31 marzo 2010

AL CONTADINO NON FAR SAPERE QUANTO È BELLO FARSI LE PERE

Una rockstar ha almeno due modi per vivere fama, gloria e successo:

  1. reagire alla pressione che deriva dal proprio status di icona buttandola in vacca ed iniziando a strafarsi perdendo lucidità ma acquisendo capacità di estraniarsi da una dura realtà quotidiana fatta di tour interminabili-concerti-dopoconcerti-interviste-impegni promozionali vari ed assortiti, oppure

  2. iniziare a pensare alla vita da musicista come ad un lavoro e dunque vivendo il tutto in maniera estremamente professionale, curando ogni dettaglio degli show, conducendo in tour una esistenza mediamente morigerata e pianificando accuratamente ogni mossa presente e (possibilmente) futura, trasformandosi di conseguenza da individuo ad azienda.

In entrambi i casi ci si diverte, però si deve essere consapevoli che la vita da rockstar non è una vita normale e soprattutto (tranne alcune lodevoli eccezioni) è una vita che prima o poi termina per superamento del limite di età, sopraggiunta mancanza di credibilità o eventi funesti diretti e/o indiretti (leggasi malattia, morte, guai giudiziari e fan che si accorgono improvvisamente che è tutta una truffa).

Tutto questo noiosissimo pistolotto iniziale per arrivare a dire che finalmente ho messo le mani su No Distance Left To Run – il famigerato documentario sulla famigerata reunion dei Blur, a mio insindacabile giudizio la più grande pop band degli ultimi vent'anni – e l'ho guardato con attenzione, rimanendo però un tantino deluso. E perché son rimasto deluso? Perché manca il rock, è lento (nei primi venti minuti mi sono addormentato un paio di volte), è buonista e per giunta somiglia terribilmente ad uno qualsiasi di quei documentari che Mtv mandava in onda ai tempi in cui la tanto agognata reunion dei Take That divenne finalmente realtà (quelli tutti buoni sentimenti e minimo spazio ai guai personali dei componenti della band). Non male per una cosa che veniva sbandierata in giro come un clamoroso documentario in cui Damon Albarn confessava di essere stato un eroinomane per cinque anni (per la cronaca: nessuna traccia della scottante rivelazione, solo una fugace allusione mooolto velata – ma più che altro Albarn parlava del testo di Beetlebum, non di una sua dipendenza da eroina).

Non posso dire che No Distance Left To Run non mi sia piaciuto in senso assoluto, ma probabilmente ho (moderatamente) gradito solo perché parlava dei Blur. Se avesse parlato degli Oasis (a mio insindacabile giudizio una delle band più sopravvalutate di sempre) forse avrei lanciato il dvd dalla finestra, o molto più probabilmente l'avrei già riveduto su Ebay per cercare di recuperare parte dei soldi spesi. D'accordo, è importante un dvd che racconti la storia dei Blur, però serviva qualcosa di diverso. L'incontro tra i vari membri del gruppo, la nascita di un'amicizia che nulla pare poter scalfire, la nascita del gruppo, le prime prove, il primo disco, le difficoltà, il secondo disco, l'interesse del pubblico, il terzo disco, il botto commerciale, il quarto disco, il botto planetario, i primi scazzi, le paranoie, l'alcolismo di Graham Coxon, la momentanea rinascita, altri dischi molto più sperimentali che il pubblico ha capito in parte, l'uscita di Coxon, la fine, il riavvicinamento dopo 8 anni, l'amicizia ritrovata, la serenità, le prime prove in studio dopo molto tempo, i concerti della reunion, l'emozione, la commozione: mancava solo un'intervista con Fabio Fazio (o magari con Vincenzo Mollica) e ci sarebbero stati tutti gli ingredienti per classificarlo come “opera che posso benissimo guardare assieme a mia madre, 'ché non c'è niente che possa turbarla in maniera particolare”. Oltretutto manca anche una accurata descrizione delle prodezze nasal-goderecce di Alex 'ho sniffato un milione di euro' James, il che non è cosa da poco per un dvd che vuol cercare di tratteggiare in maniera rigorosa l'epopea della band in questione.

Ma in fondo è comprensibile che alla fin fine il dvd si sia rivelato essere una cosa del genere: in fondo i Blur han vissuto il proprio successo sbroccando e stando male a livello personale, si sono strafatti ma non sono riusciti ad estraniarsi dalla dura realtà quotidiana della rockstar, e di conseguenza sono stati travolti dall'enorme pressione si è venuta a creare nelle loro vite. Si sono riformati per sincero bisogno di tornare a stare insieme superando i traumi del passato (e guadagnando pure un sacco di bei soldoni), ma non hanno più l'età né tanto meno il fisico da rockstar (per la cronaca: fa parecchio male vedere Damon Albarn ridotto così, non ci sono ancora abituato) ed allora hanno fatto l'unica cosa che ci si poteva aspettare da loro, ovvero una colossale e spudorata operazione-nostalgia, ben confezionata ma pur sempre operazione-nostalgia con tutti i pregi e difetti del caso. Ma forse è solo perché purtroppo non sono inglese e certe cose non le capisco.



30 marzo 2010

TU CHIAMALE SE VUOI ELEZIONI


I risultati son definitivi oppure no? Le urne sono chiuse o sono ancora aperte per far votare chi a Roma e provincia voleva votare Popolo della Libertà ma non ha trovato il simbolo sulla scheda? Non importa. Quello che importa è che:

  • come al solito nei speciali televisivi sulle elezioni hanno vinto tutti. Non conta il risultato reale, conta che i vari leader di partito vadano in tv a dichiarare di aver vinto. Tutto il resto è game over.

  • in verità ha vinto la Lega, ma Berlusconi lo negherà sempre perché è troppo vanesio e troppo complessato.

  • in Lombardia è stato eletto Renzo Bossi, segno che chiunque nella vita con tanta tenacia ed un padre potente ce la può fare.

