new look dimagrito di quattro chili che incontra il primo ministro del Consiglio Transitorio Libico ed è truccato da sembrare ancora di più una salma. Da paura, ma è ancora convinto di contare qualcosa a livello internazionale oppure si è reso conto che di cose che valgono a livello internazionale gli è rimasto solo il Milan?


Un disco con i controcazzi: Pnau - Soft Universe

Contestualizziamo, perché per capire certe cose è importante anche sforzarsi di inserirle nel loro contesto naturale: i Pnau sono in due ed in Australia sono (quasi) dei divi, mentre in Europa non se li è mai filati (quasi) nessuno. Sono in giro da più di dieci anni, uno di loro due è la metà di quei famigerati Empire Of The Sun che un paio di anni fa fecero il botto ed iniziarono ad allietare (o ad infestare, a seconda dei punti di vista e dei gusti personali) le tv musicali e le frequenze radio di regime, l’altro ha arrotondato lo stipendio lavorando come produttore, remixer e all’occorrenza ghost writer di famose popstar. Il loro omonimo disco precedente è del 2007 ed è uscito prima del botto degli Empire Of The Sun, in Australia è stato un successo mentre in Europa no. Era un buon prodotto ma era molto disomogeneo, pareva più una raccolta di singoli usciti nel corso di un arco temporale di cinque/sei anni che un album vero e proprio e lo si ascoltava proprio così, come un bel dischetto di cui ascolti un paio di pezzi scelti a seconda del tuo stato d’animo poi passi ad altro perché lo stato d’animo cambia in fretta e la musica va di conseguenza. La vita è sempre una questione di mood, non si scappa.

Ed ora che siamo nel 2011 e l’esperienza Empire Of The Sun ha insegnato loro qual’è il mood giusto (il mood di chi ha preso coscienza dei propri grandi mezzi e del proprio talento ed ha capito che può scrivere grandi canzoni, fare un album che non sia una mera collezione di singoli e all’occorrenza anche farci i soldi) i Pnau se ne sono usciti con un disco pomposamente intitolato “Soft Universe”, un album che riesce finalmente nell’impresa di suonare omogeneo dall’inizio alla fine e che più o meno sta alla musica di oggi come “United” dei Phoenix stava alla musica degli Anni Zero. Ossia, lo stesso recupero della musica di due decenni prima (il soft rock da radio Fm anni settanta per i Phoenix, i New Order e più in generale tutto quel technopop carico di spleen che ha caratterizzato certi anni anni ottanta per i Pnau) finalizzato ad una freschissima scrittura pop adolescenziale con i piedi ben saldi nel passato e lo sguardo rivolto al futuro. In definitiva in questo disco i Pnau dimostrano di saper guardare molto lontano e tirano fuori dal cilindro una sorta di house music da arena, fatta di cassa dritta, sintetizzatori che paiono provenire da una discoteca ibizenca a caso, chitarre evocative e ritornelli killer da cantare a squarciagola (il primo singolo “The Truth” è da lacrime agli occhi ed un clamoroso esempio di brano che potrebbe anche incendiare le platee di mezza Europa, se solo qualcuno si decidesse ad offrire a questo duo australiano la visibilità che merita) per esorcizzare ogni traccia di paranoia e nel contempo ballare e divertirsi – che del doman non v’è certezza.

Preso così potrebbe anche diventare un disco con il quale trovarsi per forza a fare i conti in spiaggia nei resti di questa estate che sembra non arrivare mai e quando arriverà sarà già finita, e nel momento esatto in cui “Soft Universe” si chiude con la enigmatica e sognante “Waiting For You” – una cosa che non c’entra nulla con il resto e sembra uscita da un film di Frank Capra visto sotto sedativi oppure da un disco dei loro conterranei Avalanches – ci si rende conto che la vita è una cosa meravigliosa proprio perché c’è musica come questa ad allietarla. Si entra nemmeno tanto in punta di piedi ed uscirne è molto difficile.

