26 febbraio 2010

CAMERIERI DELLA LIBERTÀ: Maurizio Gasparri vs Google

Maurizio Gasparri (capogruppo PdL al Senato e personaggio che tutte le sere rende più lieta l'esistenza di milioni di telespettatori del Tg1 con dichiarazioni al limite del paranormale) ha dichiarato che la sentenza di condanna a Google per la mancata rimozione di un filmato su YouTube è giusta e sacrosanta. Meno male che non hanno condannato i tizi di YouPorn, altrimenti chissà quali parole di fuoco avrebbe pronunciato Gasparri all'indirizzo dei giudici che vorrebbero impedire ai lui e agli altri liberi cittadini di farsi le pippe davanti allo schermo del computer. I suoi occhi fuori dalle orbite sembrerebbero essere chiaro indice di una intensa attività masturbatoria e fanno perfino pensare che si incazzerebbe parecchio se gli toccassero YouPorn, ma noi che siamo garantisti non osiamo accusarlo di nulla finché non sarà pescato con le mani nel sacco (o nelle mutande, che tanto nel suo caso è uguale).

Non contento di ciò, Gasparri ha recentemente confessato che lui – capogruppo PdL al Senato – non conosce il Sen. Di Girolamo (guarda caso del PdL) e non ha mai avuto occasione di parlare con lui. E tutto questo rimanendo serio (forse era un tantino rosso e sudato per via dell'enorme sforzo compiuto nel far funzionare di nuovo le proprie sinapsi arrugginite, ma è stato grande perché è riuscito a non ridere). A questo punto vien quasi da pensare che a fine intervista, a telecamere e microfoni spenti, il fortunato giornalista che ha potuto sentirsi raccontare una tale cazzata immane abbia lanciato a Gasparri una manciata di noccioline, ma a pensar male si farebbe un torto alle scimmie che loro malgrado sono rinchiuse negli zoo e non possono nemmeno fuggire usando il telecomando per cambiare canale e dunque non pensiamo nulla di male.

Tornando al punto di partenza, Google è stata condannata e l'Italia si dimostra ancora una volta il fanalino di coda dell'Europa, però intanto la stessa Google permette che la Rai faccia rimuovere da YouTube i filmati relativi al Festival di Sanremo perché a quanto pare la loro pubblicazione da parte di utenti che non siano la Rai rappresenterebbe una violazione del copyright. Per carità, posizione legittima finché si vuole (il Festival di Sanremo fondamentalmente è una cazzata e la Rai non vuole lasciare a Gasparri il monopolio sulle cazzate), però far rimuovere anche i filmati in cui Fulvio Abbate commenta in presa diretta il Festival di Sanremo sulla sua Teledurruti perché in questi si intravede un televisore sintonizzato sul Festival francamente mi sembra una violazione della libertà di espressione bella e buona. Vergogna Google, in fondo te la meriti la sentenza di condanna – e te ne meriteresti un'altra anche solo per aver dato la scusa a Gasparri per dimostrarsi per l'ennesima volta un cattofascista bigotto e reazionario (Maurizio scusami, in fondo ti voglio bene. Non lo faccio apposta, è più forte di me).

24 febbraio 2010

SIBERIA AMORE MIO



Dunque, cosa rimane della serata conclusiva del Festival di Sanremo? Nulla, perché (a costo di ripetermi) Sanremo è un festival musicale che sta alla musica in Italia come Federico Moccia sta alla letteratura. Sanremo non esiste più, se non nella testa dello stesso pubblico che televota ad X-Factor, Amici e Ballando col le stelle.

E allora non ci si stupisca se poi Sanremo Giovani lo vince uno che viene da X-Factor e se Sanremo Big lo vince Valerio Scanu lo stallone italianu, uno che rappresenta benissimo il vuoto siderale dei tempi di merda che (nostro malgrado) ci troviamo a vivere e che soprattutto è il campione in carica di Amici di Nacha World a.k.a. Amici di Marione De Filippi/il marito di Maurizio Costanzo (che tanto per chiudere il cerchio era il Festival ad intervistare gli operai Fiat di Termini Imerese e soprattutto a far fare l'ennesima figura di merda a Pierluigi Bersani. Poveraccio, credeva di andare al Festival per dire la sua ed invece l'ha preso in saccoccia). Sanremo va preso così com'è, senza indignarsi troppo perché Sanremo è Sanremo ed è tutto fuorché musica. La musica la si cerca altrove, Sanremo serve per ridere di casi umani e svantaggiati assortiti (cit).

Nessuno scandalo dunque, tanto Sanremo non conta un cazzo. L'unico scandalo è quell'illiberale balzello chiamato “canone tv” - la cui eliminazione sarebbe la prima cosa che un governo che voglia dirsi liberale dovrebbe fare (e la seconda dovrebbe essere eliminare ogni forma di ingerenza della politica nella tv di Stato) – ma non è questa la sede adatta per parlare di un argomento così scottante, anche perché in fondo è bello pagare il canone per aver la possibilità di vedere momenti di grande tv (e perché no, di grande musica psichedelica) come quelli rappresentati dall'esibizione sanremese di Pupo, Emanuele Filiberto di Savoia e Luca Canonici.

