30 aprile 2010

SATURDAY TEENAGE KICK

È ora di finirla: stop ai concerti fighi infrasettimanali che iniziano tardissimo e terminano ad orari da fornaio. Capisco quando un concerto ce l'hai vicino a casa (non devi fare tanta strada in macchina e se finisce ad un orario ragionevole riesci pure a dormire quelle sei ore che ti permettono di non stramazzare al suolo il giorno dopo nonché di essere in condizioni mediamente accettabili, dunque si può anche chiudere un occhio) ma quando devi fare come minimo quaranta chilometri per recarti nel luogo ove ha sede l'evento il tutto inizia a diventare un grosso problema. Soprattutto per chi il giorno dopo lavora duro e per sua sfortuna non è dotato di infiniti giorni di ferie e permesso che gli consentono di starsene a casa a non fare un cazzo ricordando la magnifica serata concertistica vissuta la sera prima (anzi, la notte prima).

Mica siamo tutti culattoni raccomandati che campano alle spalle dei genitori abbienti spacciandosi per artisti, grafici, videomakers e via fancazzeggiando, mica siamo tutti figli del Papa, di un vescovo, di un cardinale o di Berlusconi che possiamo permetterci di non lavorare: i concerti fighi devono essere fatti nel weekend, così da permettere a tutti di poter essere presenti e testimoniare.

È questione di rispetto: non è possibile che io (ma questo discorso vale per tanta altra gente) debba perdermi concerti che mi interessano perché sono lontano e sono – chessò – di giovedì sera, mentre magari allo stesso concerto ci vada qualcuno che manco conosce il gruppo che suona ma in compenso abita a due passi e soprattutto il giorno dopo non ha un cartellino da timbrare, una pratica da sbrigare, un collega da insultare, un capo da maledire (la lista in rima potrebbe andare avanti all'infinito, ma mi fermo qui).

Questa è una battaglia culturale da portare avanti, affinché le cose cambino e chi ci tiene veramente non sia sempre costretto a rinunciare a qualcosa a cui tiene parecchio. Devo solo capire come portarla avanti e poi è fatta.

27 aprile 2010

CLIMA DI DISCHI DISTRUTTI (Schiavi di Roma mai)

Un mio amico culattone raccomandato e pluriripetente mi ha gentilmente passato una pendrive da otto giga piena zeppa di dischi nuovi, che forse sono già usciti o forse no ma che comunque sono stati scaricati illegalmente commettendo dunque un reato (per la cronaca: lui si interessa di tutti i tipi di musica ma fa tutto ciò anche perché vuole infrangere le leggi italiane dato che riconosce solo quelle della Padania, un'entità territoriale inesistente inventata da suo padre mentre stava seduto sulla tazza del cesso prima di pulirsi il sedere col tricolore) ed io che in fondo gli voglio bene ho finalmente trovato il tempo di ascoltarli, tanto per farlo contento e fargli sapere che ne penso del suo gentile omaggio.

Ecco il contenuto del supporto magnetico, in ordine sparso e casuale (soprattutto casuale). I dischi potrebbero essere anche fake o non esistere per nulla, non voglio essere suo complice fino in fondo e pertanto declino ogni responsabilità. Uno che viene soprannominato “la trota” non può essere sempre preso sul serio anche se i dischi glieli ha passati il suo compagno di partito Bobo Maroni perché lui non sa nemmeno accendere un computer, ogni tanto deve pur essere mandato affanculo.

LCD Soundsystem – This is Happening: ad un primo concitatissimo ascolto ti chiedi cosa sia successo di tanto brutto a James Murphy da spingerlo a ridursi così male, al decimo non riesci più a smettere ed inizi a pensare che non vedi l'ora di vederli dal vivo nell'unica data italiana (spoiler). Disco che cresce alla distanza ed arriva lontano, molto lontano. E non si vuol fermare

Lemonade – Pure Moods: una bomba a scoppio ritardato. Idem come sopra, solo che bastano tre ascolti per non riuscire a non farne più a meno ed è molto più bomba di LCD Soundsystem. Se i Public Image Ltd. esistessero ancora oggi e fossero in fissa con tamburi africani, calypso, carnevale di Rio e DC10 alle prime luci dell'alba probabilmente suonerebbero così.

Klaxons – The Gentle Art of Making Enemas: un gruppo pacco che più pacco non si può. Mi basta il loro primo disco, suonato da un altro gruppo e poi attribuito ai Klaxons che pagavano bene grazie al denaro sudato dai loro genitori. Questo non si ascolta - ed oltretutto han dovuto rifarlo tre volte perché non suonava bene, non oso immaginare cosa doveva essere la prima versione. Forse è opera dei Klaxon e non dei Klaxons.

Crystal Castles - s/t: hanno buttato nella spazzatura la console dell'Atari dato che per fare musica ora son passati al Sega (però nel senso di “termine comunemente usato per indicare l'attività masturbatoria maschile”, non nel senso del Sega Mega Drive), e si sente. Finiti prima ancora di cominciare.

