31 agosto 2009

OMO DE PANSA, OMO DE SOSTANZA (PER LA PRECISIONE, SOSTANZA CHIMICA PROIBITA DALLE LEGGI DELLO STATO ITALIANO)

Una serata estiva come tante, di quelle che non hai voglia di far nulla e decidi di vegetare di fronte alla tv riservandoti l'eventuale l'opzione di uscire qualora sbucasse dal nulla qualcosa di interessante da fare. Tanto non sbucherà mai perché non hai voglia di far nulla e non ci provi nemmeno. Il coma vigile.

Uno schermo televisivo, un telecomando, un divano, un ventilatore, acqua ghiacciata, i biscotti comprati al discount. I Black Angels che suonano a Marina di Ravenna e tu non ci sei. Rutto libero. Il nulla.

Giampaolo Pansa sullo schermo, ospite di Otto e Mezzo. L'encefalogramma piatto.

Non si capisce nemmeno se il programma sia in diretta, in differita oppure una banalissima replica però quello che conta è che Pansa è in forma smagliante. Dice sempre le stesse, identiche cose ma probabilmente stavolta il suo chimico di fiducia gli ha fornito l'additivo illegale giusto. Pansa ha 74 anni ma è ancora un animale da rave party.

Pansa presenta un suo nuovo libro in vendita nei migliori supermercati italiani, è animato dal risentimento, ha la bava alla bocca animata dal risentimento ed attacca in maniera generica e confusa “la sinistra”, a suo dire colpevole di gran parte dei mali di questo paese, ma soprattutto colpevole di avercela con lui e /o di snobbarlo perché scomodo. La mania di persecuzione.

Cita l'intellighenzia di sinistra intendendo per intellighenzia di sinistra Lotta Continua (infatti gran parte dei pezzi grossi di Lotta Continua stanno a destra). Attacca di continuo La Repubblica e la linea editoriale del giornale medesimo, giornale appartenente al gruppo L'Espresso (guarda caso Pansa ha scritto a lungo su L'Espresso e qualche tempo fa se ne è andato per presunte divergenze di fondo). Attacca le sinistre, attacca Dario Franceschini, attaccherebbe pure se stesso qualora fosse possibile. Gioca a fare la parte di quello fuori dal coro, quello ghettizzato perché portatore di idee controcorrente, però suscita nei presenti (e negli assenti) solo pena e tristezza. Ma quaggiù non siamo in cielo, e se un uomo perde il filo è soltanto un uomo solo.

In studio lo sbeffeggiano tutti, sia i due conduttori che l'altra ospite Miriam Mafai. Non riesce più a parlare, dice le solite panzane, è imbufalito ma cerca di nasconderlo con grande classe. La classe non è acqua, la classe è una fiasca di vino. La classe è fare fiasco e non rendersene conto.

Avrei voluto essere in studio, per sbeffeggiarlo senza pietà come si fa con i vecchi al bar del proprio paese. Ma in fondo l'intervista di Pansa è stata un meraviglioso viaggio psichedelico, e sembrava quasi di essere in studio assieme ai protagonisti di questa memorabile avventura tale era il livello di intensità emotiva raggiunto dal dibattito. Io me la sono risa di gusto, come si fa quando si guarda la Gialappa's. Con la differenza di sentirmi il malcapitato protagonista di una trasmissione della Gialappa's, in un delirio metafisico. Non più sicuro, dietro il mio schermo, superiore, con la schiena sul mio divano. Ma dentro. In fondo all'imbarazzo di un'emulazione fallita. In fondo al trash (cit.). In fondo alla parabola discendente di Giampaolo Pansa, un signore che è stato un grande giornalista ma ora altro non è che un'emulazione fallita di un grande giornalista, credibile come il vecchietto che arriva al bar di prima mattina e non molla più la Gazzetta dello Sport fino a pomeriggio inoltrato. Pansa, domenica prossima Alex Del Piero gioca o resta in panchina?

28 agosto 2009

MA LIBERACI DAL MARE, AMEN

Mai era accaduto che da uno spot nascesse addirittura una band con un singolo già pubblicato dalla Sugar di Caterina Caselli. Mai era accaduto che uno spot televisivo a puntate mi facesse talmente incazzare da costringermi a caricare il televisore sul tetto della macchina lanciandomi a tutta velocità sulla Romea sperando di perdere il suddetto televisore lungo il tragitto. Mai era accaduto che affermassi in maniera convinta che Caterina Caselli andrebbe privata dei diritti civili e politici per aver pubblicato un singolo della Tband, la band virtuale che anima la serie di spot TIM girati da Gabriele Muccino nella suggestiva location balneare di Porto Viro (RO).

Non vedo l'ora che l'estate finisca per scoprire se qualcuno della band riuscirà a portarsi a letto Fiammetta, la tastierista bionda entrata nella Tband dopo essere stata raccolta per strada ed imbottita di pillole colorate. Dovranno farla bere o farà tutto di sua spontanea volontà? Verrà praticato il salto della quaglia come vuole la Chiesa Cattolica oppure resterà incinta e dopo nove mesi partorirà un telefonino di ultima generazione? E chi sarà il fortunato padre dello splendido bebè? Sarà Alan Cappelli che è stato pure ad Amici, sogna di diventare famoso grazie ad uno spot televisivo come è successo in passato a Stefano Accorsi, vorrebbe recitare in un film di Muccino e suona la batteria? O forse Marco Velluti che è il cantante e leader della band, ha il cappello in testa, è deluso dai partiti di destra e sinistra e (copio a caso dal Venerdì di Repubblica - come poi ho fatto finora per scrivere a caso questo pezzo) ha paura di questo clima di razzismo che stiamo vivendo perché tende ad annullare tutte le diversità culturali che sono alla base della convivenza civile e della creazione artistica? O magari sarà Luca Palmieri, metallaro duro, sex symbol della band (metallaro e sex symbol, praticamente il Palmieri è un ossimoro vivente), fidanzato da tre anni, milanese con madre eritrea che studia pianoforte dall'età di dieci anni ma intanto nel gruppo suona il basso ed qualche tempo fa ha fatto parte del gruppo che ha accompagnato Anngun sul palco al Festivalbar? Restiamo in attesa di vedere come andrà a finire, milioni di ragazzi italiani stanno attendendo la conclusione di questa avvincente storia.

