29 aprile 2007

CREDEVAMO CHE FOSSE LA CITTA' PIU' PROVINCIALE D'EUROPA

Che i Verdena suonino il 30 Giugno a Ferrara Sotto le Stelle penso che lo sappiano anche i sassi. Anche se questo gruppo non mi ha mai entusiasmato particolarmente, io andrò tanto per vedere che aria tira. Magari con il nuovo album è cambiato qualcosa, ma questa rischia di diventare la terza volta che vedo un gruppo che neanche mi piace. Un piccolo record.
Comunque Ferrara non è solo il festival. Nonostante la cronica mancanza di locali o spazi per suonare, in fondo è una città musicalmente attiva. Due nomi su tutti: Le Luci della Centrale Elettrica, un cantautore/poeta che mi piace parecchio e propone musica sbilenca ed irregolare, a cavallo tra i CCCP e il noise, e Ario, produttore e resident dj del Gold Stars, che si sta facendo parecchio apprezzare a livello nazionale proponendo composizioni di matrice tech-house fresche ed originali. Un bravo ad entrambi, però forse mi scordo di qualcuno di importante.
Corro infatti il rischio di essere ingeneroso se dimentico di menzionare Impy, il vero orgoglio musicale di Ferrara tutta. Un improbabile “rocker ferrarese”, una sorta di Liga dei poveri che si prende pure sul serio e spera di sfondare, ma finisce per assomigliare di più a Daniel Johnston che al suo idolo. E spero che il grande Daniel Johnston non me ne voglia per questo paragone.
Esilarante come il suo sito, potrebbe addirittura diventare una piccola celebrità.
Provare per credere:
Impy – Vespe e tafani
Ufficialmente il punto più basso toccato da questo blog.

27 aprile 2007

DEAR CAN

La gente solitamente pensa che i più grandi di tutti siano stati i Beatles, i Pink Floyd, i Doors, i Velvet Underground o i Led Zeppelin. Qualche temerario addirittura dice che siano stati i Queen, ma solitamente non viene preso sul serio. Non è vero nulla. I più grandi sono stati i Can.
I Can sono stati semplicemente il più grande gruppo di tutti i tempi. Per quanto hanno fatto vedere all'epoca ma soprattutto per quanto sono stati decisivi per lo sviluppo di tutta la musica successiva. Hanno anticipato tutto e tutti, ed erano talmente avanti che all'epoca la critica musicale non aveva nemmeno i mezzi per capire e giudicare la loro musica. Talmente avanti che il vero successo di pubblico lo hanno avuto trent'anni dopo, quando non esistevano già più.
Pensandoci un pochino, gruppi come Stereolab, Tortoise, Daft Punk, LCD Soundsystem, Sonic Youth, Primal Scream, Tv On The Radio, Public Image Ltd., Battles non sarebbero mai esistiti. Ed ho fatto i primi nomi che mi sono venuti in mente. Credo che almeno il 70% della roba che si ascolta oggi sia stata influenzata direttamente o indirettamente dai Can. Bastano i primi sei dischi a dimostrazione della loro grandezza.
Sei dischi in cui hanno detto tutto prima di tutti. Se all'inizio la loro forza era quella di prendere a modello i Velvet Underground e Stockhausen per dar vita a qualcosa di nuovo e dirompente come il primo disco Monster Movie, poi si sono lanciati in avventure sonore nuove e stimolanti senza mai ripetersi. Soundtracks, in cui si confrontano con il formato colonna sonora, uscendone vincitori. Tago Mago, forse il loro disco più bello in assoluto ed il primo con Damo Suzuki alla voce, un viaggio nel futuro. Ege Bamyasi, funk bianco, marziale, teutonico. Future Days, il loro disco più "pop" e sofisticato. Soon Over Babaluma, i Public Image Ltd. sei anni prima, il primo disco che non nasceva da jam di improvvisazione. Dal 1968 al 1975 i più grandi di sempre, poi ci sono stati cambi di formazione, un'improbabile apparizione all'edizione inglese di Top Of The Pops nel 1978, lo scioglimento, una disastrosa reunion, la morte del chitarrista Michael Karoli. Nulla che abbia scalfito la loro grandezza.
Anche se nessuno si ricorda mai di loro oppure vengono liquidati come gruppo di nicchia, sono stati i migliori. Dopo i Can la musica non è più stata la stessa.