Caribou – Swim: tutti si aspettavano i Beach Boys e Dan Snaith ha tirato fuori dallo scrigno dei ricordi più belli gli LFO del '91. Un disco che quando lo ascolti ti chiedi come faccia certa gente a dire cazzate tipo “la musica fatta col computer non è musica” salvo poi impazzire per l'ennesimo assolo di chitarra suonato dal cadavere di Jimmy Page.

MGMT - Congratulations: suonano come se il David Bowie del periodo della trilogia berlinese avesse avuto a disposizione ecstasy e ketamina al luogo di eroina e cocaina. Come? David Bowie non si faceva di ero? Strano. Io vedendo certe copertine di suoi vecchi dischi avrei detto il contrario, e comunque questo è un disco che vale tantissimo e riesce perfino a commuoverti per quanto è bello.

Holy Fuck - Latin: prendi una moto, falla andare al massimo dei giri tenendo però il freno tirato finché non salta il motore (avendo ovviamente cura di fare tutto ciò all'aria aperta, perché i fumi dei gas di scarico fanno male alla salute) e la moto si spegne di colpo. Non partirà mai più, nemmeno se la porti da un buon meccanico. Cosa vuol dire? Francamente non lo so, però questo disco suona come una moto tedesca del '74 – una di quelle che non si fermavano mai, nemmeno se provavi volontariamente a fare grippare il motore – e ti fa ballare pur essendo roba strumentale ed un tantino sperimentale.

Mi Ami – Steal Your Face: marcissimi e frocissimi, con questo disco si son superati. Noise-dub-funk-punk, non ti lasciano un attimo di tregua e mentre li ascolti ti costringono a dimentarti, ti costringono a sculettare, ti costringono ad agitarti molto più che in passato. Nei loro brani sempre c'è sempre quel senso di tensione, quella paranoia latente che li caratterizzava e li rende(va) una band unica, ma ora si son fatti più diretti, più concreti, più pop, quasi volessero cercare di arrivare ad una fetta di pubblico più ampia. Non ci arriveranno mai, ma se ci arrivassero sarebbe bellissimo.

Trans Am – Thing: un disco pazzesco, che mentre lo ascolti non ci credi nemmeno. Un attimo prima sono synth pop e ti sembra di essere in una puntata a caso di Professione Vacanze con Jerry Calà, un attimo dopo suonano rock da autostrada americana – una di quelle dove puoi togliere le mani dal volante e levare le braccia al cielo perché tanto è tutto un rettilineo. Sono dei tamarri e se ne vantano, se i Kraftwerk avessero continuato ad usare le chitarre come agli inizi oggi suonerebbero così. Grandi.

Mi fermo qui perché suonano alla porta. Forse è la Guardia di Finanza che si è incazzata perché i file che mi ha passato il mio amico sono illegali, ma in tal caso spero di cavarmela con poco. Se mi fanno multa quasi quasi faccio lo scaricabarile e dico che me li ha passati un mio amico pluriripetente, uno che ha detto che nella vita bisogna provare tutto tranne le droghe e i culattoni. Vorrei augurargli di incontrare Joana Holmes con una determinata parte-del-corpo-che-non-sto-qui-a-menzionare spolverata abbondantemente di coca, ma mi astengo dal dire certe cose perché è mio amico e gli voglio bene. Mi basta sputtanarlo di fronte agli agenti della Guardia di Finanza, tutto il resto non conta.

24 aprile 2010

MA LA GENTE SE NE FREGA / ALLORA IO VOTO LEGA / QUI CI VORREBBE IL DUCE MA ADESSO NON C'È PIÙ... / BRAVO... ADESSO CI SEI TU!



Guardare brandelli di AnnoZero è sempre bello perché ti puoi fare una cultura vedendo cose e persone al limite dell'incredibile, cose e persone che non sospettavi nemmeno lontanamente che potessero esistere e che però riescono sempre a farti sentire una specie di Einstein del pensiero liberale. Tanto per dire, puoi rimanere a bocca aperta vedendo una scena del genere:

“Collegamento con Adro, contrapposizione tra immigrati ivi residenti e polentoni-white trash ivi residenti, una italiana identica alla cantante dei Crystal Castles che sbraita a caso senza sapere di cosa sta parlando (pare che stesse dicendo peste e corna dell'imprenditore che in quel comune si è permesso di pagare i pasti ai non abbienti, ma purtroppo non si capiva un cazzo di ciò che stava dicendo perché parlava esattamente come Ermes Rubagotti), un'immigrata che le fa notare che siamo tutti uguali, un'altra signora italiana che interviene sbraitando con più gentilezza salvo poi far la figura dell'ignorante che non sa più cosa dire di fronte ad una semplice domanda di Sandro Ruotolo, l'immigrata di prima che si lamenta del fatto che gli affitti sono alti e lei non riceve nessun aiuto dal Comune mentre gli italiani lo ricevono perché sono italiani, la sosia della cantante dei Crystal Castles che urla come se fosse posseduta dal demone (dal demone dell'ignoranza, per la precisione), il sindaco leghista di Adro che interviene a piè pari prima affermando che l'immigrata non deve lamentarsi per gli affitti alti in quanto è proprietaria di ben due case e poi addirittura (credo che non sia mai successo in una trasmissione tv, e spero che sia la prima e l'unica volta che accade una cosa del genere perché sinceramente mi è venuto da vomitare) arrivando a dare l'indirizzo di una delle due abitazioni prima che Sandro Ruotolo riuscisse a togliergli il microfono di bocca, l'immigrata che disperata urla che le case sono di suo padre e non sue, Marco Travaglio in studio che crede che il suo microfono sia spento e commenta il tutto paragonando il sindaco ad un ufficiale della Gestapo.”

