31 maggio 2010

WINNERS DON'T USE DRUGS (Capezzone invece sì, ma tanto Capezzone è un loser e non fa testo)(e se per questo nemmeno croce)

È di nuovo estate, fa molto caldo e come ogni anno i tossici escono di nuovo allo scoperto, compiendo imprese altrimenti impossibili nei restanti mesi dell'anno. Tanto per dire, l'altro giorno ne ho visto uno che stava immobile sulla sua bici e con una mano teneva una Beck's semivuota e con l'altra suonava il campanello, ridendo come un matto perché era in botta dura e la roba che si era sparato era particolarmente buona. E poi ne ho visto un altro che camminava a quattro zampe perché stava cercando cicche di sigaretta spente. Era affranto perché stava a rota eppure manteneva una certa dignità, la dignità data dall'essere esteticamente uguale a Daniele Capezzone, un Daniele Capezzone solo un tantino più sgarrupato che cerca le cicche spente per cercare fumarsele e non sentire almeno per un attimo le pene d'inferno causate dalle crisi d'astinenza da oppioidi.

L'estate è la stagione di questo, ma è anche e soprattutto la stagione di Ferrara Sotto Le Stelle, un festival che è cresciuto negli anni fino a diventare la Glasto italiana© e che ormai insieme a Vittorio Sgarbi che apostrofa come “culattoni raccomandati” quei tre sfigati delle Iene è una delle poche cose buone che la città di Ferrara è in grado di offrire (ad onor del vero il Buskers Festival non sarebbe poi tanto male, se solo non si portasse appresso un carico di mangiafuoco, giocolieri, slogan pacifisti urlati alla cazzo, pipì e popò in aperta città, Modena City Ramblers, pantaloni larghi a righe, canotte, ascelle tonanti, bonghi, zaini Invicta, sporcizia ed acconciature a carciofo tale da rendere insofferente anche il più liberal dei cittadini). Dicevo, Ferrara Sotto Le Stelle parte (a dire il vero è già partito, ma fingiamo che parta stasera con i Wilco) ed il programma è il seguente:

Lunedì 31 maggio (ossia stasera)
Teatro Comunale
WILCO + RETRIBUTION GOSPEL CHOIR

Domenica 6 giugno
Piazza Castello
PIXIES

Sabato 19 giugno
Piazza Castello
BABYSHAMBLES + ELLIE GOULDING

Giovedì 24 giugno
Piazza Castello
LCD Soundsystem + !!! (CHK CHK CHK) - Bands Apart Festival

Sabato 10 luglio
Piazza Castello
LA TEMPESTA SOTTO LE STELLE con:
Il Teatro degli Orrori, Le Luci della Centrale Elettrica, Gianni Morandi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Moltheni, Sick Tamburo, Giorgio Canali & Rossofuoco, The Zen Circus, Il Pan del Diavolo, Fine Before You Came, Frigidaire Tango, Uochi Toki, Cosmetic e Altro.

Sabato 17 luglio
Piazza Castello

PAOLO NUTINI + LIAM CARLY + GERNER

Domenica 18 luglio
Cortile del Castello Estense
MICAH P. HINSON

Giovedì 22 luglio
Piazza Castello
JONSI - Band Apart Festival


Sabato 24 luglio

Piazza Castello
KINGS OF CONVENIENCE

Programma piuttosto appetitoso, direi. Ma la vera questione è un'altra: che farà quest'estate Daniele Capezzone? (quello vero dico, non il suo sosia tossico che ho visto l'altro giorno) Daniele Capezzone quasi sicuramente se ne starà a casa sua comodamente seduto in poltrona, a non fare un cazzo e a rimpiangere i tempi in cui era giovane e fingeva di essere radicale e pannelliano invece di divertirsi in discoteca e/o ai concerti come facevano tutti i ragazzi della sua età. Tra l'altro, sono un paio di settimane che Capezzone non si vede più in tv, ed inizio ad essere un po' preoccupato per le sue sorti. Anzi, ho come il sospetto che il tossico dell'altro giorno fosse davvero lui e non un semplice quanto significativo sosia. Ecco, magari Capezzone non si vede più perché ha capito che l'impero sta crollando e per lui non c'è più speranza, ed allora ha scelto l'eroina in luogo del declino improvviso ed inaspettato. Son scelte di vita anche queste, che vanno rispettate e capite nella loro complessità nonché nel travaglio interiore che le accompagna.

VIAGGIO A UN SENSO SOLO SENZA RITORNO SE NON IN VOLO

Una gita a San Marino e il cd dei Goldfrapp che vola nel vuoto. E sta ancora volando.

27 maggio 2010

E NON DIRE A ME DI SMETTERE CHE C'È CRISI, CHE PRENDO IL TUO BLOG E LO SMONTO EASY: guida ragionata ad un party di/con Chiara Ferragni.