25 aprile 2007

L'ARMATA DEI CONIGLI

In mezzo a tanto liquame sulle tv musicali generaliste passano anche qualche cosa che ti apre la mente.
Ad esempio, il video di Get Down, nuovo singolo dei Groove Armada, è semplicemente il miglior video degli ultimi vent'anni. Quando l'ho visto la prima volta credevo di essermelo immaginato.
Geniale e pazzesco, con in sovrappiù il tocco di classe della maestosa presa per il culo al video di Rock Your Body di Justin Timberlake. Anzi oltre ad un tocco di classe è stato anche un gesto di compassione verso il musicista in questione, che non è male ma senza superproduttori alle spalle non è capace di nulla.
I Groove Armada invece sono dei fuori di testa che hanno detto qualcosa di veramente nuovo nel mondo della dance britannica, e per giunta continuano tutt'ora a dirlo. Per la cronaca, il nuovo disco Soundboy Rock è in uscita il 7 Maggio, e ci sarà parecchio da divertirsi.

24 aprile 2007

PRENDI I SOLDI E SCAPPA

Ieri la notizia a cui i media hanno dato maggior enfasi e rilievo è stata sicuramente quella dell'esibizione di Claudio Baglioni live dal balcone della casa dove ha vissuto da ragazzo.
Così tanto spazio per Baglioni, che è bollito e non ha più nulla da dire da almeno quindici anni, fa parecchia impressione. Ma lui fa bella musica e piace a tutti, mamme e piccini, anche se è talmente liftato che somiglia sempre più a Renato Balestra.
Non contento dei fischi presi durante l'esibizione a sorpresa allo stadio di Torino prima di una partita della Juventus, Claudio Bollitoni ha giocato la carta del sentimento a buon mercato, del ritorno alle origini, dell'animamia. E ha pagato, visto lo spazio che è stato dedicato a questa decisiva esibizione. Scoprire di essere attaccato alle proprie radici mentre un tour non sta andando benissimo alla lunga paga. Un genio assoluto.
Mi chiedo come possa ancora esserci qualcuno che si esalta per roba del genere, ma ormai non mi stupisco più di nulla. Una birra, un panino e "Quella sua maglietta fina" di Baglioni al karaoke. L'Italia è tutta qui.
A questo punto, viva Bella Faccina, il nuovo magnifico singolo del fu Terence Trent D'Arby. Ha tutte le carte in regola per essere il tormentone della prossima estate, ed almeno è genuino. Arrivo addirittura a sperare che sfondi.

23 aprile 2007

IL PICCOLO ISOLAZIONISTA

Ho avuto il privilegio di poter sfogliare il numero di Oggi di questa settimana.
Sì, proprio quello con il superscoop riguardante Silvio Berlusconi fotografato nel giardino della sua villa in Sardegna assieme a cinque ragazze. Ammetto che un pochino ero curioso di vedere ciò che veniva sbandierato come un'esclusiva mondiale e che aveva addirittura richiesto una tiratura record per la rivista.
Devo dire che nelle foto non si vede proprio nulla di compromettente, solo un attempato vecchiardo che non si vuole arrendere al passare del tempo e prova a fare il playboy come faceva ai tempi che furono. Non capisco proprio tutto il clamore che hanno scatenato. Il giovane Berlusconi, per quanto risulti patetico, a casa sua può fare quello che vuole. Peraltro, stando così le cose quelle foto rappresenterebbero una chiara violazione della privacy, visto che sembra siano state carpite di nascosto, all'insaputa dei protagonisti.
Uso il condizionale perchè è tutto chiaramente una bufala. Una montatura, l'ennesimo colpo di teatro utilizzato da b. per essere al centro dell'attenzione in vista delle prossime elezioni amministrative. Agli italiani in fondo piacciono queste cose, e lui lo sa bene.
La vera cosa interessante di Oggi però è stata un'altra. Veramente clamorosa. Ho scoperto che il figlio di Bruno Vespa si chiama Federico come me. Sono soddisfazioni.
Federico Vespa è un tipo parecchio introdotto e conduce assieme al padre un programma su Rtl 102.5 in cui i due si confrontano sulla storia contemporanea, a detta di Oggi "evento unico per una radio a livello europeo, forse mondiale". Figata.
Il buon Federico, che tra l'altro somiglia vagamente a Pete Doherty, nell'intervista non ha detto assolutamente nulla di mediamente intelligente ed ha pure affermato senza vergogna che nella vita il cognome non conta e lui per arrivare lì ha fatto tanta gavetta. Certo, come no.
Almeno ha avuto il buon gusto di non dire che il cognome per lui è stato un ostacolo e gli ha tarpato le ali, impedendogli di volare ancora più in alto. In ogni caso la copia di Oggi è già decollata ed è atterrata nel cestino della spazzatura.