E poi tutto è finito lì, perché quando il sindaco di Adro ha ricominciato ad illustrare ai telespettatori il suo finissimo pensiero politico ed io ho iniziato a pensare che quando uno è sindaco è sindaco di tutti e non solo della nostra gente (intendendo per nostra gente la sua gente, ossia quei polentoni-white trash che lo votano essenzialmente non perché sono cattivi, ma perché han paura del diverso e perché non sono informati al di fuori della loro cultura) in casa mia sono entrati i cugini Claypool strafatti di anfetamine dell'annata d'oro '82/'83 e con le loro solite pistole ad acqua caricate a vetriolo hanno iniziato a sparare contro lo schermo rovinando irrimediabilmente il televisore che ho appena comprato da Mediaworld. Il danno economico non è grave perché tanto a luglio l'Italia vincerà ancora i mondiali e Mediaworld mi rimborserà proprio come fece quattro anni fa, però intanto io mi sono spaventato molto perché stavo ragionando su cosa vuol dire fare l'interesse della comunità e non di una parte della comunità ma sono stato interrotto bruscamente.



21 aprile 2010

LA MIA VITA VIOLENTA #2: TWENTY PERCENT OF MY HATE



Ci pensavo l'altra sera mentre io e il mio Booster sfrecciavamo in tangenziale con lo stereo a manetta (ho recentemente montato l'impianto radio nello scooter, ho un subwoofer nel sottosella che mi fa vibrare anche le budella – fa pure rima, sembra una roba uscita dalla penna di Tormento dei Sottotono) ed una six pack di Red Bull in corpo da smaltire: almeno un buon venti per cento dei personaggi citati nella immarcescibile La pentola della Paolino Paperino Band sono morti. Il tempo passa, questi anni stan correndo via come macchine impazzite e non ci possiamo far nulla se non riderci sopra, noi che abbiamo il Booster elaborato come andava di moda quindici anni fa mentre gli altri oggi viaggiano con le minicar. Sto diventando grande, lo sai che non mi va.

Ma copiaincolliamo a caso il testo (tanto per raggiungere le tanto agognate 3500 battute, così Vittorio Feltri la smette di rompere le palle e mi paga il pezzo), scomponiamolo/decomponiamolo e facciamo una breve riflessione riguardo ad ogni singolo nome citato dalla immortale Paolino Paperino Band (senza ombra di dubbio la più grande punk band italiana di sempre, con buona pace di chi pensa che i CCCP siano stati la più grande punk band italiana di sempre e Giovanni Lindo Ferretti il loro profeta):

  • Craxi (morto),

  • Ferrara (non si vede più da un tot, per me è malato o si vergogna della figura fatta dalla sua lista pro-life alle ultime elezioni politiche. O magari si vergogna dell'appoggio che Giovanni Lindo Ferretti diede a questa ridicola lista. O magari tutte e tre le cose insieme, in un combinato disposto che lo tiene segregato in casa),

  • Funari (morto, pace all'anima sua. Vivo nelle imitazioni di Corrado Guzzanti che si trovano su YouTube),

  • Giucas Casella (vivo),

  • Sgarbi (vivo),

  • Pippo Baudo (vivo lui e vivo il suo parrucchino, quindi vale doppio),

  • Maurizia Paradiso (viva),

  • Celentano (vivo),

  • Otelma (vivo ma forse al gabbio, o magari è morto ed io non lo so),

  • Gigi Marzullo (vivo, l'ho visto l'altra notte tra un sexy show di Lea Di Leo su Canale Italia ed una replica del Megasalvi Show su Italia 1 e devo dire che la sua pettinatura è qualcosa per cui vale la pena vivere),

  • Frassica (vivo, anche se non è più il genio che era un tempo),

  • Red Ronnie (vivo, anche se è troppo agganciato a quella storia dei video per Letizia Moratti e si sta lentamente trasformando in una salma),

  • Carrà (viva, vista di recente in un'intervista su RaiStoria nella quale comentava divertita l'assalto ai limiti della violenza sessuale che le fece vent'anni fa Benigni a Fantastico – un'altra persona per una cosa del genere sarebbe stata arrestata sui due piedi, Benigni se l'è cavata ed in seguito è riuscito perfino a vincere un Oscar, com'è bizzarro il mondo. E com'è bizzarra la Carrà che non l'ha denunciato),