Il dato è tratto: I've always been a leggings lover, I think they're so comfortable and easy to use in very different looks, and so finalmente ce l'ho fatta ad essere invitato ad uno di quei party esclusivi a cui vanno Chiara Ferragni e la sua cricca di amici/amiche culattoni raccomandati mantenuti da genitori che li pagano per fingere di studiare e sostenere esami ad una qualunque università del cazzo che frequentano da ormai troppo tempo (peraltro senza profitto).

E non sarò un invitato qualsiasi: avrò l'onore di essere il dj della serata. Per me è la prima volta (non è vero, ho suonato ancora ma era bello dire che non ho mai suonato in vita mia, fa molto più esordiente alle prime armi – e ad un party del genere fingersi umili conta, eccome se conta. Puoi sempre stupire tutti e va a finire che ti pagano pure) ed io che sono un tipo preciso ed inquadrato ho voluto preparare a dovere il set per elettrizzare i miei nuovi amici culattoni raccomandati milanesi. Infatti, in the last weeks I've been looking for particular dischi da suonare quella sera and when I went to reparto audiovisivi of Lidl it has been love at first sight for these ones, che ho subito comprato e suonerò per intero anche se forse in Italia non esistono ancora perché devono ancora uscire. I dischi sono i seguenti, in ordine di apparizione/sparizione:

Chrome Hoof – Crush Depht: vale quello che era stato detto qui in occasione del primo album - ovvero ”sembra un misto di Sun Ra e Funkadelic e Black Sabbath o tipo un gruppo metal che fa le cover degli LCD Soundsystem ma più bollito molto più bollito" - con in sovrappiù il fatto che ora sono molto più prog e bolliti, praticamente dei Primus sotto ecstasy. I Chrome Hoof sono musicisti che se li ascolti troppo ti cola il cervello dalle orecchie, e certi synth sono talmente pacchiani che fanno male. Sul prossimo numero di Vice verranno recensiti bene, quindi son sicuro che piaceranno anche alla Ferragni e alla sua cricca.

Ariel Pink's Haunted Graffiti – Before Today: finally yesterday night I put for the first time at my feet for the Bulgari party the platforms. Cosa vuol dire? Nulla, l'ho presa e copiaincollata a caso perché sembra un gioco di parole tra today e yesterday, ma non lo è. Nessun gioco di parole dietro ad un disco del genere, e nemmeno nessun gioco: Ariel Pink è un genio perché sembra che registri i dischi al cesso ma in realtà li registra apposta in bassissima fedeltà, ed ha pure il coraggio di cacciarci dentro alcune tra le soluzioni sonore più geniali, più pop e più pacchiane che si siano mai sentite da parecchio tempo a questa parte. Sul prossimo numero di Vice verrà recensito bene, quindi son sicuro che piacerà anche alla Ferragni e alla sua cricca.

Jaguar Love – Hologram Jams: the last Jaguar Love album stole my heart, and, with mine, it also stole many other bloggers' ones. Cosa vuol dire? Che il disco dei Jaguar Love è come un pacchetto di Big Babol: ne mangi due o tre e poi ti stanchi, salvo poi ricominciare a mangiarne quando ti torna la voglia. Grandi pezzi, solo che non ne reggi più di tre perché è tutto eccessivo, salvo poi ricominciare partendo da dove eri arrivato. Ed oltretutto è un disco che sa di fragola perché il cantante (tra l'altro ex Blood Brothers) a tratti pare Robert Plant con le mestruazioni, dunque piacerà anche alla Ferragni e alla sua cricca.

Far – At Night We Live: il disco del ritorno dopo dieci anni (dieci anni che si son sciolti i Far? sembrava meno), un disco stupendo ed importante. La voce di Jonah Matranga fa piangere ora più di allora, le chitarre si son fatte più pesanti ma ci sono inediti echi shoegazing che fanno ben sperare per il futuro (sempre che i Far non si sciolgano di nuovo). Con un po' di (s)fortuna potrebbero perfino essere scambiati per i 30 Seconds To Mars e fare il botto commerciale, ed è per questo che la Ferragni e i suoi amici culattoni raccomandati potrebbero anche gradire – magari per un lento a metà serata, quando il troppo Orzobimbo sniffato comincerà a farsi sentire.

!!! - Strange Weather, Isn't It?: dopo tre anni di interminabile attesa, tornano finalmente i !!!. Defezioni e cambi di organico vari non sembrano averli minati nella forma e nello spirito, e questo disco che ha il titolo più brutto dell'anno è una bomba che non chiede altro che essere eseguito dal vivo per far ballare la gente come se fossimo ad un rave sulla luna. Più o meno, suona come i Chemical Brothers 1997 circa meets gli esperimenti disco di Arthur Russell meets Russell Russell che ballava a Domenica In negli anni ottanta. Capolavoro, lo suonerò per intero quando il party sarà degenerato ed al bagno ci sarà una fila interminabile perché tutti devono rigettare dopo aver esagerato col chinotto.

