30 marzo 2007

SONO SOLO COSUCCE PSICOTROPE

Torna dopo parecchio tempo Cosucce Psicotrope, e lo fa con gran classe.
Anche se i Manowar sono una delle band più insopportabili della storia e non potrei mai sdoganarli, anche se lui probabilmente è leghista, vale la pena di leggere il suo nuovo e scoppiettante post. E' sempre un piacere.

SANDRO BONDI IS A PUNK ROCKER

A me i Verdena non piacciono proprio, però trovo che questa recensione del loro ultimo disco Requiem sia parecchio bella. Pubblicata dai ragazzi di Glass House, è sentita e personale ed ha creato un certa discussione, proprio come piace a me. A me ha portato a riflettere su cosa sia un blog, cosa sia una recensione e, di conseguenza, che significato abbia pubblicare una recensione su un blog.
Mentre penso a tutto ciò, questa sera me ne vado all'Estragon a Bologna a sentire i !!!. Myth Takes è fenomenale, e finalmente avrò l'opportunità di vedere questa grandissima band. Pare che a Torino abbiano spaccato, vedremo stasera come se la caveranno.
Di sicuro ballerò tantissimo, e voglio uscire dal locale sudatissimo e paonazzo. Più o meno nelle stesse condizioni in cui era ridotto Sandro Bondi ad Otto e Mezzo un paio di sere fa. Dopo il voto al Senato sul rifinanziamento della missione in Afghanistan ho visto una persona parecchio in difficoltà. Balbettava e ed è passato dal suo consueto pallore ad un bel rosso pompeiano. Un piccolo dramma.
Ciniche risate da parte mia.

29 marzo 2007

UNDISPUTED ATTITUDE

Esibizioni del genere non le vedevo dai tempi di Discoring, 1987 circa. Ero piccolo ma ricordo benissimo. Certe cose ti segnano.
Tiga è un uomo che vuole fare la sua cosa, ed è un grandissimo. Recupera un genere trito e ritrito (il technopop anni ottanta), lo fa suo e riesce a creare qualcosa di nuovo e fresco. Questo è un filmato del 2001 tratto dall'edizione tedesca di Top Of The Pops. Leggenda.
Tutta un'altra storia rispetto a Top Of The Pops italiano, che è improponibile. E pensare che noi invece abbiamo Daniele Bossari, l'inutilità fatta a persona. Sempre ammesso che lo presenti ancora lui e che non gli abbiano assegnato un programma ancor meno rilevante.

Tiga & Zyntherius - Sunglasses At Night
e già che ci siamo, il video.

E intanto, mentre io perdo tempo a parlare di Bossari, Oliviero Toscani diventa il direttore artistico del canale musicale Music Box. Nelle interviste parla di superare la tv generalista e di proporre un nuovo concetto di tv musicale, con video a richiesta trasmessi in tempo reale, programmi di approfondimento e palinsesto creato dai telespettatori.
Date l'intelligenza e la lungimiranza del personaggio, stiamo correndo il rischio di trovarci in presenza di una nuova Videomusic? Che sia proprio questa la volta buona?

27 marzo 2007

BACK TO SCHOOL

Qualche giorno fa per motivi di lavoro sono andato ad una conferenza presso la facoltà dove mi sono laureato. E' stata una sensazione strana tornare lì, ma è stato meglio del previsto.
Non nego che l'idea di tornarci mi creasse un pochino di tensione, c'erano troppi ricordi in ballo e avevo paura di quello che sarebbe potuto accadere. Ma è andato tutto bene, ed è stato parecchio bello esserci. Oltretutto, mi sono fatto grasse risate per aver visto un perfetto sosia di Steve Buscemi.