  • Biscardi (vivo),

  • Tomba (vivo, anche se pare strano che lo sia ancora dopo la figura di merda fatta con Alex l'ariete – altri dopo una cosa del genere si sarebbero sparati, lui ha avuto classe e ci ha riso sopra. Un grande),

  • Boncompagni (vivo e geniale come al solito),

  • Bonaccorti (viva),

  • Wanna Marchi (spero a marcire in galera, ma ancora viva),

  • Gigi Sabani (morto, onore al camerata Sabani. No scherzo, Sabani era un compagno),

  • i Ricchi e Poveri (vivi, in Russia vanno ancora alla grande),

  • Gino (non si sa chi sia, forse il testo che ho trovato in rete non è il vero testo della canzone ma un volgare e dozzinale fake, o forse la Paolino è stata talmente lungimirante che si riferiva a Gino l'ex di Noemi Letizia con ben vent'anni d'anticipo sui noti fatti di Napoli),

  • Lubrano (mi pare che sia morto, ma non ho voglia di verificare cercando in rete),

  • Martinazzoli (forse è ancora vivo, ma non ho voglia di cercare in rete),

  • Berlusconi (è morto nel 1989 dopo la vittoria del Milan sulla Steaua Bucarest in finale di Coppa dei Campioni, quello che attualmente guida l'Italia è un suo clone o una salma),

  • Pavarotti (morto),

  • Mike Bongiorno (morto, ma forse in qualche pubblicità con Fiorello si vede ancora),

  • Sofia Loren (viva),

  • Cicciolina (viva),

  • Bossi (vivo dopo un ictus e vent'anni di cazzate astronomiche sparate spacciandole per un lucido pensiero politico - ed oltretutto la gente lo vota ancora, cosa volere di più dalla vita?),

  • Marta Flavi (viva),

  • Pupo (vivo e reduce dai fasti sanremesi),

  • De Mita (vivo, ha ottant'anni e spadroneggia ancora nella scena politica della regione Campania – e poi ti chiedi perché l'Italia è messa così male),

  • Toto Cutugno (vivo),

  • Cuccarini (viva anche se qualche tempo fa andava in giro a raccontare che recitava nuda in uno spettacolo teatrale e non era vero),

  • Gerry Scotti (vivo),

  • Emilio Fede (vivo, dopo aver guardato l'edizione serale del suo Tg4 ti senti come se avessi ingoiato tre SuperSimpson del '96 e ti fossero saliti tutti insieme contemporaneamente),

  • Sandra Milo (viva lei e vivo suo figlio Ciro),

  • Minoli (vivo),

  • Frizzi (vivo),

  • Mosca (morto di recente, onore al più grande cabarettista della televisione italiana di tutti i tempi),

  • Johnny Dorelli (vivo),

  • Umberto Smaila (vivo),

  • Minghi (vivo, si è pure tagliato il codino che aveva all'epoca della citazione nella canzone della Paolino),

  • Fiorello (idem come sopra),

  • Cesare Ragazzi (idem come sopra anche se in realtà non ha mai avuto il codino perché porta il parrucchino),

  • Intini (vivo, è stato pure sottosegretario nell'ultimo governo Prodi),

  • Zanicchi (viva ed europarlamentare),

  • Parietti (viva e disperatamente impegnata a dimostrare al mondo intero di essere intelligente),

  • Costanzo (vivo),

  • Columbro (vivo),

  • Castagna (morto forse ad un rave),

  • Laurito (viva),

  • Barbato (morto),

  • Maurizio Seymandi (vivo),

  • il Gabibbo (vivo)

  • e il Papa (si riferivano a Wojtyla che ora è morto, ma anche Ratzinger ultimamente non se la passa tanto bene).

A quante battute siamo? Più di 6300 (spazi compresi). Mi fermo qui perché mi sono rotto, ho rotto e soprattutto non ci sono parole per descrivere quanto sia stata grande ed importante la Paolino Paperino Band. La Paolino parlava di noi (in un certo senso come gli 883, solo che gli 883 parlavano più degli altri che di me. La Paolino parlava proprio di me e di molti altri) ed è culto totale ancora oggi. Devo solo riuscire a mettere le mani su una copia originale di Pislas, costa un occhio della testa perché chi ce l'ha se la tiene ben stretta ma prima o poi ci riuscirò, anche a costo di rubarla. Son stanco di ascoltare la solita cassettina ormai smagnetizzata per i troppi ascolti oppure il solito cd con gli mp3 scaricati dal loro sito.