Italia Amore Mio (questo il titolo del capolavoro) è un polettone nazional-popolare fatto di luoghi comuni, retorica patriottarda e religione a buon mercato, cantato da un tenore sconosciuto, da un principe con le pupille talmente dilatate da farti rimpiangere Morgan e le sue scottanti confessioni riguardo all'abuso di crack e soprattutto da Pupo, un uomo (anzi no, un ometto – visto che sarà alto più o meno un metro e quaranta) che per festeggiare il secondo posto a Sanremo probabilmente è corso in una bisca clandestina a giocarsi a poker tutto ciò che ha guadagnato durante la kermesse sanremese[*]. La prima volta che l'ho ascoltato ho avuto un collasso e quando sono rinvenuto credevo di essere alla guida di un carro armato mandato a Bologna nel Marzo 1977 per reprimere la rivolta studentesca, e forse è proprio questo l'effetto che gli autori del brano vogliono ottenere. Italia Amore Mio è assolutamente favoloso e sono sicuro che nella Russia di Putin diventerà una megahit di quelle che lasciano il segno nella storia.

Che Pupo ed Emanuele Filiberto di Savoia se ne vadano pure in Russia e non tornino mai più (Luca Canonici no, perché tanto lui non conta un cazzo e poi perché in Russia il suo settore di mercato ormai è già occupato da Andrea Bocelli) e che si portino con loro pure Povia, che a Sanremo sfoderava un look che lo faceva somigliare più ad un morphing tra Eduardo Palomo e Bruce Dickinson che ad un essere umano. Continuo ad essere sempre più fermamente convinto che Povia sia gay ma non voglia dichiararlo, e forse assieme a Pupo e al principe di 'sto cazzo troverà il coraggio di venire allo scoperto, smettendola finalmente di rompere le palle con canzoni come quelle che ci propone da un paio di anni e che noi nostro malgrado siamo costretti a subire.

Noi subiamo e intanto la gente a casa televota per loro, che figata. Sono fermamente convinto che tempo un paio d'anni e alle elezioni il voto in cabina elettorale verrà sostituito dal televoto tramite sms. E sarà allora – e solo allora – che Silvio Berlusconi diventerà immortale e rimarrà per sempre al governo, anche candidando la propria salma o Massimo D'Alema (che tanto è uguale).
Il popolo sovrano ha ormai deciso, è solo questione di tempo.

[*] Tra l'altro, leggendo la pagina wikipedia del buon Enzo Ghinazzi a.k.a. Pupo apprendo che anni fa il cantante presentatore/toscano a causa del vizio del gioco perse molti dei suoi soldi e fu aiutato dall'amico Gianni Morandi a risalire la china grazie ad un prestito di duecento milioni di lire. Mi chiedo solo cosa abbia preteso in cambio il buon Gianni Morandi e se eventualmente la canzone Gelato al cioccolato sia liberamente ispirata alla vicenda.

20 febbraio 2010

CRACK – L'EMOZIONE DI VINCERE PERDENDO UN MILIARDO DI NEURONI: in esclusiva, Scrocco Buttiglione intervista Morgan


Dunque, cosa rimane del caso Morgan? Lo sdoganamento del crack a livello mainstream e un'esclusione da un festival musicale che sta alla musica in Italia come Federico Moccia sta alla letteratura. Oramai in strada senti la gente comune che parla di Sanremo e di crack, e grazie alla puntata speciale di Porta a Porta in cui Morgan si è pentito in diretta tv delle sue spregevoli azioni e Bruno Vespa ha festeggiato il record di ascolti della sua splendida trasmissione pasteggiando a tavor e champagne tutti gli italiani sono diventati improvvisamente ed irrimediabilmente onniscenti riguardo allo scottante tema disagio giovanile vs. abuso di droghe pesanti.
In definitiva, Morgan è riuscito a livello mainstream nella stessa impresa eccezionale riuscita al Truceklan a livello underground (l'uso del termine “underground” è so 1994 e me ne compiaccio altamente), ed il risultato è di tutto rispetto se si considera il fatto che Morgan non ha nemmeno un sito undeground come Rockit che lo sputtana a livello underground pubblicando notizie underground un tantino imprecise e non verificate prima di venire diffuse. Ad occhio e croce, un traguardo di cui andare parecchio fieri.
Ed in tutto questo bailamme mediatico il mio collaboratore del cuore Scrocco Buttiglione ha potuto intervistarlo in esclusiva mentre rantolava con la bava alla bocca, comodamente adagiato sul divano di casa sua dopo aver esagerato con la dose. Ne è uscito qualcosa di parecchio interessante con diversi colpi di scena clamorosi, cose da mozzare il fiato.