Non è trascorso tanto tempo dalla laurea ma ho visto facce completamente nuove, praticamente tutti i miei vecchi compagni hanno già finito e non conoscevo quasi nessuno. Mi ha fatto grande impressione sapere che sta per laurearsi gente che quando ho iniziato l'avventura andava ancora alle medie, ma non mi sono assolutamente sentito vecchio. Mi sono solo sentito un pochino più grande e ho sentito una sorta di grande responsabilità verso quella gente.Quando sono uscito ero felice.
Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo. Molto indietro, perchè sento più vicino il ricordo delle scuole superiori rispetto al periodo dell'università. L'università mi sembra così lontana, è un ricordo sfuocato mentre il periodo delle superiori è ancora vivo, brucia ancora.
Mi sembra ieri ma sono passati quasi nove anni da quando le ho finite, e ho sempre la sensazione di fatto prima l'università poi le superiori. Non so perchè, ma è così.
Forse perchè allora il clima era diverso, c'era più speranza e meno nichilismo.
Forse perchè le superiori mi hanno insegnato molto di più, soprattutto a livello interiore.
Forse perchè ho preso troppo seriamente l'università, ho fatto il bravo studente e non ho cazzeggiato abbastanza in quel periodo.
Forse sto diventando grande, lo sai che non mi va.

26 marzo 2007

ESAGERAZIONI, FORZATURE & SPIRITO CRITICO

Continuo a non sapere la strada per andare al Covo ma alla fine mi ci trovo sempre davanti, per caso. Non so proprio come faccio ad arrivare lì. A questo punto credo che sia la mia macchina a portarmi. Ci arriva da sola, senza che io faccia nulla.
A parte questo, è stata una bella serata e mi sono parecchio divertito. Era il party per il compleanno di Rumore. Ho ballato, e non poco, con la musica di Arturo Compagnoni, ottimo selecter. Ho visto due concerti molto interessanti: Ant e il suo gustoso folk intimista e, a seguire, i Thousand Millions con il loro indie rock a cavallo tra Pavement e Get Up Kids. Un po' meno interessante la claque di amici al seguito dei Thousand Millions, gente che probabilmente credeva di essere a un concerto del Liga o, peggio, dei Finley. Ma pazienza, forse pretendo troppo. Forse come al solito sono troppo critico.
E intanto nel pomeriggio di sabato ho già comprato i biglietti per i concerti di Arctic Monkeys e Arcade Fire a Ferrara Sotto Le Stelle. Mi rendo conto che forse è esagerato comprarli con quattro mesi di anticipo, e mi fa quasi impressione averlo fatto. Ma avevo paura di rimanere senza.
Per entrambi i concerti biglietto numero 20, per l'esattezza.

23 marzo 2007

UNA QUOTIDIANA GUERRA CON LA RAZIONALITA'

Se Mirrored, disco d'esordio dei Battles in uscita a metà maggio per la Warp, corrisponde alla copia che circola in rete, ci troviamo di fronte ad un piccolo capolavoro. Non riesco a smettere di ascoltarlo, credo di avere dei seri problemi. Che roba del genere prenda così tanto non è normale.
Rispetto agli Ep precedenti, suona molto più semplice e "pop", quasi che i Battles abbiano improvvisamente deciso di diventare più accessibili e provarci sul serio, senza troppe menate. Più o meno come i King Crimson dell'era Discipline che decidono di suonare lisergiche filastrocche alla Animal Collective. Non-sense preso assolutamente sul serio, affrondandolo con rigore accademico.
Ma una definizione del genere è solo puramente indicativa. Bisogna solo ascoltare. Questo è un album molto particolare, da maneggiare con cura ma senza averne paura. I Battles stanno semplicemente rifondando dall'interno un certo tipo di rock sperimentale. Non uso il termine post-rock perchè è un termine che non mi piace troppo. Non significa nulla, solo un'etichetta per indicare un non-genere musicale, qualcosa che in fondo non è mai esistito. I Battles invece, esistono. E se ne fottono delle etichette.
Un giorno questa roba si ballerà, e allora in alto le mani al cielo.
Myspace
Battles - Atlas