  • non è possibile stabilire l'andamento del Partito Democratico, però Bersani dice che non è andata male. Gli ottimi risultati di Vendola e della Bonino (nonostante la sconfitta di misura) stanno lì a dimostrarlo. Ehi, ma un momento... Vendola e la Bonino non sono del Partito Democratico!

  • Mercedes Bresso si chiama come un'automobile ma perde (o ha vinto? non si sa) la guida della regione Piemonte per merito di quei genialoidi della Lista 5 Stelle di Beppe Grillo, che le han rubato un sacco di voti e han fatto vincere Roberto Cota della Lega. Mi gira la testa e non so nemmeno se la Bresso abbia vinto oppure no, ma sono ancora lucido e posso affermare ancora una volta che Beppe Brillo è buono per un cicchetto di vino in osteria con Umberto Bossi, nulla più. Non mi sembra di vedere tanti Vaffanculo Day nelle piazze da quando governa Papi Silvio.

  • chi è causa del suo mal deve solo star zitto. Taci, sinistra.

Tutto questo e molto altro domenica prossima, quando ricomincia il campionato di Serie A e scopriremo se l'Inter è davvero scoppiata o se sta semplicemente facendo uno scherzo per vedere se chi segue le partite è sveglio oppure si è addormentato.

28 marzo 2010

BACK TO 2002, SOLO CHE NEL 2002 NON ESISTEVA LA NINTENDO WII

I Notwist sono i più grandi di tutti, e l'hanno dimostrato anche venerdì scorso all'Estragon di Bologna. Un concerto con una scaletta praticamente identica a quella del memorabile concerto di Ferrara di quasi due anni fa, però nel frattempo io sono invecchiato di quasi due anni (con tutto ciò che ne consegue) mentre i Notwist sono maturati e non invecchiati (idem come sopra, con in sovrappiù il fatto che Martin Gretschmann a.k.a. Console continua a controllare la parte elettronica della loro musica utilizzando i controler della Nintendo Wii. Come cazzo fa?). E si è sentito, eccome se si è sentito: han dato tutto, han fatto commuovere la gente (personalmente almeno un paio di volte ho rischiato di scoppiare a piangere, davvero), hanno coinvolto/sconvolto a livello emotivo, hanno suonato da paura, sono stati mediamente più noise del solito (questa volta erano in sei sul palco e le chitarre fischiavano come ai bei tempi) e si son pure presi il lusso di improvvisare una clamorosa jam space-disco-dub facendo ballare la gente manco fossimo al prossimo Urban Disorder (spoiler). Sembrava di essere nel 2002, solo che siamo già nel 2010 e la tecnologia ha fatto passi da gigante (la società invece è regredita, ma questo è un altro discorso da non affrontare in una sede come questa). Cosa chiedere di più ad un concerto? Cosa chiedere di più alla vita?

In definitiva, i Notwist a Bologna han dato la dimostrazione scientifica che quando hai classe e stile puoi anche permetterti di fare un disco ogni cinque o sei anni e prendere ugualmente a calci in culo tutti quei gruppetti ridicoli che cagano fuori un album all'anno tanto per timbrare il cartellino e farsi più ragazzine minorenni possibili. Concerto della vita, tra l'altro.

(thanks to A Flickr in the Life's for the photos - non ho fatto in tempo a scaricare quelle che ho fatto io ed ho pensato di rubarle in giro)

KING FOR A DAY, KING FOR A LIFETIME (nonostante il boicottaggio di destra & sinistra)



Daniele Luttazzi è talmente superiore che in televisione non lo vedremo mai più, nemmeno se questa sinistra un giorno dovesse per caso vincere le elezioni ed iniziare a governare.

A Raiperunanotte ha dato vita ad una performance che in un paese normale entrerebbe nella storia della tv, ma siccome siamo in Italia rimarrà cosa per i pochi che sanno capirla (e per i pochi che possono vederla in streaming su internet).

Luttazzi è unico, e la sua vera forza è che riesce a farti ridere a crepapelle parlando di cose che dovrebbero farti piangere (oppure imbracciare il mitra se sei un attimo più agitato del dovuto) e poi ti fa riflettere sullo stato delle cose e su come eventualmente fare per provare e cambiare (è difficile cambiare, ma almeno vale la pena di tentare). É per questo che fa paura a chi comanda: uno come Luttazzi potrebbe far pensare la gente, ed allora scatta automatica la censura nei suoi confronti perché se un giorno la gente iniziasse a pensare sarebbe un casino. Alla gente è meglio raccontare la favola del postino a cui è scoppiata una bomba anarchica in mano e nonostante è ancora fiero di vivere in Italia, di vivere in una democrazia, di essere un impiegato statale e soprattutto di poter ancora dire che “la storia non ha insegnato nulla” (visto nell'intervista al Tg5, ha detto sul serio tutto questo e lo ha detto steso sul letto d'ospedale con il volto coperto da un panno. Sotto quelle coperte poteva esserci un passante, un agente segreto, un postino o chiunque altro, io per precauzione ho spento la tv e l'ho lanciata dalla finestra).

24 marzo 2010

DON'T TALK ABOUT ANYTHING ELSE...WE DON'T WANT TO KNOW / WE'RE DEDICATED TO OUR FAVORITE SHOWS

Da qualche tempo su Italia 1 c'è questo programma che si chiama Jekyll. Va in onda subito prima dell'edizione delle 12:30 di Studio Aperto (il che è tutto un dire), però è solo guardandolo con attenzione che capisci veramente cosa sono le droghe pesanti e cosa ti fa evaporare i neuroni come le molecole h2o quando una pentola d'acqua è in piena ebollizione.