(IFB)

24 agosto 2011

IL GATTO E LA VOLPE

Di tutto questo bailamme riguardante crisi economica, manovra finanziaria di emergenza, varie ed eventuali la cosa che colpisce di più è una sola (anzi due perché riguarda due persone e quindi vale doppio): Casini e Rutelli che a quasi sessant'anni di età parlano di modernità e dichiarano che sono per riformare mondo del lavoro e pensioni. Fa troppo ridere questa cosa, davvero. Hanno mai lavorato veramente un giorno in vita loro? Hanno mai sudato per lavorare? Hanno mai fatto i pendolari per lavorare? Sono o no culattoni raccomandati (nel senso sgarbiano del termine, s'intende)? Non sono stanchi di essere considerate nuove promesse della politica pur avendo appunto quasi sessant'anni? Le loro pensioni le toccheranno o toccheranno solo quelle degli altri? E loro, si toccano ancora nonostante abbiano quasi sessant'anni (non ci sarebbe nulla di male, tra l'altro)? Son queste le domande che nascono spontanee, la risposta non c'è perché bisognerebbe chiederlo a loro ma non credo abbiano tempo e voglia di rispondere in maniera dettagliata.

21 agosto 2011

L'ITALIA TRA 150 ANNI



Sono finite le vacanze ed ora tanta voglia di ricominciare, abusivamente (cit.). Son stato una settimana alla Giornata Mondiale della Gioventù[*] a Madrid a 210 euro tutto compreso (scroccando alla grande a quei bigotti che organizzavano il tutto ed evitando accuratamente di partecipare agli eventi in programma, preferendo io andare a spasso per le vie della capitale spagnola a vedere come gira davvero il mondo – rileggendo questa frase mi rendo conto che non è scritta in italiano, ma va bene così) e soprattutto prima di Madrid son stato una settimana ad Ibiza, a fare balconing e ad osservare gli italiani all'estero (spiaggia mai e discoteca mai, non mi piace perdere tempo e poi le pasticche a disposizione le avevo già vendute tutte ad alcuni ragazzi che erano diretti alla Giornata Mondiale della Gioventù, dunque non c'era ragione di fare troppa vita sociale). Ad Ibiza ne ho viste di cotte e di crude, ed è stata una esperienza che mi ha talmente tanto cambiato la vita che ho deciso di trasferirmi lì e guadagnarmi da vivere aprendo un chiosco di piadine così gli italiani in vacanza possono finalmente mangiare qualcosa di italiano e sono contenti perché si sentono a casa. Ed io sono più contento di loro perché li imbroglio con cibi di scarsa qualità e guadagno un sacco di soldi alla faccia della loro mammà che li ha cresciuti a partite degli Azzurri, pizza margherita & spaghetti al sugo, ma questo è un altro discorso che non sto qui ad approfondire anche perché l'argomento da approfondire è quello degli italiani all'estero – quindi non divaghiamo.

Non è bello generalizzare ma lo faccio perché sono un italiano medio pure io e ragiono solo per macrocategorie, aggregazioni, semplificazioni e/o sfide uno contro l'altro tipo partita di calcio: gli italiani all'estero li riconosci subito perché se vedi uno che sta facendo una figura di merda puoi star sicuro che è in italiano (anzi no, un itaGliano). Si rivolgono in italiano (o, peggio, in dialetto) alla popolazione locale credendo di essere compresi, e quando si rendono drammaticamente conto che non è così iniziano a gesticolare generando situazioni assolutamente comiche, tutte da ridere tantissimo. Cercano di barare sui biglietti dell'autobus o della metro sostenendo di averli appena acquistati anche se la data è quella del giorno prima, e quando si vedono senza scampo iniziano a scagliare generiche minacce a caso verso chi (a loro dire) li avrebbe fatti fessi (più che minacce sono in realtà disperati tentativi di salvare la faccia e mantenere il proprio buon nome, cosa che li illude di essere vincitori quando tutti in realtà stanno ridendo di loro e li pigliano allegramente per i fondelli). In spiaggia giocano a calcio o a racchettoni come se fossimo a Riccione, e se urtano qualcuno si incazzano pure. Vogliono mangiare cibo italiano e si lamentano del cibo locale, senza però sapere bene il perché. Vogliono camere d'albergo perfette e non sanno accontentarsi anche se le hanno avute per un prezzo stracciato. Fanno partire un applauso quando l'aereo atterra (non ho mai capito il motivo di questa usanza tutta italiana) e quando poco prima il comandante aveva detto di prepararsi all'atterraggio e riportare i sedili in posizione verticale non lo hanno fatto perché non conoscono il significato del termine “posizione verticale”.