19 aprile 2010

COSA FAREMO DA GRANDI (Milano, Red Ronnie e Letizia Moratti un festival del genere se lo sognano)



Vai così, è una figata. Perché una storia così non c'è mai stata, che ci ammazziamo, ci divertiamo, facciamo i scemi e qualche volta pensiamo: non c'è problema è tutto OK (cit.). Questa citazione jovanottiana gratuta e fuori luogo (ma a dire il vero non troppo) ed un filmato di un fattissimo Vasco Rossi d'annata (nessun altro in Italia ha avuto il coraggio di presentarsi in tv in quelle condizioni) solo per gioire del fatto che il 24 giugno a Ferrara Sotto Le Stelle potrò vedermi di nuovo i mai troppo osannati !!! (titolari di uno dei concerti più belli e divertenti a cui io abbia mai avuto il piacere di assistere) di spalla ad LCD Soundsystem. Concerto dell'anno? Forse sì, anche se per dirlo con certezza bisognerà aspettare di aver visto anche i Kings Of Convenience che suonano il 24 luglio (visti nel 2004 a Ferrara in un teatro che ora è diventato una pizzeria)(non è vero, hanno solo aperto un ristorante pizzeria a fianco del teatro. Il concerto comunque è stato memorabile ed è un concerto a cui sono molto affezionato per ragioni personali anche se era pieno di gente che era lì solo per riprendere col telefonino i due norvegesi che allora erano addirittura finiti nella top ten dei dischi più venduti). Comunque vada sarà un successo, comunque vada devo ricordarmi di scrivere che anche quest'anno Ferrara Sotto Le Stelle è la Glasto italiana. Ci sarà da divertirsi parecchio, molto più di quando al minuto 1:20 circa Vasco nel pieno del delirio da fattanza porge senza motivo la mano ad un incredulo Mike Bongiorno.

IL GRUPPO FININVEST LICENZIA I VERTICI DELLA SINISTRA ITALIANA



Il segretario del Partito Democratico Pierluigi Benzina (ormai per ottenere visibilità mediatica al povero Bersani non resta altro che andare in tv, rovesciarsi una tanica di benzina addosso e minacciare di darsi fuoco con lo Zippo, visto che i tg ed ogni altro spazio politico sono appannaggio di Berlusconi e della sua cricca e nessuno di quei gonzi che ancora guardano il Tg1 riesce a capire esattamente quale sia la proposta politica del Partito Democratico)(no Pierluigi non farlo sul serio, stavo solo scherzando) non ha capito un cazzo di come vanno le cose.

Quella delle ultime regionali/provinciali/comunali è stata una sconfitta, non un pareggio come ha detto lui. Il Popolo della Libertà è diventato quello che era la DC una volta, ossia il partito che nessuno dice di votare ma che vince sempre e governerà per i prossimi cinquant'anni (anche candidando a Premier la salma di Berlusconi, con o senza Gianfranco Fini). La Lega Nord è ciò che una volta era il PSI, ossia il partito di finta sinistra alleato del più forte e che finge di essere di rottura ma è saldamente incollato alla poltrona (e alle banche, e a Confindustria).

E il Partito Democratico? Come il vecchio PCI, un partito forte sulla dorsale appenninica ma condannato ad opposizione eterna. È inutile parlare di ripartire dai circoli, di ricostruire. Una cosa nuova fatta da gente vecchia non può funzionare. Moriremo finiani, o non moriremo mai perché Silvio scoprirà il gene dell'immortalità.

15 aprile 2010

PRENDI UN RESPIRO / LASCIATI ANDARE / DATTI LA SPINTA PER SALTARE / ORA

Ci sono arrivato mentre facevo girare l'economia facendo shopping: al netto di mesi e mesi di sovraesposizione radiofonica e televisiva (all'epoca la utilizzavano come stacchetto musicale perfino in un programma di Fabio Volo), In The Shadows dei Rasmus era una grande canzone. Si potrebbe anche chiudere qua il discorso, ma c'è dell'altro da dire: era una grande canzone sotto tutti i punti di vista, ben prodotta ed orecchiabile, ruffiana quanto basta per piacere a tutti, solo che proprio perché piaceva a tutti la sentivi di continuo nelle radio e nelle televisioni di regime, ed allora imparavi ad odiarla all'istante, prendendoti pure il lusso di deridere il cantante dei Rasmus per un'acconciatura del tutto priva di senso logico (a meno che i capelli non ti stiano abbandonando per sempre e tu non intenda camuffare con un sistema di micro-riporti coordinati la calvizie avanzante ed inarrestabile, ma questo è un altro discorso che riguarda solo chi non ha il coraggio di ricorrere a trapianti o a cure ormonali). Mi dispiace per averla snobbata all'epoca del botto, e mi pento pure di aver sfottuto il cantante dei Rasmus chiamandolo in molteplici occasioni “un Joey Tempest col riporto”: In The Shadows avrebbe meritato molto di più (almeno in termini di stima da parte del sottoscritto).