Secondo me in realtà non vedremo mai il finale perché durante il concerto d'addio della TBand qualcuno irromperà sul palco sparando all'impazzata come avvenne anni fa mentre suonava il gruppo del povero Dimebag Darrel (R.I.P. e scusami se ho accostato la tua eroica figura a questi quattro mentecatti – cinque contando anche quel perdente di Muccino e sei contando anche la Caselli – ma serviva a rendere meglio l'idea e a rafforzare il tutto), e mattanza sarà.

Alt, fermiamoci un attimo e ragioniamo. Queste sono solo supposizioni, sono solo la bagattella di un momento. Mica è la verità assoluta, mica deve succedere sul serio. Anzi, speriamo che non capiti mai nulla di brutto alla Tband perché altrimenti la polizia postale mi rintraccia, io finisco al gabbio pur essendo assolutamente innocente ed i Radicali devono compiere atti di disobbedienza civile per difendere i miei diritti e per sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo all'ingiusta ed immotivata carcerazione di un innocente. Sono un pacifista, io.

L'ITALIA È IL POSTO IDEALE DOVE VIVERE. L'ITALIA È UNO STATO LIBERO, FORTE E BELLO. ITALIA CAMPIONE DEL MONDO ANCHE AI PROSSIMI MONDIALI.

Vale la pena di andare a vedere Videocracy anche solo per il fatto che il trailer è stato censurato da Rai e Mediaset. Nello specifico, la Rai non l'ha voluto trasmettere perchè ritiene che il film contenga un messaggio politico e senza contraddittorio un messaggio politico non può essere trasmesso dalla tv di Stato, mentre Mediaset è convinta che il film sia un attacco al sistema tv commerciale e non ritiene opportuno dare visibilità ad un progetto di questo tipo. Al posto di Videocracy e del suo trailer Raiset ha pertanto deciso di trasmettere a reti unificate e nell'ora di punta un filmato contenete il meglio della cinematografia porno d'autore (anzi no, della cinematografia porno e basta - pretendere che sia anche d'autore sarebbe troppo, il pubblico non capirebbe) degli ultimi otto anni o, ancor meglio, una filmato contenente il meglio delle 600 puntate di Porta a Porta dedicate alla saga di Cogne. Gli italiani non meritano altro. Buon divertimento.

27 agosto 2009

VITTORIO FELTRI IS A FUCKING HIPSTER, VITTORIO FELTRI IS FUCKING COOL

Ma alla fine, com'è Il Giornale ora che è di nuovo diretto da Vittorio Feltri? Buono per incartarci le frattaglie del pesce appena pulito prima di gettarle nella spazzatura. Dovrebbero stamparlo direttamente sulla carta assorbente, almeno le possibilità di sporcare la tavola si riducono al minimo (ed oltretutto sarebbe molto più economico perché la carta assorbente costa meno della carta per giornali – e quindi meno finanziamenti pubblici all'editoria sprecati ma anche più alberi della foresta amazzonica salvati. Una idea grandiosa, direi).
Non che ci si aspettasse granché da questo graditissimo ritorno, ma così è troppo. Va bene, Littorio Feltri da ragazzo non ha mai indossato i pantaloni a righe e la canotta/maglietta etno, girato scalzo o con al limite le infradito, portato orecchini imbarazzanti, fatto l'acrobata o il giocoliere, suonato cover di Bobbo Mallo o degli Inti Illimani ma soprattutto non ha mai avuto l'acconciatura con i capelli tagliati a spinacio e un unico dread dietro a scendere fino a metà schiena, però da lui mi sarei aspettato un minimo di dignità in più. Silvio (o chi per lui) gli ha dato quindici milioni di euro per passare da Libero a Il Giornale e lui non riesce a fare altro che tirar fuori storie e storielle su Carlo De Benedetti, guarda caso editore di La Repubblica e L'Espresso che da mesi martellano Silvio Jackson riguardo alle sue ormai ben note abitudini politico-scoperecce. Tanto per dire, oggi sono sbucati fuori dal nulla (anzi no, sono sbucati fuori back from the dead) uno strano lascito della famiglia Agnelli alla famiglia De Benedetti ed infuocatissime pagine del diario del mariuolo di Stato Benedetto Craxi a.k.a. Bettino Craxi che parlano di strani legami affaristici di Carlo De Benedetti con l'Unione Sovietica comunista ed il KGB. Dunque, roba che scotta davvero, roba che al confronto i soldi di Stato che se ne vanno a puttane e i legami affaristici della Nazione Italia con l'ex uomo del KGB Vladimir Putin sono il vuoto siderale (o meglio spariscono nell'etere come un volo di Stato con a bordo Emilio Fede e Mariano Apicella oppure con il gas metano non appena entra a contatto con l'ambiente che lo circonda).

No, non ci siamo proprio. Caro Littorio, va bene che ti pagano e ti hanno preso con il solo scopo di demolire De Benedetti, ma cerca almeno di tirar fuori cose che abbiano senso compiuto e che siano meno prevedibili – o che almeno facciano molto ridere e siano espresse in un italiano sufficientemente corretto. Per ora, il tuo ritorno a Il Giornale si è rivelato fallimentare. Non vorrei che i soldi spesi dalla famiglia Abberlusconi per godere delle tue prestazioni si rivelassero quindici milioni di euro buttati al vento, ma attendo fiducioso e ti rivoglio come ai tempi delle indimenticabili copertine di Libero dedicate a Prodi. Hai talento da vendere, però se ti serve una mano chiamami. Ti aiuto molto volentieri anche solo per il fatto che indossi occhiali da hipster.

24 agosto 2009

RE PER UNA NOTTE, RAPPER UNA NOTTE

Leeroy Thornhill era quello che nei Prodigy non faceva nulla di rilevante tranne ballare ed occasionalmente suonare le tastiere durante le esibizioni live, però guarda caso quando se ne è andato i Prodigy hanno improvvisamente cessato di produrre materiale degno della fama planetaria raggiunta. È dunque altamente probabile che Leeroy Thornhill fosse colui che riforniva di sostanze psicotrope il gruppo inglese e che l'attività di ballerino ed occasionale tastierista live fosse solo una copertura, ma purtroppo non ho in mano elementi che mi consentano di affermarlo con certezza e quindi non lo affermo.