Tutte le volte che ho ho provato a guardare Jekill non sono mai riuscito ad arrivare fino in fondo: mi sono sempre risvegliato un paio di ore dopo la fine del programma pallido ed emaciato, con il laccio emostatico legato al braccio ed il telecomando conficcato nell'avambraccio. Praticamente ciò che mi accade quando tento di guardare una gara di Formula Uno, solo che almeno durante le gare di Formula Uno non c'è una voce fuori campo tipo quella di Lucignolo che commenta le immagini che scorrono sul teleschermo ma soprattutto io mi sveglio regolarmente all'ultimo giro fingendo di essere felice per il vincitore, chiunque esso sia (ovviamente tifo Red Bull perché sono assuefatto, ma in fondo sono un tipo sportivo e non sempre salgo sul carro del vincitore. Tanto per dire, da bambino ho pure tifato per Michael Andretti, che non vinceva mai ma mi era simpatico perché era americano ma aveva un cognome italiano).

Con Jekyll purtroppo non ci sono vincitori, e chi perde è il povero spettatore talmente gonzo che finisce per prendere sul serio un programma del genere e poi corre ad infilare una caramella Mentos in una bottiglia di Coca Cola Light mettendo poi in rete il filmato relativo a questa performance fuori tempo massimo (fare cose del genere di fronte ad una videocamera e mettere il tutto su YouTube era infatti all'avanguardia tre anni fa, ma non diciamolo ai telespettatori che credono davvero in un programma del genere sennò cade il governo e siamo rovinati). Nel 2010 un autore di programmi tv non può confezionare un programma prendendo da YouTube filmati di sagre paesane e ritrasmettendoli pari pari in tv con aggiunta di insopportabile voce fuori campo che pronuncia a caso battute scontate, e non può nemmeno prendere brandelli scelti di programmi Rai andati in onda la sera prima ed imbastirci tristi siparietti comici in barba al rispetto del copyright (Mediaset non pagherà mai diritti d'autore alla Rai per fare una cosa del genere, questo è poco ma sicuro) (la stessa Mediaset che vuole far rimuovere da YouTube i filmati dei suoi programmi per ragioni di copyright e poi prende da YouTube i filmati postati da ignari utenti per farci cazzate come Jekyll – e il cerchio si chiude). Che li pagano a fare gli autori di programmi tv? Che lo paghiamo a fare Silvio Berlusconi se poi le sue tv (pardon, le tv di proprietà della sua famiglia) ci narcotizzano con roba del genere?

Guardando Jekyll vien quasi da rimpiangere il programma di approfondimento politico che andava in onda la mattina su Canale Italia quando al governo c'era Romano Prodi e che è improvvisamente terminato quando il governo è caduto lasciando sbigottiti migliaia di spettatori (me compreso). Telefonate da casa di telespettatori dal pesante accento veneto imbufaliti per tasse, spaccio di droga ed immigrati, conduttori parzialissimi che gettavano benzina sul fuoco e Filippo Ascierto ospite in studio un giorno sì e l'altro pure, a suo agio forse più di quando sedeva in cabina di regia ai tempi dei disordini al G8 di Genova nel 2001. Ho provato più volte ad intervenire da casa, una volta ho sono pure riuscito a prendere la linea ma la mia telefonata è stata repentinamente interrotta dalla scure della censura prima che potessi terminare il mio alato ragionamento politico. Bei tempi quelli, quando eravamo più genuini e ci divertivamo con molto poco. Ridateci Prodi, il programma di approfondimento politico anti Prodi di Canale Italia e pure Lucignolo. Ce li meritiamo.

22 marzo 2010

IL MIGLIOR ANIMATORE TURISTICO DEGLI ULTIMI 150 ANNI


Io c'ero, e posso confermarlo: eravamo davvero un milione di persone alla manifestazione di Roma. Chi dice che eravamo meno è in malafede ed è dalla parte di chi quando ha governato ha seminato miseria, morte e terrore. Sono fiero di esserci andato ed aver trascorso un sabato pomeriggio così prestigioso in mezzo a gente bella ed educata, sono fiero di aver guadagnato cento euro senza fare un cazzo (anzi no, qualcosa l'ho fatto: ho mangiato a sbafo, ho tenuto in mano una bandiera e talvolta ho fatto la faccia da ritardato. Mi riesce sempre bene fare la faccia da ritardato). È stato un momento impensabile, una festa nazionale, una mappa con una nuova geografia e come da claim: un giardino di fiori da coltivare. un nuovo punto fisso, di bellezza e coraggio, nell’immaginario collettivo. L'amore vince sempre sull'Invicta e sull'odio.
La manifestazione di sabato è stata la conferma che si possono fare grandi cose semplicemente partendo dalla propria passione per le cose belle, senza grossi sponsor o persone che investono a occhi chiusi. Ci ha pensato Silvio a pagare tutto, non ho dovuto nemmeno comprare il biglietto del treno. Vorrei una manifestazione del genere ogni giorno, diventerei ricchissimo.

E domenica recarmi a Bologna in sella al mio Booster per sentire di nuovo Silvio parlare è stato fantastico. Avevo l'accredito per la sala stampa dove veniva presentata al pubblico Anna Maria Bernini (la candidata del centrodestra in Emilia Romagna per le prossime elezioni regionali) e non mi sono lasciato sfuggire un'altra occasione d'oro per scroccare un pranzo e farmi un altro po' di risate alla faccia di quei gonzi che li prendono sul serio come se fossero dei giganti del pensiero liberale. I tipi dell'organizzazione mi hanno lasciato parcheggiare lo scooter elaborato all'interno della sala, hanno gradito assai il fatto che io sia intervenuto per chiedere se la Bernini è stata candidata perché ricorre allo stesso chirurgo plastico di Berlusconi (l'espressione facciale è la medesima in entrambi) e mi hanno fatto quasi sentire uno di loro. È per questo e per mille altri motivi che ho deciso di votare Popolo della Libertà alle prossime regionali. Sul modo in cui intendo votarlo quando sarò da solo nella cabina elettorale è meglio ricorrere all'autocensura e tacere – che potrei essere talmente volgare e disgustoso da rischiare la chiusura del blog nonché una visita della Digos a casa, e ciò non sarebbe affatto bello e salutare.