19 aprile 2007

L'EROE DEI DUE MONDI

Sagi Rei è un reduce della fantastica stagione della dance anni novanta (quella volgarmente detta musica da autoscontri) che ha avuto un'idea tanto semplice quanto geniale: riproporre in chiave acustica gli anthems di quell'epoca. Anche se tale definizione finisce per risultare un tantino limitativa, più o meno è quello che ha fatto è stato questo. E ci è riuscito molto bene, devo dire.
Vocalist che prestò la propria voce a molte delle produzioni simbolo dell'epoca, se ne è uscito con due dischi nel giro di due anni (Emotional Songs vol. 1 nel 2005 ed Emotional Songs vol. 2 nel 2007) di pregevole fattura e di grande gusto, ennesima dimostrazione della validità dei pezzi di partenza. Dietro agli strati di synth spigolosi e ai battiti della Roland 909 c'erano melodie ad altissimo tasso emotivo, dopo tutto. Bastava cercarle. Sagi Rei le ha trovate, creandosi fama e un certo seguito, soprattutto da parte di chi in quegli anni stava attraversando la fase adolescenziale (o ne era uscito da poco).

Dei due dischi, quello che mi piace maggiormente è il secondo. Mentre nel primo, pur confezionando un ottimo prodotto, affronta con troppo timore reverenziale i pezzi di partenza, nel secondo vengono fuori le cose più interessanti. Tutto è meno calligrafico rispetto all'esordio, trovano spazio anche canzoni non risalenti a quel periodo e gli arrangiamenti sono più ricchi e fantasiosi: Don't Stop Movin' dei Living Joy diventa una bossa (l'effetto è straniante se la si confronta con l'originale), Sing It Back dei Moloko uno swing di tutto rispetto, Starlight dei Superman Lovers addirittura un bel blues acustico.

Operazione nostalgia, assolutamente non patetica ma di gran classe e di sicuro effetto. Sagi Rei è uno che ha capito tutto dalla vita. Gli originali sono inarrivabili ma lui riesce a coglierne lo spleen, facendolo proprio e attualizzandolo. Arriva così a creare musica che placa la fame di ricordi di chi ha vissuto sulla propria pelle quella gloriosa epoca, un periodo in cui tutti pensavano ancora di poter fare quello che volevano e non avevano paura delle conseguenze. E non è poco.

A questo punto sarei curioso di sentirlo all'opera con qualcosa di sua composizione, sarebbe una bella rivincita sui tanti detrattori del genere.Ma prima o poi dovranno rendersene conto, quella era musica di un certo spessore. Intanto io sono diventato un suo grande fan. E' perchè sono un maraglio [*] .


[*]maraglio: Aggettivo sostantivato utilizzato sopratutto a Bologna e zone limitrofe per identificare ragazzi/e abbastanza grezzi che si mettono in mostra in modo vistoso e cafone.