Ed è stato con questa intima convinzione che venerdì scorso mi sono recato ad un suo dj set che si teneva in un locale della profonda periferia ferrarese. Ha senso nel 2009 un dj set di Leeroy Thornhill? Sì, a condizione che non si cada in quello stucchevole ambito denominato “operazione-nostalgia”. Ed alla fin fine come è stato il dj set del Thornhill medesimo? Un'operazione-nostalgia, ma nello stesso tempo è stato una figata. Uno spettacolo un tantino triste ma assolutamente necessario per capire chi siamo, da dove veniamo e cosa vogliamo. È stato bello ridere di lui e prenderlo per i fondelli, ma sempre con il rispetto che si deve ad una figura come la sua.
Leeroy Thornhill è condannato a recitare la parte dell'ex Prodigy a vita e dunque ha proposto una sapiente mistura di breakbeat e techno che poteva essere coraggiosa nel '94, all'avanguardia nel '96 ma già obsoleta nel '99, musica rimasta ferma ai (suoi)bei tempi suonata a caso senza nemmeno essere mixata. Aveva con sé un porta cd con venti-cd-venti e da lì sceglieva senza pensarci troppo ed a metà del set non aveva ancora iniziato a sudare, però talvolta ballava e faceva il cazzone come ha sempre fatto nel corso della sua lunga carriera. Sembrava divertirsi parecchio (o almeno dimostrava di saper fingere bene di divertirsi) ed i presenti si divertivano ancor di più, ignari del fatto che i Bedroom Boys (praticamente i Basement Jaxx de' noantri che hanno aperto la serata, davvero bravi ed aperti mentalmente) lo hanno ridicolizzato dal punto di vista musicale e che chiunque altro fosse salito in consolle ed avesse proposto un set uguale al suo avrebbe suonato per un paio d'ore nel disinteresse generale (ma soprattutto in un locale completamente vuoto).

Eppure ha spaccato, ed una botta così ci voleva. Ha suonato pure Smack My Bitch Up, ha deliziato il folto pubblico fatto di gente che vedevo a metà anni novanta nelle discoteche minorenni della bassa ferrarese – gente che pensavo si fosse estinta ma invece esiste ancora ed è pure rimasta ferma a quei tempi nonostante il trascorrere degli anni – e di giovani esordienti che han voluto essere parte di un evento a modo suo storico, ha dato tanto e comunque molto più di quanto mi aspettassi. Dunque, respect.
Leeroy Thornhill è da ammirare. Avrebbe potuto continuare ad avere accesso illimitato al miglior hashish e alla migliore marijuana su piazza. Panetti di Santa Marta Gold, libanese nero e Khmer Rouge, cristalli di mescalina e bong pieni di metanfetamina, DMT e ogni tanto addirittura stramonio. Era splendidamente inserito ed invece ha scelto di uscire dal gruppo diventando in breve un monumento ai tempi che furono. Io e i miei compagni di viaggio durante la sua esibizione ci sentivamo talmente inadeguati alla portata morale di questa sua scelta che abbiamo addirittura giocato a calcio balilla, ma è stata una decisione personale che nulla ha a che vedere con l'alto valore socio-culturale (ed emotivo) della serata.

22 agosto 2009

IL GIALLO DEL BIDONE GIALLO


E si parte, direzione Rimini. Il mio Mbk Booster fila molto karascov con piacevoli vibrazioni trasmesse al basso intestino e se tutto va bene entro tre giorni arrivo al Meeting di Comunione e Liberazione – come è giusto che sia. È palese che non posso andare in autostrada con il mio potente mezzo (ovviamente elaborato e dotato di Marmitta: Giannelli Reverse / Carburatore: 17,5 Dell'Orto / Variatore: Multivar Malossi / Frizione: Malossi Fly Clutch / Molla di contrasto: Bianca / Mollette frizione: Bianche / Rulli da 5g), è ovvio che dovrò fare delle soste per dormire ed espletare le mie funzioni corporali, ma improvvisare qualcosa strada facendo – come cantava Claudio Baglioni quando era ancora vivo e non era ancora stato sostituito dal pupazzo di gomma recante le sue sembianze che infiamma le arene di mezza Italia con i suoi indimenticabili concerti. Dunque, la sosta a Marina di Ravenna diventa assolutamente doverosa.

L'altra notte, vicino al bagno Hana-Bi, ho visto un fuoco in spiaggia. C'erano ragazze e ragazzi che cantavano e ballavano. Erano di Maglie: mi hanno accolto come se fossimo a scuola assieme ed è stato divertente finché è durato, poi stop. Quei tipi erano lì per il concerto degli Africa Unite, che a sorpresa han suonato a Marina di Ravenna nonostante il reggae solitamente non faccia parte della proposta standard del pregevolissimo stabilimento balneare/tempio dell'indie italiano. E com'è stato il concerto degli Africa Unite? Francamente non mi ricordo un granché dell'esibizione dello storico combo torinese (l'unica immagine che è rimasta nitida nella mia mente è quella di Bunna con le occhiaie sia sotto che sopra gli occhi, sembra un panda con i dread lunghi fino al culo – chissà perché?), so solo che dopo pochi istanti sono piombato in un sonno profondo e mi sono incredibilmente svegliato al bancone dello street bar più in di Marina (non faccio nomi perché altrimenti scatta la querela), seduto a fianco di un tizio lampadato che sembrava uscito dal casting di un qualsiasi programma Mediaset ma aveva indosso la maglietta dei Killers e tentava di fare il ganzo con un paio di tedesche, ovviamente senza ottenere grandi risultati. Ed io ho riso della situazione grottesca umiliando il poveretto ed ho iniziato a prestare attenzione a ciò che passava sul megaschermo a lato del bancone, ma dopo poco ho avuto l'illuminazione e non ce n'è stato più per nessuno. Dopo aver visto certe cose nulla sarà più come prima.