Potrei andare avanti all'infinito ma mi fermo qui, perché quando vado all'estero anche io in fondo sono italiano all'estero e comunque sto diventando più bacchettone di quei fanatici che partecipano alla Giornata Mondiale della Gioventù perché ci credono davvero e vanno totally wild quando arriva sul palco Benedetto. Bella la vita che se ne va (cit.).

[*] perché poi si chiama Giornata Mondiale della Gioventù ma dura una settimana? Non riesco a capirlo. Per chiamarsi Settimana Mondiale della Gioventù quanto avrebbe dovuto durare, un mese o un anno?

19 agosto 2011

NESSUNO FLUIDIFICA, NESSUNO MARADONA. NESSUNO SUGLI SPALTI, NESSUNO IN CANTINA, NESSUNO ALLO STADIO, NESSUNO DI NESSUNO



Qualche sera fa mentre ero in auto fermo al semaforo di Viale Ceausescu mi si sono affiancati due ragazzi che ascoltavano Gigi D'Alessio cantando a squarciagola e tenevano i finestrini completamente abbassati. Basterebbe questo a chiuderla qui e tuffarsi tra le ortiche in un campo in pieno agosto ma c'è di più, molto di più. C'è che questi due tipi hanno iniziato ad armeggiare con l'autoradio perché cercavano una canzone specifica, c'è che vedevo benissimo il display dell'autoradio, c'è che il display indicava 238 file (segno che ascoltavano sì mp3, ma erano tutti in un'unica cartella e dunque erano scaricatori compulsivi di singoli file e non di specifici dischi interi – probabilmente usano ancora eMule, sia per scaricare mp3 che suonerie moleste per il cellulare), c'è che se lì sono passati tutti in rassegna ed hanno trovato quello che cercavano, c'è che a quel punto il display segnava “Gigi Finizio – nuovo singolo”, c'è che sicuramente hanno scaricato quel file digitando nel motore di ricerca di eMule “nuovo singolo di Gigi Finizio” e c'è che quel file potrebbe essere il nuovo singolo di oggi ma anche di dieci anni fa, sia perché le canzoni neomelodiche son tutte uguali ma soprattutto perché qualsiasi mp3 può chiamarsi nuovo singolo ed il nome di certo non cambia da solo anche se cinque mesi dopo esce un altro nuovo singolo.

E magari non avevano neanche l'aria condizionata in auto perché se hai l'aria condizionata non viaggi con i finestrini aperti, ma probabilmente erano alla ricerca di una personale versione dell'effetto-Giamaica[*] e pertanto li rispetto a prescindere, evitando di dire che se l'Italia è messa come è messa è anche perché c'è gente che se deve scaricare un nuovo singolo di un cantante non ha nemmeno la sbatta di cercare il titolo in rete per essere sicura di trovare il file giusto ed allora scarica a caso contando sulla buona sorte. Ovviamente quando è scattato il verde sono ripartiti sgommando, ed io ero ancora lì a pensare e tutti dietro di me suonavano. Dannato Gigi Finizio, che tra le altre cose non so neanche chi sei.

[*] effetto-Giamaica: antica pratica automobilistica basso-padana fine anni '90 che consisteva nel viaggiare ad alte velocità di sabato sera (ma a dire il vero qualsiasi altra sera andava bene, bastava essere in pieno inverno con ghiaccio, nebbia et altri agenti atmosferici vari ed eventuali) tenendo il riscaldamento dell'auto a palla e contemporaneamente i finestrini abbassati per far entrare l'aria ghiacciata. Il giorno dopo si era di sicuro tutti a letto con la febbre, ma vuoi mettere la soddisfazione? E vuoi mettere la soddisfazione di farlo adesso che le auto hanno tutte il climatizzatore ed è possibile anche invertire i fattori tenendo l'aria condizionata a palla e finestrini giù per fare entrare l'aria calda?