VIAGRA & FONDOTINTA

Ieri sera a Blob credo di aver visto una delle cose più belle di sempre. Un filmato preso da Striscia la Notizia, ma va bene lo stesso.
Emilio Fede, il noto cabarettista che dirige il Tg4, avvicinato da un contestatore (il famigerato Piero Ricca). Il fido Emilio non ha detto una parola. Era tramortito, ma provava a fare l'arrogante. Ha perso tutto l'orgoglio che sfodera in trasmissione. Figura pessima, il minimo per un personaggio del genere.



Piero Ricca Vs. Emilio Fede

17 aprile 2007

LA MAGGIORE ETA'

Blob è la trasmissione più intelligente della storia della tv italiana. Sicuramente è l'espressione più lampante della superiorità mentale di Enrico Ghezzi sul resto dell'umanità.
Blob compie in questi giorni diciotto anni. Con la maggiore età di solito si diventa più saggi e responsabili, e si inizia a riflettere di più sulle conseguenze delle proprie azioni.
Che Blob rimanga invece sempre sfrontato e coraggioso come al solito. Auguri.

16 aprile 2007

COMPRATI CHITARRA E AMPLIFICATORE / E METTITI ANCHE TU A FARE RUMORE

Da un po' di tempo a questa parte ho constatato una cosa parecchio singolare. Sono sempre più i musicisti di estrazione dance che decidono di avere la cosiddetta "svolta rock". Basta con le drum machine, i sequencer e i campionatori, si passa a chitarra, basso e batteria. L'ultimo in ordine di tempo è Alex Gopher, produttore e dj francese, recentemente uscito con un omonimo disco (che per la cronaca è ben prodotto ma troppo di maniera, e alla lunga si rivela noioso e senza anima).
Ma queste svolte epocali derivano dal puro desiderio di tornare alle proprie radici, dal fisiologico complesso di inferiorità che la dance ha rispetto agli altri generi o semplicemente da una sana voglia di fare i soldini sfruttando il trend funk-punk? Preferisco restare con questo amletico dubbio e continuare ad ascoltare.

Però, vuoi vedere che Moby nel prossimo disco...

Alex Gopher - Brain Leech
Myspace

13 aprile 2007

WHY HEAVY METAL SUCKS IN 2007

Io e il metal, un rapporto strano. Fino ai 15 anni ne ho ascoltato parecchio, poi ho smesso quasi completamente. Il picco l'ho avuto alle scuole medie: ascoltavo praticamente solo quello, assieme a Queen e Litfiba. Il che la dice lunga su quale fosse il mio stato psicofisico in quel periodo.
Non posso dire che il metal mi faccia schifo, ma nemmeno che mi piaccia. Semplicemente, ho sviluppato negli anni una totale indifferenza verso questo (per alcuni) nobile genere musicale.
Non riesco a digerire il fatto che esistano gruppi che suonano da una vita sempre nella stessa maniera e che, quando decidono di rinnovarsi, lo fanno in maniera minima senza rischiare alcunchè. Non mi piacciono l'eccessiva teatralità e le forzature tipiche del genere. Non mi piace la troppa chiusura mentale che lo caratterizza.
Ma forse non ne ho ascoltato abbastanza, forse ho ascoltato solo i gruppi stereotipo del genere e non ho approfondito a sufficienza. Un giorno forse cambierò idea, ma ora sinceramente non ne ho proprio voglia.