Mtv e ciò che resta del glorioso Brand:New di coppoliana memoria hanno programmato il video di Warp dei Bloody Betroots feat. Steve Aoki, e la serata è radicalmente cambiata ed io sono divenuto più consapevole. I due Bloody Beetroots vanno in giro mascherati come se fosse Carnevale (nel senso di Andrea Carnevale, ex calciatore ora divenuto pusher di successo), Steve Aoki è un incrocio perfetto tra Ozzy Osbourne (com'è adesso, sessant'anni sessanta neuroni) e Chino Recoba (com'è adesso, cento chili cento centimetri d'altezza) e pare incredibile che sia uno dei dj più in del mondo ma lo è sul serio, le comparse sembrano uscite da un sogno acido di Carlo Pastore (frangette, leggins e colori fluo compresi). Tonnellate di ribellione a buon mercato, musica che è sempre uguale e ripete uno stanco rituale che francamente ha rotto il cazzo già da un tot, Aoki che urla in slow motion, gente che salta e si dimena ma non risulta per nulla credibile, gente molto attenta a non spettinarsi e a non far cadere in terra i Wayfarers mentre salta, i Bloody Betroots senza maschere. Ti aspetti di veder comparire da un momento all'altro Avril Lavigne che suona una gui-board mentre sta intonando People from Ibiza, ma sarebbe troppo e va già bene così. La visione è già troppo spaventosa, i Bloody Betroots son pronti per Trl.

Ho urlato in preda al panico, sono fuggito a gambe levate, ho recuperato il Booster e sono ripartito. Il tizio con la maglia dei Killers è venuto con me perché ha detto che non ne può più, ma dopo pochi metri con una scusa banale l'ho fatto scendere dal mezzo e l'ho abbandonato come di solito la gente comune fa con i cani prima di partire per le vacanze. Ovviamente prima di abbandonarlo mi son fatto prestare la maglietta dei Killers, al meeting di Comunione e Liberazione potrebbe essermi utile.

21 agosto 2009

IL MATTINO HA L'ORO IN BOCCA, LA NOTTE HA LA BOCCA D'ORO



Traccia una riga di pizzicotti lungo il giovane braccio magro. Infilaci dentro l'ago e premi lo stantuffo mentre guardi la roba entrarci in pieno. Sparala dentro deciso questa merda e falla risucchiare dalle giovani cellule fameliche.
(William S. Burroughs, La macchina morbida)

E il messaggio sociale della prima rima è depenalizzate l'eroina
E il messaggio sociale della seconda rima è depenalizzate la rapina
In compenso criminalizzate le banche il Vaticano le banche del Vaticano il contante
i re americani i duri puri gli investimenti sicuri
(Dargen D'Amico, Anche se dite no)

Qualche tempo fa ho ricominciato a guardare la tv dopo un volontario digiuno durato un paio di settimane e mi son reso conto che la tivù italiana (salvo rare eccezioni) è peggio dell'eroina ed andrebbe vietata per legge. Oppure – ancor meglio - visto che teoricamente siamo in una liberaldemocrazia e non si può limitare la libertà d'iniziativa economica - bisognerebbe organizzare una martellante campagna televisiva per sensibilizzare la gente sui pericoli che l'abuso di televisione comporta (magari una campagna televisiva sulla falsariga di quella che sta facendo Studio Aperto per terrorizzare la gente riguardo ai rave party e all'incubo ketamina, sostanza in giro da almeno dieci anni che però è diventata pericolosa solo ora che ci è scappato il morto) e legalizzare le droghe leggere, che forse fanno meno male della tv ed una volta rese legali cesserebbero di colpo di essere fonte di guadagno per la criminalità organizzata.
(fine dell'insopportabile pistolotto iniziale)

Tanto per dire, io non bevo e non fumo ma una notte mentre zompavo da un canale all'altro cercando di capire se sulle emittenti locali esistono ancora i sexy show condotti da Lea Di Leo o da Gilian mi sono imbattuto in un divertente programma chiamato Italian Fans Club Music Awards che andava in onda su Raidue in differita da una amena località di mare con sindaco PdL. Ho potuto gustarmelo per un solo quarto d'ora (accademico) poi mi son sentito male ed ho dovuto chiamare la guardia medica, ma vuoi mettere la soddisfazione di vedere nell'ordine:

  • quell'uomo inutile chiamato Marco Liorni, che dopo aver scritto un instant book riguardo a quello scottante tema d'attualità chiamato Facebook (uscito tra l'altro per la Renato Curcio Editore) è tornato a condurre in maniera impercettibile programmi che non lasceranno traccia alcuna nella storia della televisione;

  • una valletta che è una tipa che per un certo periodo ha recitato in Un posto al sole, dove faceva la parte della domestica che si innamora di un ragazzino italo-albanese e rischia di restare incinta salvo poi sparire nel nulla e ricomparire improvvisamente in un programma musicale in onda di notte su Raidue (magari dopo aver sostenuto un provino a Villa Certosa);

  • una decina di ballerine, che ballano a caso in puro stile balletti di Non é la rai e che probabilmente sono state anch'esse provinate dal Gianni Boncompagni di Villa Certosa;

  • un vocalist nero che finge di mixare dischi che non stanno girando ed intanto canta frasi a caso mentre si stanno esibendo gli artisti sul palco, disturbandoli tantissimo;

  • Corona che ormai sarà un quintale ma canta ancora The Rhythm Of The Night con voce non sua, i Rockets che ormai sono il cantante ed altri figuranti chiamati a sostituire i membri originali, Gary Low che ora è un cocainomane che somiglia in maniera inquietante a Claudio Baglioni, i La Bionda che in playback mimano assoli di chitarra quando in realtà ciò che viene suonato è un assolo di synth.

Come volevasi dimostrare, il classico programma imbastito ad arte per compiacere il politico di turno, far lavorare l'amante/le amanti del politico di turno, far lavorare Liorni altrimenti non ha da lavorare e senza lavoro non si porta a casa la pagnotta. Mi è andata bene perché un programma del genere è roba da collasso cardiocircolatorio, è roba che ti stronca la carriera. Ho visto solo la parte dedicata alle vecchie glorie poi sono precipitato in un oblio che è terminato solo qualche sera più tardi sentendo French Kiss di Lil' Louis utilizzata come sottofondo musicale in una replica di una puntata di Bisturi (un capolavoro totale della musica house accostato ad una donna di inenarrabile bruttezza che cerca di migliorare il suo aspetto, ricorre alla chirurgia plastica e dopo mille peripezie diventa ancor più brutta, com'è strano il mondo a volte).

(Conclusione)

Un'estate entusiasmante, non c'è dubbio. E intanto continuiamo a pagare il canone per vedere roba del genere (niente paura, il canone si paga anche per Mediaset. Ad esempio, chi li paga i voli di Stato ad Emilio Fede? Li paga Pantalone come al solito. Chi la paga la legge Gasparri? Pantalone. Chi le paga le multe per Retequattro che non vien mandata sul satellite? Idem come sopra. Si potrebbe andare avanti all'infinito ma mi fermo perché non voglio querele).