E via così, che ci saranno anche altri dischi comprati al Lidl però è scaduto il tempo e passo a fare altro invece di scrivere di dischi comprati al Lidl. Speriamo che al party ci sia anche Richie, il sosia di Jessy Malò nonché ragazzo della Ferragni che passa la sia vita a fotografarla in pose assurde e con vestiti assurdi e che oltretutto si chiama Riccardo ma – poveretto - nella traduzione in inglese dei post viene chiamato Richie e perciò tutti gli amici lo sfottono chiamandolo Richie. E speriamo anche che ci sia Helen, la tizia che ha scritto il Manuale della perfetta webcam girl e si guadagna da vivere spogliandosi di fronte ad una webcam per la gioia di Studio Aperto che qualche tempo fa le ha dedicato un servizio. Come volevasi dimostrare, certi privilegi non toccano solo a Chiara Ferragni (che probabilmente tra poco scriverà un libro sulla sua esperienza di fashion blogger e tornerà su Studio Aperto, ma al momento non è un fatto decisivo per le sorti dell'umanità e dunque Studio Aperto lo ignora).

22 maggio 2010

PER DIMENTICARMI DI QUANDO AVEVO IN BOCCA LA TERRA E SAPORE DI SANGUE E SPERMA / IL SANGUE ERA MIO E LO SPERMA DEGLI ALTRI (cit.)

Perché Lady Gaga piace così tanto?
O meglio, perché Lady Gaga piace così tanto a punk, ex punk e a gente che ha ascolti medi totalmente differenti?

Me lo chiedo da parecchio tempo, almeno da quando ho visto un mio caro amico d'infanzia che ora si é dato al pianobar interpretare con grande trasporto Bad Romance a Cantando Ballando, il programma ultratrash di Canale Italia dove si esibiscono imbalsamatissimi cantanti da pianobar che interpretano cover di brani famosi circondati da improbabili figuranti che ballano fuori tempo ed accompagnati da gruppi che fingono di suonare su terrificanti ed ultra-posticce basi midi (non c'entra nulla perché il mio amico che fa pianobar non è un ex punk e Cantando Ballando non è una trasmissione fatta da ex punk, ma era bello dirlo). Lady Gaga piace a gente che fino a due anni fa non se la sarebbe cacata manco di striscio, ed io non me lo so spiegare.

O forse sì. Piace innanzitutto perché la tamarranza è stata sdoganata presso un certo tipo di pubblico (quando da pischello me la menavo da punk e poi dicevo che oltre ai Black Flag mi piacevano anche Gala e Armand Van Helden che remixa Tori Amos mi sputavano addosso – sia in senso letterale che figurato – mentre oggi chiunque abbia pretese un minimo alternative e dice che ascolta anche Lady Gaga gode di grossa considerazione sociale: i tempi son cambiati, c'è più voglia di divertimento e meno voglia di menate ideologiche. E meno male...) , e poi piace perché è brava ed ha canzoni belle che funzionano, perché è musicalmente più avventurosa di tanti mammasantissima del rock indipendente che continuano a suonare lo stesso disco da troppi anni e perché ha una immagine che funziona alla grande ma nello stesso tempo è autoironica, è vera (o almeno veritiera) e soprattutto non è omologata. E poi anche perché in fondo chiunque in cuor suo è un discotecaro ed apprezza la musica ignorante, anche se cerca di nasconderlo agli altri. Non fa una piega.

Il mio benzinaio di fiducia - un tipo saggio che nel 2010 veste ancora con jeans Energie e bomber Alpha come se fossimo fermi a quindici anni fa – dice che per lui Lady Gaga ha successo perché è vista come un simbolo di riscatto ma verrà presto dimenticata e tra un paio di mesi nessuno se la filerà più perché verrà sostituita da una uguale a lei ma decisamente più carina esteticamente. Può essere che abbia ragione, ma resta il fatto che Lady Gaga potrebbe anche diventare la nuova Madonna perché sostanzialmente è una tamarra da autoscontro che ce l'ha fatta a sfondare e non si vergogna delle proprie origini, e solo per questo (ma anche per tante altre ragioni) va rispettata. Come d'altronde vanno rispettati tutti coloro che hanno l'apertura mentale necessaria per ascoltare generi musicali diversi e non ne fanno un vanto, ma questo è un altro discorso che non sto qui ad approfondire.

20 maggio 2010

IN NOME DI UN FUTURO TANTO PROMETTENTE QUANTO VACUO



Io non ce l'ho con Milano. Io ce l'ho con quei culattoni raccomandati che credono di essere artisti, videomakers, poeti, scrittori, grafici, web designers, musicisti, esperti di moda o liberi pensatori e vanno a Milano a non fare un cazzo tutto il giorno campando con i soldi di papà e mammà. È Milano ma potrebbe essere anche Bologna. O Roma. O Napoli. O Torino. Solo che van tutti a Milano ed io non so perché. O forse lo so ma non lo voglio ammettere a me stesso.