Generalmente il fan tipo del metal ascolta solo quello, e raramente si sposta da questo tipo di musica. Beve molta birra, ama le moto, si droga duro e non vede di buon occhio gli altri generi musicali ed i loro ascoltatori. Ce l'ha particolarmente con i discotecari e si sente escluso dalla società per i propri ascolti, ma nello stesso tempo vive il metal come una ragione di vita che lo fa sentire parte di una elite. Ma forse il caso ha voluto che tutti i metalheads che ho conosciuto io fossero quelli sbagliati, o forse sono stati anni di occasionali letture di Metal Shock a farmi sviluppare un'idea sbagliata riguardo a loro. Forse vivo in un altro mondo o, più probabilmente, sto solo scherzando.
Qui mi si chiede gentilmente di sdoganare Kings Of Metal dei Manowar. Impossibile. L'ho ascoltato in passato e mi ha letteralmente traumatizzato. Poche volte ho sentito roba così pretenziosa ed eccessiva. Una pomposità che in realtà nasconde il nulla.
Invece, un disco metal che mi piace parecchio e che ancora ascolto volentieri è Roots dei Sepultura.
Un disco che ha più di dieci anni ma sembra scritto domani, e che purtroppo è stato il virtuale canto del cigno di questa formidabile band brasiliana, una delle poche ad essere riuscita a superare le secche in cui si trova(va) un intero genere. Dopo, nulla è stato più lo stesso per i Sep, che perso Max Cavalera per dissapori interni alla band, hanno cercato di proseguire con un altro cantante finendo per diventare una triste parodia del grande gruppo che furono. Roots porta a compimento un processo di maturazione che ha visto i Sepultura crescere di disco in disco e trasformarsi, dall'ingenua thrash metal band che erano agli esordi, in una superba death metal band in grado di inserire elementi tribali nella propria musica ed ottenere un suono di grande impatto emotivo.
Roots Bloody Roots è rabbia pura, Ratamahatta la stoccata che non ti aspetti, Attitude sanguina ancora. Monumentali.


3MSC

Aggiornamenti da Ferrara sotto le stelle: il 6 Luglio sono di scena i Sonic Youth (che ripropongono per intero Daydream Nation, ma non mi piacciono lo stesso), mentre il 18 Luglio è di scena Damien Rice (sinceramente non lo conosco per nulla, e un biglietto a 40 Euro non mi invoglia certo a farlo).
Pare che gli organizzatori stiano ancora trattando in maniera serrata per avere Lui in coppia con Mariano Apicella. Sarebbe un vero e proprio colpaccio. Qui a Ferrara ci speriamo un po' tutti, ma sarà molto dura. Dipende soprattutto da come andrà la Champions League.
Io gli auguro con tutto il cuore di vincere. Solo quella però.

12 aprile 2007

END OF A CENTURY

In passato avevo detto che il disco simbolo degli anni novanta era Odelay di Beck. Bene, non l'avevo detta tutta. Mi ero scordato un pezzo.
Assieme ad Odelay, il simbolo degli anni novanta è Parklife dei Blur. Canzoni come Girls & Boys, This Is a Low, Parklife, End of a Century, To The End non si regalano a nessuno. Il disco che forse meglio rappresenta ciò che si respirava in Europa all'epoca. Favoloso.

Invece, il simbolo degli anni novanta più andati a male è sicuramente Ringo, il dj-motociclista di Radio 105. Per motivi non dipendenti dalla mia volontà recentemente mi è capitato di seguire il suo programma pomeridiano. Seguire è una parola grossa, visto che è qualcosa di insopportabile, che mai avrei voluto ascoltare di mia spontanea volontà.
Ringo è il classico personaggio che tenta disperatamente di fare il giovane, e che di conseguenza parla da gggiovane, utilizzando un lessico francamente imbarazzante. Per rendere l'idea, parla proprio come si era convinti che parlassero i ragazzi negli anni ottanta. Praticamente, l'equivalente radiofonico di Sergio Vastano che al Drive-In fa l'imitazione dello studente bocconiano. Uno sfigato.
Ovviamente pronto a cavalcare qualunque trend musicale del momento, si dimostra chiaramente alla mercè delle grandi case discografiche, introducendo ogni pezzo con vere e proprie marchette in onore dell'artista in questione. Un entusiasmo del genere per i Good Charlotte, ad esempio, non me lo spiego in altra maniera.

Massimo rispetto per l'importanza che può aver avuto in passato e per il fatto che sia stato uno dei primi a proporre un certo tipo di musica alla radio, ma oramai è andato. Ammesso che ci sia mai stato, a questo punto. Tra l'altro, come ogni gggiovane che si rispetti ha pure un blog. Semplicemente entusiasmante.