19 agosto 2009

IT'S A MAD, MAD MAD, MAD WORLD

Il meeting di Comunione e Liberazione di Rimini è ormai alle porte (per la cronaca, quest'anno arriva pure Jeb Bush, il fratello un po' meno tonto di George W. Bush, quindi l'evento è di quelli che non si possono perdere – ovviamente io sarò presente e sono già stato accreditato per seguire tutte le giornate) ed è tempo di bilanci.
Dopo mesi e mesi di riflessioni, ripensamenti, cambiamenti, spostamenti, trattamenti sanitari coatti e trattenute in busta paga ci sono arrivato: Bonkers, supersingolo a cura della strana coppia Dizzee Rascal/Armand Van Helden, è ufficialmente la cosa più rock uscita nel 2009.
Un figlio di puttana che a modo suo ha rivoluzionato la musica house ed un figlio di puttana che a modo suo ha rivoluzionato l'hip hop, due menti geniali, due uomini che decidono di collaborare e tirano fuori dal cilindro una cosa che senza essere rock in senso stretto riesce ugualmente ad essere la cosa più rock uscita nel 2009.
Il mondo è strano.

Armand Van Helden è uno dei miei eroi.

Dizzee Rascal ha il cervello in fiamme.

Jeb Bush è un fottuto bigotto reazionario come suo fratello maggiore.

Comunione e Liberazione è l'equivalente italiano di Scientology.

Potrei andare avanti all'infinito ma mi fermo qui, che si è fatto tardi e devo partire per Rimini.

17 agosto 2009

ME AND GRIGNANI DOWN BY THE BACKSTAGE (A TRUE STORY)



Gianluca Grignani è un uomo in difficoltà. Ha ripreso a drogarsi, ha ripreso a farsi come un caccia e si vede. Tanto per dire, un paio di sere fa si è presentato sul palco a Potenza in condizioni pietose. Non stava in piedi, pesava un quintale e venti, steccava di continuo, gigioneggiava, recitava la parte del fallito (in realtà il Grigno non è un fallito, finge solo di esserlo per sembrare un bello e dannato) e faceva di tutto tranne che fare quello che dovrebbe essere il suo mestiere: cantare bene e far divertire il più possibile il pubblico. Si è preso fischi (ed anche qualcosa di più) dai suoi fans, ha chiamato una ragazza sul palco e se l'è spalpazzata per bene, ha dovuto interrompere il concerto ed andarsene perché non gliela faceva più, è svenuto nei camerini. Gli organizzatori dell'evento canoro vogliono addirittura fargli causa, staremo a vedere come va a finire. Prevedo grane, e nemmeno troppo piccole.

Avrei voluto troppo essere lì a gustarmi l'inarrestabile declino di un uomo. Pagherei fior di quattrini per avere una macchina del tempo tipo la DeLorean di Ritorno al Futuro e godere del privilegio di partecipare al Grande Evento di Potenza ed insultare il Grigno (ma solo per scherzo, perché il Grigno è un grande artista e non si discute, lo si ama e basta). Pagherei fior di quattrini perché la ragazza chiamata sul palco rimettesse il filmato che aveva postato su YouTube ma che ha prontamente rimosso non appena sono arrivati i primi commenti offensivi.

In quel filmato non si vedeva nulla di strano, era solo la metafora del declino di una nazione intera. La meglio gioventù vien chiamata sul palco, risulta patetica, fa una grossa figura di merda, non se ne rende conto, ha il suo quarto d'ora di celebrità e cerca renderlo immortale postando il filmato su YouTube, salvo poi rimuoverlo alle prime avvisaglie di bufera. Ma a dire il vero, chi se ne frega di tutte 'ste menate tipiche di certa sinistra che non si rende conto che alla gente non importa un fico secco del declino di una nazione? Con le parole buttate al vento mica si compra il pane, no? Al massimo ci si fa belli in mezzo alla gente e/o nei salotti che contano.

Mi chiedo solo se quella ragazza abbia recitato fino in fondo la parte della groupie andando a far visita a Grignani nei camerini dopo il concerto. Forse il Grigno è svenuto proprio per quello, e magari in rete circola pure un filmato amatoriale girato in stile Forza Chiara con il Grigno che recita la parte di Chiara (ed ovviamente ha crisi di panico perché consapevole del fatto che ci sono in giro immagini molto compromettenti che lo riguardano). Sarebbe troppo bello se le cose fossero andate veramente così, ma purtroppo le mie sono solo supposizioni.

Per ora accontentiamoci del Grigno che su un palco a Potenza raggiunge picchi di ignoranza che raramente in Italia sono stati anche solo lambiti, È il mio idolo, da grande voglio diventare come lui.

FRATELLI DI RAGLIA


L'odierna edizione delle dodici e trenta di Studio Aperto è stata una visione mistica.
Prima un maestoso servizio sull'inno italiano con relativa intervista in spiaggia a bagnanti costretti dal giornalista con la forza a cantarlo (per la cronaca, nessuno lo conosceva – come vuole la Lega), poi un servizio su una malata di SLA guarita dopo un pellegrinaggio a Lourdes (per la cronaca, la Chiesa ufficialmente è contro l'eutanasia e preferisce nascondere la testa sotto la sabbia negando i funerali religiosi a Piergiorgio Welby invece di impegnarsi affinché venga rispettata la volontà dei malati terminali – ed allora è meglio credere nei miracoli). In poche parole, due nemmeno tanto velate marchette ai soggetti che tengono in piedi il governo Berlusconi sparate nell'etere nel giro di mezz'ora (che poi i due servizi in questione sono andati in onda uno di seguito all'altro, quindi tanto vale dire “due nemmeno tanto velate marchette ai soggetti che tengono in piedi il governo Berlusconi sparate nell'etere nel giro di pochi istanti”). Un record mondiale, nemmeno l'eroina è così dannosa.
Ci sono arrivato: è molto più salutare far vedere un film porno ad orario pasti piuttosto che far vedere Studio Aperto, una sbobba informe e maleodorante che in troppi si ostinano a chiamare ancora telegiornale.