Che cosa le viene rimproverato, di più nel privato?
Di non riuscire a mostrare i miei sentimenti. Sono sempre strafatto, è difficile mostrare i propri sentimenti quando si è in fattanza 24h.

Da ragazzino, invece per che cosa la sgridavano?
Per essere distratto, poco attento. A scuola come nella vita. Non ne sono mai guarito, tanto che spesso devo ricorrere al training autogeno. Sempre immerso e superconcentrato sulle mie fantasie professionali , nel privato sono sbadato e distaccato. Forse è un meccanismo di difesa. Il fatto è che avendo iniziato a lavorare giovanissimo sono cresciuto in fretta. Ma ho lasciato poco spazio a me stesso. Così quando devo confrontarmi con la vita reale a volte mi imbarazzo. Mi scopro con pochi mezzi e allora vado in un'altra dimensione.

Evade come?
Quando venivo buttato fuori dalla classe perché ero disattento – e accadeva spesso – immaginavo sempre di volare via. Poi ho scoperto il crack e mi son reso conto che grazie al crack evadere dalla realtà è un gioco da ragazzi e, se la roba è buona, dura più a lungo. Ma voglio cambiare vita e disintossicarmi, lo devo a mia figlia.

Ha mai pensato alla scoperta della fede in Cristo come metodo per riuscire a salvarsi?
Per risponderti prendo in prestito una frase di Luca Barbareschi, un grande e scomodo intellettuale italiano: “Se la risposta è Cristo la domanda è sbagliata”. Null'altro da aggiungere, quella frase di Barbareschi dice già tutto quello che c'è da dire.

Quei cartoni animati guardava da bambino?
Holly e Benji. Ricordo le liti familiari davanti alla tv, perché a volte coincideva col telegiornale. Se non me lo facevano vedere, mi disperavo. Picchettavo il televisore in segno di protesta e non c’era verso di schiodarmi. Wwaaaaammmmm, ppipipipiuuuuuuuuuuuuuum, aaha-haha-haa-a-a-aaahaha, zzzzzuuuuuwwwwwaouuuuuzzzzzzzzzz (fiotto di vomito, Morgan cade collassato dal divano, Scrocco Buttiglione si è sporcato parecchio e lo aiuta a risollevarsi. Momenti di panico, ma tutto sembra risolversi con una stretta di mano)

I cartoni di una volta erano meno violenti di quelli di oggi?
Per niente. Mi ricordo che mi proibivano di guardare I cavalieri dello zodiaco perché troppo brutale, e io lo vedevo di nascosto. Per non parlare di Ken il guerriero, che toccava le persone con un dito ed esplodevano (proprio come fanno certi esponenti della Chiesa Cattolica con i bambini, solo che i bambini non esplodono). Non bisogna demonizzare la violenza nei cartoni. Dipende da come la si racconta. Anzi, guardandola in tv i bambini imparano a riconoscerla. t-t-t-t-t-tttt e dudududdddddd (Morgan cade di nuovo, ma stavolta riesce a rialzarsi da solo. Scrocco Buttiglione ride divertito)

Il suo giocattolo preferito da bambino?
Arco e frecce. Forse faccio l’indiano ancora oggi a volte, chissà. E poi le macchinine. Ero fissato con quelle radiocomandate. E poi un bong, che ho iniziato ad usare in maniera corretta intorno ai sedici anni. Prima lo usavo per fare l'indiano. CCC...c...c.c..cccomunque anche la Clerici ha preso le polverine per dimagrire (peraltro senza riuscirci) eppure lei è a presentare Sanremo mentre io son stato escluso. Perché?

Non lo so, forse l'avrà data via. I ragazzi però sono sempre più feroci. Che ne pensa? Secondo lei è un segno del declino dei tempi dovuto al fatto che la gente ha perso valori importanti come la fede in Cristo?
Ggggghhhoou... mmm... hhhhhssh... wwaaaaa..... mmmmm, ppipipipiuuuu aaha-haha-haa-a-a-aaahaha, zzzzzuuuuuwwwwwaouuuuuzzzzzzzzzz (Morgan sta rantolando, forse ha perso i sensi).

Capisco... che cosa pensa delle ultime vicende politiche? Non pensa che l'UDC sia l'unico partito che lavora per il bene degli italiani?
Bbbhhhhhsssh.... ggghooouuuuuuhhh... hsshshshhshhh... whhhhahahaahha.... shhhhhhs.. (Morgan è piombato in un sonno profondo. Solo un paio di schiaffoni potrebbero svegliarlo, ma Scrocco Buttiglione è per la non violenza e non interviene – ed anzi decide di approfittare della situazione per far volgere la conversazione a suo favore).

Ok, visto che non ti degni di rispondere lo faccio io... l'UDC è l'unico partito che lavora per il bene degli italiani perché nella sua opera si ispira alla figura di Gesù Cristo.
Sbangggg ahhhhhahhhhhhhhhh (botto, urlo straziante, un fulmine ha colpito in pieno il povero Scrocco Buttiglione che all'istante si è trasformato in polvere. Morgan si sveglia di soprassalto, si impossessa della polvere e scappa in bagno a gambe levate. L'intervista si chiude qui).