11 aprile 2007

TRANS-AMERICA EXPRESS

I Trans Am io me li ricordavo diversi, più ostici e spigolosi. Parecchio bravi, ma troppo autoreferenziali e innamorati di se stessi. Ricordo che suonavano una sorta di krautrock che sembrava uscito da un incubo di Enrico Ghezzi. Roba ultra kitsch, per pochi eletti e comunque non leggera da digerire. Decisamente la loro non era musica da party.
E invece la sorpresa. Il loro disco nuovo che risponde al titolo di Sex Change pur continuando ad essere kitsch, suona molto più pop e facile dei predecessori. Ci sono quasi rimasto male.
Deve essere successo loro qualcosa di strano perchè sembra di sentire una stoner band che suona cover di LCD Soundsystem. E lo dico senza ironia, ma con la consapevolezza che con un album del genere potrebbero anche farcela. A tratti il disco è geniale nella sua paraculaggine e non mi stupirei se finissero sul serio per suonarlo ai party. Mi aspetto di tutto.
Forse hanno deciso di provarci sul serio, o forse vogliono solamente salire sul carrozzone punk-funk e farsi un pochino di soldi. In fondo se lo meriterebbero. Una vita che vanno avanti a suonare, una vita che non se li fila (quasi) nessuno. Una botta di culo ci vorrebbe proprio.
Per la cronaca, Sex Change è un gran bel disco ed esce come al solito per la Thrill Jockey.

Trans Am - Conspiracy of the Gods

10 aprile 2007

INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO

Ieri pomeriggio durante una lunghissima passeggiata a piedi lungo le mura che circondano la mia città ho fatto un breve passaggio nella fiera cittadina, con annessa tappa all'autoscontro.
E' stata un'esperienza emotivamente toccante, ed in fondo ne è valsa la pena. Mi era addirittura venuta voglia di fare un giretto in pista, ma poi ho cambiato idea. C'è molta più aggressività rispetto ad un tempo ed avevo quasi paura a stare lì. La musica è mediamente più truzza, i bulletti prevalgono ma mi ha fatto parecchio piacere vedere un ragazzino con la felpa dei Nofx. Praticamente come ero io dieci anni fa.
Nonostante ciò me ne sono andato molto velocemente.

ANOTHER KIND OF FUNK

Gli Antibalas sono un collettivo di New York che propone una versione moderna dell'afrobeat di Fela Kuti, sempre ammesso che l'afrobeat possa essere considerato qualcosa di vecchio. Roba pericolosa, con tanto energia, groove da vendere e testi molto impegnati. Una gioia per il cervello e per le orecchie.
Security è il loro album nuovo, in cui finalmente riescono a disciplinare la loro enorme energia live e sfruttarla al massimo, senza essere dispersivi oppure troppo riverenti verso il padre fondatore del genere. Infatti il suono è caldo e pastoso, spuntano qua e la contaminazioni con dub, hip hop e jazz e gli Antibalas riescono ad essere di facile ascolto ma nello stesso tempo a suonare sperimentali e diversi. La produzione di sua maestà John McEntire dei Tortoise gioca una parte fondamentale in questa evoluzione del gruppo, quasi sia riuscita ad infondere maggior coraggio e consapevolezza nei propri mezzi.
Security è un disco della madonna, nulla è più attuale dell'afrobeat.

05 aprile 2007

IN IT FOR THE MONEY

Me ne sono reso conto dopo aver visto il loro ultimo video, Desecration Smile, un'esperienza a dir poco entusiasmante. I Red Hot Chili Peppers hanno capito tutto dalla vita. Fanno bene a suonare quella roba, tanto ci sarà sempre gente che li ascolterà e sarà disposta a comprare i loro dischi (e ad andare ai loro concerti), nonostante facciano schifo.
I Red Hot Chili Peppers sono ufficialmente finiti con l'uscita di One Hot Minute (che per la verità non era poi malaccio) e da allora è stata solo una colossale e sistematica truffa ai danni degli ascoltatori. Californication è stato una breve illusione di resurrezione, poi il buio totale. Hanno deciso di vendere anche la loro dignità e di continuare ad oltranza, incuranti del fatto che si stiano riducendo ormai ad essere più una macchietta che un gruppo rock.