20 marzo 2010

CONOSCO BENISSIMO LA VITA CHE FAI, SPESSO PROVO ANCH'IO MA NON MI PIACE MAI (Un uomo, il suo sogno, i comunisti che lo costringono a guidare un paese)


Continuo a comprare libri senza aver più il tempo di leggerli, però uno spazio per le cose che nella vita contano davvero lo trovo sempre. Tanto per dire, ho letto su Elaborare che Vittorio Sgarbi chiede il rinvio delle elezioni regionali del Lazio perché la sua lista Liberal-Sgarbi è stata riammessa in extremis alla competizione elettorale – e se lo scrive Elaborare deve essere per forza accaduto sul serio. A quanto pare Sgarbi reclama a gran voce e parla di fascismo in caso di elezioni tenute in assenza della sua lista, e Silvio Berlusconi tra un comizio e l'altro (ma non deve governare? ma non deve risolvere i problemi del paese? dove lo trova il tempo per fare anche i comizi? e soprattutto, perché i suoi candidati hanno sempre bisogno di averlo come tutore? non riescono a gestirsi la campagna elettorale da soli come fanno tutti i candidati nei paesi del mondo civilizzato? sono per caso mongopletici? Le risposte a domenica sera, quando finalmente conosceremo il risultato del posticipo del campionato di Serie A) lo ha ovviamente appoggiato nelle sue farneticanti rivendicazioni e si unisce a lui nel chiedere a gran voce il rinvio delle suddette elezioni, tanto per aggiungere un altro po' di sale ad una campagna elettorale talmente assurda da sembrare assolutamente reale (reale almeno per un paese come l'Italia, l'Occidente è un'altra cosa e non è di certo l'Italia).

Per me Berlusconi prima di dire certe cose si fa di Demerol, non c'è altra spiegazione logica. Un essere umano in condizioni normali non può dire tutto e il contrario di tutto sperando che nessuno se ne accorga. Deve essere per forza sotto costante effetto di dosi massicce di antidolorifici che lo rendono poco lucido, poco logico. Passi il fatto che controlla direttamente o indirettamente i maggiori media del paese e può sparare proclami a tutte le ore, ma non può insultare dicendo poi che sono gli altri che lo insultano, non può tramare per eliminare il programma di Michele Santoro giustificando il suo occuparsi della Rai in luogo dei gravi problemi che affliggono il paese con il fatto che Michele Santoro organizza processi mediatici alla sua figura ed allora va eliminato dall'etere, non può chiamare al voto il popolo moderato (che cazzo vuol dire poi il termine “moderato”? chi sono gli elettori moderati? quelli che darebbero fuoco agli stranieri perché ci rubano il lavoro? o quelli che si indignano di fronte alle parole di Aldo Busi - uno che sostanzialmente ha detto qualcosa che si avvicina di molto alla verità e per questo è stato cacciato a pedate dalla Rai – e non si indignano di fronte a ciò che il Vaticano pensa degli omosessuali?) dicendo che ogni voto non dato a lui è un voto ai comunisti che regalano crack ai bambini e poi se li mangiano, non può avere delle paranoie talmente complicate da portarlo ad andare in giro con in testa quella calotta di capelli posticci pittati col lucido da scarpe, non può avere un ego così. Non è credibile, o forse è talmente credibile che la gente ormai non ci fa più caso e lo considera qualcosa di familiare. Praticamente come il vecchio nonno al quale i nipoti per rispetto danno sempre ragione anche se spara cazzate epocali, tutte da ridere tantissimo.

Ma in fondo non è tutta colpa sua: è il Demerol che suo malgrado gli sparano in vena a renderlo così instabile. Lui fondamentalmente è un uomo buono e giusto con in sovrappiù la caratteristica di essere il più ricco d'Italia, ma purtroppo è costretto a ricorrere a potentissimi antidolorifici per reggere lo stress a cui lo sottopone la dura vita che fa. Sedici anni di campagna elettorale permanente sono pesanti, soprattutto quando hai 74 anni ed il mondo è totalmente differente rispetto com'era a sedici anni fa. Ma non diciamolo a Vittorio Sgarbi, che sennò si rende conto di non c'entrare un cazzo col Lazio e resto del mio discorso (con Berlusconi c'entra, eccome se c'entra) e si ritira dalle elezioni, togliendo a Berlusconi un'altra scusa per fare un po' di casino e portare alle urne i fantomatici elettori moderati, comodamente seduti in poltrona davanti allo schermo tv in attesa che qualcuno dica loro che il diritto di voto va esercitato solo per un candidato e non per tutti gli altri.

16 marzo 2010

E LA CONOSCENZA SENZA UNA COSTANTE CONCENTRAZIONE NUOCE PIÙ CHE NON AVERE AFFATTO LA CONOSCENZA (Cit. Don Luigi Giussani, “L'autocoscienza del cosmo”)

Esperienza personale: stavo passeggiando per strada, mi si è avvicinato un tipo che mi ha chiesto informalmente se volevo fare un test ed io, curioso, l'ho seguito. Mi ha portato in una sede dove c'erano persone in attesa, altri che facevano il test e mi ha messo davanti questo fardello di domande. Io ero convinto che fosse il famigerato test di Scientology, ma poi leggendo bene ho scoperto che era un test di Comunione e Liberazione (non che ci sia tanta differenza tra Scientology e CL, ma almeno il test è un tantino diverso...) ed ho risposto praticamente a tutte le domande senza nemmeno copiare dal vicino di banco. Credevo di essere andato alla grande, ma quando il tipo che mi ha portato lì ha iniziato a verificare le mie risposte, ha iniziato a dire che c'era qualcosa che non andava e che se volevo diventare come Francesco Facchinetti (lo ha definito “uno di loro che ce l'ha fatta a sfondare nel mondo dello spettacolo”, testuali parole) (e tra l'altro suo padre Roby Facchinetti dei Pooh oltre che essere di CL è pure di Scientology, quindi tutto torna) avrei dovuto lavorare ancora molto molto per poi concludere, secondo un calcolo matematico fatto da un software con il quale ha analizzato il tutto, che ero matto e avevo bisogno di leggere il libro Cotto e mangiato di Benedetta Parodi per guarire. Curioso, ho preso anche il libro (pagato 13 euro) e me ne sono andato incredulo. Fine del racconto della mia esperienza personale.