21 marzo 2007

HO LA VAGA IMPRESSIONE CHE PIACCIANO MOLTO ANCHE A DON SPRITZ

Nel 2007 purtroppo esistono ancora musicisti che pur partendo da generi totalmente diversi si ispirano più o meno dichiaratamente ai Queen (vedi i pagliacceschi My Chemical Romance o Mika). Il risultato è grottesco, ma mi spinge a fare un paio di riflessioni sulla reale importanza del gruppo inglese. Parlare male dei Queen è come bestemmiare in chiesa. Per alcuni un sacrilegio, per altri un atto dovuto. Io semplicemente non vado in chiesa ma non ho grande simpatia per loro. Ritengo infatti che siano il gruppo più sopravvalutato della storia, anche se in passato avrei detto Oasis. Non ho mai capito il perchè del loro grande successo e, soprattutto, del loro grande seguito di di fan devoti a prescindere che perdura tutt'ora.
Generalmente, chi è fan dei Queen non accetta assolutamente che si parli male della band in questione. Ne fa una questione di principio. E' pronto a difendere i propri idoli a tutti i costi, e, se contraddetto, si incazza parecchio. Mi è capitato di avere interminabili discussioni con soggetti di questo tipo per aver osato mettere in dubbio la bravura chitarristica di Brian May, ad esempio. Credo di aver seriamente rischiato di perdere delle amicizie, e di averle salvate solo per un pelo obbligandomi a mentire sulle virtù di questa band. Lo so, è un po' squallido. Ma l'amicizia viene prima di tutto.
Il più delle volte, il loro fan è la classica persona che compra (se va bene) un disco all'anno o, peggio, nella vita ha ascoltato solo la suddetta band. Sia chiaro, non dico assolutamente che essere fan dei Queen equivalga per forza ad essere così. Ci sono persone che oltre ai Queen apprezzano tante altre band e tanti altri generi, ma generalmente il fan dei Queen vive solo per loro e non riconosce il resto. E soprattutto, non riesce a riconoscere gli evidenti difetti della band inglese.
I Queen purtroppo li conosco bene, avendo avuto una breve passioncella per loro ai tempi delle scuole medie. Chi, almeno una volta nella vita, non ha mai avuto un'infatuazione per loro? Il problema è che per molta gente l'infatuazione continua, sempre e comunque. Un chitarrista mediocre, che fa sempre lo stesso, medesimo, assolo, con in sovrappiù gli zoccoli e capelli improponibili. Un bassista che non si sente, e che, l'unica volta che riesce a fare qualcosa di buono, lo prende di peso da Good Times degli Chic (il giro di passo di Another One Bites The Dust è ai limiti del plagio). Un batterista che sa tenere un unico tempo, tanto da utilizzare praticamente lo stesso schema ritmico in ogni brano. E poi lui, Freddie Mercury.
Massimo rispetto per il personaggio, coraggioso e trasgressivo, una mosca bianca nell'Inghilterra di Margaret Thatcher. Ma come musicista proprio non comprendo quest'aura di fanatismo che lo ha sempre circondato, che lo circonda e che, probabilmente, sempre lo circonderà. Le soluzioni vocali più kitsch che io abbia mai udito le ho sentite proprio da lui. Tamarro, ma a livelli perfino imbarazzanti. Ogni volta che risento qualcosa della sua band mi chiedo sempre come una mente umana possa aver concepito cose del genere. Ma forse, sono io a non capire.
Rispetto chi riesce a cogliere aspetti positivi nella band inglese e trova il modo di apprezzarla musicalmente. Tanto di cappello, perchè probabilmente ha maggior apertura mentale di me. Io proprio non ce la faccio. Rispetto anche chi vede in Freddie Mercury un simbolo per il suo essere riuscito a farcela in barba alla mentalità puritana e benpensante. Ma provo lo stesso a fornire una mia ipotesi sul motivo del seguito irriducibile che ha questa band. Ho infatti da sempre il tragico sospetto che la maggior parte di chi ascolta i Queen lo faccia più perchè fa molto "trasgressivo e dannato" che non perchè apprezza realmente le caratteristiche della band. Più per darsi un tono che per il resto. Una moda che va avanti da tanto tempo, soprattutto da quando è morto Mercury. Ed è una moda parecchio triste.