In America sono ormai entrati nell'immaginario collettivo. Sono un gruppo nazional-popolare, un po' come i Pooh qui in Italia. Un gruppo per famiglie, rassicurante, da ascoltare comodamente seduti in poltrona davanti alla Tv. Anche ai loro concerti generalmente le persone stanno sedute, mentre i più temerari saltano. Accendini per le ballads, e di pogare non se ne parla proprio. Ma è comprensibile. Come si fa a pogare con quella roba?
Nulla è fuori posto. Tutto è perfetto, leccato, calcolato nel minimo dettaglio. Freddo, senza la minima traccia di passione. Ecco, i Red Hot Chili Peppers suonano senza passione. Qui non si tratta solo di suonare di maniera, si va oltre. Si sente chiaramente che non ci credono più neppure loro. Sono dei freddi professionisti, vanno avanti fingendo convinzione. Lo fanno per i soldi, e fanno bene. Al loro posto lo farei anche io.

Sembrano passati quarant'anni dai tempi di Blood Sugar Sex Magik. Fu un disco geniale, a modo suo un disco storico, che ha segnato un'epoca. Sicuramente è stato un disco importantissimo per me. Bene, quei Red Hot Chili Peppers non esistono più. Sono finiti, sostituiti da un'enorme macchina da soldi. Dischi senza idee, con canzoni che ai bei tempi sarebbero state degli scarti. Anzi, che ai bei tempi non sarebbero state neppure lontanamente concepite da loro. A volte ho addirittura l'impressione che siano fatte con il copia e incolla, visto che strofa e ritornello proprio non legano. Messi lì a casaccio, tanto per prendere tutti per il culo e riderci sopra.

Anthony Kiedis ha la pancia ma rimane a torso nudo perche il personaggio che sta interpretando lo richiede. Flea sembra una controfigura che sul palco salta e prova a non far rimpiangere il protagonista, finendo però per saltare sempre anche se il pezzo non lo richiede per niente. Chad Smith rimane un signor batterista ma è sempre più un oggetto estraneo al gruppo, suona perchè a fine concerto deve timbrare il cartellino. John Frusciante, semplicemente, non esiste più. Un po' di polemiche se la gente scarica il loro disco prima dell'uscita, un altro pochino di gossip su di un presunto plagio, e il gioco è fatto. Un altro successo è assicurato.
In fondo li capisco, fa parte del gioco. Fanno il loro mestiere, fanno esattamente quello che la gente si aspetta da loro. Non c'è nessuna differenza tra loro e una Avril Lavigne qualsiasi. Finchè ci sarà gente che non si rende conto di quello che suonano, di quanto siano improponibili e di cosa siano diventati, è giusto che continuino e ci guadagnino sopra il più possibile. Certa gente in fondo se li merita proprio.

Tanto in ogni caso io resto sempre libero di non ascoltarli o di spegnere la tv quando passano un loro video. Di certo i Red Hot Chili Peppers non se la prenderebbero. Anzi, forse mi darebbero pure ragione.

04 aprile 2007

WHITE LINE FEVER

E ora un gossip degno del peggiore Studio Aperto. Non ho resistito.
La sempre intelligente Fernanda Lessa, regina delle notti milanesi, aspetta un figlio. Il padre è Davide Dileo alias Boosta. Sì, quel Boosta. Il tastierista dei Subsonica.
Buon per lui. Il punto è che questa notizia rappresenta un punto di svolta. Da questo momento finiscono ufficialmente i Subsonica come gruppo musicale che ha cambiato qualcosa in Italia e iniziano i Subsonica come caricatura di se stessi. Sono stati travolti dalle circostanze e sono diventati quello che agli inizi probabilmente non avrebbero mai voluto essere.
I nuovi mostri.