E da quando ho comprato il libro Cotto e mangiato il mio stomaco è a pezzi. Forse perché ho preso l'abitudine di aprire una pagina a caso e provare una ricetta al giorno anche senza avere tutti gli ingredienti necessari (o magari più probabilmente perché per riuscire a sopportare le cazzate che scrive Benedetta Parodi sono diventato dipendente da Red Bull come i camionisti) non riesco più a digerire nulla di nulla. Ed allora invece di pranzare e cenare guardo il Tg1 perché è l'unica cosa che mi fa star bene a livello gastrico.

Vedere come il Tg1 nasconde le notizie mi fa star bene. Sentirmi dire che il leader maximo Silvio Berlusconi guida con mano ferma il paese mi fa star bene. Sentire le dichiarazioni giornaliere su qualsiasi argomento di Gasparri, Bondi, Cicchitto, Calderoli, Capezzone e Bricolo mi fa star bene. Non sentire le ragioni dell'opposizione mi fa star bene. Sentire il cronista politico di turno parlare a seconda dei casi e delle situazioni di “accesa polemica” e di “dibattito” tra gli schieramenti quando l'Italia sta andando in merda mi fa star bene. Scoprire che a L'Aquila Bertolaso ha già ricostruito tutto, che a Napoli Bertolaso ha già fatto sparire tutti i rifiuti e che la storia delle troie di Bertolaso è tutta una montatura della sinistra italiana mi fa stare bene. Sapere che il vicedirettore del Tg1 (in odor di Opus Dei) Fabrizio Ferragni è il padre di Chiara Ferragni ma lei non vuole ammetterlo mi fa star bene. Sentirmi gli editoriali con i quali il direttorissimo Augusto Pinochet Minzolini si autoassolve mi fa stare benissimo, e fa guarire il mio povero stomaco. L'intestino no, quello è un altro discorso che non sto a fare in questa sede perché rischierei di diventare troppo trash.




(Un Minzolini in anfe si autoassolve in diretta tv al Tg1 delle otto, col risultato di sembrare solamente una non-persona in anfe che cerca disperatamente di autoassolversi nonché di sembrare un giornalista da paese civile. Pagare il canone tv per vedere momenti televisivi del genere è bellissimo.)

12 marzo 2010

MY WAR: Bob Marley vs. Bob Rifo vs. Boy George vs. Pete Doherty vs. James Murphy vs. Henry Rollins vs. quei dannati fricchettoni del cazzo.


L'altra sera son sceso dalla macchina ed ho pestato una cacca di cane (anzi no, era talmente grande che è meglio chiamarla con il suo vero nome: gigantesca merda di cane. Dannati fricchettoni del cazzo che vanno in giro col cane al guinzaglio permettendogli di sporcare i marciapiedi sui quali devo camminare io. Se facessero cacare i loro cani nei bonghi che sono soliti utilizzare per suonare il mondo sarebbe un posto migliore). Mi sono incazzato parecchio perché avevo fretta e non potevo di certo andarmene in giro con una scarpa sporca & puzzolente, ma ho risolto il problema alla radice entrando in un locale di grido della mia città (uno di quelli frequentati dalla crème de la crème universitaria) solo per pulirmi la scarpa nel tappeto posto nei pressi dell'entrata. Nella vita ci vuole classe.

Una volta entrato nel prestigioso locale ho incrociato un mio amico, un giornalista che qualcuno ha pubblicamente accusato di essere un giornalista ma soprattutto di scroccare l'accredito ad un festival di nuova musica italiana. Mi ha racccontato di essere appena tornato dalla Giamaica, di essere stato lì per un matrimonio e di aver capito molto del posto, oltretutto spassandosela alla grande senza farsi troppe menate. Mi ha anche garantito che Bob Marley è nato in Giamaica ma la Giamaica non è solo Bob Marley, perché gira e rigira Bob Marley è roba buona per i fricchettoni di cui sopra (quelli che poi mi costringono a pulirmi le scarpe sui tappeti dei locali più chic perché i loro cani sono indisciplinati).

Successivamente il discorso è andato su altro. Tipo i Babyshambles (ma Pete Doherty si fa ancora o ha smesso? E se non ha smesso, perché al limite in caso di forfait non provvediamo a sostituirlo con quel tossico che bazzica la stazione di Ferrara e gli somiglia parecchio anche se è alto il doppio e pesa la metà? Si ripeterà la magia di ciò che avvenne a Boy George nel 1987, quando ospite d'onore di una discoteca della periferia ferrarese venne arrestato durante una imponente retata antidroga e si sfiorò l'incidente diplomatico?) e gli Lcd Soundsystem (James Murphy è uno ganzo perché sa cos'è il punk e sa cos'è la disco, ed oltretutto non ha nemmeno bisogno di indossare la maschera di Venom come fanno altri loschi figuri che infestano le discoteche e i festival musicali di regime) a Ferrara Sotto Le Stelle. Eventi imperdibili (soprattutto Lcd Soudsystem, visto che Pete Doherty fondamentalmente mi sta sulle palle – ma è un problema mio, non di altri), eventi che infatti non mi perderò nemmeno se venisse Ignazio La Russa a cercare di fermarmi con la forza. O magari se arrivassero i Bloody Beetroots a strattonarmi perché vado in giro a dire che sono una delle truffe più colossali che siano mai state concepite dalla mente umana.