17 agosto 2011

LA RADIO, QUESTA SCONOSCIUTA



Diciamo la verità: MoneyGrabber di Fitz And The Tantrums è uno dei tormentoni estivi più belli degli ultimi dieci anni. È roba a livello di Dancing In The Moonlight dei Toploader, però è meno moscio e più soul (peraltro Dancing In The Moonlight era una cover, quindi non so se valga come tormentone estivo -ad occhio e croce direi di sì, ma per stare sul sicuro è meglio chiedere a Vincenzo Mollica). Ti vien voglia di salire in macchina, accendere la radio sintonizzandoti su una stazione radio a caso (tanto puoi star sicuro che prima o poi la senti) e partire a tutta velocità sfidando autovelox e safety tutor, direzione mare, montagna o quel cazzo che vuoi tu.

E poi ascolti il disco e ti rendi conto che incredibilmente è tutto a quel livello, solo che nessuno ci farà caso perché Fitz And The Tantrums sono già nell'immaginario collettivo per MoneyGrabber (anzi, solo MoneyGrabber è nell'immaginario colletttivo, il gruppo nel caso dei tormentoni estivi spesso e volentieri diventa un particolare secondario) e nessuno troverà il tempo per approfondire il resto. Proprio come avvenne per i Toploader, che fecero altri singoli ed altri dischi ma non se li filò nessuno e si sciolsero a causa degli insuccessi. Tra l'altro i Toploader si sono di recente riformati, non lo sapevo nemmeno perché le reunion delle cosiddette one hit wonder son cose a cui non presto troppa attenzione. Forse sono troppo ancorato al passato, ma preferisco ricordarle com'erano e non vedere persone gonfie di alcool & droga, veleni ingurgitati per uccidere i propri demoni e cercare di salire un treno che è passato una volta e non passerà mai più.

E comunque mi auguro che Fitz And The Tantrums non facciano una fine del genere. Non se lo meritano.

15 agosto 2011

CHE FINE HA FATTO DANIELE INTERRANTE?



Speriamo che Mario Balotelli non ritorni a giocare in Italia perché voglio continuare a perdere tempo guardando filmati di interviste ad un nero che parla inglese con accento bresciano. Quelle che si possono facilmente trovare su YouTube sono immagini assolutamente stranianti, talmente oltre ogni immaginazione che rimango come ipnotizzato di fronte alla loro grandezza, e se inizio a pensare che Mario Balotelli è riuscito a farsi rubare una ragazza dal Trota (so anche il nome: Eliana Cartella) perché questa lo riteneva più profondo ma meno intelligente del Trota medesimo, si è presentato agli esami di maturità vestito come se dovesse andare in una discutibile discoteca milanese (se mi fossi presentato io ad un esame indossando un paio di Nike viola mi avrebbero cacciato senza nemmeno farmi proferire parola, ed allora addio vacanze estive), ha accumulato un sacco di multe dalla polizia inglese perché guida in maniera piuttosto sportiva, ha accumulato un sacco di ragazze bionde e maggiorate che paiono uscite da un pornazzo californiano fine anni ottanta/primi novanta (gradi) ma soprattutto che durante gli allenamenti lanciava freccette ai ragazzi delle giovanili del Manchester City inizia a girarmi la testa e precipito in una sorta di trance agonistica. Ed allora perdere i sensi e svegliarsi scoprendo di essere diventato nero ed iniziare di colpo a parlare inglese con accento bresciano diventa la cosa più facile ed ovvia di questo mondo, e Balotelli si trasforma immediatamente nel mio nuovo idolo calcistico prendendo il posto che fu di Antonio Cassano, un uomo che da quando si è sposato è diventato un tipo tranquillo e non combina più cazzate tutte da ridere tantissimo. C'è da dire che se Antonio Cassano tornasse quello di un tempo potrebbe formare con Mario Balotelli una coppia gol in grado di fare vincere ogni trofeo alla nazionale italiana, ma non è il caso di approfondire ulteriormente perché non siamo alla Gazzetta dello Sport e questo è un blog serio.

14 agosto 2011

TRENITALIA SOLO MUSICA ITALIANA



La figata di Trenitalia è che quando sali su un qualsiasi treno d'estate non sai mai se rischierai la liquefazione perché l'aria condizionata non funziona ed il vagone è rimasto fermo al sole per una giornata oppure rischierai il congelamento perché l'aria condizionata è sparata a manetta tipo Polo Nord (Polo Sud no, perché dire Polo Sud sarebbe esagerato e poi siamo in Padania e dunque la parola Sud non si può dire) e non è possibile alzarla di qualche grado perché ci sono solo due settaggi possibili: acceso e spento.