03 aprile 2007

ALWAYS NEVER AGAIN

Certo, Sound Of Silver di LCD Soundsystem é un gran disco, praticamente perfetto dall'inizio alla fine.
Però la sfida la vincono senz'altro i !!!, non c'è gara. Maggior concretezza, meno punk e più funk. O forse è solo questione di gusti personali. In ogni caso qui l'autorevole parere di chi ha visto entrambe le band dal vivo.
A me però rimane sempre il rimpianto di non aver mai visto dal vivo i Supersystem. Per un motivo o per l'altro ho sempre mancato l'appuntamento con i loro concerti, e quando ormai pareva fatta, si sono sciolti una settimana prima di venire in Italia. Una band fenomenale che avrebbe meritato miglior sorte.
A perenne ricordo:
Supersystem - Born Into The World
Supersystem - White Light/White Light

02 aprile 2007

HALLOGALLO DISCO POGO

Che la serata sarebbe stata di quelle da ricordare l'ho capito quando durante l'attesa pre-concerto gli altoparlanti dell'Estragon hanno mandato Hallogallo, l'immortale classico dei Neu!. Hallogallo, non esattamente qualcosa che capita di sentire tutti i giorni. Anche se troncata più o meno a metà, è stata ugualmente il chiaro segno premonitore del clima in cui di lì a poco ci si sarebbe trovati. I sensi completamente stravolti ed un'altra percezione della realtà, come minimo.

I !!! sono stati pazzeschi, e io devo ancora riprendermi pienamente. Sono ancora sotto shock e fatico a rendermi conto di come una band possa suonare in quella maniera. Ho visto musicisti che avevano pezzi validi e che soprattutto li sapevano suonare e rendere bene dal vivo (a differenza di qualche mia recente esperienza), ho visto la gente ballare, divertirsi veramente ed uscire felice dal locale. Tutti avevano il sorriso stampato sulle labbra, tutti erano amici di tutti.

A fine concerto ho chiacchierato un attimo con Nic Offer, il cantante della band. Una persona affabile e tranquilla, lontano anni luce dall'animale da palcoscenico che venerdì sera ha dimostrato di essere. Sul palco si trasforma, sembra indemoniato, non si ferma un attimo. Balla e canta in maniera divina. Un idolo. Ma anche gli altri della band non sono stati da meno. La loro peculiarità è che mentre suonano ridono come bambini, proprio come se fosse un gioco. I !!! ci credono, si divertono e soprattutto sono fieri di quello che fanno, ci mettono passione e danno sempre il cento per cento di loro stessi. Anzi, forse danno qualcosina in più del cento per cento.

Non sono venuti fuori dal nulla. Non hanno giacche dai colori fluo ed acconciature improbabili. Hanno fatto tanta gavetta, hanno lottato per arrivare dove sono e ora si meritano proprio tutto il successo che stanno ottenendo.

Quello di venerdì sera è stato senza ombra di dubbio uno dei più bei concerti a cui io abbia mai assistito. Sabato mattina mi sono alzato molto soddisfatto, pronto ad una nuova, dura giornata. Dopo aver visto come al solito The Club su Allmusic, ho avuto la fortuna di incappare in un video dei My Chemical Romance. Mi è venuta voglia di prendere a schiaffi il televisore. Dopo un concerto del genere, è impossibile riuscire a rimanere tranquilli di fronte a una merda di tali proporzioni. Mi chiedo se ai My Chemical Romance piaccia la roba che fanno, ed eventualmente dove trovino il coraggio per riuscire a suonarla. Io ad esempio mi vergognerei come un ladro, non ce la farei proprio. Ma si sa, a volte la prospettiva di guadagnare un mucchio di soldi fa miracoli.
Vedere i !!! live un pochino mi ha cambiato la vita, ed infamare i My Chemical Romance è diventato ufficialmente il mio hobby preferito.

01 aprile 2007

IVAN SCALFAROTTO ADERISCE AI DS

Mentre Roberto "North Italian Scum" Calderoli trova modo di rilasciare ulteriori, inqualificabili dichiarazioni che non vale nemmeno la pena di riportare direttamente, arriva finalmente una buonissima notizia.
Ivan Scalfarotto annuncia la sua adesione ai DS, con l'esplicito obiettivo di partecipare alla formazione e alla fondazione del Partito Democratico.
Saggia decisione, direi.