20 marzo 2007

SEMPRE LORO, ANCHE SE DI MANIERA

Mi sono avvicinato a Pocket Symphony con molta diffidenza ed estrema cautela. Non ne avevo sentito parlare granchè bene in giro e le recensioni erano state parecchio dure con questo disco. Ho ascoltato, ho studiato a fondo, e devo dire che agli Air è riuscito un disco migliore del previsto. Non sarà il loro miglior disco in assoluto, ma non è nemmeno poi così tanto male. L'unico piccolo, grande difetto del disco è uno solo: è troppo uniforme, troppo piatto e monocorde. E' fatto con gran classe, è rilassante e ci sono bellissimi pezzi, ma l'insieme risulta troppo omogeneo perchè manca quel qualcosa che in grado di spezzare il ritmo. In sostanza, manca il colpo a sorpresa come poteva essere Kelly Watch The Stars in Moon Safari.
Già, Moon Safari. Il problema sta proprio qui. Un disco talmente perfetto da non sembrare vero, che all'uscita fece gridare al miracolo e ancora oggi è in grado di dire la sua. Uno dei miei dischi preferiti di sempre, tra l'altro. Provo per lui un affetto particolare.
Pur confezionando grandissimi album in seguito, non sono più riusciti a raggiungere i fasti di Moon Safari. Gli Air inseguono da sempre l'utopia di scrivere il disco pop perfetto e vengono condizionati da questo desiderio, finendo per autolimitarsi e non sfruttare appieno le loro grandi potenzialità. In realtà, il disco perfetto l'hanno già scritto. E' Moon Safari, per l'appunto. Non si può chieder loro di più. Il brutto per loro è che un disco così fungerà sempre da termine di paragone, ed ogni loro nuova uscita verrà confrontata con questo, e ne uscirà sconfitta.
Un disco come Pocket Symphony non raggiunge assolutamente quelle vette, ma merita però la sufficienza piena. Un disco un tantino di maniera, in cui c'è molto mestiere ma che ha grande eleganza, cura per il particolare e trova soluzioni che tanti altri musicisti si sognano. Un disco che dimostra almeno che hanno ancora qualcosa da dire e sono ancora vivi.
Infine, una nota a margine: non hanno mai brillato per la grafica delle copertine, ma quella di Pocket Symphony è letteralmente inguardabile.

19 marzo 2007

MUSICA DA TINELLO, ANNO 2007

I Tussle sono un gruppo californiano che esce per un'etichetta norvegese, la Smalltown Supersound. Non cosa da tutti i giorni, dunque.
Telescope Mind è il loro secondo album ed è un disco estremamente coraggioso. Non è di facilissimo ascolto, ma è in grado di regalare grosse soddisfazioni sia a chi guarda più all'aspetto sperimentale della musica che a chi considera con occhio di riguardo la dance. Potenzialmente, il mio disco ideale.
In Telescope Mind i Tussle suonano come i P.I.L. di Metal Box imbottiti di ketamina, la dimensione spazio-tempo è completamente fottuta e John Lydon ascolta divertito. Lunghe jam funk-punk in assenza di gravità, condite con elettronica krauta e speziatissimo dub. Trappings è da manuale, pura psichedelia.
Intelligenti, imprevedibili e mai banali, potrebbero essere addirittura considerati roba ballabile. Dance per i piedi e per il cervello, direbbe Christian Zingales. La solita frase fatta, ma questa volta ci sta proprio bene.
Tussle - Lyre

17 marzo 2007

JOIN THE BLACK PARADE

Poco fa ho avuto la fortuna di vedere su Mtv una sontuosa videography dedicata ai gruppi della nuova scena emo americana. C'erano proprio tutti, My Chemical Romance compresi. E' disarmante vedere come suonino tutti uguale, siano pettinati tutti uguale, si vestano tutti uguale. Sono intercambiabili, sono il nulla.
Comincio a pensare che abbia ragione chi dice che in fondo quell'emo è musica per gente già vecchia. Vuol fare credere all'ascoltatore di essere un ribelle, ma in realtà è di un conformismo spaventoso.

Ma forse sono io ad essere vecchio. Forse sono anche io un umarell.

16 marzo 2007

IN FONDO NON SONO NIENT'ALTRO CHE UN DISCOTECARO FALLITO

La pulce nell'orecchio me la messa lui. Io ho ascoltato e ora ci sono dentro.
Catch You, il nuovo singolo di Sophie Ellis Bextor, è favoloso. Confesso che mi piace, e parecchio. Suona più o meno come un ipotetico incontro-scontro tra Bloc Party e Fischerspooner avvolto in una nube di Chanel No. 5. E tale definizione non vuole essere una presa in giro, anzi. Catch You ha classe da vendere.
Non mi aspettavo una cosa del genere. Mi è entrata in testa e non esce più, ormai mi sorprendo a canticchiarla senza rendermene conto.

Cara Sophie, a quando un singolo sulla falsariga di Count In Five degli Horrors?