Quello dei tormentoni-che-ti-fanno-schifo-ma-poi-dopo-tot-anni-iniziano-a-piacerti è un problema serio (se non un problema generazionale, ma ancora non ne sono sicuro). Forse è questione di età che avanza - o molto più probabilmente è questione di non aver saputo/voluto ascoltare a dovere per paura di essere confuso con la massa che l'ascolta solo perché emmetivvì la pompa a manetta – ma gira e rigira ci si casca sempre e prima o poi bisognerà venirne a capo. Tanto per dire, mi è successo perfino con quella immane cazzata di 50 Special dei Lunapop o quell'altra minchiata di Welcome To The Black Parade dei My Chemical Romance ed ho dovuto fare pubblica ammenda per un sacco di affermazioni fatte in passato, con conseguente crisi di identità brillantemente risolta dopo poche ore. L'unico tormentone con cui non mi è successo tutto ciò è quel capolavoro totale che risponde al nome di World Hold On (in sostanza, quella di Bob Sinclar in cui si sente fischiare). ma World Hold On è dance (tanto per usare un termine generazionale che i giovani d'oggi non utilizzano più) e con me la storia del tormentone dance che fa schifo perché rompe i coglioni non attacca. Ultimamente a dire il vero sto facendo progressi: mi piacciono i tormentoni anche quando hanno sovraesposizione mediatica. Trovo che la canzone con la quale Marco Mengoni è arrivato secondo al Festival di Sanremo sia davvero bella ed adoro ascoltarla di continuo in radio quando sto guidando, ma forse sto andando fuori tema ed è meglio chiuderla qui perché sto facendo la figura di un Fabio Volo qualsiasi.

12 aprile 2010

FACCIO PARTE DI UN GRUPPO ROCK MOLTO VOLGAAARE... FACCIAMO SOLO ROCK DURO, DURO, DURO... CI CHIAMIAMO "I BUDINI MOLLI"

Solidarietà ai Finley, che sono ragazzi coraggiosi che suonano musica coraggiosa per ragazzi coraggiosi. A sentir ciò che vanno dicendo ultimamente le radio li boicottano perché nell'ultimo disco toccano temi scomodi come l'amicizia, l'attualità, i privilegi ai politici, le loro pettinature (i capelli del cantante Pedro sono sempre più lunghi e unti, mentre un altro di loro che non so se se suoni chitarra, basso o batteria somiglia in maniera inquietante a Paolo Maldini nel momento esatto in cui viene contestato dall'intera curva milanista il giorno del suo ritiro dal mondo del calcio, mascella serrata compresa), la figa che manca a tutti gli emo tranne che ai Finley ecc. ecc., e loro rispondono – testuali parole - con un sound tendente al rock classico con una spruzzata di dance anni '80 (che poi non riesco ancora capire bene perché la dance anni '80 sia tornata così in voga negli ultimi tempi, ma forse è solo un mio limite mentale). Viva la musica del demonio che porta i ragazzi sulla cattiva strada.

Si potrebbe anche chiuderla qui, ed infatti la chiudo qui perché non ho voglia di avere il blog invaso dai commenti minatori di fan minorenni dei Finley che se la sono presa perché ho scritto qualcosa del tipo “i Finley riescono ad essere più inoffensivi di Francesco Facchinetti quando aveva una fanzine punk e veniva giustamente preso a sberle da Miss Violetta Beauregarde, una che è rimasta talmente traumatizzata dal personaggio Francesco Facchinetti che nel tempo ha addirittura scelto di avvicinarsi a Casa Pound. I Finley sono roba per giovani che sono in realtà già vecchi, sono alternativi a 'sto cazzo. Dovrebbero iniziare a pensare di trovarsi un lavoro più o meno serio come tutte le persone normali di questo mondo” (non l'ho scritto sul serio, l'ho solo pensato e quindi i fan dei Finley non arriveranno di certo ad insultarmi).

11 aprile 2010

THE GIRL WHO SOLD HER CUNT



No, quella mezzasega di Robert Pattinson che interpreta Kurt Cobain in un film sui Nirvana proprio no.

È l'ennesima, inutile provocazione di quella sanguisuga di Courtney Love, che vuole fare incazzare me e tutti quelli che all'epoca nei Nirvana ed in Kurt Cobain ci avevano creduto sul serio. Robert Pattinson è buono solo per i film sui vampiri di cartapesta, Courtney Love è una buzzicona buona solo per interpretare la parte del morto vivente nei film sui vampiri di cartapesta. Kurt Cobain morto per noi peccatori non si tocca. Passo e chiudo.


08 aprile 2010

CONFIDIAMO CHE LA FAGLIA NON ESIGA IL SUO TRIBUTO DI SANGUE AI MONDIALI DI CALCIO AMERICANI





Leggevo l'altro giorno su Supertifo che Enrico Mentana sarebbe addirittura disposto a tornare a Mediaset con un suo nuovo programma. Non che me ne freghi qualcosa, però Mentana l'ha menata per mesi che Mediaset ultimamente(?) è diventata un comitato elettorale, che un tempo lo lasciavano lavorare liberamente e poi improvvisamente le cose son cambiate ed hanno provato ad imporgli di seguire una certa linea politica (ovvero quella del Padrone Silvan Berlusconi), che lui non ha voluto adeguarsi e loro l'hanno cacciato senza nessun rispetto per tutto ciò che ha dato all'azienda, e poi adesso torna all'ovile come se nulla fosse? Su questa vicenda ha scritto pure un libro, l'ha presentato in trasmissione da Fazio, ha giocato a fare la parte di quello scomodo che non ha paura di dire le cose come stanno, e riappare a Mediaset con la coda tra le gambe? Alla fine Mentana è il solito raccomandato craxiano, che se ne va dove lo pagano meglio rimangiandosi tutto ciò che ha detto in precedenza. E lo è anche se vuol sembrare uno del popolo e per parlare su Supertifo del suo ritorno a Mediaset si nasconde dietro ruspanti metafore calcistiche degne del miglior Maurizio Mosca (R.I.P.), l'unico vero renegade del giornalismo italiano che se potesse riderebbe in faccia a Mentana (purtroppo però non può perché è morto – lui, non Mentana).