Sali sul treno e l'unica cosa che sai è che sfidi la sorte. Se poi ci metti la possibilità che di fronte a te si sieda qualcuno che puzza di sudore, o che prova a scambiare due chiacchiere su argomenti a caso, o che è parecchio corpulento (non dico ciccione perché sono sempre per il politicamente corretto, io) e ti toglie lo spazio vitale perché occupa anche il tuo spazio o magari tutte queste cose messe insieme ne vien fuori un quadretto talmente idilliaco che vien voglia di scappare dall'Italia o al limite smettere di pagare le tasse per finanziare un servizio che funziona malissimo nonostante (o forse per) le solite privatizzazioni all'italiana (cioè, finte privatizzazioni alle cozze e vongole).

Ma rimaniamo qui a lottare, perché il nostro posto è qua e poi andare in giro dicendo che bisogna fuggire dall'Italia è per persone con i pantaloni a righe, i dread, la canotta, le ciabatte Birkenstock ai piedi, Il Fatto Quotidiano brandito come un'ascia per colpire un immaginario nemico che in realtà non ti sente anche se finge benissimo di farlo.

08 agosto 2011

WEEKEND CON IL MORTO, WEEKEND CON IL BLASCO / VASCO LOMAX, VASCO XANAX

Cosa sta succedendo a Vasco Rossi? Ogni giorno la spara sempre più grossa, ormai è fuori controllo e non si sa più dove voglia arrivare veramente. Tanto per dire, leggevo sulla Gazzetta dello Sport che un giorno Vasco ha ringraziato gli psicofarmaci per averlo salvato in un momento buio della sua vita (ma a quanto pare ha già fatto retromarcia dicendo che non è vero nulla, lui è rock e non ha mai avuto momenti bui nella sua vita) ed il giorno dopo ha detto più o meno che Ligabue non sarà mai al suo livello perché è un bicchiere di talento in un mare di presunzione. Bum! Sì, d'accordo, novantadue minuti di risate, ma poi che cazzo vuol dire una frase del genere? A prescindere dal fatto che Ligabue dovrebbe vantarsi del fatto di non essere al livello di Vasco e magari farci pure una toppa da applicare sul retro del chiodo, ma a che titolo il Blasco parla di presunzione? E di bicchiere (a dire il vero di bicchieri Vasco se ne intende, meglio se colmi di Jack)? E di mare? E perché dirlo proprio a Red Ronnie? Che Vasco voglia aiutare un amico in difficoltà, cioè Red Ronnie? Ma Ligabue aveva detto qualcosa di strano per fare incazzare Vasco (tipo – chessò – Vasco Rossi è un bicchiere di Jack in una bufera di neve) o è solo una una sparata fatta per cercare attenzione mentre tutti sono in vacanza e se ne fottono di Vasco Rossi e della musica italiana in generale? E quanti anni sono che Vasco Rossi non scrive un pezzo? E quanti anni sono che Vasco è artisticamente finito? È ancora vivo Vasco Rossi o è morto subito dopo aver registrato Gli spari sopra? Non è che dice queste cazzate perché si sta decomponendo e i gas della decomposizione gli danno alla testa? Non è che lo portano sul palco tipo Bernie Lomax di Weekend con il morto e lui non se ne è ancora accorto? E Gianni Boncompagni non lo ha menato perché gli ha praticamente dato del pedofilo in Delusa? Chi ha incastrato Vasco Rossi? E quante volte Vincenzo Mollica intervista Vasco Rossi in un anno? Dieci? Cento? Mille? Ma non esistono personaggi più interessanti da intervistare? Ma la musica rock italiana è nata e morta con Vasco? Ma la musica rock italiana è nata e morta con la rubrica di musica del Tg1? E il canone Rai? Non lo so, sono parecchio confuso.