13 marzo 2007

KLAXONS AFTER ALL

Dei Klaxons e dei loro ultimi concerti italiani è stato detto praticamente tutto. Io ho voluto aspettare un pochino a dire la mia per elaborare un giudizio a freddo, un pochino meno figlio dell'emozione (e/o della delusione) seguente all'esibizione live.

Fondamentalmente i Klaxons sono dei bravi ragazzi che si sono trovati proiettati troppo in fretta in una situazione più grande di loro, senza aver minimamente le capacità tecniche per affrontarla. Sono stati pompati a dovere, sono esplosi, è scoppiata un vera e propria mania collettiva per loro. E' uscito il disco, è iniziato il tour. Si sono solamente scordati di imparare bene a suonare i loro pezzi. Che sia da ritenere una cosa grave oppure un particolare irrilevante, questa è l'impressione che ne ho ricavato. Mi fanno quasi tenerezza.

Io li ho visti sabato scorso all'Estragon a Bologna. Prima del concerto ero già rassegnato all'idea di un loro fallimento totale, e vedere la bassa età media all'entrata non mi ha certo dato un buon segno. Il clima era molto da discoteca la domenica pomeriggio, ho visto addirittura gente farsi accompagnare all'entrata dai genitori, come da tradizione. La stessa gente che magari fino all'anno prima andava ai concerti di Marilyn Manson con il face painting, sempre accompagnata da genitori piuttosto magnanimi. Non esattamente dei palati fini, quindi. C'era in loro il clima del grande evento, ma come poteva essere un qualsiasi concerto di un qualsiasi artista pompato da Mtv, o una qualsiasi festa in discoteca. L'unica consolazione è stata vedere uno spettacolare sosia di Garth di Fusi di Testa.
Prima di loro hanno suonato i Mojomatics, duo chitarra/voce e batteria di grande impatto e parecchio coinvolgente. I Klaxons invece no. Quando si impegnano e mantengono la concentrazione suonano (abbastanza) decentemente, ma in maniera fredda e poco coinvolgente, con l'effetto surreale di sembrare una cover band di loro stessi. Quando decidono invece di fare i coglioni sul palco iniziano i problemi. Non riescono proprio a suonare i loro pezzi, si inceppano, sbagliano. Golden Skanks è stata francamente imbarazzante. Ho riso veramente di gusto quando ho sentito l'attacco e, per la cronaca, hanno dovuto suonarla molto più lenta dell'originale per riuscire a darle una parvenza di accettabilità, non riuscendo minimamente nel tentativo. Su tutte, però, è mancata la cosa che li contraddistingue: le voci. Mancavano proprio quegli intrecci vocali che, almeno dal mio punto di vista, hanno fatto la loro fortuna. Le voci stonavano e spesso andavano per conto proprio, senza armonia alcuna. Abbastanza triste.

Forse sono troppo buono, ma non me la sento sento di bocciarli completamente. Hanno solo bisogno di suonare molto di più, le possibilità non mancheranno loro. Forse tornare anche in sala prove non farebbe loro poi tanto male, hanno bisogno di rodare i pezzi, di migliorare come musicisti. Di diventare più vera band e meno cover band. Rimandati.

A questo punto deduco che Myths Of The Near Future è un figlio di un grande lavoro di produzione, senza il quale non sarebbe stato quel gran disco che è. Hanno buttato giù ipotesi di pezzi, poi il tutto è stato ricostruito ed elaborato da mani esperte. Forse sarebbe stato difficile per chiunque renderlo bene sul palco, ma per loro allo stato attuale delle cose è praticamente impossibile. Vedremo se in futuro le cose andranno diversamente, ma, soprattutto, se avranno un'altra possibilità, vista la vacuità del fenomeno new rave. Magari tra un anno saranno già dimenticati, sostituiti dall'altro gruppetto di turno. Io sono però convinto che potranno fare altre cose buone e fare tanta strada. La buona volontà c'è, a quanto pare.