Sempre sullo stesso numero di Supertifo c'è un'intervista esclusiva a Rihanna, presunta icona pop che non vale nemmeno un millesimo di una Lady Gaga qualsiasi (ed è pure una culona con due cosce sembrano quelle di Roberto Carlos). Un'intervista talmente bella che sembra quell'intervista esclusiva ad Arthur Zico che Maurizio Mosca inventò di sana pianta: Roba pericolosa, roba psichedelicissima, parole come proiettili che ti entrano dentro e fanno danni irrimediabili, un serrato scambio di battute in cui Rihanna riesce a fare la figura della cerebrolesa quando parla del suo successo salvo poi fuggire in lacrime non appena l'intervistatrice accenna appena lontanamente alle sue disavventure adolescenziali e/o alle botte prese dall'ex fidanzato Chris Brown. Complimenti: Rihanna gioca a fare la vamp iper-sicura di sé, canta una canzone che a suo dire “parla del piacevole pericolo che corrono le ragazze a cui piacciono i sudati ragazzi delle strade” e poi se ne scappa così di fronte ad una domanda nemmeno troppo impertinente? Ma allora quella di Rihanna è tutta una posa, ma allora sta truffando milioni di ragazzine che credono in lei e la vedono come un modello da imitare in tutto e per tutto. Alla fine della storia Rihanna è come Giovanni Lindo Ferretti, che ai tempi dei CCCP cantava cose in cui non credeva ed ora ha svelato la sua vera natura di bigotto reazionario e vive da solo in montagna assieme ai suoi cavalli. Io non mi son mai cagato i CCCP e me ne vanto perché ho sempre pensato che gli unici gruppi fondamentali sono i Ramones che hanno inventato il punk rock ed i Germs che ne hanno determinato l'evoluzione in hardcore, ma chissà se Rihanna ha mai ascoltato i CCCP? E chissà se conosce Ramones e Germs? Conoscerà mai Enrico Mentana o semplicemente ride di lui ogni volta che lo vede in tv? Ed è mai passata dalla villa di Berlusconi in Sardegna? Le daranno un giorno un programma in tv o un posto in Parlamento? Tutte le risposte sul prossimo numero di Supertifo, che ormai è rimasta l'unica rivista a fare cultura popolare in Italia.

05 aprile 2010

MORBID VISIONS/BESTIAL DEVASTATIONS



L'Autogrill è il posto più trash che ci sia. Ci trovi giocattoli che possono ferire gravemente qualsiasi bambino, dolciumi dall'apporto calorico mostruoso, cd e dvd che esistono solo lì, panini che esistono solo lì, salumi che esistono solo lì ma soprattutto libri che esistono solo lì e che verranno letti solo dai fortunati che si trovano a fare una sosta in Autogrill durante un lungo viaggio in autostrada e senza nemmeno rendersene conto si trovano alla cassa con un libro da pagare a caro prezzo. Tutto questo per arrivare a dire che all'Autogrill ho acquistato una copia di “C'era una volta un presidente. Ius primae noctis”, opera prima di Silvia Valerio, una tizia diciottenne che in quel libro dice tra le altre cose che vorrebbe perdere la verginità con il presidente iraniano Ahmadinejad perché a suo dire è un eretico che non ha paura di nulla. Beato lui, beata lei, beati tutti noi.

“C'era una volta un presidente. Ius primae noctis” è un libro che non esiste ed io non lo leggerò mai. L'ho comprato solo perché la copertina è trash oltre ogni limite e perché ne parlava bene Marcello Veneziani su Libero, ma credo che lo rivenderò su Ebay oppure molto più probabilmente lo riporterò all'Autogrill, cercando spudoratamente di farmi restituire i soldi dicendo che il libro è difettato e non funziona. Un libro scritto da un personaggio che vuole provocare ma non ci riesce non va letto, va solo rispedito al mittente.

Un libro scritto da una tizia che viene ospitata al programma di Chiambretti e colleziona figuracce a ripetizione non va letto, va solo rispedito al mittente (notare come l'immenso Jonathan Kashanian la manda a letto senza cena facendole notare un paio di dettagli non da poco riguardo all'Iran di Ahmadinejad).