14 agosto 2009

AMICO ULIGANO COI CAPELLI UN PO' CORTI COSÌ UOMO E COSÌ BAMBINO


Il mio amico tossico che sta cercando disperatamente di smettere non ce la fa proprio. Ha detto che è più forte di lui, ha detto che Rumore non è abbastanza e per alleviare la sofferenza data dalle crisi d'astinenza vuole qualcosa di più forte dei pezzi di Cerati. Gli ho consigliato Rolling Stone ed in particolari le (occasionali) recensioni shameless di Michele Wad Caporosso, ma lui dice che non è abbastanza. Vuole Libero e le lettere dei suoi lettori affranti perché Feltri se ne va, vuole Il Giornale nell'attimo esatto in cui il nuovo direttore Feltri inizierà effettivamente ad esercitare le sue funzioni. Il mio amico è messo di merda e non si recupera più.

Purtroppo non sono riuscito ad aiutarlo perché quelli sono quotidiani che vanno oltre la mia capacità di sopportazione, però ha deciso di premiare ugualmente il mio impegno e mi ha regalato una copia promo di Humbug, il nuovo album dei Coral che uscirà nei migliori negozi di dischi a fine agosto. La copertina diligentemente fotocopiata contiene un falso d'autore perché i quattro giovanotti ritratti sono gli Arctic Monkeys, ma (sorpresa delle sorprese) inserisci il cd nel lettore e chi suona sono proprio i Coral, in tutto il loro immenso splendore. Il disco gira che è un piacere, lo ascolti e lo ascolti di nuovo, vorresti quasi non dover fare la fatica di farlo ripartire da capo per gustartelo ancora di più, vorresti che girasse in loop senza che nessuno lo fermasse, senza che nessuno provasse a farlo. I Coral sono uno dei gruppi più sottovalutati di sempre, ma questa volta fanno il botto e non li ferma più nessuno. Finalmente conquisteranno il mondo, anche se a questo giro suonano un po' più diretti del solito (o forse proprio per questo il mondo sarà loro).

Humbug è un disco dalle tante sfaccettature e dalla grande personalità: al secondo, concitatissimo ascolto ti rendi conto che quelli che stai sentendo sono i Coral alle prese con cover degli Smiths e dei Nirvana, ed una volta giunto al terzo ascolto non ci capisci più nulla e cominci a pensare che si tratti dei Coral che coverizzano gli Arctic Monkeys che a loro volta coverizzano Smiths e Nirvana. È solo al quarto, definitivo ascolto che ti rendi conto che Hambug è il nuovo disco degli Arctic Monkeys e che la copertina non contiene un falso d'autore ma corrisponde a verità, tutta la verità nient'altro che la verità.

In pratica: Humbug è un disco della madonna, il migliore degli Arctic Monkeys ma anche il più complesso ed a modo suo il più ostico, non proietterà gli Arctic Monkeys nella storia perché la storia è già stata scritta, non venderà tanto quanto gli altri due però è la prova definitiva che gli Arctic Monkeys sono una grande band ed Alex Turner è in grado di scrivere pop songs con i controcazzi. Ed al giorno d'oggi, in un tempo in cui praticamente nessuno compra più dischi e certa gente si inventa fregnacce sui propri amici tossici per giustificare la venuta in possesso di un promo, non è cosa da poco.

11 agosto 2009

COME SE IL FURGONCINO DEL GRUPPO PROTAGONISTA DELLO SPOT DELLA TIM VENISSE DATO ALLE FIAMME DURANTE UN CONCERTO IN SPIAGGIA


È martedì e all'Hana Bi suonano gli Oneida. È agosto, siamo tutti più buoni e rilassati però varie domande sorgono spontanee. Esserci o non esserci? Andare o partire? No veramente non... non mi va. Gli Oneida non li ho mai sentiti, non li conosco per nulla. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi ed io sto buttato in un angolo... no. Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Come? Gli Oneida hanno resuscitato la violenza liberatoria del garage-rock dei 60, rimescolandola con acidi trip psichedelici, detonazioni hard/stoner-rock, germi di wave sintetica ed effervescenze kraut? È musica che schiuma un’elettronica ossessiva e metallica, in cui al basso sono riservati pattern elementari e ripetitivi, mentre le chitarre imperversano, tra accenni di garage e noise, e la batteria viene lanciata in esplosioni di violenza allo stato brado? Non capisco nulla di quello che mi dici perché non scrivo su Blow Up, però potrebbero piacermi molto... che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino al palco, di profilo, in controluce. Voi mi fate "Michele vieni di là con noi, dai" ed io "andate, andate, vi raggiungo dopo". Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo. Anche perché di nome non faccio Michele.

E si parte in direzione Marina di Ravenna, e si arriva giusto in tempo per mangiare un boccone, bere un caffè ed iniziare a gustarsi il concerto. Cazzo che botta, gli Oneida spaccano. E non poco.

Quasi un'ora e mezza di puro delirio. Si teme la pioggia ma non piove, fa molto caldo, ci son le zanzare, non ci si capisce nulla però è tutto molto bello. Ho passato una lunga giornata in spiaggia ed al posto degli occhi ho due carboni ardenti, ho un colore della pelle indescrivibile ed ho il naso rosso fuoco dei nani da circo però non appena hanno iniziato a suonare gli Oneida ho ripreso vita. Sono risorto ed ho iniziato a camminare sulle acque. Un'esperienza extrasensoriale, molto più house di un disco dei celeberrimi Bloody Beetroots incensatissimi da una certa critica di sinistra che poi ci fa perdere le elezioni perché non dice che ormai Silvio è andato e non ritorna più, molto più psichedelica dell'ennesimo strippo di Silvio (strippo che per la cronaca mi sono perso perché in quei giorni ero troppo impegnato a leggere Blow Up in spiaggia mentre prendevo il sole, succede). A fine concerto mi sono sentito più o meno come uno di quei cosmonauti sovietici lasciati in orbita in attesa che venga inventato il dispositivo che li riporta a terra. Assolutamente indescrivibile.

E l'uomo chiave di tutto lo spettacolo è stato Kid Millions. Occhiali spessi da nerd, piglio annoiato da studente modello costretto ad ascoltare professori che ne sanno meno di lui, Kid Millions è colui che ha in mano il boccino, qualunque cosa possano voler dire queste frasi copiaincollate a caso: suona la batteria, canta, porta le pasticche agli altri della band, smonta e rimonta gli strumenti, risponde alle interviste, se ne va per ultimo. Un idolo. Mariastella Pompini (niente querele, please. Non è colpa mia se il correttore automatico di Microsoft Word® continua a correggere storpiando il nome della simpaticissima ed inconsapevole Ministressa dell'Istruzione) e Mara Carfagna non avrebbero saputo fare di più.