Io non ce l'ho con Chiara Ferragni ai Trl Music Awards che sdogana il nero accostato al blu, colleziona figure da cerebrolesa e poi premia i dARI come gruppo dal best look 2010. Io ce l'ho (in senso figurato) con ciò che rappresenta, con i soldi che le passano per stare a Milano e con gli esami che (probabilmente) non sostiene all'Università che (probabilmente) non frequenta, in nome di un futuro di super-esperta di moda tanto promettente quanto vacuo.

Io non ce l'ho con quell'oscuro redattore di Vice Magazine che sul numero di questo mese (o del mese scorso, o del prossimo - tanto i numeri di Vice sono tutti uguali ed intercambiabili) ha definito “musica davvero orribile” la musica dei fantastici Q And Not U. I gusti son gusti ed il nuovo progetto di uno dei loro membri potrà anche non essere il massimo della vita, però definire musica orribile i Q And Not U ed incensare roba assolutamente uguale solo perché ritenuta all'ultimo grido mi sembra francamente eccessivo. Oppure francamente da hipster, ed allora si spiega tutto ed è inutile parlare tanto non conta un cazzo. Basta solo dire “in nome di un futuro tanto promettente quanto vacuo” e non aggiungere nient'altro.

Si chiude il sipario. Tutti a casa, domani è un altro giorno e si vedrà. Comunque io rispetto Milano e rispetto la gente (soprattutto quella che si sbatte per portare avanti ciò che ama e nonostante tutto si mantiene da sé), sia chiaro.

19 maggio 2010

UN CAPPUCCINO È PER SEMPRE, MA UN MAGGIORDOMO DELL'INFORMAZIONE LO È ANCORA DI PIÙ




Augusto Minzolini stasera si è superato: mentre la gente si uccide perché perde il lavoro, mentre la situazione economica è molto pesante ed il governo si prepara a metter mano alle pensioni di chi ha lavorato una vita e alle buste paga di chi sta passando la sua vita a lavorare, mentre in Italia capita tutto questo ed altra merda ancora, il suo nobile Tg1 ha trovato la forza di dedicare almeno cinque minuti al campionato mondiale di cappuccini. O magari era il campionato italiano di cappuccini, ma io non sono riuscito a capire bene: i Baseball Furies sono arrivati in casa mia direttamente dal 1979 ed hanno devastato il mio televisore a colpi di mazza da baseball, impedendomi dunque di vedere il finale del servizio in questione e lasciandomi con un grosso dubbio esistenziale.

Era campionato italiano o mondiale? Non si sa. Sarà per la prossima volta, quando avrò comprato l'ennesimo televisore nuovo.

18 maggio 2010

L'ITALIA È UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SULLE IMPRESE DI COSTRUZIONE EDILIZZIA (con due zeta, che fa più italiano medio)



Un paio di giorni fa mentre ero al bar a prendere un caffè è entrato un tizio in tenuta da tronista (con tanto di carnagione lampadatissima, orecchini con brillante delle dimensioni di un chicco d'uva e tatuaggio al collo di inenarrabile bruttezza). Blaterava di tutto e di nulla, ma soprattutto ha utilizzato prima il termine “danimarco” e poi “danimarchese” per indicare la lingua danese. Ed allora ho capito che dovevo prendere armi e bagagli e partire per andare a vedere Draquila – L'Italia che trema, il nuovo docu-film di Sabina Guzzanti.

E com'è stato? Bello ed interessante (sempre che si possano usare due termini del genere per un film del genere). Sabina Guzzanti è riuscita perfino a starmi simpatica perché ha messo da parte il suo ego ed ha lasciato parlare le persone, ha fatto un buon lavoro d'indagine (credo che abbia rischiato la vita per fare le interviste all'interno delle tendopoli dove stavano gli sfollati della città abruzzese). Vengono presentati fatti e non teoremi, c'è meno antiberlusconismo a prescindere di quanto si possa immaginare ma soprattutto non vengono tirate conclusioni affrettate, viene solo spiegato allo spettatore che c'è gente che col terremoto ci ha fatto i soldi e gente che col terremoto ha risollevato i sondaggi e gli indici di gradimento. Durante il film mi sono addormentato solo un paio di volte, e mi sono perso il finale perché ero crollato definitivamente. Mi ha svegliato due giorni dopo il direttore artistico del cinema nel quale sono andato a vedere Draquila, il finale ha dovuto raccontarmelo lui ed è stato devastante. Devo ancora riprendermi. E stop.