Si torna sempre lì, ai Bloody Beetroots. Mentre stavo per uscire e la mia scarpa ex-sporca era ormai come nuova, il mio amico mi ha raccontato che la situazione sta precipitando e che la critica musicale di regime ormai sta cercando di spacciare i Bloody Beetroots (e più in generale, l'attuale scena electro/fidget) come il nuovo punk. Quando sento queste cose ci resto sempre male – perché il punk era altro, perché il DIY è altro, perché il contesto sociale di riferimento è un altro, questo è solo divertimento – ma poi decido di fregarmene, perché le cose importanti nella vita sono altre. In fondo, chi se ne importa se i Bloody Beetroots girano i video in cui indossano le magliette dei Black Flag? Magari ad Henry Rollins dispiacerà saperlo (anzi, sono convinto che se avesse potuto prevedere che le magliette dei Black Flag avrebbero fatto quella fine si sarebbe sicuramente fatto ammazzare assieme a Joe Cole durante quella sfortunata rapina nella loro casa). ma poi il conto in banca di Bob Rifo aumenta mentre il mio rimane stabile, e visto che i soldi nella vita sono tutto la ragione sta dalla parte di Bob Rifo.

Resta il fatto che i Crookers sono di un altro pianeta rispetto a Bob Rifo & socio figurante e che Ferrara è una città piccola, però ci saranno sempre cacche sui marciapiedi pronte per essere pestate, e ci saranno sempre locali di grido in cui entrare solo per pulirsi i piedi. That's life.

10 marzo 2010

UNTI DALLA COSTITUZIONE

Ora siamo tutti (un po') più tranquilli: a Roma e provincia il PdL è stato riammesso alle elezioni grazie ad un decreto presentato in piena notte (o in pieno giorno, tanto è uguale visto che l'italiano medio non lo sa perché la tv non glielo ha raccontato) ed i minus habens potranno ancora una volta recarsi in massa al seggio a votare a Berlusconi. Il loro sacrosanto diritto di voto è salvo (sarebbe stato pericoloso per l'ordine pubblico se i minus habens avessero disertato le urne perché il Gran Partito non era sulla scheda), così come è salvo il diritto dell'opposizione di avere ancora una volta un Berlusconi da sbandierare per ottenere i voti di chi in una situazione normale, in un paese normale non voterebbe questa opposizione manco per il cazzo.

Per quanto mi riguarda mi chiamo fuori – checché ne dica Napolitano, che ultimamente parla addirittura di italiani uniti dalla Costituzione (come se gli italiani sapessero che in Italia c'è una Costituzione). Visto che il ripescaggio di liste che andavano escluse è valso solo per Roma e provincia e soprattutto non è stato applicato alla Lista Bonino-Pannella, il mio voto è dentro al frigo. Devo solo scegliere se mettere nella scheda una fetta di prosciutto o una fetta di mortadella, ma credo che opterò per la mortadella che costa meno e sporca di più perché è più unta. E mentre porrò il prestigioso salume nella scheda e ripiegherò il tutto penserò alla faccia di Roberto Formigoni, uno che in un mondo più giusto sarebbe in Iraq a dirigere il traffico, e riderò tantissimo alla faccia di una classe dirigente che vede il momento del voto popolare solamente come momento di autocelebrazione nonché come una scusa per giustificare il proprio enorme potere.



05 marzo 2010

LA DISPERAZIONE DI VIVERE L'ARTE SENZA UN PAIO DI BAFFI POSTICCI



È scandaloso: all'Autogrill non hanno il frigo con i gelati confezionati però vendono la birra Tennent's Super (strong Lager, bottiglia 33 cl, 9,0% vol: l'ideale prima di partire per un lungo viaggio a un senso solo, senza ritorno se non in volo) e soprattutto vendono il cd “Sfida” di Amici 9 (dodici canzoni cantate da dodici fantocci diversi, una maglietta rossa con la scritta “sfida”: l'ideale per fare la fine di Catello Miotto, un uomo di merda che voleva diventare famoso perché si sentiva un leader ed ora è in galera perché accusato di stupro).

Ed è ancora più scandaloso il fatto che Studio Aperto non dica una parola per denunciare questi misfatti (e non dica nemmeno una parola sensata riguardo alla manifestazione anti Berlusconi del 27 Febbraio scorso) ma in compenso perda tempo ad intervistare “la più famosa blogger italiana” ospite alla Settimana della moda a Milano. Chiara Ferragni – questo il nome della titolare del favoloso fashion-blog The Blonde Salad – si trovava lì perché a quanto pare ultimamente i capoccia del mondo della moda sono alla ricerca di nuovi stimoli e di nuova gente su cui puntare per promuovere il loro prodotto e di conseguenza si son resi conto che esistono anche realtà come internet e i blog. Una autentica rivoluzione copernicana: logico, no?

Comunque quelli dell'intervista sono stati due minuti assolutamente esilaranti, pura ed autentica satira involontaria: Chiara Ferragni, una ragazza bionda, bocconiana annoiata & (probabilmente) raccomandata con un ego grosso così, ha deliziato il pubblico che pranzava comodamente seduto a tavola con concetti profondissimi quali “se Vogue mi offrisse un posto non rinuncerei al mio blog”, “la moda è indietro sotto il profilo delle tecnologie di internet e deve dare spazio alle persone giovani”, “i blogger sono i più vicini ai consumatori finali”, “il termine utilizzatore finale era riferito ad una domanda di natura tecnico-giuridica, non mi rompa i coglioni”. Personalmente, se mi avessero intervistato in quanto blogger mi sarei vergognato come un ladro e sarei corso a nascondermi oppure al contrario avrei preso la palla al balzo ed ne avrei approfittato per insultare il malcapitato giornalista di Studio Aperto fino a farmi arrestare, ma fortunatamente non tutti sono come me ed esistono anche persone civili come Chiara Ferragni che sanno come ci si comporta nell'alta società. Buon per lei che ce la fa, io cerco ancora di separare la vita reale dalla vita su blog (è dura, ma con un po' di impegno è possibile farcela e vivere una vita normale pur curando un blog).