17 febbraio 2010

STOP THE UNSEEN HOLOCAUST (solidarietà a Beppe Bigazzi, perseguitato politico)


In Italia ci sta un ministro che si chiama Luca Zaia e che prima di darsi alla politica faceva il pr in una discoteca del trevigiano (probabilmente la stessa in cui hanno mosso i primi passi i Bloody Beetroots, ma questo è un altro discorso e soprattutto questa non è la sede adatta per approfondirlo). Sembra un personaggio uscito dal Drive-In 1986 circa ma è terribilmente reale, è amatissimo nella sua regione e pertanto si appresta a diventare Governatore del Veneto a furor di popolo.

È contro la decisione del Governo di aprire centrali nucleari a Chioggia o a Porto Viro (nota località marittima dove l'anno scorso girarono quel famoso spot della Tim con il falso gruppo che poi si è trasformato in gruppo vero ed è riuscito pure a vendere un bel po' di dischi) però in compenso assieme alla McDonald's Italia Luca Zaia inaugura un panino speciale chiamato McItaly (l'ho provato, ed in verità io dico che fa talmente schifo che ad occhio e croce potrebbero anche aver usato delle scorie nucleari per prepararlo) che grazie ad una sagace campagna pubblicitaria diventerà presto il cibo ufficiale dei gggiovani italiani che vanno a divertirsi al Festival dell'Amore, dei Baci e delle Botte Per Chi Resta Fuori Perché Dentro Non C'è Più Spazio (ma questo è un altro discorso che non approfondisco altrimenti sembra che io ce l'abbia con i Bloody Beetroots – ed infatti è vero che metaforicamente ce l'ho con loro, ma come persone non li conosco e non posso dire nulla in merito) e ne sono fieri. Potenza della televisione, potenza di Mtv che ti bombarda il cervello con gli spot del McItaly e ti spinge a provarlo anche se sai che impiegherai sei ore per digerirlo tutto (per la cronaca: il McItaly fa ruttare parecchio, ma probabilmente essere precario a mille euro al mese fa molto ruttare di più. La gastrite da stress nervoso è una brutta bestia, e non è certo un panino che te la procura).

Tutto questo per arrivare a dire che uno come Luca Zaia non è degno di fare il ministro anche solo per i capelli da paninaro anni ottanta che porta, che la Lega in un paese normale non sarebbe mai arrivata in Parlamento ma ora che ce l'abbiamo teniamocela (si dice così anche dell'epatite C cronica, ma tant'è...), che tecnicamente Umberto Bossi non può più avercelo duro dopo i ben noti problemi di salute avuti in passato, che Umberto Bossi (mi ripeto, ma non è mai abbastanza) dovrebbe tornare a fare il cantante come ai tempi in cui vinceva Sanremo cantando Si può dare di più assieme ad Enrico Ruggeri e Gianni Morandi, che Mtv non è il male assoluto perché qualche programma bello lo tira ancora fuori e soprattutto che il nuovo programma di Fabri Fibra su Mtv assolutamente cosa da vedere. Fabri Fibra è intelligente ed ha tante cose da dire (nella recente intervista apparsa su Vanity Fair sembra addirittura un gigante e si prende pure gioco di alcune domande insipide che l'intervistatrice ha posto lui credendolo un perfetto cerebroleso, bravo Fabri!) e un programma così può servire a capire molto dei gggiovani italiani, della Lega, di Zaia che in Veneto è amatissimo e del nuovo panino McItaly che è talmente ributtante che ti vien da pensare che la ricetta l'abbia astutamente brevettata il celeberrimo cantante italiano Gianni Morandi per vendicarsi della Lega che gli ha portato via il suo ex compare Umberto Bossi (e probabilmente anche il suo ex compare Enrico Ruggeri).

13 febbraio 2010

ROCKET LA RUSSA, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare CL

Da quando scrivo per Il Giornale in tasca ho molta più money. Mi pagano molto bene e non posso che essere estremamente felice per questa mia speciale condizione fisica e mentale, però intanto per ragioni di correttezza politica non posso più andare a fare shopping al Lidl ma devo per forza recarmi nel più vicino ipermercato Esselunga, che dista più di un centinaio di chilometri da casa mia e dunque non è di certo quello che può essere definito un posto comodo dove andare nel tempo libero.

