Dopo il concerto, ho avuto l'occasione di parlare con Emanuel Lundgren, voce, mente e tante altre cose degli I'm From Barcelona. In un'attimo di follia ho rivolto lui una domanda che avrei sempre desiderato fargli: “Do you like Alcazar?”. Lui mi ha risposto di no, facendo pure un'espressione un tantino schifata. Non ci posso credere. Non può essere vero.
Emanuel Lundgren è completamente fuori di testa. Sembra una versione hippie di Zibì Boniek, indimenticato centrocampista della Juve di qualche lustro fa, ma è perfino riuscito a salire sul tetto del bagno Hana-Bi e a lanciarsi in un improbabile stage diving sulla folla sottostante, che lo ha prontamente accolto a braccia aperte. Ha fatto cose incredibili ed ha guidato gli I'm From Barcelona in un concerto praticamente perfetto, che ha fatto divertire un sacco grandi e piccini.
Il tutto è iniziato sulle note di Barcelona, capolavoro trash di Freddie Mercury e Monserrat Caballet, la canzone che quando è stata suonata alle Olimpiadi di Barcellona ha fatto immediatamente terminare gli anni ottanta per lasciare spazio a quell'epoca aurea chiamata anni novanta. E anche ieri sera quando è partita sono iniziati gli anni novanta e sono saliti sul palco gli I'm From Barcelona. Dal punto di vista estetico credo che non se ne salvi nessuno, sembrano più una comitiva di svedesi in vacanza che un gruppo musicale. Ma probabilmente per loro quella di sabato è stata una vacanza, visto che qualcuno ai piedi aveva pure le famigerate espadrillas, forse le più brutte calzature che siano mai state concepite nel corso della storia dell'umanità. Hanno attaccato subito con Treehouse, è saltata la luce, e loro non hanno fatto una piega continuando imperterriti a suonare in versione acustica, facendosi aiutare dal singalong del folto pubblico. Poi l'elettricità è tornata ed è stata solo festa.
Emanuel Lundgren è completamente fuori di testa. Sembra una versione hippie di Zibì Boniek, indimenticato centrocampista della Juve di qualche lustro fa, ma è perfino riuscito a salire sul tetto del bagno Hana-Bi e a lanciarsi in un improbabile stage diving sulla folla sottostante, che lo ha prontamente accolto a braccia aperte. Ha fatto cose incredibili ed ha guidato gli I'm From Barcelona in un concerto praticamente perfetto, che ha fatto divertire un sacco grandi e piccini.
Il tutto è iniziato sulle note di Barcelona, capolavoro trash di Freddie Mercury e Monserrat Caballet, la canzone che quando è stata suonata alle Olimpiadi di Barcellona ha fatto immediatamente terminare gli anni ottanta per lasciare spazio a quell'epoca aurea chiamata anni novanta. E anche ieri sera quando è partita sono iniziati gli anni novanta e sono saliti sul palco gli I'm From Barcelona. Dal punto di vista estetico credo che non se ne salvi nessuno, sembrano più una comitiva di svedesi in vacanza che un gruppo musicale. Ma probabilmente per loro quella di sabato è stata una vacanza, visto che qualcuno ai piedi aveva pure le famigerate espadrillas, forse le più brutte calzature che siano mai state concepite nel corso della storia dell'umanità. Hanno attaccato subito con Treehouse, è saltata la luce, e loro non hanno fatto una piega continuando imperterriti a suonare in versione acustica, facendosi aiutare dal singalong del folto pubblico. Poi l'elettricità è tornata ed è stata solo festa.
Un'ora e mezza che è passata in frettissima, e alla fine ne avrei voluto ancora. Mi ha stupito il fatto che saltino, ballino, cazzeggino tantissimo ma riescano sempre a rendere i pezzi alla perfezione, senza nessuna sbavatura. Hanno suonato pure il nuovo singolo Britney ed hanno fatto divertire il pubblico, ma forse si sono divertiti loro ancor di più. E alla fine il colpo di scena. Emanuel Lundgren al grido di “Let's Go To The Water” ha trascinato la folla in un bagno collettivo in mare.
L'ideale coronamento per una serata che più che un concerto è sembrata un falò di Ferragosto. Personalmente io non mi sono spinto a tanto, ma solo perché non avevo con me il costume. Sarebbe stato divertente, anche se ho una paura folle dell'acqua. Li ho solo seguiti per poi osservarli in lontananza, facendomi quattro risate al chiaro di luna.