Ciò che è accaduto a L'Aquila (e più in generale in Italia negli ultimi anni), sta venendo fuori a poco a poco: un quadro talmente merdoso&devastante che a pensarci bene si può affermare con certezza che il governo Berlusconi cadrà il giorno venerdì 25 giugno 2010 (per la precisione, giorno dell'anniversario della morte di Maicol Gecson – o Michael Jackson per gli anglofili) e diversi suoi esponenti di spicco dovranno fuggire nottetempo per evitare l'ira della popolazione. Cazzi loro, e cazzi di chi non sa che gli abitanti della Danimarca si chiamano danesi e non danimarchesi o danimarchi.

16 maggio 2010

IN MEMORIA DEL COMPAGNO J AX



Svegliarsi, accendere la tv ed imbatterti nell'ennesima replica dei Trl Awards su Mtv è una cosa che ti sega le gambe. Ed infatti le mie gambe sono spaccate a metà però intanto ho potuto vedere J Ax che presentava la prestigiosa kermesse, J Ax patetico con la panza prominente che rotolava sul palco mentre duettava con Neffa, J Ax in un inarrestabile declino che prova a fare il giovane ma non ci riesce perché sembrare più giovani della propria età anagrafica è un'arte che riesce solo a poca gente. E poi ho potuto vedere Cadio dei dARI che presentava alcune parti della prestigiosa kermesse e faceva la sua bella figura (a proposito, è gay Cadio? Copiaincollo a caso da Yahoo Answers, inesauribile fonte di perle di saggezza: “è impossibile tirare a conclusioni... ma come vi permettete a giudicare.. se nn lo sapete statevi zitti è mejo! nn parlo solo dei dari ma anke dei th o de lost conosco walter e anke l'ex ragazza e vi assicuro ke nn è frocioXD cmq ragà evitate de di ste cose nn fanno x niente piacere e poi se sn gay sn scelte di vita c'ho nn cambia ke cadio sia dolcissimo! ovviamnete ho detto la mia nn è bello giudicare dall'apparenza!” - che tradotto in italiano vuol dire più o meno che i gusti sessuali di Cadio sono affari di Cadio e di nessun altro, e poi che male ci sarebbe se anche fosse gay?), ed ho potuto vedere i dARI che in playback sembravano ancora più Faint che dal vivo. Ho potuto vedere Arisa e i suoi ridicoli occhiali, una imbranatissima presentatrice di cui non so nemmeno il nome e Jessica Brando che doveva esibirsi entro mezzanotte anche se la replica era di mattina. Poi non ho più visto nulla, perché è apparsa Alessandra Amoroso ed io ho spento il televisore perché non la reggo proprio.

Resta il fatto che J Ax degli Articolo 31 è diventato un panzone, ed urge per lui la pensione. Neffa almeno ha trovato la bazza per fare i soldi e fumare gratis, ma J Ax perché si ostina ad andare ancora avanti? E soprattutto resta il fatto che Trl (ma più in generale Mtv Italia) è come quel simpatico sito milanese che si chiama come una canzone di Herbie Hancock ed parla solo di musica italiana: ha tutto in esclusiva ed ha tutto in anteprima. Magari cose di cui non frega un cazzo a nessuno, però intanto c'è l'anteprima e c'è l'esclusiva ed il resto non conta.

14 maggio 2010

Un disco a caso: LCD Soundsystem - This is Happening

James Murphy, cazzone che non sei altro, regalaci il disco pop perfetto! James cazzone Murphy regalaci il disco in grado di cambiare la vita di chi lo ascolta nonché di fargli muovere le chiappe! Regalaci un disco che sia qualcosa di nuovo, che dia una scossa al mondo della musica odierna oppure in alternativa lo uccida definitivamente, che è ora che qualcuno si assuma una responsabilità del genere! James Murphy, ricordati che sei uno di noi e solo tu puoi farcela. Cazzone che non sei altro.

Le aspettative riguardo a questo “This is Happening”, insomma, erano molto alte. E ce l’ha fatta James Murphy/LCD Soundsystem ad essere all’altezza dei desideri proibiti e delle voglie più o meno nascoste delle migliaia di fan che stavano aspettando con impazienza un suo nuovo parto discografico? In parte. O meglio, dipende. Dipende da cosa si intende per ´disco pop perfetto´, ´disco in grado di cambiare la vita´, ´disco che sia qualcosa di nuovo´ ecc. ecc. e dipende da quanta musica pre-1990 ha ascoltato chi si trova ad affrontare per la prima volta un’opera come “This is Happening”.

La prima regola per scrivere una canzone pop perfetta (e di conseguenza un perfetto disco pop raccolta di dieci-dodici canzoni pop perfette) è essere paraculi e fare musica che ricordi al pubblico qualcosa che è già stato fatto in passato (da se stessi oppure da altri) e che ha già ottenuto il gradimento del pubblico stesso. Non si deve necessariamente plagiare, basta solo ricalcare lo stile, i suoni, la costruzione o semplicemente una melodia o un’atmosfera. È facile, basta poco.