Un libro scritto da una tizia che vorrebbe essere una sorta di Fallaci islam-friendly ma non ce la fa manco per il cazzo non va letto, va solo rispedito al mittente. Oppure spedito a Giovanni Lindo Ferretti, per aiutarlo a sentirsi meno solo (ha perfino dichiarato di aver votato Lega alle ultime elezioni, direi che a questo punto il fatto che io non abbia mai sentito i CCCP in vita mia diventa una cosa di cui potermi vantare con gli amici al bar). Tra Giovanni Lindo Ferretti e Silvia Valerio potrebbe anche nascere una bella amicizia, le affinità e le divergenze per far sì che questo accada ci sono tutte, e solo il tempo saprà dirci se effettivamente la bella amicizia nascerà oppure se (cosa ben più logica) Silvia Valerio cadrà nel dimenticatoio tipico dei fenomeni letterari da una botta e via.

02 aprile 2010

AND THE WINNER IS: CRISTIANO MALGIOGLIO CHE DICE DI ESSERE PARENTE DI LADY GAGA

Sensazionale: Cristiano Malgioglio e Lady Gaga sono parenti. Alla lontana, ma pur sempre parenti. Talmente parenti che Lady Gaga ha offerto un milione di dollari per il suo celeberrimo ciuffo platinato ma lui ha rifiutato. L'ha detto Cristiano Malgioglio, e se l'ha detto lui vuol dire che è vero.

Stavo consumando un pasto veloce in un bar/pizzeria/paninoteca, sul tavolo c'era un vecchio numero di Tv Sorrisi e Canzoni di circa un mese fa, ho iniziato a sfogliarlo, ho letto la grande notizia e nulla è stato più come prima. Ho preso a parlare farfugliando come Francesco Nuti in quella ormai mitologica intervista radio in cui era ubriaco fradicio e raccontava del suo momento di crisi, sono uscito senza pagare rincorso dal titolare del locale e sono salito in auto, sfrecciando a tutta velocità verso l'ignoto.

Mentre pensavo con rammarico che è un peccato essere arrivati così tardi su una notizia del genere ed ipotizzavo che una eventuale collaborazione tra i due artisti farebbe scomparire all'istante tale rammarico ho urtato uno scooterone. Nessun danno per la mia auto, ma il pilota dello scooterone è stato sbalzato dal suo mezzo ed ha sfondato di schiena la vetrina di un negozio. Si è fatto malissimo, ma è bastato raccontargli di Cristiano Malgioglio parente (se non cugino) di Lady Gaga e si è ripreso subito, e pure il negoziante di fronte ad una notizia del genere ha iniziato a ridere dimenticando il danno di almeno tremila euro che gli ho causato.

"Internet, quell'ambaradan lì..."


La vera figata è che Pierluigi Bersani non ha capito nulla. Ha detto che vuol cercare l'alleanza con Beppe Grillo e il popolo viola, ha detto che le elezioni non sono poi andate male perché se sommiamo i voti del Partito Democratico a quelli dei listini dei candidati governatori del Partito Democratico otteniamo... (cosa otteniamo? Boh. Mentre lo diceva mi sono addormentato perché era già un bel po' che Bersani parlava senza dire nulla ma soprattutto senza enunciare concetti semplici, interessanti, alla portata di tutti e collegati alla vita reale che le persone si trovano a vivere giorno dopo giorno).

Bersani non ha capito che il Partito Democratico scomparirà quando moriranno i vecchietti che per una vita hanno dogmaticamente votato PCI (e successive mutazioni) senza mai osare mettere in discussione l'operato del partito. Bisogna offrire qualcosa in cui credere ai giovani, mica ai vecchi.

Bersani non ha capito che bisogna dare spazio ai giovani, e nemmeno che se si dà spazio ai giovani non ci si deve limitare ad una cosa di facciata (o, peggio, a dare spazio a replicanti dei vecchi), ma deve essere cambiamento vero.

Bersani non ha capito che ormai la gente non vota più per appartenenza, ma per opinione. La gente vuole votare persone di cui si fida, persone che sente vicine, e non sta a guardare il partito di appartenenza, ma guarda alla sostanza. “Un politico fa cose che ritengo giuste? Io lo voto, sia che sia della Lega che di Sinistra Ecologia e Libertà. Punto e basta.” Ormai votano per appartenenza solo i vecchietti di cui sopra e i minus habens che si rincoglioniscono di fronte alla tv e credono davvero a quello che dice Berlusconi.

Bersani non ha ancora capito che con quei capelli unti, palesemente tinti e poco curati non si va da nessuna parte, se non a friggere patate in cucina ad una qualche Festa de L'Unità in provincia di Piacenza. Almeno finché ci saranno ancora Feste de L'Unità e non moriranno i vecchietti di cui parlavo sopra, gli unici che al giorno d'oggi hanno ancora voglia di sbattersi per portare avanti una Festa de L'Unità. E intanto Berlusconi sbarca su Facebook, mentre Bersani parla di Internet come “quell'ambaradan lì”. Sono entrambi fermi al 1955, solo che almeno Berlusconi finge di essere moderno.