MORALE DELLA STORIA: Grazie a Studio Aperto, con quest'intervista il fenomeno dei blogger è stato definitivamente sdoganato con almeno cinque anni di ritardo presso le famiglie italiane e nello stesso tempo il mondo della moda italo-milanese ha preso due piccioni con una fava: si è dimostrato aperto (e progressista) e nello stesso tempo ha trovato modo di alimentare l'ego di chi in futuro potrà fare marchette colossali al prezzo di un altro invito a presenziare nelle vesti di blogger alla Settimana della moda. Anzi, vien quasi da pensare che Chiara Ferragni non esista davvero o, meglio, che esista solo in quanto modella-della-porta-accanto a cui fare indossare vestiti per far foto da postare sul blog (che peraltro sembra scritto dagli stessi personaggi che scrivevano i testi di Lucignolo, quindi tutto torna) a mo' di forma pubblicità moderna (e progressista)(e tanto gggiovane). Ma chi sono io per affermare una cosa del genere senza timore di sbagliarmi? In fondo, quello del fashion-blog Blonde Salad è un problema che riguarda menti più dotate della mia, e dunque perché preoccuparsi quando ci pensa già Studio Aperto a farlo per me? Comunque, essere blogger ormai è una professione, dovrei iniziare a pensare anche io a come dare una svolta alla mia vita.

REMARE CONTRO IS GOOD



A me piace la gente che parla chiaro ed ha il coraggio di dire cose scomode ed impopolari, anche a costo di essere poi costretta a subire critiche tanto aspre quanto sterili.
La sinistra italiana è alla canna del gas così come lo sono i suoi principali intellettuali di riferimento, i suoi miti e le sue mode, solo che se pronunci una frase del genere in pubblico vieni lapidato (sia metaforicamente e/o mediaticamente che nel vero senso della parola). Inizio a sparare qualche esempio a caso: sento parlare Bersani in tv e non capisco nulla perché sembra sempre che abbia appena finito di fare un giro di liscio alla Festa de L'Unità nel suo paese, 1966 circa. Sento parlare Fausto Bertinotti e non lo ascolto nemmeno, mi limito ad immaginarlo in barca mentre va alla deriva con sua moglie, Valeria Marini e Cecchi Gori. I film di Nanni Moretti sono noiosi e lui è sopravvalutato. Alessandro Baricco scrive cose inutili ed è come l'oppio, ti fa dormire e quando ti svegli stai male. Tutta la cosiddetta satira di sinistra non è satira perché ha un occhio di riguardo (leggasi: ha compassione) per una determinata parte politica che in fondo fa già ridere di per sé pur cercando di comportarsi seriamente. Quando sono seduto in poltrona appare D'Alema sullo schermo televisivo mi trasformo (metaforicamente) in Elvis a fine carriera e comincio a sparare alla mia televisione come se fossi sotto l'effetto di qualche pasticca & panini al burro d'arachidi. La pizzica e la taranta sono inscoltabili ma il peggio sono i fan della pizzica e della taranta (anzi no, il peggio sono io che li critico). I pomodori pachino sono uguali agli altri pomodori solo che sono grandi un quinto e costano cinque volte tanto. Il Commissario Montalbano ha rotto le palle perché son cinque anni che lo replicano, diventerà la nuova Signora in giallo a forza di essere riproposto.
Si potrebbe andare avanti all'infinito ma meglio fermarsi qui ed arrivare al punto: Fulvio Abbate in appena sei minuti è riuscito a dire tutto ciò che c'era da dire sul conformismo di sinistra. Sottoscrivo parola per parola, virgole e pause comprese.

02 marzo 2010

THE SUN ALWAYS SHINES ON TV


Silvio Berlusconi ha annunciato un giro di vite sulla corruzione, e da vero uomo del fare si è messo subito all'opera: ha preso un cacciavite, se l'è conficcato in testa perforando con grosso sforzo quella calotta nera che la gente si ostina ancora a chiamare capelli ed ha iniziato a girare, girare, girare. Solo che non è successo nulla. Bertolaso e la sua cricca sono ancora lì, Cosentino è ancora lì, Di Girolamo è ancora lì (o l'hanno già dimesso e mandato al gabbio?) Silvio Berlusconi è ancora lì. Sarà per la prossima occasione, tanto Lui è immortale e può annunciare, conficcare&girare quante volte vuole e la gente continua a ugualmente dargli credito.

Intanto Franco Grillini annuncia che si candiderà per l'Italia dei Valori (notare che a suo tempo Grillini non ha aderito al Partito Democratico perché non lo riteneva abbastanza di sinistra, mentre ora si candida per il partito del questurino dalla manetta facile. Oh, come cambiano i tempi – nel '77 Di Pietro era a Bologna alla guida di un tank della Polizia e sedava i disordini, ora recita la parte dell'unico di sinistra), Vladimir Luxuria si dichiara possibilista su una sua candidatura con il Popolo delle Libertà (cosa non si fa per un posto in tv, cosa non si fa per un posto al fianco di Gasparri e Storace. In una dark room con Gasparri e Storace, la Mussolini che filma) ed io non so più cosa sia la sinistra e cosa sia la destra. Succede, soprattutto quando il principale partito che in teoria dovrebbe rappresentare le istanze della gente di sinistra non dice una parola su nulla e continua a stare in attesa di un passo falso da parte di Berlusconi. E questo da sedici anni, mica da ieri.