Dunque, lunga vita ai concerti in spiaggia – che certi fan dello stato di polizia vorrebbero eliminare o comunque sottoporre a fortissime limitazioni d'orario.

10 agosto 2009

LECCE BOMBO



Il filmato definitivo dell'estate 2009 (almeno fino al momento in cui non verrà rimosso da YouTube): un tipo di Lecce sviene sul palco durante un'esibizione di Milly D'Abbraccio. Probabilmente si è trovato di fronte alla protagonista delle sue pulsioni autoerotiche adolescenziali e non ha resistito, o magari era strafatto di Vodka & Tavor ed il caldo gli ha giocato un brutto scherzo. Succede.
Subito soccorso, si è prontamente ripreso - giusto in tempo di regalare un'autentica perla come "Ho visto la madonna!" e rassicurare il foltissimo pubblico presente sulle sue condizioni fisiche (ottime) e psichiche (non tanto buone, ma bastava guardare la sua maglietta per capirlo). Poveretto, meno male che non era nulla di grave.
Cinque minuti strappalacrime: lo svenimento, la tensione in sala, Milly D'Abbraccio che non sa che fare, il conduttore che interviene, i soccorsi, la corsa all'ospedale, l'arrivo, la tranquillità, il conduttore che rassicura, le interviste dopogara. Un grazie agli amici di Rivieradriaticavip.it (che saluto) per aver messo a disposizione dell'umanità (ma anche dell'onanità) queste immagini che ormai sono già Storia. Studio Aperto non avrebbe saputo fare di meglio.

08 agosto 2009

90: LA PAURA

J Ax è morto, J Ax è risorto ed ha osato presentarsi al grande pubblico con un brano del calibro di Deca Dance. Praticamente, un bignami su tutto ciò che sono stati gli anni novanta a livello mainstream in Italia scritto da un tizio che gli anni novanta li ha vissuti alla grande. Gli anni novanta fondamentalmente sono stati pace, amore & frutta fresca e molti anni dopo J Ax ha agito di conseguenza, sfornando un capolavoro che resterà negli annali e definirà un nuovo standard: quello della marchetta fatta per solo compiacere i nostalgici. È il singolo nuovo o è un pezzo di due mesi fa? Non importa, perché spacca sul serio e solo questo è l'importante.

J Ax non ci crede più, forse non ci ha mai creduto o più probabilmente ha smesso di crederci dopo Così Com'è. Ha quarant'anni portati male ma prova ancora a fare il giovane, comportandosi come un venticinquenne di quindici anni fa e risultando quindi assolutamente fuori tempo massimo. Si è giocato tutti i neuroni e vive di rendita, cita addirittura Pezzali (altro personaggio fuori tempo massimo, uno che si comporta addirittura come un venticinquenne di vent'anni fa) e tante altre cose che facevano divertire i giovani di un tempo. È un truzzo, è della periferia di Milano ma se fosse un giovane d'oggi non sarebbe come Costantino. Dopo questa zampata tornerà a suonare la solita sbobba tanto per sbarcare il lunario, ma vuoi mettere la soddisfazione di usare per la trecentounesima volta l'idea di un video con un'astronave che atterra per errore sul Pianeta Terra lasciando esposta ad ogni genere di pericolo un'ignara creatura extraterrestre (per l'occasione interpretata dallo stesso J Ax)?

05 agosto 2009

I WANT TO LIVE LIKE COMMON PEOPLE, I WANT TO DO WHATEVER COMMON PEOPLE DO, I WANT TO SLEEP WITH COMMON PEOPLE LIKE YOU


Il dato di fatto è che in Italia non esiste la cultura del merito. Per emergere ed avere successo devi essere (s)pregiudicato e non guardare in faccia a nessuno, oppure devi essere figlio di/nipote di (aggiungere il nome di un personaggio importante o mediamente importante). Non c'è spazio per i giovani, a meno che non possiedano almeno una delle caratteristiche di cui sopra. Non si scappa, l'Italia è fatta così.

E deve essere dura per una come Barbara Berlusconi dover sopportare certe cose. Lei è figlia di Silvio Berlusconi, lei è figlia di uno che non ha guardato in faccia a nessuno pur di arrivare ai livelli a cui è arrivato (per l'esattezza, è l'Imperatore d'Italia), quindi doppia sofferenza per una idealista che crede nel merito come lei.

Povera Barbara, chissà che cosa ha dovuto sopportare durante la sua breve ma intensa esistenza. Come tutti i ragazzi che nel 2003 avevano diciannove anni stava comodamente seduta su una poltrona del CdA della Finivest, come tutti i suoi coetanei successivamente ha avuto ogni porta aperta, posti di lavoro fissi, possibilità di carriera, possibilità di costruirsi un futuro e una famiglia. Immobili co-intestati. Tv al plasma. Serate con i rampolli della Milano bene a parlare del nulla e ad organizzare iniziative benefiche, lingue felpate, miraggi, Max Biaggi (nel senso che a queste serate partecipava anche Eleonora Pedron, la ragazza di Max Biaggi). Potrei andare avanti all'infinito, ma mi fermo per rispetto del comune senso del pudore (ma soprattutto per non essere querelato). Ora addirittura ambisce ad un posto di comando alla Mondadori, ma probabilmente lo fa controvoglia perché obbligata dal padre. Succede a tutti, no?

Barbara Berlusconi non merita di soffrire così tanto, non merita questo calvario. Proprio lei, che è per la giustizia ed il merito ha dovuto sopportare tutto questo. Proprio lei, che è anche figlia di una delle eroine di una certa sinistra che a furia di non dare addosso all'Imperatore d'Italia perde tutte le elezioni e prima o poi finirà per perderle anche in Emilia Romagna e Toscana. Proprio lei, che vorrebbe tanto esser figlia di un operaio e di una casalinga da millequattrocento euro complessivi al mese ma non può, non ha mai potuto. Come è ingiusto il mondo.

E ora si è finalmente accorta che quando si sta parlando di un politico non è possibile separare l'aspetto pubblico dall'aspetto privato, e che non è possibile che chi predica bene e razzola male poi si trovi a dover legiferare riguardo a materie ostiche come lavoro, famiglia, droga, prostituzione. È una ragazza sveglia: a breve si renderà conto (pesco a caso dal mazzo) di come suo padre è riuscito ad acquistare la Mondadori, e magari capirà anche chi sono Vittorio Mangano e Licio Gelli e quanto sono stati importanti per per suo padre.