Oltretutto all'Esselunga non si trova nulla perché questa catena di grande distribuzione vende solo i generi di prima necessità (soprattutto per i dipendenti che non possono alzarsi per pisciare durante l'orario di lavoro), e ciò non può che infastidirmi parecchio. Tanto per dire, l'altro giorno ho provato un paio di skinny jeans Cheap Monday ma mi stavano troppo larghi e non c'erano altre taglie disponibili, ho cercato la console Hercules MK2 ma ne avevano solo una volgarissima imitazione made in Taiwan (una di quelle da 50 euro che Carlo Pastore è solito dare alle fiamme durante i suoi torridi dj set in giro per l'Italia) ma soprattutto ho cercato di acquistare i biglietti per i concerti dei Pixies e di Daniel Johnston a Ferrara Sotto Le Stelle 2010 e i tipi dell'Esselunga mi hanno risposto picche. “Cobain è morto nel '94, noi qui a Milano siamo già avanti e non abbiamo biglietti per concerti-revival. Valli a cercare a Bologna i tuoi biglietti del cazzo” ha sentenziato il malcapitato commesso a cui mi sono rivolto, un ragazzo che somigliava in maniera piuttosto inquietante a Geronimo La Russa, indossava una maglietta dei Prodigy ed aveva tutta l'aria di uno che non espletava le proprie funzioni corporali fondamentali da almeno dodici ore (infatti era piegato in due da lancinanti dolori alla vescica urinaria e parlava a stento, una scena veramente raccapricciante). Io ho cercato di dimostrargli tutta la solidarietà possibile ma poi non ce l'ho più fatta a fingere e me ne sono andato a casa indignato, perché questi due concerti-anteprima sono due eventi unici nel loro genere e non possono essere liquidati con frasi lapidarie come quelle pronunciate dal malcapitato commesso-schiavo.

Durante il viaggio di ritorno (6 ore grazie a Trenitalia e al prodigioso ritrovato della tecnica Freccia Rossa) ho pensato molto ed ho concluso che i Pixies e Daniel Johnston a Milano non ci vanno a suonare manco per il cazzo perché il Comune di Milano è troppo impegnato a pagare a peso d'oro Red Ronnie per girare video della Moratti da mettere come propaganda per gonzi su YouTube e di conseguenza ogni spesa per festival musicali che non siano patrocinati da Comunione e Liberazione non viene vista di buon occhio perché considerata superflua. È triste a dirsi ma è la dura realtà e non ci si può fare nulla (se non votare contro questo sistema, ma questo è un altro discorso che Geronimo La Russa non può capire perché lui, Milano Young e l'Esselunga sono il sistema).

Ma in definitiva, chi se ne frega della situazione lombarda e dei festival non patrocinati dal Comune di Milano? Ci son cose più gravi e più tristi nella vita, tipo pensare che i tre membri fondatori dei Ramones sono tutti morti mentre i Pooh stanno tutti bene e suonano ancora nonostante l'abbandono del batterista. Magari i Pooh d'ora in avanti proseguiranno la loro ormai cinquantennale carriera con Marky Ramone alla batteria e tutti rideranno tantissimo, o più probabilmente io me ne andrò a sentire Daniel Johnston e i Pixies a Ferrara alla faccia del figlio dei Pooh autodefinitosi “un punk in seno a Comunione e Liberazione”.

Francesco Facchinetti, le tue trasmissioni tv fanno schifo perché sei scarso. Se fossi figlio di un operaio avresti già concluso anzitempo la carriera, ma siccome sei figlio dei Pooh lavori in televisione e hai visto un bel mondo.

11 febbraio 2010

TO LIVE IS TO DIE

(Una foto che non c'entra un cazzo con il resto del pezzo ma che è stata messa comunque in nome della libertà di espressione: il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti impiega parte del proprio tempo libero correndo nella neve su una slitta trainata da un gruppo di cassintegrati Fiat. Era bello metterla, perché in Italia non c'è crisi economica e possiamo fare quel cazzo che ci pare e piace senza doverci preoccupare delle conseguenze. Per la cronaca: i cassintegrati sono stati scelti col televoto come al Grande Fratello ed uno di loro è stato espulso perché ha bestemmiato)

Silvio Berlusconi è ormai nel vivo della campagna elettorale (che poi In Italia son sedici anni che siamo in campagna elettorale permanente, ma facciamo finta di vivere in un paese normale nel quale le campagne elettorali sono un fenomeno che si verifica solo in prossimità delle elezioni) ed recentemente ha pronunciato una frase mostruosa del tipo: “Vorrei ricordare Eluana Englaro e condividere il rammarico e il dolore per non aver potuto evitare la sua morte”. Il Vaticano applaude (o meglio applaudono solo coloro che non sono impegnati a toccare ragazzini, cioè la maggioranza degli aventi diritto), gli italiani se ne sbattono perché tanto tra qualche mese iniziano i campionati mondiali di calcio e se vinciamo si festeggia ancora pestando qualche lavavetri.

C'è da capire il dramma che sta vivendo il povero Berlusconi. Effettivamente nel 1992, ai tempi del tragico incidente che purtroppo ha condannato Eluana Englaro al coma irreversibile, Silvio era troppo impegnato a trattare con la mafia per far nascere Forza Italia e non poteva dedicarsi ad alcun altra attività. Non è stato dunque per lui possibile indossare il costume da Superman per fermare l'auto un attimo prima del terribile schianto (al limite anche solo frapponendo tra l'auto e l'ostacolo quella calotta scura che ha in testa e che tutti si ostinano ancora a chiamare capelli). Succede a chi ha troppe cose da fare durante la giornata ed è impegnato a salvare il paese dai comunisti.