Ma di cosa stiamo parlando poi? Di nulla. Di una persona che non è nulla (con tutto il rispetto parlando, s'intende) e se vai all'estero e ne parli nessuno capisce perché è un fenomeno talmente provinciale che solo qui in Italia possiamo perdere tempo a parlarne. Quando morirà le tv (musicali e non) trasmetteranno per due settimane di fila suoi video in loop, ed io conto di essere all'estero quando ciò avverrà perché non appena avrò passato il confine troverò gente che non sa manco chi é 'sto Vasco Rossi e mi troverò incredibilmente a mio agio. Se penso a Vasco Rossi che dice di dimettersi da rockstar e poi penso a Lemmy dei Motorhead che è una rockstar sul serio ma non lo ha mai fatto pesare a nessuno inizio a capire perché l'Italia versa nelle disastrose condizioni socio-economiche attuali. Bisogna andarsene di corsa prima che sia troppo tardi.


07 agosto 2011

I BAGAGLI INCUSTODITI POTRANNO ESSERE SOTTOPOSTI A CONTROLLI DI POLIZIA



Ultimamente viviamo in uno stato di crisi economica permanente, eppure quando ho letto che il governo italiano blocca le ferie ed i parlamentari italiani ritornano a lavorare mi sono sentito molto più tranquillo. Mi dispiace solo per quei cento sfigati che dovranno rinunciare al celeberrimo pellegrinaggio con viaggio già pagato (probabilmente da noi contribuenti) perché è dura dover rinunciare ai propri sogni accontentandosi di ciò che passa il convento (sia in senso figurato che nel vero senso della parola), però quando il dovere chiama rispondere signorsì diventa come minimo doveroso ed i cittadini italiani sono al sicuro. Staremo a vedere che succederà sotto il sole di agosto, Silvio Berlusconi sembra sempre più una statua di cera e probabilmente con questo caldo raggiungerà il punto di fusione e si squaglierà – o molto probabilmente fuggirà ai Caraibi e non tornerà mai più, poveretto.

E l'opposizione? Non lo so, mi sono addormentato mentre cercavo in rete qualche interessante articolo in cui poter capire bene cosa ne pensano di questa crisi i dieci/quindici leader dell'opposizione e quali siano le loro ricette per uscirne. Credo che ne pensino tutto il male possibile o al contrario non ne pensino nulla, rivoglio Romano Prodi che almeno lui stava sistemando la faccenda del debito pubblico e se ne fregava di Alitalia (una delle prime cose a cui ha messo mano Berlusconi quando è tornato al governo – ed infatti si vedono i risultati), dell'Ici (infatti l'aveva già abolita, ma solo per le fasce medio-basse di reddito) e di tante altre cose di poco conto che di solito occupano le pagine di cronaca politica dei quotidiani (dei tg non parliamo nemmeno).

Romano Prodi non governa più e bisogna farsene una ragione. Tutte le volte che vado all'estero e parlo con qualcuno la seconda cosa che mi viene chiesta è “Che fine ha fatto Romano Prodi?” (la prima ovviamente è “Come fate voi italiani a votare Berlusconi?” - per la cronaca, io ogni volta fingo di cadere dalle nuvole, poi inizio a discolparmi e provo a rimediare mettendo insieme una parvenza di risposta che immancabilmente contiene la parola “pimp”) eppure son già passati più di tre anni da quando è caduto il suo governo e sarebbe ora di rendersi conto che Prodi ha deciso di dedicarsi ad altro perché non è possibile che ogni volta che vince le elezioni debba poi rendere conto del proprio operato a personaggi del calibro di Bertinotti, D'Alema e Mastella (a proposito, che fine ha fatto Clemente Mastella? Questo dovrebbero chiedermi all'estero – così avrei la possibilità di mettere insieme una parvenza di risposta contenente le parole “pimp” e “sellout”). Se solo penso che le mie trattenute in busta paga e i miei contributi Inps permettono a questi tre di vivere alla grande mi sento improvvisamente male, inizio a sudare freddo e ad avere i crampi allo stomaco tipo intossicazione alimentare. Devo trovare un sistema per evadere almeno i contributi Inps, tanto faccio parte di quella generazione che non andrà mai in pensione dunque che li verso a fare?