Diamole tempo e non ci deluderà.

Ma vaffanculo.

BERLUSCONI HA PAURA E CHIAMA LA QUESTURA


"Rapporti anali non graditi, ore e ore di tormenti in attesa di una erezione che non fa capolino, discussioni sul prossimo set, consigli fra donne su come abbreviare i tormenti di una permanenza orizzontale pagata come pedaggio".

"È una persona che ha corrotto la femminilità italiana schiudendo carriere impensabili a ragazze carine che hanno imparato solo quanto sia importante darla alla persona giusta al momento giusto, sollecitate in questo anche dalle madri, quando necessario".

"Un famoso direttore ha mostrato e fatto leggere a un numero imprecisato di persone (deputati e deputate di Forza Italia per lo più) i verbali che tutti i direttori di giornale hanno, ma che avrebbero deciso di non usare su sollecitazione del Presidente Napolitano".

Paolo Guzzanti sul suo impagabile blog dice la sua su Silvio Berlusconi, ed infatti il sito casca in un misterioso buco nero e la pagina contenente le scottanti rivelazioni non è più accessibile - nemmeno le altre, se per questo. Che sia sceso in campo il Tiger Team come ai gloriosi tempi delle elezioni 2006?

Ormai è ufficiale: se Guzzanti si decide a parlare e a raccontare tutto è la fine.

04 agosto 2009

MUSIC FOR THE JILTED GENERATION


Un mio amico tossico che sta cercando disperatamente di smettere mi ha fatto un regalo: mi ha fatto avere una copia promo di Romborama, il primo full lenght degli italianissimi Bloody Beetroots. O meglio, per darmi tale prodigio della scienza e della tecnica ha sì voluto qualcosina in cambio, ma la contropartita che ha richiesto (per la cronaca: ha voluto un paio di vecchie copie di Rumore perché a suo dire gli articoli di Stefano Cerati sono meglio del metadone) è di valore economico talmente irrisorio rispetto alla valenza socio-politica dell'opera in questione che non ci ho rimesso più di tanto.

E com'è il nuovo disco dei Bloody Beetroots? Con una copertina che nel 2009 non ti saresti mai aspettato, è il mosh versione 2.0. È la musica che passano ad m2o suonata nella pit di un concerto degli One Life Crew. È Benny Benassi che suona la chitarra nei S.O.D. e riesce a piacere lo stesso al grande pubblico. È Stefano Cerati che si aggira ubriaco perso all'interno della Piramide del Cocoricò. É la musica ideale per fare le penne in scooter sulla tangenziale. È la prova provata che circa dieci anni fa Mr. Oizo in fondo aveva ragione, ma appunto erano circa dieci anni fa ed il mondo nel frattempo è cambiato in peggio. É un insostenibile tour de force para-metallico che sei alla traccia numero 4 ma credi/speri che il disco sia già in dirittura d'arrivo solo che non è così e ci resti molto male. È la ketamina che circa dieci anni fa la gente si preparava da sola in casa per poi pagarne le conseguenze circa dieci anni dopo. È bella musica se presa a piccole dosi, è una incredibile rottura di palle se ascoltata per lungo tempo. Fine della descrizione del disco.

Tre idee moltiplicate per venti fanno qualcosa che sembra sessanta idee diverse, ma in realtà son sempre le stesse tre idee utilizzate ad oltranza e sfruttate finché si può. Non è dato sapersi i Bloody Betroots ci credano veramente, riescano a fare solo quello o stiano meramente cercando di far cassa più che possono sfruttando l'onda, ma non è poi un dettaglio così importante. In fondo si tratta solo di musica, in fondo si tratta solo di un promo che per quanto mi riguarda potrebbe anche non corrispondere al disco che tra poco sarà in vendita nei migliori supermercati d'Italia.

COLPO DI PARAFULMINE


La notizia bomba dell'estate è sicuramente quella del colpo di fulmine tra Elisabetta 'analis e George Clooney. É sicuramente una storia vera, li fotografano sempre in moto, sempre in viaggio ma soprattutto lui non sembra più nemmeno George Clooney. In America manco se ne parla.
Le foto sono sempre sfuocate, lui non ride mai, lo scoop è stato lanciato da Chi (house organ berlusconiano garanzia di qualità) e poi ripreso da tutti gli altri giornali e giornaletti sempre lesti ad accodarsi alle esclusive di Chi. Non fa una piega.
Probabilmente il tizio che fotografano con la 'analis è Mario Giordano e non George Clooney ma va bene lo stesso: l'importante è gettare altro fumo negli occhi alle casalinghe italiane regalando loro un altro sogno in cui credere

LA VOCE DELLA LEGA, LA VOCE DELLA VERITÀ



"Cari contadini di sinistra, guardatevi le mani callose che sembrano badili, e voi falegnami contatevi le dita delle mani; e voi metallurgici, cosa avete respirato in 40 anni? Vi voglio dire che siete stati coglionati da una categoria di stronzi: gli intellettuali di sinistra che, per non farsi capire, hanno usato una neo lingua.

Nei dibattiti televisivi, nei fondi dei giornali... sembrano sempre a caccia di parole nuove, quasi che tra di loro ci fosse una gara premiata da speciali giurie. C'hanno preso per il culo e, per raggiungere il potere, si sono arrampicati sui nostri corpi; e come ha fatto la chiesa col latino, loro c'hanno parlato solo con il linguaggio dei «capalbiesi», a noi, che capiamo solo quello elementare della televisione."
Paolo Villaggio a.k.a. Ugo Fantozzi, L'Unità, 02 agosto 2009

Come al solito Ugo Fantozzi ha ragione da vendere. È drammatico ma è la verita: personalmente quando sento parlare in tivù un Veltroni, un D'Alema o una Finocchiaro qualsiasi dopo trenta secondi scarsi non capisco più nulla, smetto di ascoltare ed inizio a veder scendere nella mia mente i mattoncini del Tetris. Parlano, parlano, parlano ma non dicono nulla, o lo dicono in maniera troppo forbita ed articolata. Non riesco a capirli, non ce la faccio proprio.

È ovvio che se esistesse oggi Fantozzi sarebbe sicuramente leghista.