James Murphy in “This is Happening” fa il paraculo e cita a manetta. Dentro ci trovi i Talking Heads, i Kraftwerk, i Devo, il David Bowie del periodo berlinese (“All I Want”), la prima pionieristica house music (“You Wanted a Hit”), i Neu!, lo Studio 54 (“Pow Pow”), Iggy Pop epoca “The Idiot” (“Somebody’s Calling Me”), i Buggles di “Video Killed di Radio Star” (l’intro di “Dance Yrself Clean”), i Can di “Ege Bamyasi”, tutto menzionato più o meno apertamente, tutto più o meno amalgamato oppure allo stato brado a seconda delle esigenze e dei momenti. Più che un disco, è un tributo alla musica che James Murphy ama e che vorrebbe far amare anche all’ascoltatore. Le canzoni pop più o meno perfette ci sono, i potenziali pesi massimi da pista da ballo anche, ma manca il guizzo in grado di sparigliare le carte. Forse James Murphy stavolta cita la musica sbagliata, ma se non sei un nerd che ha ascoltato quintali di musica pre-1990 non te ne rendi conto ed apprezzi incondizionatamente. O magari apprezzi lo stesso proprio perché cita musica che ami.

Ormai la musica non la compra più nessuno. Tutti scaricano, ed oltretutto c’è talmente tanta musica in giro che non c’è nemmeno più il tempo di soffermarsi su un disco, capirlo, apprezzarne le sfumature. Oggi la musica la ascolti mentre ti stai facendo le pippe di fronte allo schermo del pc, non la vivi più. È per questo che l’industria musicale sta andando a puttane.

Ad un primo ascolto questo disco delude ed inizi a chiederti come si sia ridotto James Murphy, poi ascolto dopo ascolto cresce parecchio senza però toccare le vette dei precedenti. É un’opera fatta dannatamente bene che come al solito ti spinge ad invidiare quel cazzone di Murphy per la sua capacità di costruire e produrre così bene canzoni. È un disco formalmente perfetto che all’apparenza non ha nulla fuori posto ed è curato nel minimo dettaglio, ma manca qualcosa. Manca il supersingolo in grado di caratterizzarlo (come potevano essere “Losing My Edge”, “Daft Punk is Playing at My House” o “North American Scum” nei due dischi precedenti), ma soprattutto mancano la voglia di rischiare mischiando il sacro con il profano e/o profanando i propri idoli. Pare un disco troppo calcolato, troppo di cervello più che di cuore e di pancia, troppo citazionista e troppo rispettoso nella citazione. Bisogna comunque concedergli tempo, si lascerà amare e forse cambierà anche qualche vita. Quando le aspettative sono troppo alte si finisce per perdere di vista il reale valore di certe opere, ed allora bisogna ascoltare e smetterla di farsi seghe mentali su citazioni e cose già fatte da altri in passato – anche perché non si inventa più nulla, la perfezione assoluta non esiste e bisogna saper cogliere il meglio, soprattutto in un mondo che ti mette a disposizione così tanta musica e così tanta spazzatura. Bisogna ascoltare ed imparare ad apprezzarlo, perché “This is Happening” vale parecchio. Non vedo l’ora di sentirlo suonato dal vivo.

In fondo quel cazzone di James Murphy anche questa volta ce l’ha fatta. Ci sarà da ballare e sudare.

(IFB)

11 maggio 2010

PRIMA REGOLA: BISOGNA SAPER PERDERE


Dopo essere andati ad un concerto dei dARI ad una oscura sagra di paese in provincia di Bologna ed aver inaspettatamente gradito lo spettacolo gratuito gentilmente offerto dalla locale amministrazione comunale non si può far altro che dire che:

  • al netto di testi imbarazzanti, i dARI dal vivo spaccano (che poi a dire il vero anche i testi di tanti altri gruppi che cantano in inglese sono imbarazzanti, solo che nessuno si prende troppo la briga di stare a tradurli);

  • sono estremamente professionali ed onesti, suonano molto bene e sanno mettere in piedi un bello spettacolo. Se avessi tredici anni probabilmente sarei un loro fan accanito, ma conoscendomi non ne sarei poi così sicuro;

  • il tastierista Cadio deve aver ascoltato molto i Faint, perché suona uguale al tastierista dei Faint;

  • il cantante Dari sa fare a stare sul palco, ha una bella voce e sembra un tipo alla mano. Un applauso;

  • saranno anche un gruppo per tredicenni, ma mi sa che ci guadagnino un sacco di soldi. Se sapessi suonare farei uguale a loro;

  • sono prodotti dal tizio che stava dietro ai Bliss Team e agli Eiffel 65, meritano tutto il mio rispetto anche solo per questo;