07 febbraio 2010

LA MIA VITA VIOLENTA #1: DAMMI LO SPECIAL E TI PORTO IN VACANZA

Pronti, via: dopo una lunga attesa inizia finalmente la mia collaborazione con Il Giornale, glorioso quotidiano fondato da Silvio Berlusconi e diretto in maniera impeccabile da Vittorio Feltri. Grazie all'intervento decisivo di mio padre – per la cronaca: ex militante di Potere Operaio passato dall'altra parte della barricata come il suo compagno di scorribande giovanili Vittorio Feltri – mi è stata assegnata una rubrica dall'eloquente titolo di “La mia vita violenta”, un piccolo ma significativo spazio nel quale ogni settimana cercherò di raccontare un anno a caso degli anni novanta e lo farò con l'ausilio di un paio di dischi significativi usciti in quel periodo (leggo e rileggo la frase che ho appena scritto, non riesco a capirne il senso ma mi piace così e non voglio assolutamente modificarla). Si parte con il 1996, si finirà quando si finirà – sempre se si finirà. Mi pagano bene e sono felice, i soldi di (Paolo) Berlusconi non puzzano.

Nel 1996 l'Italia era in piena dittatura cattocomunista e la gente era incazzata abbestia per le troppe tasse, ma non è di politica che bisogna discutere ora. Si deve discutere di musica, si deve discutere di giovani e di come grazie alla musica i giovani potevano ribellarsi al sistema nell'anno d'oro 1996.
No, non erano gli 883 la via per sfuggire al giogo dello stato di polizia fiscale messo in piedi da Romano Prodi. Troppo mainstream la musica proposta dal gruppo italiano, troppo paludato e borderline Max Pezzali – che tra l'altro per anni si è finto un fascistone salvo poi svelare la sua vera natura veltroniana nel corso della campagna elettorale 2008 – per riuscire a sferrare l'attacco decisivo al sistema. E poi se ascoltavi gli 883 (ma lo stesso vale per gli Articolo 31, Gianluca Grignani e tutta la musica dance che imperava all'epoca nelle radio
di regime e nei migliori autoscontri d'Italia) non eri considerato un reietto, e di conseguenza non eri credibile nelle vesti di alfiere del disagio e della ribellione giovanili perché fondamentalmente chi viene accettato dal punto di vista sociale non ha nulla di cui lamentarsi.

La musica per uscire dal cerchio e crearsi un proprio spazio vitale era altra e traeva linfa vitale dalla tradizione e nello stesso tempo dal rinnovamento. Esiste qualcuno che ha mai sentito suonare in radio o in tv un brano qualsiasi di Undisputed Attitude degli Slayer? E qualcuno che ha preso lo scooter, si è recato al più vicino autoscontro o nella peggiore discoteca minorenne di provincia ed ha sentito suonare Pansoul dei Motorbass? Eppure questi due dischi usciti nel 1996 sono diventati due classici proprio perché all'epoca non ne è stata riconosciuta l'importanza sociale e perché, partendo da cose fatte da altri in passato, sono riusciti a creare qualcosa di nuovo e pericoloso – talmente pericoloso che se ascoltavi gli Slayer o i Motorbass eri considerato un disadattato o un freak.

Undisputed Attitude è il disco in cui gli Slayer han provato a fare qualcosa di nuovo per i loro standard (del tipo: prendere superclassici dell'hardcore e risuonarli in versione anabolizzata e metal), Undisputed Attitude è il disco che è riuscito a schifare in un colpo solo sia i fondamentalisti metal (i quali non accettavano la svolta della thrash band californiana e che non hanno nemmeno gradito gli inediti/fondi di magazzino piazzati qua e là nel disco come meri specchietti per le allodole) che i fondamentalisti hardcore (i quali hanno percepito come una autentica profanazione l'intelligente operazione di revisionismo storico attuata dagli Slayer con questo disco). In un epoca in cui hc band come Earth Crisis ed Integrity suonavano identico agli Slayer ma si vergognavano ad ammetterlo, la band californiana ha deciso di andare alla radice del problema ed ha dato alle stampe un disco stupendo, troppo spesso sottovalutato da coloro che non han saputo capire che un'opera così era lo strumento ideale per fomentare la ribellione giovanile. I gggiovani italiani pensavano che fosse meglio Babylon Zoo perché aveva le chitarre incazzate e fingeva di essere venuto dallo spazio, pensa un po' te che paese di merda era l'Italia nel 1996 (e lo è ancora oggi, solo che ora almeno non ci sono più i comunisti a rompere i coglioni a chi lavora e produce).