Un'altra cosa riguardo a Myths Of The Near Future. Nonostante la scarsa resa live,resta sempre bellissimo. Oltre al superbo uso delle voci, il suo vero elemento di grandezza è quello di riuscire a fare propri certi suoni e certe intuizioni che avevano avuto i Daft Punk in occasione di Human After All, renderli meno disturbanti (e più docili) ed inserirli in un contesto indie rock di più facile ascolto. Non una cosa da poco, dunque.
Human After All è un disco controverso, che purtroppo non è stato capito appieno. Non è un disco facile, anzi è veramente disturbante in certi tratti, ma la grandezza sta tutta lì. Basta avere la mente sufficientemente aperta. E' house music stordita dalla morfina o, se si preferisce, è il rock visto secondo un'altra ottica, ed è l'ennesima dimostrazione del genio dei Daft Punk, in un certo ambito i più grandi di sempre. Da recuperare e rivalutare, assolutamente.
Daft Punk - Technologic
Daft Punk - Robot Rock
e, tanto per gradire
The Mojomatics - No Place To Go

10 marzo 2007

ALCAZAR IS PLAYING AT MY HOUSE (Gli eroi di un quarto d'ora o poco più)

Mi sporco un pochino le mani. Ci sono occasioni in cui qualcuno deve assumersi responsabilità ingrate, con coraggio e una certa dose di menefreghismo. Di solito nessuno vuole ammettere certe cose, ma sono del parere che certe volte aprirsi ti fa sentire meglio. Parlare di meteore musicali e del tuo rapporto con questo strano e bizzarro fenomeno, ad esempio, è una cosa che ti fa sentire meglio. Quasi in pace con te stesso.
Una possibile definizione di meteora musicale potrebbe corrispondere a quella di un "artista" che riscuote grosso successo per breve e limitato periodo per poi finire nel dimenticatoio. A volte è solo per una canzone tormentone di una stagione, altre volte è per un unico disco che vende una quantità enorme di copie sulla scia di singoli particolarmente azzeccati. In certi casi la meteora può essere di grande qualità e vedere giustamente riconosciuta in termini commerciali la propria bravura, in tanti altri può essere un fenomeno sopravvalutato ed ottenere un successo superiore ai propri discutibili meriti artistici. In ogni caso il destino di una meteora è uno solo: rimanere sulla cresta dell'onda per un breve periodo di tempo e poi scomparire dalla circolazione. Magari continuare a fare musica, ma senza più ottenere riscontro presso il grande pubblico.
Io di solito ascolto tutt'altro, ma ammetto di apprezzare le meteore e di farmi prendere dalle canzoni tormentone, ma con una particolarità: tranne pochi, rari casi, le riesco ad apprezzare solo a posteriori. Sul momento le disprezzo a causa della loro sovraesposizione, cioè perchè sono ovunque, si sentono ovunque e le canticchiano tutti. Regolarmente finisco per rivalutarle con il senno di poi, dopo essermi lasciato alle spalle il giusto periodo di tempo per poterle giudicare a freddo. Di solito bastano un paio di mesi, ma a volte passano anche anni prima che io riesca a comprendere il valore, non solo musicale ma anche simbolico, di un tormentone. Forse è perchè sto diventando grande e col passare del tempo si tende a pensare che si stava meglio quando si stava peggio, ma è così. Forse certi tormentoni hanno valore generazionale.

Devo ammettere però che negli ultimi anni il valore del pop da classifica è calato notevolmente. Mi sono reso conto che più o meno dal 2001 mi accade un pochino meno spesso di rivalutare i tormentoni. Il pop da classifica post 2001 è più freddo, fatto meno con il cuore e più unicamente per il portafoglio. Si sente che non c'è un anima, che c'è meno cura per il particolare, e soprattutto che c'è meno ingenuità. Che l'11 Settembre abbia influito anche sulla voglia di far divertire la gente?
A parte questa constatazione, una mia plausibile ipotesi di top ten è questa:
Bran Van 3000 - Drinkin' In LA
White Town - Your Woman
Modjo - Lady
Ultra Nate - Free
Sophie Ellis Bextor - Murder On The Dancefloor
Bombfunk MC's - Freestyler
e per finire il possibile inno della generazione che non c'è, quella che secondo Mtv doveva avere Morgan come profeta: New Radicals - You Only Get What You Give

L'UOMO DA UN MILIONE DI DOLLARI

Ruini se ne va. Speriamo solo che il suo successore sia un pochino meglio di lui, anche se le premesse non sono certo esaltanti.
Ora eminenz è in pensione, e finalmente avrà più tempo libero. Quindi per evitare di annoiarsi userà sicuramente Internet, visto che è così moderno e al passo coi tempi.
Se per caso dovesse passare da queste parti, mi sento di consigliargli vivamente di darsi un'occhiata a questo e a questo. Gli farebbe bene, ne sono convinto. Si renderebbe conto che siamo già nel 2007, e non nel 507 come lui vorrebbe farci credere.