Se Luca Cordero di Montezemolo trova il sistema non far versare i contributi Inps a chi è lavoratore dipendente ed ha meno di una certa età (diciamo 50 anni per stare larghi, anche se in realtà ne ho molti di meno) io lo voto sicuro. Non sarà Prodi, ma è un ragazzo che sa il fatto suo e bisogna dargli fiducia.

03 agosto 2011

IL VUOTO SIDERALE



È favoloso entrare in una qualsiasi libreria ed accorgersi che nel reparto musica son spuntati come funghi libri che parlano di Amy Winehouse. Ormai si trova di tutto, dalle ristampe di vecchi libri opportunamente aggiornati a cadavere ancora caldo fino agli instant books scritti con i piedi per battere gli altri sul tempo e vendere qualche copia in più prima che la gente si scordi di Amy Winehouse (cosa che – ad occhio e croce – avverrà presto: son passati due anni dalla morte di Michael Jackson ed in occasione dell'anniversario nessuno in televisione se n'è ricordato, figuriamoci lei che era già scomparsa da un paio di anni e francamente in confronto al re del pop non era nessuno). È semplicemente scandaloso che gli editori ed i rivenditori si stiano comportando così, e meno male che qualcuno ha raschiato la parte buona del barile si è ricordato di recuperare il favoloso Su e giù con Amy Winehouse di Pete Fruit, altrimenti ci sarebbe stato veramente da impazzire di fronte a questa autentica operazione di necrofilia (tra l'altro, è già in programma un album tributo ad Amy Winehouse. Uscirà a Natale, ci sarà il fior fiore del pop femminile britannico e ci sarà pure la nostra Giusy Ferreri, opportunamente imbottita di pillole per riuscire ad emulare in tutto e per tutto le ardite performance vocali della scomparsa artista inglese. Non vedo proprio l'ora di scaricarlo).

E a proposito di necrofilia e profanazione tombe, favoloso l'editoriale di Francesco Alberoni[*] sulla droga nel mondo nella musica uscito un paio di giorni fa. Una intro che quando l'ho letta mi è venuta voglia di andare in farmacia a comprare del crack (“Dopo la morte di Amy Winehouse ho ricevuto molte telefonate di persone addolorate che mi chiedevano perché tanti cantanti muoiano così giovani di droga.” - 1, 2. 3, via: ahahahahahha hahahaha hahahahah hahahaha hahahahaha hahahahahhhhahahahahahahahahahaahah hahahahaha) e poi un elenco di grandi rockstar morte a causa della droga in cui compare addirittura Adam Goldstein, il dj dei Crazy Town che io credevo morto nell'incidente aereo in cui Travis Barker dei Blink 182 (pardon, dei Suicide Machines – per me rimarrà sempre il batterista dei Suicide Machines) ha rischiato di lasciarci le penne ed invece è morto per overdose qualche tempo fa. Che Alberoni sia un insospettabile fan dei Crazy Town (grande gruppo di merda, tra l'altro)? Che Alberoni sia una persona che vive in un altro mondo, quello in cui dalle canne si passa alle pillole e poi obbligatoriamente alle pere? Che Alberoni si droghi peso? Francamente non lo so, e non me ne importa nulla. Mi importa solo ridere tantissimo leggendo pezzi del genere e mi importa cercare di contattare Alberoni per chiedergli se per caso necessita di un ghost writer. Mi sacrificherei molto volentieri, magari dietro pagamento di un lauto compenso (certi vizi costano, e quando si tratta di vizi io non guardo in faccia a nessuno).

E a proposito di necrofilia e profanazione tombe (repetita juvant, Repetto juvant), Rihanna ha partecipato alle sfilate del Bajan Festival alle Barbados ed il Corriere della Sera e Repubblica hanno pubblicato in simultanea le foto dell'Evento. Rihanna (qui di seguito denominata “Ricagna”, in barba al politicamente corretto e alle probabili accuse di sessismo e maschilismo che mi arriveranno a breve dal MOIGE) nelle foto era palesemente cocata, e difatti le foto sono ai limiti del porno soft perché lei probabilmente non si rendeva nemmeno conto di ciò che stava facendo. Perché Alberoni non dice nulla a riguardo? Non è abbastanza rock Ricagna (che tra l'altro c'ha una discreta panza)? E il Vaticano? E Berlusconi? E perché i siti dei giornali pubblicano cose del genere mentre in tv non le vediamo mai? Boh.