Pansoul dei Motorbass, invece, è un'opera che a distanza di quasi quattordici anni suona ancora come un autentico mistero. Non si capisce ancora come abbiano fatto a spingersi a tanto Etienne De Crecy ed il futuro Cassius Philippe Zdar (i due geniali componenti del collettivo dance francese), eppure un disco del genere contiene germi ed intuizioni che, opportunamente sviluppati, hanno negli anni fatto la fortuna dei Daft Punk (per la cronaca: Pansoul è uscito diverso tempo prima di Homework). I Motorbass hanno fatto la cosa apparentemente più semplice del mondo: han preso vecchi campioni disco-funk, li hanno filtrati e resi materia nuova e pulsante, accostandoli poi a trame ritmiche che paiono tagliate con un coltello a serramanico (meglio se sporco di sangue). Ora lo fan tutti, ma nel 1996 non era così tanto ovvio farlo (ed oltretutto i Motorbass l'hanno fatto ottenendo risultati sonori clamorosi). Questa è roba grezza e feroce che in pochi all'epoca si sono filati, questa è roba che ancora oggi fa la differenza e che ora come allora spaventa coloro che erano soliti andarsene in giro con i finestrini dell'auto abbassati ed Alexia a palla nello stereo. E forse spaventa anche chi Alexia suo malgrado era costretto a subirla ed avrebbe voluto fuggire, ora come allora.

04 febbraio 2010

L'ACQUA FA MALE - IL CRACK FA CANTARE


È bufera: Morgan ha dichiarato ad XL che fuma regolarmente crack, poi ha detto che gli serve per combattere la depressione, poi ha smentito, poi le solite educande che stanno sedute in Parlamento a spingere bottoni e a dire sissignore al grande burattinaio si sono scandalizzate, poi è stato escluso dal Festival di Sanremo, poi ha detto che fumava crack ma ha smesso ed ora si sta disintossicando. Fine della storia.

E allora? Cos'ha detto di tanto male Morgan per causare una bufera e per essere escluso da quella rassegna di morti viventi che risponde al nome di Festival di Sanremo? Ha detto che si droga come fanno tutti quelli che popolano il sottobosco musical-televisivo, solo che lui non è stato ipocrita come gli altri e lo ha ammesso, e per questo è stato crocifisso nonché costretto a ritrattare dalle solite iene che farebbero bene a pensare a problemi ben più gravi dei vizi privati dell'ex cantante dei Bluvertigo.

Cosa c'è di male in quello che fa Morgan a casa sua? Nulla, visto che lo fa per i cazzi propri e (lo spero per lui, ma vista l'intelligenza del personaggio in questione sarei pronto a giurare di sì) non lo usa come squallido mezzuccio per portarsi a letto minorenni. Si potrebbe anche obbiettare che gira e rigira l'acquisto di sostanze stupefacenti finisce per arricchire la malavita organizzata, ma se per questo esistono anche uomini politici che fungono da veri e propri referenti politici della malavita organizzata e lavorano per conto della stessa a spese dell'erario, quindi siamo pari e il problema non si pone più.

Dunque, l'unico argomento per cui deve essere giudicato Morgan è la musica ed il suo modo di porsi come artista e personaggio televisivo, e nulla più. È una persona tormentata, che sta male (fino a prova contraria la depressione è una malattia, ma magari il governo che ci vuole dire cosa mangiare, cosa guardare in tv, che musica ascoltare, che giornali leggere, che libri leggere, chi voler diventare, come nascere e come morire ha deciso il contrario – sto parlando del governo della Repubblica Italiana, non di quello della Repubblica Islamica Iraniana), che tenta di curarsi e per farlo ha scelto metodi discutibili – ma pur sempre sta cercando in un qualche modo di sfangarla. Magari andrebbe aiutato e non escluso (peraltro in caso di depressione un'esclusione del genere potrebbe anche essere una di quelle botte definitive che ti spingono nel baratro, ma non andiamo a spiegarlo ai soliti liberali all'amatriciana che quando si parla di libertà del singolo individuo capiscono solo libertà del loro burattinaio), anche perché se proprio volessimo essere pignoli son tanti i personaggi televisivi e/o cantanti di grido che (a detta dei soliti ben informati) c'hanno il vizio nasale ma non lo dicono – e se ad uno ad uno dovessimo escluderli (e crocifiggerli) negli studi televisivi e sui palchi dei megaconcerti da palasport non ci sarebbe che il deserto.

E che il Corriere della Sera continui pure a raccontare divertito le mirabolanti imprese sessual-chimico-goderecce di Amy Winehouse. Tutto ciò che viene dall'estero è buono e giusto (e fa vendere copie e/o fa aumentare il numero di click sul proprio, prestigioso sito internet), mentre i panni sporchi è meglio lavarli in casa propria gridando ai cattivi maestri che portano i giovani a seguire la via della perdizione.