09 marzo 2007

VERI O PRESUNTI TALI

E' venuto il grande momento, da me tanto atteso.

Domani sera vado a vedere i Klaxons all'Estragon, in quel di Bologna.
Non mi aspetto granchè, visto che voci incontrollate dicono che pare il primo concerto a Milano sia stato parecchio deludente.
Comunque vada hanno la mia stima, Myths Of The Near Future è assolutamente fantastico.
Una droga, perchè crea dipendenza, mi ritrovo a canticchiarne brandelli e scampoli senza rendermene conto.
I ragazzi si faranno, anche se hanno le spalle strette.

07 marzo 2007

INVECE IO A QUINDICI ANNI GIRAVO IL MONDO IN SELLA AL MIO SCOOTER

Ricordo come se fosse ieri quando l'ho acquistato la prima volta. Ero giovanissimo ed ero in una fase di transizione, in cui avevo voglia di sperimentare continuamente cose nuove, dal punto di vista musicale e non. In poche parole, stavo attraversando il temibile guado rappresentato dal periodo dell'adolescenza.

Mi sono avvicinato all'edicola e, dopo una furtiva occhiata alle riviste porno (si sa, la carne è debole... in particolare quella di uno sbarbato), ho diretto subito il mio sguardo verso le riviste musicali. Avevo voglia di trovare una rivista musicale interessante e nuova, che non fosse la solita fuffa con gli Oasis in copertina se andava bene e i Take That o le Spice Girls in copertina se andava male. Ovvero, che non fosse Tutto che prendevo di solito. Un giornale che diventasse un punto di riferimento e mi accompagnasse con decisione nelle mie scelte musicali. E ho avuto la fortuna di trovare Rumore. Novembre 1996, in copertina c'erano gli allora sconosciuti Korn e Tutto se ne è andato affanculo.

Mi ha colpito subito e ho voluto provare ad acquistarlo, con diffidenza mista a curiosità. E da allora non ho più smesso. Ogni mese appuntamento irrinunciabile, bibbia pagana da sfogliare con avidità alla continua ricerca di nuovi stimoli sonori. In tutto questo tempo il mondo è cambiato ed io stesso ovviamente sono cambiato, mi sono pure laureato. Pensando ad allora mi sembra trascorsa una vita, e pensarci mi spaventa un pochino.

Il tempo passava ma Rumore c'era sempre, ad aggiornarmi e a permettermi di ampliare le mie conoscenze musicali. Berlusconi è sempre lì ma nel frattempo il web ha raggiunto una diffusione impensabile agli inizi, il peer-to-peer ha dato la possibilità di avere tonnellate di musica a disposizione e io ho evoluto ed affinato gli ascolti, sperimentando sul campo ciò che leggevo.
Ho visto nascere nuove passioni e nuovi idoli, nuove manie e nuove esagerazioni. Ho visto gruppi esplodere per poi finire nel dimenticatoio poco tempo dopo, ho visto sconosciuti divenire eroi per una sola stagione. Ho visto musicisti promettenti vendersi totalmente dopo un disco buono, ho visto artisti che sembravano perduti per sempre risorgere a nuova gloria. Ho vissuto.
Rumore compie quindici anni. Per me non è solo un semplice giornale musicale, è molto di più. Mi ha dato tanto, e gliene sono grato. Mi piace credere che mi abbia reso una persona migliore.
Buon compleanno, Rumore.
Tra le altre cose, mi ha dato la possibilità di appassionarmi a questi quindici dischi, decisivi per me:
The Avalanches - Since I Left You
Doves - Lost Souls
The Notwist - Neon Golden
El Guapo - Fake French
At The Drive-In - Relationship Of Command
Lambchop - Is A Woman
The Beta Band - Hot Shots II
Zero 7 - Simple Things
Incubus - S.C.I.E.N.C.E.
The Polyphonic Spree - The Beginning Stages of...
Kings Of Convenience - Quiet Is The New Loud