  • si vestono come i technari metà anni novanta che alla domenica pomeriggio andavano a ballare all'Hollywood a Castagnaro (VR);

  • si vestono in maniera imbarazzante? E perché? Per me in quanto a look ad esempio sono molto peggio i gruppi black metal, dunque il problema non si pone;

  • hanno un'attitudine imbarazzante? Idem come sopra, con in sovrappiù il fatto che oltre ai gruppi black metal anche tanti gruppi indie italiani hanno un'attitudine imbarazzante (e credono di far parte di una scena che in realtà non esiste se non nei loro sogni e/o nei loro momenti di intimo autoerotismo);

  • se cantassero in inglese l'ascoltatore indie medio italiano impazzirebbe per loro, solo che cantano in italiano e parlano di stronzate ed allora l'ascoltatore indie medio italiano li prende per il culo (e come al solito sbaglia);

  • che l'ascoltatore indie italiano medio si tenga Il Teatro Degli Orrori e Capovilla, io preferisco di gran lunga i dARI. Si prendono meno sul serio e hanno pure parecchio senso dell'ironia;

  • non ascolterei mai un loro disco per intero, però un concerto ci sta. E poi se mi piace (e molto) Hologram Jams dei Jaguar Love, perché non dovrei gradire sentirli dal vivo?

  • bisognerebbe avere l'onestà intellettuale di ammettere che valgono ben più di quanto la gente creda. Quella della musica da tredicenni, dei testi scritti col cellulare et altre amenità assortite sono semplicemente un gimmick dietro a cui si nascondono musicisti che ne sanno. Probabilmente sono una truffa, ma ben costruita;

  • meritano tutto il mio rispetto. Anzi, mi vergogno di averli sempre presi per il culo. Volevo chieder loro scusa di persona ma non me la sono sentita. Sarà per la prossima, comunque.

09 maggio 2010

IL TERMINE "POP" È ORMAI UN TERMINE OBSOLETO. MEGLIO ABBANDONARLO PER SEMPRE E SMETTERE DI UTILIZZARLO



Un paio di anni fa, i Justice dovevano curare un volume della prestigiosa compilation/mix album Fabriclive. Decisero di fare qualcosa di diverso dal solito includendo tanto pop ottanta, sia di quello becero (come Rondò Veneziano, roba da Convenzione di Ginevra) che di quello di gran classe (come per la splendida Everybody's Got To Learn Sometimes dei Korgis), ed ovviamente i tizi del Fabric bocciarono il tutto senza esitazione perché assolutamente lontano dagli standard della compilation in termini di ritmo da bailar e bpm. I Justice misero ugualmente in rete il prezioso reperto audio, e fu così che mi resi conto che Everybody's Got To Learn Sometimes è un brano dei Korgis e non di Zucchero o Beck. È sempre bello scoprire cose nuove, soprattutto quando ti rendi conto che l'originale è infinitamente meglio delle cover (a dire il vero ci vuol poco ad esser meglio di Zucchero, uno che a forza di plagi pare che suoni cover anche quando propone brani suoi – e viceversa). Ti lascia dentro un certo senso di consapevolezza, e non è poco.

Comunque, ogni volta che ascolto Everybody's Gotta Learn Sometimes nella versione originale dei Korgis non ne esco più fuori. La mia mente continua a sentirla in loop per tutto il giorno (o per lo meno, continua a sentirla in loop per lunghi tratti della giornata) perché è forse la più bella pop song degli anni ottanta, e forse di gran parte dei novanta (direi almeno fino ad Angels di Robbie Williams, ma questo non intacca l'immenso valore del brano dei Korgis). Ogni volta che mi guardo Eternal Sunshine Of The Spotless Mind (capolavoro di Michel Gondry che aveva come tema musicale ricorrente la pur bella versione di questo brano a cura di Beck) vado a recuperare e a riascoltare la versione originale di Everybody's Gotta Learn Sometimes e mi trasformo in un qualcosa in bilico tra autistico e artistico, tra Rain Man e Man Ray (cit.). Probabilmente non era questo l'effetto che volevano ottenere i Justice quando si misero alla consolle per confezionare la compilation Fabriclive, ma vedendo come si presentava esteticamente nel 1980 il cantante dei Korgis qualche leggero sospetto potrebbe anche venire.