02 febbraio 2010

NEMICO PUBBLICO N°1: FABRIZIO CORONA A.K.A. THE WHITE ZOMBIE LIBERO SUBITO, È INNOCENTE



Fabrizio Corona a Matrix, un venerdì notte. Occhi pallati, occhiaie da probabile abuso di crack, disperazione di chi è consapevole di trovarsi in un vicolo cieco e non dorme più la notte perché schiacciato da un carico di pensieri talmente pesante che nemmeno una pipa ed una manciata di cristalli di coca trattata con bicarbonato riescono ad alleggerire. Un uomo, un carico di dubbi interiori.

Oggi il gossip usato in un certo modo può essere letale e Corona lo sa perché questo sistema (almeno in Italia) l'ha inventato lui, solo che poi qualcuno se ne è reso conto ha sfruttato Corona per fini che andavano oltre il mero guadagno economico. Dietro a Corona e alla sua agenzia c'è Lele Mora, e dietro a Lele Mora c'è Berlusconi (bella l'immagine di Berlusconi grondante di sudore & fard posizionato dietro a un Lele Mora grondante fascismo & fard, talmente bella che quasi quasi il mio stomaco sta pensando bene di riproporre in esterna il pranzo di tre giorni fa). Manca solo Alfonso Signorini, ma son sicuro che c'entra anche lui e che magari faceva da mediatore mettendo in contatto i ricattati con i ricattatori. Ed Emilio Fede a fare i provini alle future Meteorine da mandare in Parlamento ad approvare le decisioni del Governo a colpi di fiducia. Banda di criminali.

Se Fabrizio Corona dice tutto è finita. Lasciamolo parlare e ci sarà da ridere.

È PASSATA PIÙ DI UNA SETTIMANA MA È ANCORA COME ESSERE NEL 1998: Air @ Estragon, Bologna, 22/01/2010

Togliamoci subito un sassolino dalla scarpa (un sassolino che a dire il vero ha le dimensioni di un macigno): c'è gente che farebbe meglio a starsene a casa invece di andare ai concerti per farsi le canne, parlare a voce altissima rivolgendo le spalle al palco, fregarsene altamente delle persone che stanno suonando sul palco, ricordare epici momenti vissuti a concerti dieci/quindici anni fa (quando erano tutti azzurri di sci come Fantozzi), disturbare chi sta attorno salvo poi esaltarsi quando gli Air suonano qualcosa tratto da “Moon Safari”. C'è gente che farebbe meglio a rivolgersi ad un buon analista piuttosto che andare ai concerti degli Air per cercare di rivivere i tempi che furono: oltretutto se l'analista non è uno di quelli che generano hype (come ad esempio un Raffaele Morelli qualsiasi) ed è solito lavorare in nero la seduta costerebbe loro molto meno.

Eppure – sassolini nelle scarpe a parte - vale ancora la pena di vedere un concerto degli Air nel 2010, e vale la pena di spendere qualsiasi cifra per essere presenti all'evento. Eccome se ne vale la pena: su disco non hanno praticamente più nulla da dire da parecchio tempo (diciamo da “Talkie Walkie” in poi, 2004 circa), ma dal vivo suonano che è una meraviglia, riescono ancora a fare emozionare, hanno classe da vendere e rendono credibili anche gli episodi tratti dall'ultimo, incertissimo disco “Love 2” (la tripletta “Do The Joy “, “So Light is Her Football” e “Love” acquista una veste nuova, più viva, più umana, più vera).
È chiaro, ad un concerto degli Air si va (anche) sperando di rivivere le magiche atmosfere di “Moon Safari”, e loro gentilmente ti accontentano: “Remember”, “Sexy Boy”, “La Femme D'Argent” e “Kelly Watch The Stars” sono da lacrime agli occhi e con il loro calore analogico riescono ad entrarti dentro scavando in profondità, ma anche il resto (oltretutto, scaletta alla mano, ci si può rendere conto di come all'Estragon gli Air abbiano preferito dare spazio al materiale più recente – come dire “Gonzi, imparate ad accettare il fatto che non siamo più nel 1998, la vita va avanti e noi suoniamo solo ciò che ci piace!) ha lasciato il segno in tutti coloro che hanno voluto ascoltarlo senza preconcetti di sorta.

Gli Air sono come quei calciatori che, ormai giunti a fine carriera, vanno a godersi gli ultimi scampoli di gloria in piccole squadre di provincia (vedi Roby Baggio a Brescia, ma ce ne sono tanti altri): tutti sono scettici e loro invece dimostrano di avere ancora in canna il colpo di genio che ti risolve una partita. Ci sarà sempre qualcuno che non li riterrà degni di calcare ancora i campi di calcio, ma loro procederanno per la loro strada dando lezioni di stile a tutti coloro che li ricordano e li ricoprono d'incenso solo per il loro glorioso passato tralasciando il fatto che a tratti anche il presente sa essere splendido. Ed il bello è che gli Air non sono nemmeno a fine carriera ma hanno ancora tantissimo da dare al mondo della musica.

(IFB)