Il sistema comunque sta per crollare, è solo questione di tempo ed assisteremo ad un tonfo talmente fragoroso che rideremo per parecchio tempo vedendo la faccia di Gasparri quando scoprirà che il sogno è finito perché è ora di svegliarsi e tornare a non contare un cazzo. Perché il gusto sia ancor maggiore speriamo almeno che il tonfo avvenga prima delle elezioni regionali, elezioni dove come al solito si andrà a votare pro o contro Berlusconi. L'ennesimo referendum su un uomo che come minimo dal '94 governa le sorti di una intera popolazione.

Io voterò contro perché non riesco ad essere pro, ma voglio mettere a verbale che qualora decidessi di votare Pd non sarà certo per fiducia nel partito o nel suo segretario D'Alema (Bersani è in cucina alla Festa de l'Unità a friggere patate, non disturbiamolo chiamandolo segretario perché faremmo lui un grosso torto). Lo voterei per disperazione, o magari per poter ridere di me stesso dopo aver apposto la croce sulla scheda elettorale. O magari non lo voterò affatto, e deciderò finalmente di fare la cosa giusta: Lista Bonino Pannella, perché sono un liberale di sinistra, credo nella libertà di espressione, nel libero mercato e nella piena realizzazione dei desideri, delle aspirazioni, delle volontà e delle esigenze dell'individuo e credo anche che non ci sia libero mercato senza piena realizzazione dell'individuo e viceversa (ad esempio, c'è libero mercato se e solo se l'individuo ha un lavoro che consente lui di realizzarsi dal punto di vista economico ed affettivo – sennò se il libero mercato vale solo per il datore di lavoro come fa l'individuo che deve lavorare a trovare il denaro per togliersi qualche sfizio? Il libero mercato sarebbe drogato – come effettivamente è al momento). Voto Lista Bonino Pannella anche se dalle mie parti purtroppo non è nemmero riuscita a raggiungere il numero di firme necessarie per presentare le candidature, ma non divaghiamo perdendoci in ragionamenti astratti e teorizzazioni varie ed eventuali - che da quando ho smesso di comprare la Settimana Enigmistica non riesco più a ragionare in termini concreti, ho perso il dono della chiarezza e soprattutto non riesco più a comprendere quello che dicono i leader della sinistra italiana quando parlano di fronte una telecamera.
Andiamo fuori all'aria aperta invece di scrivere sempre le stesse cose sulla politica italiana, ed attendiamo il crollo prossimo venturo di un intero sistema.

01 marzo 2010

IL RAP PER ME È FARE FINTA DI FAR FINTA



Diciamo la verità e diamo a Cesare quel che è di Cesare (e non di Cesare Cremonini): Festa Festa dei Crookers feat. Dargen D'Amico e Fabri Fibra è una bomba talmente bomba che con svariati mesi d'anticipo ho già decretato che sarà il singolo dell'estate 2010. Quello da pompare a manetta nell'autoradio della macchina, quello per farci le penne col Booster in tangenziale, quello per disturbare il vicino di ombrellone e creare scompiglio quando questi si avvicina per lamentarsi perchè a suo dire stai ascoltando musica di merda a volumi altissimi.
I Crookers sono una garanzia, Fabri Fibra pure, Dargen D'Amico è il migliore di tutti e il video è talmente kitsch da rasentare il sublime (e comunque se lo guardi per tre volte di fila ti trasformi in uno di quegli ometti travestiti da Puffi che compaiono ripetutamente nelle deliranti immagini di sottofondo). Chi disprezza è retrò.

SEMBRA L'ALTRO IERI MA È PASSATA UNA VITA, O FORSE POCO PIÙ DI UNA SETTIMANA: Kasabian live @ Estragon, Bologna, 19/02/2010

Dopo averli visti live all’Estragon di Bologna, il responso non può essere che questo: i Kasabian sono una macchina da guerra e dal vivo non fanno prigionieri perché suonano da dio, sanno essere coinvolgenti e pure un po’ ruffiani (il che non guasta se sei una band che deve guadagnarsi da vivere suonando dal vivo, visto che di dischi se ne vendono sempre meno e la vita costa assai).

Ma andiamo con ordine. I Kasabian erano attesissimi al varco e non hanno tradito le aspettative del foltissimo pubblico che ha riempito la location bolognese. Nessun gruppo spalla, niente fronzoli o effetti speciali, solo loro a suonare per poco più di un’ora e mezza in cui hanno proposto un set di pancia (nella prima parte son stati molto furbi ed han sparato una dietro l’altra tutte le loro megahit, ed il momento in cui hanno suonato “Shoot The Runner” è uno di quei momenti che dopo averli vissuti in prima persona te li ricorderai a lungo), di testa (nella parte conclusiva dell’esibizione hanno lasciato spazio alla psichedelia, dilatando ed improvvisando a loro piacimento ma soprattutto dimostrando grande abilità tecnica) e di cuore (durante il bis hanno proposto tra le altre “L.S.F.”, ed è stato il delirio sul palco e sotto al palco).

Dal vivo suonano puliti - non una sbavatura, non una caduta di tono – ma soprattutto riescono ad esaudire tutti-ma-proprio-tutti i desideri del loro pubblico, facendo in modo che ogni persona accorsa all’evento se ne torni a casa felice e col sorriso sulle labbra. Sono prevedibili? No, fanno il loro mestiere con passione, si divertono e ce la mettono tutta per far divertire chi ha pagato un biglietto per assistere ad un bel concerto (e magari è pure venuto da lontano solo per loro). Sono freddi, suonano come su disco e non escono mai dai binari del prestabilito e dello studiato a tavolino? No, suonano come dovrebbe suonare una grande rock band che aspira a diventare (ancor più) famosa senza per questo smettere di essere se stessa. Sergio Pizzorno è un bravo chitarrista ma non si applica? Tutt’altro. Scrive rock songs perfette, è bravo tecnicamente ma non te lo fa troppo pesare e dunque suona essenziale ed incisivo.
Cosa chiedere di più ad un chitarrista?
Cosa chiedere di più ad un concerto?
Cosa chiedere di più ad una band?

(IFB)