E a proposito di necrofilia e profanazione tombe (e sono tre le volte che ho ripetuto la stessa frase. Sia lodato chi ha inventato la funzione copia&incolla), leggendo un favoloso libercolo che parla in maniera adeguata di censura nel mondo della musica (italiana e non) ho scoperto che nel Clear Channel Memorandum (l'elenco delle canzoni bannate dalle radio e tv americane dopo l'Undici Settembre 2001) compariva perfino 99 Luftballons di Nena. Sono rimasto parecchio scioccato perché non pensavo che una canzone del genere potesse essere così pericolosa (anche se verificando sulla pagina Wikipedia ho appreso che era addirittura un inno new wave antimilitarista), l'ho sempre collegata ad una specifica puntata di Scrubs e non mi ero mai accorto di cosa diceva il testo - anche perché non ho fatto il liceo linguistico e non so parlare il tedesco. Purtroppo ho sottovalutato Clear Channel e, più in generale, George W. Bush (sempre a proposito di necrofilia e profanazione tombe - e sono quattro! - Alberoni non ha mai scritto nulla su Clear Channel oppure su Bush che in gioventù si drogava come una scimmia?), ma la prossima volta vedrò di stare più attento onde evitare spiacevoli inconvenienti come questo.

[*] ma non era nel CdA della Rai Alberoni? O è un suo parente?

02 agosto 2011

LA SCIMMIA PENSA, LA SCIMMIA FA, LA SCIMMIA SULLA SCHIENA



Una mattina mi son svegliato e mentre facevo colazione con una Birra Moretti da 66cl (errata corrige: era uno yogurt con i cereali, ma con questo caldo andava giù come una Moretti da 66cl bevuta in spiaggia a mezzogiorno) ho acceso la tv e mi sono imbattuto in un video nuovo dei Ti.Pi.Cal.. Cazzo, i Ti.Pi.Cal. - quelli di Colour Inside e Round And Around. Cazzo, gli eroi degli autoscontri di quindici anni fa. Cazzo, credevo non esistessero più ed invece quindici anni dopo si son riformati (o non si sono mai sciolti) e sono di nuovo a lottare insieme a noi, con un pezzo che non è niente male anche se non riesce di certo a ripetere i grandi fasti del passato (suona troppo moderno, non è che i Ti.Pi.Cal vogliono fare il verso agli Swedish House Mafia? Ci rimarrei male). Resta sempre quel nome d'arte (scritto così è uno dei più brutti della storia della musica, ma è un acronimo dei loro cognomi è va bene così), i suoni son molto cambiati ma forse è giusto così perché non siamo più nel 94-95-96 ecc. ecc. ecc. (seguono dodici righe di menate, non le metto ma è come se le avessi messe). Anzi, mi correggo: il pezzo è una bomba. Bentornati.

01 agosto 2011

IL NUOVO SINGOLO DEI RHCP HA UN TITOLO CHE NON HA SENSO, E QUESTO POST PURE



Non ci avrei scommesso una lira ma il nuovo singolo dei Red Hot Chili Peppers è bello ai limiti del clamoroso, e se tutto il disco sarà così ci sarà da divertirsi. Non ho nemmeno voglia di trovare il titolo in rete e copiaincollarlo perché è troppo complicato, so solo che il nuovo chitarrista Josh Klinghoffer (che a quanto par di capire sentendo questo singolo è grande fan degli Arcade Fire) forse è riuscito nell'impresa di rivitalizzare gli altri tre che erano ormai decrepiti. Potrebbe essere loro figlio eppure grazie a lui Flea fa finalmente sentire che sa suonare il basso, Chad Smith scopre la cowbell con sette anni di ritardo ed Anthony Kiedis finalmente non rovina tutto con un cantato che non c'entra un cazzo: una bella vittoria che a questo punto rende febbrile l'attesa per l'uscita del disco nuovo a fine agosto, a meno che il nuovo singolo che attualmente gira in rete in realtà non sia un fake. Se così fosse le cose cambierebbero di parecchio e i Red Hot Chili Peppers si confermerebbero dei falliti anche senza Frusciante.