07 maggio 2010

L'ULTIMA SIGARETTA, MICCIA AL TABACCO / E POI IL MIO TRONO ESPLODERÀ



Quando sento la parola “Scajola” mi vengono in mente due immagini (sarebbero tre, ma la scabbia purtroppo non è un'immagine ma una malattia piuttosto fastidiosa, dunque dico due immagini e non tre):

  • elezioni politiche 2006, risultati in bilico, tutto il paese è con il fiato sospeso perché non si sa chi abbia vinto tra Prodi e Berlusconi. Scajola in studio a Matrix con la boria e l'arroganza di chi è certo di aver trionfato dice qualcosa come “i conti si faranno alla fine”. Troppo comoda fare i conti quando si blocca il flusso dei dati e dal momento in cui si riattiva i risultati parziali del conteggio delle schede iniziano a cambiare in maniera repentina, volgendo casualmente in favore dell'allora Casa delle Libertà. Troppo comoda perdere per ventiquattromila voti alla faccia di Scajola che credeva di aver vinto.

  • Festival di Sanremo 2010. Pierluigi Bersani ospite osa parlare e viene subissato di fischi, interviene un incontenibile Scajola che attacca con un vero e proprio comizio da repubblica delle banane. La sua claque parte con dieci minuti di applausi, la boria e l'arroganza di Scajola toccano forse il picco più alto di sempre, Bersani perde i sensi.

E ora che Claudio Scajola non c'è più come faremo?
Dico, ora che è morto (almeno dal punto di vista politico) Claudio Scajola come farà l'Italia a portare avanti il suo glorioso programma nucleare?
Perdita gravissima quella di Scajola. Qualcuno gli ha pagato la casa con vista Colosseo e lui non se ne è accorto. Non è colpa sua, anche se con quella faccia da introdotto non si potrebbe credere a ciò che dice nemmeno se te lo chiedesse in ginocchio. Scajola lascia un vuoto incolmabile, ed ora dovrò decidere cosa fare senza la politica visto che nella sua vita non ha fatto altro che quello. Buona fortuna Claudio, rompicoglioni che non fai altro che farti pagare le case da sconosciuti e non se ne rendi nemmeno conto. Ne parecchio avrai bisogno (di fortuna, non di case).

03 maggio 2010

IL MIO CORPO CHE CAMBIA, NELLA FORMA E NEL COLORE


L'altro giorno sono andato a prendere il caffè al bar. Nulla di strano, però sullo schermo televisivo di fianco al bancone scorrevano le immagini di una pubblicità della Converse con protagonisti i Crookers.
Cioè, i Crookers che fanno una pubblicità ad un paio di scarpe (tra l'altro parecchio brutte, ma io ho appena comprato un paio di Adidas Galaxy – di quelle che andavano per la maggiore nel 2000/2001 circa - e dunque non faccio testo in termini di gusto nello scegliere i capi d'abbigliamento) e vanno in televisione (tipo su Mtv, Italia 1 et altre emittenti tv pretenziosamente giovaniliste) come se fossero delle star a livello mainstream. Roba da pazzi, impensabile anche solo fino ad un anno fa, ed infatti non ho nemmeno fatto in tempo a rendermi conto della enorme portata socio-culturale della cosa che improvvisamente è apparsa sullo schermo la pubblicità del reunion tour dei Litfiba.
Ho finito il caffè e sono corso fuori senza pagare (prendendomi oltretutto il lusso di rubare un pacchetto di caramelle Alpenliebe senza zucchero al gusto di menta e cioccolato, tanto per non farmi mancare nulla), col povero barista che avrebbe tanto voluto inseguirmi ma non ce la faceva perché era come ipnotizzato da Piero Pelù e Ghigo Renzulli gonfi, bolsi (anzi, Boldi) ed invecchiati male che cercavano disperatamente di convincere i nostalgici (ed incidentalmente anche i più giovani) che il tempo si è fermato a dieci/dodici anni fa, quando i Litfiba riempivano gli stadi di mezza italia con canzoni tutte uguali, pose tutte uguali, leggende metropolitane tutte uguali, capelli unti&sporchi di Pelù sempre uguali. Il tour viene spacciato per un evento imperdibile, in realtà è una delle cose più tristi degli ultimi dieci/dodici anni, cioè da quando Pierò Pelù ha abbandonato i Litfiba perché voleva fare cose sue, cose diverse (salvo continuare a cantare canzoni assolutamente identiche a quelle degli ultimi Litfiba) e Renzulli è andato avanti sostituendo Pelù con Cabo (ossia Lord Viper, il vocalist della storica techno-discoteca Insomnia di Pisa riciclatosi clone di Pelù), ottenendo risultati veramente imbarazzanti. Sperò che qualcuno provveda a staccare la spina ai macchinari che li tengono in vita artificialmente, così finalmente tutti quanti si convinceranno che i Crookers sono la cosa più rock uscita in Italia negli ultimi cinque anni ed agiranno di conseguenza, entrando nei bar e consumando caffé a sbafo alla faccia dei baristi che son rimasti fermi ai Litfiba.

WHITE TIE, YOU DIE


Tutti ad applaudire la svolta liberal-conservatrice di Gianfranco Fini, ma mai nessuno che dica che le sue cravatte sono le più brutte che si siano mai viste in sessant'anni di storia repubblicana.