04 marzo 2007

ORA CORRO SU EBAY A COMPRARMENE UNO

Nonostante gli influssi negativi di Luca Volontè mi abbiano fatto restare imbottigliato in tangenziale a causa di lavori in corso, facendomi temere il peggio, il concerto dei Junior Boys é stato pazzesco.
Un'ora abbondante trascorsa come fosse un minuto. Avrei voluto che non finisse mai.
Insospettabilmente ad accompagnarli live hanno un batterista, mostruoso sotto tutti i punti di vista. Degna di nota la sua inquietante somiglianza con il Vincent Cassel del film "L'Odio".
Inquietante anche il fatto che, nonostante il caldo del Covo, mentre suonava indossasse un bomber. Per giunta grigio.
E' proprio vero, stanno tornando gli anni novanta.

02 marzo 2007

VIVA IL POPOLO SOVRANO! (il delirio di onnipotenza ha preso anche me e non posso farci nulla)

E' tanto tempo che ci penso, quasi un tarlo che mi rode la mente.
Tanto tempo che voglio farlo, ma non ne ho il coraggio.
Però ora basta aspettare, voglio togliermi questa soddisfazione.
E' solo la mia opinione personale, non la verità assoluta, ma voglio dirlo lo stesso.
Beppe Grillo mi sta parecchio sulle palle. L'ho detto, e ora mi sento decisamente meglio.

Beppe Grillo da Genova nasce comico, diventa comico scomodo ed infine, causa (ingiusta) emarginazione dal piccolo schermo, si trasforma progressivamente in santone. Ha un suo blog, dal quale ogni giorno pronuncia la sua verità, illuminando migliaia e migliaia di persone e indicando loro la retta via.
Peccato solo che tutto rimanga sulla carta, e niente di quello che dice venga attuato. E' più comodo sputare sentenze sempre e comunque e non fare nulla per metterle in pratica. Quando si tratta di passare all'incasso, rende di più. E il suo incasso si chiama tutto esaurito ai suoi spettacoli e vendite record di dvd e libri.
Grillo è persona molto intelligente ed ha il grande pregio di toccare argomenti scomodi, di parlare di cose di cui nessuno osa parlare. Fatto molto positivo, in quanto, essendo il suo blog uno dei più seguiti del web, riesce a sensibilizzare migliaia di persone su tematiche importanti. Il buon Beppe però ha problemino mica da poco, che me lo rende indigesto: il modo in cui di pone. Soffre un tantino di delirio di onnipotenza, che lo ha portato nel tempo ad assumere un tono sempre più saccente ed arrogante e a sentirsi intoccabile. In occasione di interviste sui temi più disparati, l'ho molto spesso sentito suffragare la sua opinione con il seguente ragionamento: visto che migliaia di commenti sul blog dicono così, il pensiero della gente è quello, e ho ragione io. Un alato ragionamento, che non fa una piega. Brutta bestia, il populismo.

Uomo all'opposizione di tutti i governi, sono convinto che prima o poi scenderà in politica. E saranno dolori, in primis per lui. E' comodo stare nella posizione di giudice supremo senza mettere poi in atto nulla, mentre è un po' meno comodo trovarsi a mettere in pratica le proprie teorie. Un conto è scrivere il post giornaliero (ultimamente ho però la vaga impressione che spesso non sia nemmeno lui a scriverli), un conto è fare, rischiando di perdere il consenso acquisito, affrontando tutte le difficoltà e tutti i limiti del caso. In sostanza, dover anche scendere anche a compromessi per ottenere il meglio possibile per la collettività, perchè nessuno nasce con la bacchetta magica.

Stando quindi ai dati in mio possesso, Beppe Grillo è un conservatore.

VEDI ALLA VOCE: LA MATTINATA E' PARTITA CON IL PIEDE SBAGLIATO, VEDREMO DI RIMEDIARE

Sarò brevissimo, quasi telegrafico.
Questa sera a Bologna al Covo suonano i Junior Boys.
Finalmente riesco ad andarli a sentire, e sono molto impaziente per tutto ciò. Sarà una bella serata.
E intanto il solito Luca Volontè (UDC) ieri ha dichiarato: «I fondatori della psicologia moderna descrivono l'omosessualità come patologia clinica.»
In questo momento mi sto vergognando io per lui.